Cochi e Renato: Una coppia infedele - Spettacolo teatrale (2008)

Cochi e Renato sono ancora in forma, ed è piacevole saperlo. Il loro spettacolo è professionalmente impeccabile: accompagnati dai Goodfellas (una jazz-band che si produrrà anche in un paio di piacevoli intermezzi), i due stanno sul palco per la gran parte del tempo assumendo la posizione di sempre: Cochi sulla destra con una spalla in avanti, Renato imbacchettato in piedi con le braccia lungo i fianchi. Stanno così quando cantano, e lo spettacolo – è superfluo dirlo, per chi li conosce – è incentrato sulle musiche e i relativi testi, particolarmente stimolanti anche quando non si toccano i pezzi sempreverdi (i bis arrivano con “come porti i capelli bella bionda” e “l’uselin dela comare”,...Leggi tutto per capirsi), che i due interpretano dimostrando di avere ancora voce ferma e stentorea. Canzoni vecchie (“La gallina” in apertura, ripresa dopo molti anni per far felici i fan), nuove (“Malpensa”), classici moderni (“Nebbia in Valpdana” con tanto di fumi sul palco). Sempre ben supportati strumentalmente dai Goodfellas, Cochi e Renato interpolano tra una cantata e l’altra qualche piacevole sketch in cui abbiamo modo di verificare la loro buona vena, che avrebbe anche meritato qualche spazio in più: va bene cantare, ma c’è anche chi ha sempre apprezzato Cochi e Renato in versione comici puri. Magari anche comici surreali, quando invece i più classici nonsense vengono relegati allo sketch in chiesa e a qualche canzone. Non si discute certo la buona riuscita dello show (anche dal punto di vista di scenografie e sonoro davvero niente da dire), ma certo qualche risata in più sarebbe anche stata auspicabile, visto che le possibilità per farcele fare sono rimaste intatte e i due, come coppia, funzionano ora come allora. Poca soddisfazione quindi per chi sperava di poter decretare la fine della coppia lanciando accuse di bolsaggine e bieco riciclaggio, ma anche una certa ingenuità nell’approccio con l’attualità e un tentativo non del tutto riuscito di accattivarsi un pubblico “diverso”. Ritornano i “bambini presenti e assenti”, i “quante volte figliolo” e altri tormentoni, ma nel complesso è stimabile la volontà di voler proporre qualcosa di insolito dimostrando di essere comici “senza tempo”; a questo proposito si ascolti la bellissima canzone-scioglilingua sul “capitano che ha potato è cappottato”, in cui entrambi dimostrano un affiatamento straordinario e una notevole capacità di non imbalbettarsi mai.

Chiudi