Interessante thriller-noir che vede una coppia d'attori qui davvero convincenti, Spader e la Amick. In particolare quest'ultima riesce a rendere la perfidia del suo personaggio in modo eccellente. La trama sa di già visto, tuttavia lo svolgimento da incubo è ben architettato, garantendo una discreta tensione e alcuni colpi di scena non disprezzabili. Notevole e inaspettato il finale, con uno Spader spiritato. Buona la confezione, così come la fotografia; un noir decisamente soddisfacente.
Bello! Una giovane donna (la ottima Madchen Amick) sposa un uomo ricco; inizialmente tutto fila liscio, ma i problemi non tarderanno ad arrivare e l'incubo questa volta è tutto per lui. Film che punta tutto sulla psicologia e non ci si annoia mai. Benone Spader ma la parte del leone la fa la Amick.
Lena è un'ottima dark lady, proprio perché si rivela come tale più o meno dall'inizio. Diabolicamente intelligente, non una volgare profittatrice, una vera strega. Persino la sua vittima, Ray, è affascinato dal mistero della perfidia di Lena, che ha qualcosa di sinistro e di sublime. Tanto vale, allora, imparare qualcosa da lei... e Ray lo fa. Si può imparare molto, da una strega. Giocando con gli stereotipi, Kazan aggiunge note stridule, un retrogusto beffardo a una trama non originale.
Prodotto che pesca le idee da film similari, anche autoriali (le scene oniriche al luna park, luogo inquietante per eccellenza, si sono viste più di una volta) e le mette assieme anche con una certa cura. Si dilunga all'eccesso per riempire e portare a un punto che farà risaltare al massimo un finale non strepitoso, ma che a suo modo rimette in equilibrio, con una sorta di "chi la fa l'aspetti". Patinato come merita d'essere, visti gli interpreti, personaggi alto borghesi, di bell'aspetto ma pronti a scatenarsi senza tanti scrupoli.
Una donna attraente e il suo piano diabolico per incastrare e spennare un ricco e giovane architetto è al centro di questo psico-thriller ben confezionato, non originalissimo ma con un suo appeal. Quello che attira maggiormente è la conformazione del racconto, che innesta sviluppi e colpi di scena al momento giusto. Potabile.
Nicholas Kazan porta un cognome ingombrante, ma anziché seguire le impegnative ombre dell'illustre genitore si ferma al genere delle "attrazioni fatali", che personalizza con inserti onirico-circensi e un personaggio più affine alle avide e raziocinanti dark ladies del noir che alle psicopatiche dei thriller. Mädchen Amick si rivela davvero la scelta ottimale per la parte: una bellezza torbida segnata da una perenne ambiguità che finisce con il riversarsi anche sull'opportunamente confuso James Spader, facendolo vacillare tra innocenza e folle gelosia.
MEMORABILE: Le fredde rivelazioni della Amick a Spader.
Di thriller con moglie/amante che si scopre pian piano essere diversa da come si pensava ce ne sono tanti, eppure questo filmetto si lascia comunque guardare. La sceneggiatura fila via liscia, senza troppe sbavature (giusto i sogni sono da menzionare come corpo troppo estraneo) e la performance dei due protagonisti è buona. In particolare la Amick si dimostra capace di padroneggiare la doppia anima del suo personaggio. Finale convincente.
Gli anni '90 sono stati un decennio ricco di storie come queste, thriller basati sull'attrazione di un uomo per una donna pericolosa. Alcuni sono rimasti memorabili, questo è destinato a finire nel dimenticatoio. Non che sia un brutto film, tutt'altro, ci sono anche dei buoni inserti come quelli onirico-circensi. Ma la storia sa davvero tutta di già visto, non emoziona, non crea tensione, nonostante la bravura della protagonista. Troppi dialoghi inutili, troppe cadute della sceneggiatura, troppe scelte sbrigative. Lo si può anche guardare, ma non se ci si aspetta un grande thriller.
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