Note: Il film aveva originariamente una durata di oltre otto ore. In seguito ai tagli imposti dalla Metro Goldwyn Mayer ne derivarono copie di durata variabile (da quattro e da tre ore) fino ad arrivare all'edizione più nota di 1h40' ca. Attualmente circola una versione restaurata di 3h54' che ricostruisce le parti mancanti con foto e didascalie.
La storia di un matrimonio, nato sotto il segno dell'inganno, segnato in seguito dall'avidità e dalla disperazione. Capolavoro che, pur mutilato, conserva tutta la sua potenza tragica, impressionante per realismo e crudeltà. Indimenticabili le scene in cui la protagonista, frigida, sfoga la sua passione per l'oro e quelle finali, realmente ambientate nella Death Valley, in cui gli attori, per le difficili condizioni di ripresa, non hanno necessità di simulare l'odio e la sofferenza fisica. Erich von Stroheim perfezionista fino all'ossessione.
MEMORABILE: La seduzione nello studio dentistico, Trina che si cosparge il corpo di monete.
Come giudicare una leggenda? "Greed" lo è: un film oceanico, costosissimo, girato in maniera epica, distrutto per 3 quarti dai produttori. Il genio Stroheim racconta, con stile verista e simbolico al tempo stesso, una storia di insinuante avidità per l'oro, con potente tensione etica, eccezionale abilità narrativa e sensibilità visiva di grande acume e rara perfidia (celebre il matrimonio con il funerale sullo sfondo), fino al finale più spietato della storia del cinema. Interessante la versione di 4 ore con le foto ritrovate dei pezzi mancanti.
La forza di questo capolavoro? Riuscire a trasportare la stessa essenza epica e tragica di un grande romanzo naturalista. Laddove molti registi ne avrebbero ricavato dei mattoni indigeribili, Stroheim è invece riuscito nell'impresa di creare un opus magnum che mette alla berlina il sogno americano. Cinismo, ambizione, catarsi: tutto è regolato da un'Ananke fredda e intransigente. La Pitts rimarrà un indimenticabile simbolo dell'avidità. Per apprezzarlo veramente, bisogna trovare la versione non mutilata.
Per mia sfortuna ho visto la versione "evirata" dell'opera che però, nonostante gli innumerevoli tentativi di minarne la potenza evocativa e il messaggio non proprio "corretto" per il periodo, è comprensibile. Hollywood, una parte, qualcuno (Irving Thalberg), ostacolò fino allo sfinimento Stroheim (costringendolo a compromessi), ma il risultato in sostanza non cambiò, dato che il film è un eccezionale scatola di emozioni, di stile, di ambiguità che ne fanno un unicum. Pochi sono i capolavori, Greed è qualcosa in più.
Avendo avuto la possibilità di vedere la versione restaurata (4 ore e 10), posso tranquillamente affermare la validità assoluta di questa pellicola che, grazie all'ossessione maniacale per i dettagli di Stroheim, trasuda atmosfera in ogni singolo fotogramma. L'avarizia di una donna (resa per altro in maniera magistrale dalla Pitts) e di una società raccontata in un film-fiume che lascia più volte il segno, specie nel finale nichilista. Un'opera gigantesca, in tutti i sensi.
MEMORABILE: Le mani orrende e deformi della donna che accarezzano i soldi.
Clamoroso capolavoro del muto, l'epopea della cui lavorazione e post-produzione sono anch'esso puro cinema. Nonostante le note vessazioni censorie, ciò che resta del montato è quasi commovente per capacità inventiva, rigore stilistico, unità d'intenti. Stroheim denuncia con poetica brutalità come tutto ruoti attorno al pernicioso denaro, vera tara dell'anima a confronto con la quale quella genetica di MacTeague sembra un mal veniale. Sentimenti, amicizia, matrimonio, famiglia, rispetto son trattati come idoli fallaci da sacrificareì al luccichio del Soldo.
MEMORABILE: Zasu Pitts e Gibson Gowland grandiosi; Il matrimonio con in profondità di campo il Funerale; Le scene nella Death Valley; Gli uccellini in gabbia.
Opera faraonica di Erich von Stroheim, va vista con un libretto d'accompagnamento utile per spiegare le infinite metafore presenti nel film, sia dal punto di vista puramente visivo che da quello registico con le varie inquadrature, tagli, profondità di campo. Davvero complicato e difficile da seguire, soprattutto nella versione integrale. Personalmente, nell'universo cinematografico del cinema muto preferisco altro, ma è innegabile l'arte profusa in tale lavoro.
Stroheim non lascia sospettare nulla (anche se il titolo del film prospetta un soggetto ben preciso): la prima parte del film mostra dei personaggi che nulla hanno a che vedere con la seconda (dalla vincita della lotteria in poi), pur essendo gli stessi. Sono trasformati, irriconoscibili e tutto in virtù della ricchezza, oltretutto nemmeno usata. Bisogna riconoscere a Stroheim la validità delle sue tecniche e dei suoi simbolismi, a volte innocenti, ma credo che la forza della pellicola debba molto proprio alle peculiarità del silent movie.
Opus magnum di Erich von Stroheim, colpisce - aldilà di una simbolizzazione cromatica che oggi potrà apparire elementare - per il dettagliato, maniacale scavo psicologico che riesce a spettacolarizzare una storia nutrita di greve, squallida quotidianità. Sullo sfondo di uno schema logico che nel soddisfacimento del bisogno vede l'insorgere della dipendenza e quindi dell'abiezione, la struttura a imbuto chiuso diventa un maelstrom narrativo che trascina dalla civiltà urbana ai confini del mondo, dove gli spazi riarsi e desolati si fanno specchio di un'anima desertificata. Apocalittico.
MEMORABILE: L'intervento odontoiatrico dai risvolti fetish e necrofili; Trina che si infila nuda tra le lenzuola cosparse di monete; il finale psichedelico.
Erich von Stroheim HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneDaniela • 7/07/13 11:26 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Belle parole, Pigro: è vero, ne girano tante versioni e. poiché quella integrale non esiste più, ci restano i pezzi di uno specchio, e ciascuno di essi riflette una visione crudele del mondo e delle relazioni umane. Ricordi Trina, distesa sul letto, il corpo esile e fremente cosparso di soldi? Mi è rimasta impressa come la più desolata rappresentazione cinematografica dell'avidità, degna di stare alla pari con papà Grandet di Balzac che, in punto di morte, tende la mano verso il crocifisso del prete che sta accanto al suo capezzale, ma solo perché attratto dal luccichio dell'oro...
I diritti d'autore sono scaduti, il film è disponibile gratuitamente qui:
http://archive.org/details/greed1924 è la versione da 1 ora e 43 minuti, la qualità è purtroppo scarsa, ma non sono riuscita a trovare di meglio
Daniela ebbe a dire: Luogo: Kino-spazio (o Spazio Uno), il cineclub presso il Circolo Enel di via del Sole, a Firenze...
Greed venne trasmesso in quattro parti, ma invertendo l'ordine fra la seconda e la terza, con conseguenze sconcerto fra noi spettatori...
A poca distanza, al cinema all'aperto/casa del popolo tra Firenze e Sesto Fiorentino, ebbi l'onore di vedere Schindler List pure quello con scambio di pizze seconda e terza.
Che si tratti dello stesso proiezionista?
DiscussioneDaniela • 7/07/13 22:56 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Stesso proiezionista? Magari si ;o)
Ah i sedili dei cinemini delle Case del popolo (oddio, per par condicio, anche quelle dei cinemini parrocchiali non scherzavano), tanto duri da lasciare i lividi, e poi le zanzare della programmazione estiva.
Mica zanzare normali, no, erano zanzare cinefile, più il film era interessante più intervenivano numerose.
La vita del collezionista compulsivo come il sottoscritto lè dura...Purtroppo devo accantonare-per il momento e causa budget al limite- Rapacità, per acquistare (al suo posto) altri due Stroheim, e cioè Queen Kelly (dvd D CULT) e Femmine folli della Ermitage.
Con il prezzo di Rapacità (che viaggia quasi sui 18 euro), prendo gli altri due in coppia...
Rimandato a settimana prossima, forse...
DiscussioneDaniela • 8/07/13 08:13 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Queen Kelly... ancora più travagliato di Greed, colpa dell'avvento del sonoro che gettò i produttori nel panico e causò l'interruzione delle riprese.
Sono di questo splendido film incompiuto i frammenti inglobati in Viale del Tramonto.
Dvd della Mosaico Media in edizione limitata 999 copie numerate, disponibile dal 20/09/2013.
Sempre il 20 settembre esce : Amami dolce zia..., I piaceri delle demoni, L'inferno addosso, Perversion, Piacere di donna !
La versione restaurata in circolazione (ma al momento non editata in dvd per l'Italia) dura 3h;54m ca. Le parti mancanti sono state ricostruite inserendo foto, didascalie e musiche. La visione non è proprio scorrevole, ma riesce almeno a dare un'idea della grandezza originaria del film.
Zender nelle note sulla scheda ci sono delle imprecisioni. Propongo questa correzione:
Il film aveva originariamente una durata di oltre otto ore. In seguito ai tagli imposti dalla Metro Goldwyn Mayer ne derivarono copie di durata variabile (da quattro e da tre ore) fino ad arrivare all'edizione più nota di 1h;40m ca. Attualmente circola una versione restaurata di 3h;54m che ricostruisce le parti mancanti con foto e didascalie.
DiscussioneZender • 23/04/16 14:12 Capo scrivano - 47787 interventi
Di questo film esiste un'edizione italiana in DVD, distribuita da DNA Srl: RAPACITA' (1924) + SINFONIA NUZIALE (1926) - (2 Film, entrambi di Erich von Stroheim, su un unico Dvd). I due film sono muti (con accompagnamento musicale stereo) e sottotitoli in italiano (forced) sui cartelli in inglese. Rapporto schermo: 1.33:1 (Riadattato in formato 16/9 Pillarbox) Il dvd contiene non solo la versione cinematografica più corta dell’epoca, ma pure quella da 4 ore restaurata e ricostruita! Il film è stato rieditato con il contributo dello studioso di storia del cinema Riccardo Cusin. Questa versione è disponibile anche in streaming su alcune piattaforme.