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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Padre (Timi) e figlio (Caleca) in una terra abbandonata, un Friuli freddo e inospitale dove il lavoro non c'è; per Rino Zena non è facile continuare a mantenere Cristiano senza poter contare su un impiego fisso ed è quello che gli ripete sempre l'assistente sociale (De Luigi), in apparenza poco comprensivo pure lui. A Rino interessa comunque crescere il figlio insegnandogli innanzitutto a difendersi, convinto che sia il primo requisito da possedere per farsi strada nella vita: il compagno di scuola ti mena? Tu devi saper menare più forte! C'è un rapporto solido tra i due, altalenante e disturbato solo da "Quattro formaggi" (Germano), un ritardato dall'aria allegra che gioca ancora con le macchinine...Leggi tutto e accompagna Rino quando va a cercar lavoro. Le giornate l'uomo le passa insultando idealmente il prossimo in ogni modo, prendendosela col mondo e sfogandosi in un prevedibile odio razziale. Tutto cambia quando una notte Quattro Formaggi insegue in motorino una compagna di scuola (Leo) di Cristiano e dopo averla violentata la uccide. Rino, chiamato lì dall'amico, capisce tutto e fa un colpo, finendo in coma. Cristiano, che invece non ha visto nulla, non ha modo di realizzare cosa sia successo. Un dramma ricavato dal libro omonimo di Niccolò Ammanniti che però appare troppo stilizzato per convincere. Salvatores punta su location e fotografia (azzeccate entrambe) per colpire, ma fatica a coinvolgere con il racconto, lascia salire troppo sopra le righe gli interpreti (persino De Luigi, solitamente più controllato) col risultato di falsarne i comportamenti, distorcendo una realtà che poteva essere durissima come impatto e che invece appare schizofrenica, tra dialoghi provocatori ed esplosioni di violenza. Abuso della "She's The One" di Robbie Williams (si sente almeno quattro volte), poi Elisa e la Bertè dall'autoradio nella notte piovosa trascorsa tra il fango e gli alberi di un bosco dal quale sembra che Salvatores non riesca più ad uscire, confinando una lunga parte del film lì senza aver più aver quasi nulla da dire, con Germano che saltella tra le foglie, l'arrivo del figlio che trova il padre a terra... Da lì, è chiaro, c'è uno stacco, una presa di coscienza importante da parte di Cristiano, qualche timido accenno all'ingiustizia della religione, ma ancora pare che Salvatores sia più interessato alla maniera di raccontare, a tecnicismi fini a se stessi, che non a emozionare davvero. E così restano negli occhi gli insoliti spazi sui cui si aprono i paesaggi, le dighe e le distese di sassi, le case silenti allineate, le ciminiere. Particolarmente insopportabile Germano, corretti Timi e Caleca, un po' fuori luogo De Luigi (ma non si vede granché).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/12/08 DAL BENEMERITO GUGLY POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/04/17
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Ghostship 14/12/08 13:38 - 394 commenti

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Salvatores adatta nuovamente un romanzo di Ammaniti raccontando una storia fatta di pesonaggi difficili sia da interpretare (buone comunque le prove degli attori principali) che da delineare (alcuni personaggi non hanno lo spessore necessario) e di avvenimenti cupi come i toni della fotografia. Ma soprattutto un film sul rapporto (non convenzionale) padre/figlio. Un lavoro diseguale, poco riusciuto in quanto un po' confuso e forse eccessivamente semplificato (per imprescindibile esigenze filmiche) rispetto al romanzo, tanto da risultare freddo

Galbo 15/12/08 06:02 - 12393 commenti

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Frutto come il precedente Io non ho paura della collaborazione tra il regista Salvatores e lo scrittore Ammaniti, Come Dio comanda è un film dalla parte degli ultimi e degli emarginati. Vittime e carnefici sono in questo film degli sconfitti e la cupa ambientazione (sia geografica che metereologica) lo sottolinea continuamente. Il film è molto amaro ma ha nel rapporto di amore estremo tra padre e figlio il suo motivo di fondo portante e potentemente manifestato. Buona la colonna sonora.

Daniel_san 21/12/08 00:19 - 3 commenti

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Film disturbante, per la trama, per i temi trattati e per la caratterizzazione dei personaggi. Le location stesse non sembrano dare scampo a una storia di cui anche la catarsi lascia storditi e arrabbiati. Cime di montagne innevate che sono solo gelidi sfondi di squallidi paesaggi industriali, tra ciminiere fumanti e pietraie desolate e materiali di risulta che possono al più essere riciclati nell'allucinante presepe di Quattro Formaggi o nella sua "macchina di piacere". Solo l'ultima scena lascia qualche (esilissima) speranza...
MEMORABILE: Ogni istante dell'indottrinamento di Cristiano da parte del padre.

Brainiac 23/12/08 08:56 - 1083 commenti

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Impossibile fare peggio. Da un tiepido romanzo di Ammaniti un film decisamente brutto. Battute in centrifuga di luoghi comuni ("Svegliati, è nel sonno che ti fregano!" dice il papà filonazista al figlio Cristiano). Elio Germano, promessa del cinema italiano (che però dovrebbe lavorare sulla voce) incappa nel suo peggior ruolo, scimmiottando espressioni alla Rain Man e mal supportato dallo script finisce per regalare momenti d'alta comicità. Record negativo l'aver messo su tre volte She's the one di Robbie Williams. Feroce critica sociale, ma non nominare il nome di Dio invano, Salvatores!

Deepred89 24/12/08 00:42 - 3706 commenti

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Riuscito film drammatico/noir italiano tratto da un libro di Ammaniti, che prende spunto da varie parti (si va da American history X a Paranoid park). Dopo una prima mezz'ora folgorante il film inizia a perdere colpi, con un soggetto che propone degli sviluppi sempre più scontati. Ottima la regia che regala alcune scene di grande suggestione, troppo scura la fotografia, che nelle scene notturne rende molto difficile la comprensione dei fatti. Ottima l'interpretazione di Filippo Timi. Fuori luogo "She's the one" di Williams in colonna sonora.

Redeyes 27/12/08 14:43 - 2449 commenti

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Film umido e malsano, freddo ma non cattivo. Ho apprezzato, oltre alla ottima regia ed alla bella fotografia, l'introspezione dei personaggi ed il non manicheismo nella caratterizzazione. Interessante il punto di vista degli emarginati autoghettizzati nel loro mondo di sfiducia totale. Certo alcuni momenti cedono al qualunquismo ma nel complesso penso ci si possa ritenere soddisfatti. Germano non gira a pieno, come solitamente fa; nonostante questo non delude affatto. Passabile anche De Luigi, mentre bravi padre e figlio.

Ammiraglio 12/01/09 12:55 - 150 commenti

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Pessimo film. Per tanti, troppi motivi. Primo fra tutti una sceneggiatura a tratti imbarazzante e spesso senza senso. Per arrivare alla recitazione, terribile, da parte di tutti gli attori. In particolare da parte di Elio Germano (acclamato dai più) che decide di interpretare la parte di un ritardato mentale con nessuna differenza da come l'avrebbe interpretata chiunque al mondo: banale, stereotipata e senza emozioni. Insopportabile poi la recitazione di Caleca e di De Luigi (che in 90 minuti dice solo "Cristiano!!!").

Ciccio 14/01/09 13:42 - 9 commenti

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Trasposizione che sconta la necessità di depurare l'originale letterario da un numero di sottotrame eccessivo per il cinema. Ne viene fuori una linea narrativa estremamente semplice nella quale alcuni episodi sembrano inseriti senza un apparente legame col tema centrale. Significativa la location, buona prestazione di Filippo Timi. Deludente Elio Germano nel ruolo di Quattroformaggi, che semplifica in modo macchiettistico un personaggio del romanzo molto più sfaccettato. Degna di nota, per fotografia ed intensità emotiva, la scena del bosco.

Xamini 11/02/09 23:53 - 1252 commenti

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Una sensazione fastidiosa di mancanza di approfondimento. Ammaniti, evidentemente troppo addentro nel suo romanzo, pare aver tralasciato qualcosa; persino il rapporto padre-figlio, tema centrale, appare debole. Riuscito, invece, sia l'uso del pop ("She is the one" su tutti) in un contesto di totale contrasto, che quello del post-rock attorno al quale è stato costruito un montaggio su misura. Il ragazzo ha un volto molto cinematografico; peccato per la voce, difetto condiviso dalla maggioranza del cast. Infine, un Salvatores che cerca lo sperimentale nell'uso della camera a mano, ma non manca di concedersi qualcuna delle sue inquadrature ariose.
MEMORABILE: La follia disperata di Quattroformaggi davanti allo schermo della tv e sopra la scena inanimata della stanza-presepe.

G.Godardi 24/04/09 17:25 - 950 commenti

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Salvatores è uno dei pochi autori italiani, se non l'unico, che dotato di un tratto fortemente distintivo a un certo punto della sua carriera ha optato per strade nuove, ovvero quelle dei generi. Ciò vale anche per questo film, che si rifà un po' al dramma razziale americano (American history X o certe produzioni "minori" di Van Sant) ma anche al nostro neorealismo. Dopo una mezzora molto buona, sia per scrittura registica che per recitazione, il film però si affossa in un pseudo noir irrisolto. Riuscito a metà ma meritevole di visione.

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Pigro 23/11/09 08:15 - 9666 commenti

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Un padre, un figlio succube, un matto che uccide una ragazza: film tesissimo come una corda di violino, che obbliga lo spettatore a un'apnea che non si arresta neanche alla fine. Un universo marginale e slabbrato di monadi incapaci di concepire altri modi di relazione umana al di là dell'istinto, tutto calato in un intimo e sbilanciato rapporto famigliare-animale che si fonda in una assenza di coordinate culturali e si proietta in una (mal)educazione alla vita. Potentissimo e ambiguo, forse un po' troppo carico nella recitazione.

Enricottta 21/01/10 15:32 - 506 commenti

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Riesce difficile innamorarsi di questo film, così scuro, "internamente irrisolto", con interpreti poco "godibili", ai limiti del fastidio. Involuzione per Salvatores, che però ha il merito di non ripetersi facilmente; il suo marchio di fabbrica è non averne affatto, al punto che sembra veramente al servizio della sceneggiatura non coprendone umori e emozioni con la sua forte personalità. Quando il film giunge a compimento viene voglia di chiudere il libro invece di alzarsi dalla poltrona.

Daniela 28/02/10 11:43 - 12662 commenti

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Secondo e meno felice solidalizio Ammaniti-Salvatores: non che manchi la materia dolorosa (il ritratto di un padre disoccupato, alcolizzato, razzista e filonazista, eppure presente, affettuoso e legato visceralmente al figlio adolescente), le locations desolate, l'abilità registica (evidente nella lunghissima sequenza nel bosco sotto la pioggia, quasi monocromatica a parte il rosso vivo del sangue), ma l'effetto complessivo è di opera incompiuta, che non si sa dove vuol andare a parare, con cadute nel banale. Nel cast si salva il solo Timi.

Ilcassiere 13/05/10 13:39 - 284 commenti

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Un figlio senza madre e con un padre disoccupato, alcolista e filo nazista che lo ama a modo suo e che vuole insegnargli a vivere. Un matto (un bravissimo Elio Germano) che fa venire i brividi quando è alle prese con la tv o con il suo delirante presepe. Un temporale così coinvolgente che allo spettatore sembra di avere i vestiti bagnati addosso. Una degradazione sociale all'ennesima potenza. Questo è "Come dio comanda" e Salvatores è bravo a mantenere altissima la tensione dall'inizio alla fine, proprio come nel romanzo di Ammaniti.

Enzus79 22/06/10 16:31 - 2896 commenti

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Mediocre. Non ho letto il libro, perciò non posso dire se il film è meglio o no. La storia, interessante nella sua drammaticità, cade nel patetico nel finale; sembra che voglia dare un'impronta thriller al tutto, ma fallisce. Gabriele Salvatores si conferma sopravvalutato.

Piero68 2/08/10 11:08 - 2957 commenti

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Non amo Ammaniti (a mio avviso un fenomeno dettato dalla moda) né tantomeno l'accoppiata con Salvatores, per cui non mi meraviglia la mediocrità del prodotto. Le atmosfere cupe non restituiscono nulla alla pellicola e alcune iterpretazioni latitano paurosamente (come De Luigi). Alla fine si salverà solo il sonoro. Twin Peaks de "noiantri"

Hackett 17/10/10 17:56 - 1867 commenti

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Noir della disperazione questo film di Salvatores che, accantonato per un po' il pallino della sperimentazione, torna ad ispirarsi agli scritti di Ammaniti. Il grigiore della periferia industriale del nordest riesce bene a rendere le solitudini di una serie di personaggi vessati, che cercano nella violenza una dignità perduta. Ottime le interpretazioni degli attori e grande vena per un regista che sa cogliere nei silenzi i momenti di maggior impatto per le sue storie.

Luchi78 24/03/11 14:00 - 1521 commenti

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Interessante film di Salvatores, che firma un noir drammatico con atmosfere molto cupe. Più interessanti l'inizio e la fine, a scapito della parte centrale per troppo tempo immersa nell'oscurità più totale (dopo un po' si fa fatica a seguire lo svolgersi degli eventi). Germano non eccelle, molto bravi invece i due protagonisti (Rimi e Caleca) che caricano i personaggi del giusto pathos. Da segnalare alcuni fotogrammi meravigliosi grazie alla fotografia di Petriccione, che esalta desolati paesaggi in contrasto con la tiepida luce dell'alba.

Cloack 77 23/08/12 21:22 - 547 commenti

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Il racconto procede senza sussulti, ma con attenzione ai rapporti, la parte recitativa sbanda: sbanda Timi teatrale e incostante, sbanda soprattutto Elio Germano nel tratteggio di un pazzo troppo recitato, costruito e meccanico per essere attinente a quella sezione di mondo in oggetto. Sbanda persino Salvatores, che se da un lato apre uno squarcio di poesia "col furetto", di contro cesella un folle in maniera scolastica e senza controllo sull'attore, perde di vista la visione del tutto diventando a volte banalmente grottesco.

Capannelle 22/01/13 10:13 - 4411 commenti

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E' bravo Salvatores a canalizzare l'essenza del film attraverso la truce faccia di un Timi in gran spolvero senza allargare inutilmente il discorso. Meno bravo nelle fasi del twist drammatico, tirate per le lunghe e indecise, che avrebbero potuto rendere il film ben più interessante. Rimane un'opera discreta con un buon equilibrio tra coinvolgimento e tecnica di ripresa. Germano ok, anche se il meglio lo dà all'inizio, inutile De Luigi, il ragazzino inquieta con lo sguardo ma si ferma lì.
MEMORABILE: Ramona superstar disegnata sullo schermo.

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Nando 28/02/13 16:29 - 3814 commenti

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Ispirandosi al romanzo di Ammaniti, Salvatores si dedica con efficacia al degrado umano evidenziando le differenze e le difficoltà di integrazione. Interessante il clima plumbeo della narrazione che culmina con il lavacro finale. Timi appassiona mentre Germano, personalmente, non convince in una parte priva di mordente.

Zutnas 7/04/14 17:15 - 85 commenti

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Un padre filonazista e alcolizzato, un figlio solitario e un matto tirano a campare finché un fatto non sconvolge le loro vite. Il grigio della periferia e del cielo scuro è il colore dell'anima di chi, emarginato e tradito dalla sua Patria, ha nella rabbia e nella violenza la sua unica via di riscatto. Amaro e a tratti angosciante, sa creare suspense e porre al centro il rapporto di fiducia padre-figlio. Belle le canzoni, incorporate nella sceneggiatura.

Didda23 10/12/14 09:35 - 2426 commenti

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Al limite del non classificabile per colpa di un'orrenda fotografia notturna che rende il film incomprensibile per almeno un terzo della durata. Se aggiungiamo un Germano (altrove molto bravo) trashissimo, incapace di dar vita a un personaggio credibile e un De Luigi completamente fuori parte, capiamo che ci troviamo dinnanzi a un'opera che fa acqua da tutte le parti. Salvatores si conferma regista sopravvalutato che vola bassissimo e con una propensione narrativa mediocre. Un film finto e troppo recitato. Timi è una luce fiochissima, immersa nell'oscurità più totale.
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  • Discussione Gugly • 9/12/08 20:35
    Portaborse - 4710 interventi
    ultima fatica di Salvatores con il sempre sorprendente Filippo Timi (ve lo assicuro) ispirato da un romanzo di Ammanniti come il precedente io non ho paura.
    Sono molto curiosa.
  • Discussione Kaciaro • 21/01/10 00:19
    Galoppino - 506 interventi
    Gugly ebbe a dire:
    ultima fatica di Salvatores con il sempre sorprendente Filippo Timi (ve lo assicuro) ispirato da un romanzo di Ammanniti come il precedente io non ho paura.
    Sono molto curiosa.
    il film non e' tutto ben riuscito secondo me ma timi e' bravissimo
  • Discussione Galbo • 21/01/10 07:13
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Non è un film facile e non è privo di difetti (a me ad esempio non è piaciuta la prova di Germano) ma è interessante e meritevole di visione.
  • Discussione Pigro • 21/01/10 10:24
    Consigliere - 1661 interventi
    A me è piaciuto, invece, per il suo essere estremo nella tensione che non cala mai, che non è una tensione di ritmo ma "di testa". Forse l'unico difetto sta nella recitazione, che è davvero eccessiva da parte di tutti. Insomma, tutti bravi ma tutti "estremi", al di là di ogni naturalismo. Del resto, mi sembra che questo film, pur derivando sempre da un'opera di Ammaniti, sia ben diverso da "Io non ho paura", perché sembra ispirato a un forte simbolismo. E quindi ci sta bene anche la recitazione virtuosistica dei tre protagonisti che, come ho scritto nel mio commento, ti fanno sentire sempre su una tesissima corda di violino pronta a spezzarsi.
  • Discussione Brainiac • 21/01/10 12:21
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Una delle rare volte, insieme a Watchmen, in cui ho sentito il bisogno fisico di scappare dal cinema.
    Davvero un pessimo film, con delle recitazioni (Germano-Rain man e De Luigi) al limite della sopportazione, dialoghi risibili e caratterizzazioni penose.
    Salvo solo l'approccio critico verso la società e la recitazione del ragazzino.
  • Discussione Capannelle • 22/01/13 10:38
    Scrivano - 3514 interventi
    Non lo trovo assolutamente un film per cui scappare dal cinema, anzi.

    Però colgo le critiche di Xamini (e altri) quando dice "Il ragazzo ha un volto molto cinematografico; peccato per la voce, difetto condiviso dalla maggioranza del cast." In effetti sia lui che De Luigi non incidono quando aprono bocca.

    Tralascio l'infelice scelta di de Luigi per questo ruolo e dico che in Italia oltre a un problema di recitazione c'è ne uno di dizione forse peggiore.
    Ottimi i doppiatori ma gli attori? Possibile che quando si deve modulare la voce o alzare i decibel si scoprano magagne non da poco?

    Almeno un grande Timi, meritevole di stare nella top5 degli attori italiani del presente.
    Ultima modifica: 22/01/13 10:39 da Capannelle