Diciamolo subito: il film merita una visione, ma solo per la bulgara Emily Crawford, lap dancer professionista dalle forme scolpite e rilucenti. Il resto è invece un irritante plagio amatoriale di Showgirls: non solo stessa trama, ma addirittura stessi ruoli, stesse situazioni e dialoghi identici, con una maggiore indulgenza al soft-core e un banale risvolto thriller. Tra i comprimari, la rediviva Belfiore e il reality-showman Barret; Ottaviano Dell'Acqua è maestro d'armi.
L'artigiano Mattei questa volta fa cilecca, confezionando un filmetto in digitale che viene spacciato come sexythriller ma che in reltà si rivela una nient'affatto eccitante reiterazione di balletti "al palo" con finale nemesiaco. Le attrici non sanno cosa sia la sensualità, pur mostrandosi quasi sempre senza veli e il fast forward del lettore soccorre a più riprese l'incallito spettatore. Difficilmente digeribile, anche per gli appassionati del bis italico.
Deriva di un film porno, senza l'hard-core, sostituito da penosi balletti al palo (chiamarli lap-dance sarebbe offensivo) e scene di sesso simulato con tanto di effetti flash a segnalare l'incredibile passione... Il plagio di Showgirls è evidente (e pensare che era difficile peggiorarlo)!
Pasticciata, insalvabile versione italiana del film Showgirls. Noi, per mostrare il lato più sordido di queste ragazze nei night club, mettiamo un Hugo Baret che dice volgarità a mezzo film (da non perdere la selezione delle ragazze). In più è stato aggiunto un risvoltino thriller risolto in un finale... piccante?! Tecnicamente è stato usato il digitale, ma i titoli di testa sono sbordati e il primo suicidio non torna proprio come fotografia. Scene di sesso squallide e altamente penalizzate dalla regia. Balletti al palo infiniti.
Corpi femminili carichi di desideri irrefrenabili sessuali, in continuo movimento pelvico... l'occhio attento dello spettatore eterosessuale troverà certamente qualche compiacimento, in questo gran brutto film. Eppure la voluttuosa Emily Crawford ha un totale controllo del suo corpo che quasi quasi fa elevare (di poco) l'intera operazione. Gli uomini non sono meno quanto a movenze sexy, ma è terribile l'intero girato, con dialoghi imbarazzanti e una ost da sale a luci rosse.
Sorta di rivisitazione di Showgirls (plagiato anche in alcuni dialoghi) con un labile subplot thriller/revenge non dissimile da La puritana di Grassia (giusto per restare in tema); la maggior parte del minutaggio è composto dai nudi della Crawford, sia durante i noiosissimi balletti che in vari amplessi softcore, con ampio spazio anche per i ridicoli deliri misogini di Baret e giusto pochi minuti dedicati alla parte noir per giustificare un film altrimenti del tutto velleitario. Confezione da straight-to-video, nonostante il mestiere di Mattei.
I chiaroscuri di chi professa nei night-club; la non sempre felice "vita" professionale delle ragazze che ci ballano. La ridanciana summa del film si condensa in un dialogo tra il padrone del locale e un'aspirante danzatrice di lap-dance, che dopo aver elencato le scuole e i corsi fatti si sente rispondere dall'uomo: "Qui abbiamo bisogno di puttane!". Bruno Mattei invita a nozze (coi fichi secchi, sia chiaro) lo spettatore bramoso di nudità gratuite e di grasse risate trash; inutile cercarvi del buono: non c'è! Solo per completisti.
Un tardo Mattei in linea con la qualità delle produzioni del periodo, uscito direttamente in home-video. La storia è semplice e ripetitiva per trequarti di film, con le vicende di spogliarelliste in uno squallido nightclub (nel film il proprietario si vanta invece dell'elegenza). Poi, nel finale, Mattei opta per un repentino cambio di rotta che sfocia nel thriller (senza grosse soddisfazioni). Poco riuscito nel complesso, salvato quantomeno dal mestiere di Mattei con inquadrature non entusiasmanti ma corrette. Un'opera figlia del proprio tempo.
MEMORABILE: Il suicidio; Le scene erotiche in piscina con assurdo spreco di Champagne; L'infimo stupro.
Plagio di Showgirls, dal quale ruba persino alcune battute. La materia è quella che è, per cui il risultato (e la conseguente valutazione) sono quello che sono. L'artigiano Mattei sa usare la macchina da presa, ma con sceneggiature come questa non si può andare lontano, visto che si punta più che altro sulle volgarità espresse ripetutamente dal protagonista maschile e da scene di nudo che vengono pure a noia.
Terribile versione italica di Showgirl che a tratti sfiora il plagio: certi dialoghi e situazioni sono pesantemente riciclati. C'è anche una parte thriller relegata agli ultimi cinque minuti (dico: ultimi cinque minuti!). Gli spettatori più avveduti non ci metteranno molto a capire chi sia il personaggio principale e quali siano le sue motivazioni. Per il resto il film non è altro che una serie di spogliarelli stantii e squallide scene di sesso che, come da prammatica, non possiedono la minima componente erotica.
Triste sottoprodotto girato da Mattei per il mercato home video: la trama è di fatto un mero pretesto per mostrare spogliarelli e scene di sesso girate in maniera piatta e anonima intervallati da dialoghi di rara volgarità messi in bocca a personaggi che hanno comportamenti senza senso; risibile l'appendice gialla/noir finale (con movente ampiamente prevedibile). Peccato perché le facce e i corpi ci sarebbero anche stati, ma il risultato è ben lontano anche dai ben più decorosi film di Mattei degli anni Ottanta.
MEMORABILE: Il racconto di Ely in flashback; Bruno che fa la selezione per le ballerine del locale; Il suicidio.
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