Con Arnold l'azione non manca mai. Tutto sommato si tratta di una pellicola abbastanza divertente, che si perde un po' nella parte finale, in cui Francesca Neri perde di credibilità. Peccato che John Leguizamo si veda poco: meritava più risalto, il suo personaggio. Piacevole.
Tolto l'attentato a inizio film nel quale perdono la vita moglie e figlio di Schwarzenegger e qualche inquadratura della Neri non c'e molto. La sceneggiatura vorrebbe stupire e per farlo nel finale ci riserva un disonestissimo colpo di scena, mentre la trama è banalotta. Poteva essere fatto molto meglio.
Tra gli ultimi film girati da Arnold Schwarzenegger prima del suo trionfale ingresso in politica non è di certo uno dei più memorabili. Si tratta dell'ennesima storia di vendetta privata collocata in un contesto centro-americano (siamo in Colombia) con il nostro eroe in lotta contro i terroristi autori di un attentato che gli ha ucciso moglie e figlio. Storia alquanto inverosimile come sviluppo narrativo realizzata piuttosto frettolosamente con il solo scopo di sfruttare commercialmente la star di turno e priva di elementi personali.
La partenza è da latte alle ginocchia: Schwarzy è spento, piagnucolone e irriconoscibile. Con l'arrivo in Colombia inizia il vero film, dove il nostro, seppur disarmato e spaesato, inizia a mostrare i muscoli. Tra buchi di sceneggiatura e inverosimiglianze varie tutti i nodi arrivano lo stesso al pettine. I rivoluzionari ci propinano un terzomondismo d'accatto per niente potabile (aridatece il western politico!), Francesca Neri fa la bella statuina ma con sorpresa finale. Rapide marchette per Turturro e Leguizamo, comunque sempre bravi e simpatici.
MEMORABILE: Il malcapitato ucciso da un serpente, infilatogli giù per la gola dai suoi torturatori!
Propaganda di stato all'ennesima potenza, con uno stanco Schwarzenegger-macchietta e il solito supercattivo che fa saltare bombe negli Usa e minaccia i loro interessi (traffico di droga) in America latina; questo genere di film andava bene 20 anni fa, ma Schwarzy inizia a sentire il peso degli anni. Azione inesistente, ma visto il contenuto ideologico l'USIA ringrazia.
Schwarzenegger legge Bronson. La vendetta personale si ibrida così con una storia di terrorismo colombiano, facendo leva sul sentimento di paura post 11 settembre in modo confusionario e (sospetto) poco onesto. Le questioni politiche sono trattate con l'accetta, ça va sans dire, e tutto si risolve in un collage di inseguimenti, esplosioni e scazzottate, che sa di raffazzonato. Turturro, la Neri e Leguizamo conferiscono un minimo d'interesse alla pellicola.
Gradevole action con Schwarzy impegnato a vendicare la morte accidentale della moglie e della figlia in un attentato. La parte in Colombia è la migliore, con bei personaggi secondari come Turturro e Leguizamo; il finale si perde un poco ma le scene d'azione riempiono i vuoti. In fin dei conti buono, dal ritmo veloce e dalla storia avvincente quanto serve.
Schwarzy, qui al suo crepuscolo cinematografico, si ricicla stancamente nell'ennesima figura traumatizzata in cerca di vendetta, non proprio originale. Colpi di scena telefonati alla grande, poche scene d'azione, Leguizamo ormai parodia di se stesso, Francesca Neri mono-espressiva e poco altro in una pellicola del veterano Davis. Molta noia, emozioni made in Usa e un po' di location qua e là per confondere gli assonnati spettatori. Flop meritato.
Action convenzionale e abbastanza inverosimile che vede la vendetta di un pompiere americano. Schwarzy è mono espressivo e rispetto ad altre pellicole ha anche perduto quell'ironia che lo contraddistingueva. Scene d'azione nella lussureggiante Colombia e nulla più. La Neri impalpabile e tutto l'apparato spionistico americano molto puerile.
Che brutto film! Detto questo potrei sintetizzare che Schwarzy appariva più credibile nelle vesti di maestro elementare che di appesantito pompiere salva-patria. Girato superficialmente con una leggera sciatteria di fondo (la scena del fuoco finale e la motocicletta è imbarazzante). Schwarzenegger in questo film potrebbe sembrare un John McClane avvelenato per la morte dei suoi cari, ma gli manca l'ironia del già citato personaggio e pure quella di qualsiasi altro degli action.
Undo degli ultimi lavori di Arnold prima di diventare governatore della California e si vede, in quanto probabilmente aveva la testa altrove. Il tipico film in cui l'eroe stermina da solo un esercito intero senza farsi mai un graffio; ma nonostante uccisioni ed esplosioni il film non è divertente quanto poteva esserlo un Commando.
Il classico action dove Schwarzenegger fa e disfa a suo piacimento, qui mosso dal furore della vendetta. La dilagante paura dei terroristi e degli attentati è terreno fertile per proporre pellicole di questo genere che esaltano gli eroi destinati a contrastarla. Rispetto al solito abbiamo un numero ancora maggiore di evidenti incongruenze narrative che sono francamente inaccettabili. La Neri è bellissima ma c'entra veramente poco o nulla con il resto del cast. Lo consiglio solo ai veri aficionados del genere.
Ultimo film di Schwarzy prima del periodo da "Governator" della California, rimane uno dei suoi peggiori in assoluto. Il Nostro, appesantito e annoiato, si aggira per il film negli incredibili panni di un pompiere vendicatore cui hanno sterminato la famiglia, ma scordatevi Commando perché qui le situazioni sono trite e ritrite, l'action è poco e malfatto e su tutto regnano sciatteria e svogliatezza. La presenza della Neri lascia basiti: non si capisce cosa ci faccia lì. Forse Schwarzy doveva raccogliere fondi per la campagna elettorale...
Non certo uno dei migliori film né di Schwarzenegger né del regista Davis, però in fondo non così indegno come molti ritengono. Certo, è inverosimile che un pompiere possa compiere un'impresa del genere, e la Neri è tanto bella quanto fuori posto, però la trama (la solita vendetta di chi è stato colpito negli affetti più cari) si lascia comunque seguire e la sceneggiatura riserva anche un discreto colpo di scena. Volendo si può leggere una velata critica alle politiche Usa in America Latina, ma poi prevale la componente patriottica, come dimostra la raffigurazione dei terroristi.
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Scusami Cangaceiro, ma, ad essere pignoli, anche se molti dicono che il termine "cobra" possa essere usato (sic!) anche per il corallo, tanto per essere precisi, il serpente in oggetto non è un cobra, ma un serpente corallo (micrurus fulvius o simile). Fidati, i serpenti li conosco piuttosto bene, sono una mia vecchia passione...
Io invece non mi intendo di serpenti, anzi a dirla tutta se me ne trovassi uno davanti morirei di paura, quindi ho buttato là un "cobra" un pò a casaccio. Apparte questo confermo che la scena da me citata è bella tosta.
DiscussioneZender • 5/10/10 11:03 Capo scrivano - 4 interventi