Terzo film della coppia Nino D'Angelo/Ninì Grassia, ispirato all'omonima canzone del cantautore napoletano. Forse il migliore della coppia ma resta ugualmente un film talmente noioso da non meritare più di una visione per intero. Una trama banale e una sceneggiatura praticamente inesistente. Quella che si da molto da fare è la compianta Jenny Tamburi. Per fortuna Nino D'Angelo, dopo questo terzo film con Ninì Grassia, realizzò prodotti più dignitosi con Mariano Laurenti. Solo per i fan di Nino D'Angelo.
Non bruttissimo. Nino D'Angelo questa volta è alle prese, oltre che con la povertà, con un camorrista (il mitico Vincenzo Falanga) e con un inaspettata vicenda familiare. Come prodotto è ovviamente povero e non ci si deve aspettare chissà cosa, ma l'interpretazione del cast è più che onesta e il film non annoia.
Dopo il delirio di Celebrità e l'appena sufficiente L'Ave Maria, Lo Studente ci presenta un D'Angelo più in parte che riesce a gestirsi bene in una situazione che si distacca leggermente dalla sceneggiata per accostarsi a un classico genere sentimentale. Addirittura ripescata Maria Fiore, stella del cinema italiano anni '50-'60.
Sceneggiata napoletana in veste feuilleton con un Nino D'Angelo insolitamente doppiogiochista e pure un po' bastardo prima di tornare sulla retta via. Ampio spazio alla comicità, per la quale vengono scritturati due coppie ad hoc (I Fatebenefratelli e I Serpenti a Sonagli) e inserite accelerazioni alla Ridolini, e intense figure di animi nobili (i distinti Avram e la Fiore) ad esprimere la forza dei sentimenti più puri. Blanda la femme fatale di un'appesantita Tamburi, che si eclissa al cospetto dell'archetipica bellezza limpida e solare della splendida Tari.
MEMORABILE: Il prof. Brandelli alla classe: «Silenzio, vi faccio a brandelli... Parola di Brandelli!»; i folli calcoli matematici del bidello.
Sceneggiata napoletana con una storia banalotta e piagnucolosa imperniata sulla solita dicotomia tra ricchi e poveri e l'ennesima agnizione. Le figure femminili, tranne la madre di Nino, sono decisamente irritanti e anche i siparietti comici fanno scendere tutto nello scadente. Nino D'Angelo canta in diverse occasioni, ma a rimanere in testa è il brano dei titoli di testa. Ambientazioni oltremodo squallide con mobilia illegale e tappezzerie da codice penale. Finale epico, che nemmeno Il venditore di palloncini avrebbe osato.
Decisamente scadente a livello tecnico (pessimi regia e montaggio), il film paga il fatto che Nino D'Angelo evidenziasse ancora una recitazione amatoriale e meccanica (imparerà a breve a renderla personale) e il fatto che a provare a vivacizzare la vicenda con gli intermezzi comici siano stati chiamati personaggi di spessore nullo che portano solo a gag capaci di far cadere le braccia. Oltretutto anche musicalmente c'è tutto meno che il meglio del cantante napoletano e così il film scorre via ingenuo, fino a un finale iper-melodrammatico tipico da sceneggiata.
MEMORABILE: "Vi faccio a brandelli, parola di Brandelli"; Il bidello che dimostra al prof di matematica che 24 diviso 3 fa 17.
Il film di Ninì Grassia a suo modo è perfetto: c'è la benevolenza di Nino D'Angelo, un madre sofferente (l'ottima Maria Fiore) e un presunto padre ricchissimo (è un barone!). In più la fidanzata carina e quella ricca... che vorrebbe gettarsi tra le ossute braccia del cantante partenopeo (il quale coglie l'occasione per sciorinare una manciata di sue melodie). Ci sono il dramma, la facile lacrima, l'amore sincero per la vita e una strizzata d'occhio al crimine. Un trash a suo modo assoluto.
MEMORABILE: Confondere per via d'un equivoco un quadro di Caravaggio per uno scarafaggio da uccidere.
Un ragazzo che deve ancora diplomarsi trova lavoro presso un ricco barone napoletano. L'amore per una ragazza benestante e le cattive amicizie finiranno per metterlo nei guai. Qui abbiamo il mix perfetto di situazioni che hanno permesso a Nino D'Angelo di essere, insieme a Mario Merola, il re incontrastato della sceneggiata napoletana. Le canzoni come al solito scandiscono i momenti drammatici della pellicola, che funzionano molto meglio di quelli comici. Bravissima Maria Fiore nel ruolo della domestica e indimenticabile il finale in discoteca.
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HomevideoGeppo • 30/03/13 16:23 Call center Davinotti - 4285 interventi
Ecco a voi la rara fascetta VHS del film "Lo studente" direttamente dalla Geppo Collection. Etichetta: CVR.
HomevideoZender • 30/03/13 18:06 Capo scrivano - 47782 interventi
Ok, Geppo, devo chiederti di fermare fino a martedì gli inserimenti, perché da qui non riescio a sistemarli e trasferirli. Spero di ricordarmene martedì...