L'uomo di Londra - Film (2007)

L'uomo di Londra
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Titolo originale: A Londoni férfi
Anno: 2007
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Aka "The man from London". Presentato al Festival di Cannes 2007.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/10/08 DAL BENEMERITO AMMIRAGLIO
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Ammiraglio 27/10/08 10:01 - 150 commenti

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Dopo molti anni dalla sua ultima opera, Béla Tarr torna sul grande schermo con un film in cui perfeziona ulteriormente la sua tecnica di ripresa ma che nel complesso, purtroppo, non regge assolutamente il confronto con i suoi precedenti capolavori (in particolare Satantango). Certo è che visivamente il film esprime una bellezza ineguagliabile. È lento certo, forse anche più di Satantango, ma la maestria di alcuni piani ripresa fa davvero impressione. Peccato che davvero gli manchi qualcosa per renderlo un film grandioso.

Saintgifts 13/11/09 00:35 - 4098 commenti

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Tratto da una novella di Georges Simenon. Un film di oltre due ore fatto di lunghissimi piani sequenza (quasi una trentina) in un bianco nero dove luci accecanti si alternano a zone d'ombra molto suggestive. La fotografia si sofferma su particolari e a lungo su belle composizioni. La lentezza dei movimenti della MDP mette a dura prova lo spettatore che rischia di perdere il senso della storia distraendosi su riflessioni che la lentezza del film induce a fare. i suoni e la musica aiutano la profondità di tutto il lavoro. Sottotitoli in inglese.
MEMORABILE: Il lungo piano sequenza iniziale, quasi un'astrazione, fa capire il carattere di tutto il film.

Belfagor 5/02/12 00:18 - 2690 commenti

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Da una novella di Simenon, Tarr realizza un film composto da lunghi e suggestivi piani sequenza, secondo uno stile già utilizzato e perfezionato nelle sue opere più celebri. Il lavoro non è certo privo di tensione o di introspezione (merito anche delle interpretazioni misurate del cast, che include una sempre ottima Tilda Swinton), ma si ha l'impressione dell'esercizio di stile, dell'opera fine a sé stessa che aggiunge poco alla cifra stilistica del regista. Questa stagnazione pare riflettersi nell'atmosfera di sconfitta che aleggia nel film.

Rebis 10/04/12 17:12 - 2337 commenti

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Da George Simenon, un apologo morale sul destino e la corruzione cui induce il possesso di denaro illecito. Storia più articolata - ma non per questo più interessante - per le forme fagocitanti e ipnotiche del maestro ungherese e del fido Ágnes Hranitzky: la stilizzazione spudorata - qui in sospetto di manierismo - sembra affaticare l'evolversi del racconto anziché amplificarne l'atmosfera fatale. Rimane, ad ogni buon conto, un noir d'autore atipico e maestoso, che esplora gli anfratti più metafisici del racconto attraverso una simbolizzazione dilagante di luci e suono.

Enzus79 13/04/12 21:50 - 2896 commenti

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Bela Tarr si ispira a George Simenon e ci dimostra come si fa cinema. I lunghi piani sequenza sono a dir poco perfetti. Seppur il film non regga il confronto col nominato Satantango, attrae per la sua originalità e per la presenza della bravissima Tilda Swinton.

Pigro 1/11/12 09:24 - 9666 commenti

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Lo scambista assiste a un omicidio ed entra in possesso del denaro frutto di un furto. Lo stile lentissimo e minuzioso di Tarr, caratterizzato da infiniti piani sequenza e da una stupefacente fotografia in b/n (qui sospesa tra nebbie e notti che offuscano la visione) destruttura il giallo originario di Simenon, raccontando il senso di un’attesa cosmica ed esistenziale, il vuoto della vita su cui aleggia un destino arcano. Stupendo il porto (la location corsa di Bastia), soglia immutabile sospesa tra azione e contemplazione. Affascinante.

Mickes2 3/01/13 16:38 - 1670 commenti

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Simenon pone le basi del racconto e lo stile lavico e pachidermico dell’ungherese gli si incolla sopra come una piovra. L’avidità e la corruzione come contemplativo percorso morale, la vita che scorre nelle notti pacifiche e desolate e i giorni combattuti e verbosi. Astratto, virtuosistico (solito) imponente saggio di tecnica: il penultimo film di Bela Tarr non ha nulla che non si sia già visto nelle pellicole precedenti; ma si rimane lì, affascinati, ipnotizzati, dai pedinamenti millimetrici e dal silenzioso dipinto della notte e del rimorso.

Lythops 28/01/16 16:20 - 1019 commenti

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Maloin, deviatore in un piccolo porto addetto al comando di pochi scambi, assiste dalla sua torre a un omicidio e s'impossessa di una valigetta piena di denaro appartenuta alla vittima scnosciuta. Il romanzo di Simenon è il punto di partenza per un grande esercizio di stile, una lezione di regia dell'intimo che scandaglia la vita che scorre vista dai protagonisti e soprattutto gli ambienti, analizzati con movimenti di macchina lenti, che stridono con un'azione che ci si aspetterebbe e non arriva mai. Musiche spesso mal digeribili.
MEMORABILE: Il parlare deu sarti; I piani sequenza iniziali; Henriette che pulisce il pavimento inquadrata da dietro.

Cotola 21/07/16 14:08 - 9043 commenti

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Thriller-noir (tratto da Simenon) alla maniera di Bela Tarr. Lunghi silenzi, ritmi dilatati, numerosi piani di sequenza, storia ridotta all'osso ed una confezione ragguardevole incorniciata dalla solita fotografia straordinaria. Nonostante i primi due elementi, la tensione narrativa non solo non manca ma presenta anche un discreto crescendo. Contenuti e considerazioni morali ed etiche sono, more solito nel cinema dell'ungherese, pessimisti e senza consolazioni. Il campionario umano descritto dal cineasta è abbastanza omogeneo nella sua spregevolezza. Ideale per avvicinarsi a questo regista.

Paulaster 5/04/19 10:18 - 4419 commenti

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Scambista portuale assiste a un omicidio. Noir anomalo privo di tensione emotiva che si concentra sulle figure singole. Lo stile è quello tipico del regista che stavolta non può sfruttare il degrado polveroso della campagna e deve accontentarsi di cupe banchine. La fotografia è all’altezza come pure la costruzione dei tempi criminosi: il compassato commissario diviene il perno carismatico e chiude il caso con placida calma.
MEMORABILE: L’uomo sotto il lampione; Il ballo intorno al biliardo; I sarti; La Swinton arrabbiata per la pelliccia della figlia.

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