Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Stubby 22/03/07 23:43 - 1147 commenti

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Un film crudo, violento e a tratti anche inguardabile per gli argomenti trattati e soprattutto per come vengono rappresentati(coprofagia, omosessualità, sevizie). Il talento visionario e malato di Pasolini si spinge qui fino all'estremo. Un gruppo di giovani uomini e donne viene deportato in una villa lager dove saranno sottomessi ai voleri di quattro aguzzini. Personalmente non lo considero una delle opere migliori del regista, però ammetto che la pellicola ha certamente un suo fascino.

Deepred89 6/06/07 15:18 - 3704 commenti

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Un film freddo, cinico e nauseabondo. La storia, organizzata in 3 gironi (delle manie, della merda e del sangue) a tratti gira un po' a vuoto e tra le varie perversioni mostrate si rischia di annoiarsi, ma non mancano alcune metafore interessanti. Azzeccati gli attori e buona la colonna sonora. Peccato solo per la totale (almeno per il momento) irreperibilità della versione integrale, con venti minuti in più rispetto alla versione circolante.

Lele Emo 14/06/07 09:01 - 184 commenti

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Orrendo, grottesco, sudicio, rivoltante. Pasolini regista rischia di essere scambiato per un pervertito malato, più che un grande artista: il film non ha concetto storico, né tantomeno morale; è soltanto proteso ad arrivare in fretta e furia a mostrare le nefandezze per cui è per certi versi divenuto famoso. Niente da dire sul Pasolini poeta, molto sul Pasolini regista.

Il Gobbo 21/07/07 11:59 - 3015 commenti

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Palloso come le opere del Divin Marchese (ma senza il ghigno beffardo e - involontariamente? - comico di queste ultime); schematico, anzi manicheo come la analisi ultime della fase che Nicola Chiaromonte definì "da pedagogo petulante ed equivoco"; macabramente profetico ma a rovescio. Alla fine, tolta la fascinazione exploitation delle scene di tortura (grazie alle quali, come avvenne col Decameron , scaturì un sotto-filone trash), resta solo un senso di squallore.

Undying 30/11/07 01:43 - 3807 commenti

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Se può rendere l'idea di quello che aspetta (previa ingenua curiosità) lo spettatore che si pone di fronte al film per la prima volta, si può solo dire che i figli "illegittimi", coniati dal sotto (sotto) filone degli Eros-Svastika appaiono al confronto di questo gelidissimo (con taglio stilistico ferale e cinico) Salò come pellicole all'acqua di rose. La crudeltà, analizzata in una spazio-tempo che rimanda al percorso -letterale- "dantesco" nei gironi dell'Inferno, non conosce soluzione di continuità e si sviluppa in direzione di un finale agghiacciante.

Buiomega71 2/01/11 19:35 - 2901 commenti

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Forse arrivo tardi per commentare questo assoluto capolavoro. Ormai sono stati versati fiumi di inchiostro a riguardo. Ma per me non rappresenta un semplice film: è qualcosa che va oltre, anche dopo 20 visioni, sapendo a memoria ogni movimento di macchina o dialogo. Unico, irripetibile, assoluto e devastante. Ogni volta che lo rivedo è una pugnalata allo stomaco e non solo per la merda e per le torture. Nessuno mai riuscirà ad eguagliare questa summa infernale pasoliniana, quando il cinema va oltre e marchia a fuoco la tua anima. Assoluto.
MEMORABILE: Praticamente tutto il film, ma una frase mi rimbomba nel cervello: "Tutto l'è bello quando l'è eccessivo".

Cotola 29/12/07 19:35 - 9009 commenti

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Ispirandosi, seppure solo parzialmente, all’opera del marchese De Sade, Pasolini compie un viaggio estremo all’interno della parte più buia dell’animo umano, dando così vita ad un film difficile, disturbante e a tratti arduo da sostenere ma, tuttavia, valido sotto ogni punto di vista. Non per tutti i gusti. Le anime sensibili si astengano.

Redeyes 15/01/08 10:40 - 2443 commenti

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Difficile commentare un film come questo che da una parte, per l'opera in sè, è pressochè improponibile per la sua pochezza, dall'altro lato, tuttavia, incarna l'assurdità dell'opera Sadiana, ben più insostenibile alla resa dei conti. Gli attori interpretano in modo eccelso i personaggi del libro pur non trasmettendo, sempre, appieno il marciume e la totale assenza di intelletto e valori, per strano che possa apparire. Estremo. Per veri stomaci forti. 1 pallino per la storia, 5 per la fedeltà al pensiero ergo...

Pigro 27/06/08 09:53 - 9635 commenti

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Tragico affresco allegorico dell’Italia di oggi e delle abiezioni del nuovo fascismo (rievocato dal vecchio fascismo e dalle “120 giornate di Sodoma” di Sade) che impone l’omologazione e annienta chi si oppone o chi è diverso. Immagini crude e violente per una sorta di sacra rappresentazione a rovescio che compone quel rebus che è il testamento di Pasolini.

Matalo! 14/07/08 11:58 - 1378 commenti

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La differenza tra Pasolini e Sade è che Pasolini fa un'opera morale e Sade no. Ed è una differenza enorme e quindi l'opera del Marchese è solo un pretesto per descrivere con puntualità morbosa e un'indignazione non priva di connivenza il ribaltamento della logica dell'amore da parte di quattro fetidi potentati. Salò è anche la summa di tanto cinema delle crudeltà degli anni settanta che sicuramente il regista conosceva. Un film indimenticabile sebbene non sempre ben fatto e davvero spaventoso. Il finale, che nel testo non c'è, apre alla speranza.
MEMORABILE: Il banchetto di feci.

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Maineng 31/07/08 18:17 - 100 commenti

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Ad essere onesti é un film che non mi é piaciuto tanto. Il linguaggio, spesso ermetico, del regista, in questo caso diventa estremo nei contenuti profondi e, in maniera molto gratuita, spesso nelle scene. Certo Pasolini voleva dare un messaggio chiaro e forte seguendo il suo stile cinematografico e questo merita l'elogio anche se una certa violenza psicologica rende il film, a volte, irritante. Elsa De Giorgi, attrice con esperienze drammatiche durante il Ventennio, è in splendida forma in questo film! L'aspetto da libertini azzeccatissimo per i protagonisti.
MEMORABILE: Le mutilazioni procurate dagli inservienti dei libertini ai fanciulli... scena di forte impatto!

Herrkinski 6/08/08 18:28 - 8072 commenti

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Assolutamnte rivoltante e di una violenza psicologica e visiva totale, l'ultima opera pasoliniana è un film che ancora oggi riesce a suscitare emozioni forti e un senso di disagio assoluto nello spettatore. Spaventoso più di qualunque film horror, "Salò" offre una neanche tanto sottile critica politica ma soprattutto una truce riproposizione dell'immaginario "sadico", tanto da risultare (specialmente nel finale) quasi uno pseudo-snuff. Qualunque cosa è spiacevole in questo film e mostrata senza veli. Un pugno nello stomaco di rara violenza.
MEMORABILE: "Non riesco a mangiare il riso"; "E allora mangia la merda!".

Renato 21/09/08 17:45 - 1648 commenti

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Difficile persino da commentare. Un film che mostra una rappresentazione della violenza e delle umiliazioni inferte alle vittime quasi insostenibile, soprattutto in certe sequenze presenti già nei primissimi minuti. Pasolini forse ha tradito lo spirito Sadiano come hanno scritto in moltissimi (non avendo mai letto de Sade non lo metto in dubbio), certo è che - filosofia e politica a parte - ha filmato uno dei limiti estremi del rappresentabile su grande schermo. Non per tutti, comunque.

Piffetti74 20/10/08 23:14 - 8 commenti

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Un documento straordinario e coraggioso; di grande impatto ha il pregio (e inevitabilmente per i più il difetto) di non offrire punti di sfogo alle sequenze isesauribili di violenza fisica e psicologica. Realizzata, per quanto sia possibile, con grande lucidità e diretta in modo ineccepibile, ho sempre apprezzato questa pellicola alla stregua di un grande capolavoro, giudicandola liberamente sgombra da pregiudizi o inutili affettazioni intellettualistiche.

Lovejoy 22/10/08 16:39 - 1823 commenti

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Rivoltante come pochi altri; una pellicola che lascia più sconcertati che ammirati. La storia non è altro che un bieco pretesto per infilare una dietro l'altra allucinanti sequenze di morte e quant'altro. Pasolini in passato ha fatto di gran lunga meglio. Qui, al suo ultimo film, ha preso una strada decisamente sconveniente. No comment sul cast, che si è prestato ad una cosa simile.

Straffuori 19/02/09 14:01 - 338 commenti

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Film eccessivo, questo di PPP, con una colonna sonora che rimane in mente e una serie di attori assolutamente perfetti nella parte: su tutti i 4 "carnefici" tra i quali, oltre a un giovane Bonacelli, ad Uberto P. Quintavalle e Giorgio Cataldi, svetta un agghiacciante dall'inizio alla fine Aldo Valletti, capace di sguardi ed espressioni malate e disturbanti come non mai. Malati sono anche gli sguardi dei protagonisti. Efferatezze e violenze gratuite. Disturbanti le scene del "Girone della Merda".

Barbapapà 18/05/09 17:47 - 33 commenti

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Discusso, travagliato, censurato parto finale del regista di Accattone; è evidente la metafora disperata che usa come alibi il testo di Sade per sottolineare gli orrori di qualunque dittatura. Ciò che suscita interesse è l'attenzione verso il corpo e come esso venga calpestato, pervertito, cosificato. Ma tutto ciò è servito con una rozzezza registica che ricorda certi esiti deleteri di cinema violento dell'epoca. Non credo di dire bestialità pensando che Pasolini guardasse dentro se stesso riguardo la perversità.

Harrys 8/07/09 14:38 - 687 commenti

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Gran bel film, che tocca non di rado vette nauseanti (la merda e le continue imposizioni: devastanti psicologicamente); girata divinamente tutta la parte finale, con la mdp posizionata dietro le grate e in generale, tutte le sequenze in "aula magna". Sceneggiatura splendida, anche se potevano essere evitati taluni sottotesti politici eccesivamente espliciti (la cameriera...). Ottima la colonna sonora. Avrei voluto che continuasse ancora per molto, per vedere fino a che punto si sarebbero spinte le perversioni... ****1/2

Saintgifts 4/08/09 22:12 - 4098 commenti

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Lascio da parte le tendenze sessuali del regista, lascio da parte i riferimenti e i momenti politici dell'ambientazione e voglio giudicare il film solo per quello che è come opera. Il film è brutto, ma non perché tratta cose brutte e perversioni purtroppo umane e simili a tutte, o quasi, le latitudini e sotto tutti i poteri, ma perché non offre niente che possa essere preso come insegnamento, divertimento o riflessione, ma solo la volontà di mostrare estreme depravazioni. Solo per criminologi.

Enricottta 22/08/09 14:05 - 506 commenti

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Il carattere di Pasolini era conosciuto, le inclinazioni dei suoi detrattori un po' meno. Se Pasolini si esponeva gli "altri" non facevano altro che aspettare, (il prossimo errore, la prossima caduta di stile). Il film fa schifo, ma per ragioni completamente differenti dal pensar comune. Il film è un intreccio di idee che non vengono mai districate, inquadrature sbagliate; forse la censura ha tagliato troppo e si è perso un filo logico che già latitava. il j'accuse era nell'aria e Pasolini è caduto nel tranello di un film eccessivo.

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Pinhead80 21/09/09 19:25 - 4719 commenti

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Questo film di Pier Paolo Pasolini rimarrà bene impresso a tutti coloro che lo guarderanno. Dei giovani vengono rapiti da alcune persone (uomini e donne) e da lì in avanti, per loro, sarà un calvario dopo l'altro fatto di umiliazione e degrado. I vari "gironi" spoglieranno i ragazzi di ogni dignità. Eppure nel film è presente anche la speranza. Non uno dei migliori film di Pasolini, ma sicuramente il più crudo e violento.

Franz 30/05/10 16:58 - 110 commenti

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Abbastanza deludente, per me. Non conosco a fondo il cinema pasoliniano, ma mi aspettavo un tocco registico particolare, uno stile, una potenza nel racconto. Certo, la violenza e l'abiezione messe in scena sono aspre, disturbanti, ma la freddezza della mdp è cercata (come a voler costruire una gelida registrazione della perversione del potere) o piuttosto è scarsezza di inventiva? Propenderei per la seconda ipotesi. Attori (anche protagonisti), poi, doppiati male. Quante facce prese dalla strada? Troppe, immagino. Non cinematografico, insomma.
MEMORABILE: L'unica soluzione registica che davvero mi sia piaciuta, è aver messo i 4 "signori" a vedere attraverso un binocolo le violenze finali.

Funesto 19/10/09 01:23 - 525 commenti

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"Nichilismo puro" sarebbe la categoria corretta. Non esiste Dio, non esiste giustizia, non esiste salvezza. Tutto è così malato, pervaso solo da una vena cinica buona solo a giustificare le lucide efferatezze che si colgono negli occhi di uno sadico Aldo Valletti. Claustrofobico e misogino fino al midollo, è stato un gran pugno allo stomaco anche per me, quattordicenne già fattosi le ossa (!?) con August Underground's Mordum, Scrapbook, Faces of Death e tanto altro. Sconcertante, insostenibile, inqualificabile. Buona la musica di Morricone.
MEMORABILE: La scena di coprofagia e l'orgia finale.

Trivex 12/12/09 14:31 - 1740 commenti

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Siamo di fronte ad una pellicola estrema, senza nessuna maschera pseudoculturale che possa approcciare ad un giustificativo autoriale. Anche in questo caso, chissà, mi sfuggono taluni contenuti profondi, ma forse il regista ha soltanto uno spessore culturale inferiore alle valutazioni ufficiali. La visione sconcerta oltremisura, perché non è solo la violenza ad essere rappresentata, bensì essa è propedeutica alla dimensione ulteriore che porta lo spettatore ad essere disturbato. Ma le immagini, per quanto d'impressione, a volte portano solo tanta nausea.

Greymouser 5/05/10 18:31 - 1458 commenti

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Ho grande rispetto per l'impegno civile e l'anticonformismo che Pasolini ha portato avanti nella sua vita; anche per le sue prove letterarie. Ma il Pasolini regista non mi entusiasma. Nel suo film più "maledetto" egli replica la puerilità e la noia che connaturano le opere di De Sade, scrittore mediocre e monotono esaltato molto oltre i suoi meriti solo per essere un perseguitato dal potere. I bambini, per sentirsi "grandi" e ribelli, dicono le parolacce: a volte i registi, per sentirsi "tosti", girano film su gente che mangia escrementi.

Giacomovie 5/02/10 01:57 - 1397 commenti

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Suddiviso in quattro capitoli di richiamo dantesco, è un film la cui difficoltà di assimilazione trova una contropartita nel tentativo di analisi delle peggiori inclinazioni umane. Anche se esposto con apparente distacco dalla materia, la complessità dei rimandi metaforici a cui alludono le perversioni e il cattivo gusto mostrato, testimoniano l'intimo coinvolgimento del regista con tematiche come il sesso, la morte e soprattutto il potere, le cui manie sfociano o nel sangue o nella merda (richiamati nel titolo dei due ultimi capitoli). **!

Nando 5/05/10 15:44 - 3810 commenti

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Analisi cruda e violenta sulla vita e la morte, narrata con lo stile che contraddistingue da sempre Pasolini. Atmosfera gelida e surreale che emerge durante gli sviluppi della trama. La visione suscita, in alcuni frangenti, una profonda repulsione ma il genio di Pasolini sta proprio in questo; raccontare in maniera metaforica l'annichilimento dell'uomo davanti alla sopraffazione ed alla dittatura. Commento musicale tendente al sadismo.

Stefania 27/05/10 06:06 - 1599 commenti

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Non amo molto il cinema di Pasolini, ma questo film lo trovo bellissimo. Non potevano essere resi con un linguaggio più esatto la coazione a ripetere di una sessualità deviata nei cerchi concentrici di un macabro gioco al rilancio, e il servo arbitrio di un potere che schiaccia i deboli, eppure è soggetto alla tirannia di ossessioni sodomitiche, onanistiche e necrofile, negazioni della natura e della vita. L'anarchia di un'oligarchia che cancella religione e morale celebra il trionfo della morte, invocata dalle vittime, incombente sui carnefici.
MEMORABILE: Il duca che cita Klossowski:"Nonostante il nostro illimitato arbitrio, il nostro godimento è subordinato a un gesto unico". Le danze finali.

Markus 6/05/10 12:18 - 3682 commenti

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Ai più sembrerà tedioso, in realtà è un film straordinario, forse - parere personale - il più bello di Pasolini, che con questa pellicola inconsapevolmente e tragicamente firmerà il suo congedo. Di Salò è ormai noto il suo reale significato, ma personalmente colsi dell’attualità nel periodo in cui fu girato: a quel tempo ci fu un’escalation di violenza e dittature sanguinarie nel mondo. La villa-lager di Salò (che in realtà è Bologna) come il centro di tortura “Villa Grimaldi” a Santiago Del Cile.

Luchi78 23/06/10 16:19 - 1521 commenti

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La scala dei valori dei film di Pasolini segue logiche completamente diverse rispetto al 99% delle opere che vediamo quotidianamente. Se parliamo di significati apriamo un dibattito su di un film che si incentra su sesso/depravazione e su come si possono interpretare le immagini shock del film nella società moderna. Da un punto di vista prettamente cinematografico non mi pare una prova di regia eccelsa, se non altro per la semplicità del tema e dell'ambientazione.

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Satyricon 30/08/10 14:33 - 147 commenti

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Ultima opera di un personaggio eticamente e sociologicamente scomodo, un attivista politico ed ideologico anticapitalista che, in questo film, più che in ogni altra sua opera, impone in maniera compulsiva il riassunto delle sue ideologie. Prende ad esempio un'opera controversa come quella di De Sade e se la fa propria per manifestare tutta la sua rabbia e repressione. Profondamente antidogmatico, non sempre riesce a far riflettere, soprattutto con questo film dichiaratamente provocatorio.

Aal 31/08/10 11:58 - 321 commenti

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Film esagerato, disturbante come nessun altro fino ad allora. Difficile anche da commentare per la fatica di offrirne un giudizio obbiettivo. La metafora del potere non brilla certo per originalità ma l'abisso di perversione contenutovi è terribile perché non c'è gioco, non c'è nessun messaggio meta-filmico ma solo la volontà di rappresentare il lato più terrificante dell'uomo, dove il piacere è prevaricazione ed il sesso sottomissione. Pasolini è comunque un autore sopravvalutato e questo film non fa eccezione.

Capannelle 7/10/10 10:52 - 4398 commenti

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Un buon film per la personalità e il coraggio adottati da Pasolini ma non memorabile perché è ripetitivo nelle scene e distaccato al punto tale da rendere difficile identificarsi con le vittime. Efficace e spietato nel descrivere la depravazione di un potere sganciato da ogni contegno (tra banchetti, travestimenti e sodomie) e che gode soprattutto nell'assistere alle violenze inferte dai suoi scagnozzi con l'ausilio delle classiche megere di palazzo. Nel cast bravi Bonacelli e Valletti.

Von Leppe 9/10/10 10:10 - 1258 commenti

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Pasolini si ispira al romanzo incompiuto del divin marchese De Sade, ma il film al contrario risulta freddo: le narratrici eleganti, i corpi nudi dei giovani nelle stanze spoglie; pure l'ambientazione libertina francese (surreale e gotica) cambia per il fascismo italiano (e c'è di mezzo la politica). Il film forse vuole mettere in evidenza il fatto che i veri anarchici sono i potenti, mi sembra poi che non voglia creare un leggero eccitamento sessuale nello spettatore come può capitare nei nazimovie, ma rendere il sesso disgustoso.
MEMORABILE: Mangia la merda!

Macguffin 14/01/11 15:57 - 124 commenti

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Pasolini critica ferocemente il Potere della società dei consumi. Da un lato, nella finzione filmica (con inquadrature efficaci per la loro fredda simmetria, per l'uso di simboli e per la condivisione del punto di vista con lo spettatore), lo critica in quanto capace di ogni arbitrio e di annientare/massificare la gioventù (che peraltro non sa ribellarsi). Dall'altro lato spinge volutamente sul pedale dell'efferatezza per realizzare un (non) prodotto indigesto al Potere in quanto fuori dalle regole prestabilite dal Potere stesso.
MEMORABILE: Il finale, che contiene (forse, ci sarebbe da discuterne...) un germoglio di speranza.

Mdmaster 26/09/11 09:09 - 802 commenti

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Involontario testamento di Pasolini e definitiva condanna di una società italiana ove "l'uguaglianza non è stata conquistata, ma falsamente ricevuta in regalo". Ambienti spogli, alternati ad altri pieni di mobili strepitosi, ove la violenza e l'umiliazione si consumano continuamente, accompagnati da tetri racconti sessuali. Difficile guardare senza avere una reazione, ma altrettanto complicato è capire come reagire. Vergogna, curiosità, smarrimento, confusione. Non immagino dove avrebbe mai potuto portare la trilogia della morte...
MEMORABILE: L'uccisione del ragazzo con il pugno chiuso; La "sposa" con le macchie di escremento sulla fronte.

Moro 7/02/12 09:04 - 36 commenti

I gusti di Moro

Inaccettabile atto di scellerato autolesionismo artistico da parte di un poeta, che anche e soprattutto coi film, ha sempre lottato contro gli scempi della società omologata, neocapitalistica, con le sole "armi della poesia". In questo film, invece, in cui gli intenti allegorici finiscono per essere annientati da un criterio analogico di rappresentare l’orrore, trionfa solo la rabbiosa voglia del regista di uccidere il bambino con l'acqua sporca. Un atto di frustrazione cieca. Imperdonabile.

Ryo 28/02/12 17:02 - 2169 commenti

I gusti di Ryo

Non so se definirlo geniale o sconcertante. Ciò che è certo è che è un film dai toni fortissimi e dalle numerose scene cruente, che assicura una bella boccata d'ossigeno, appena terminata la visione. Tantissime le sequenze lavorate e studiate a puntino con coreografie di movimenti maniacali. Il tema principale, la violenza, viene vissuta quasi in prima persona, rendendoci partecipe di un mondo malato in cui i signori protagonisti (senz'altro pensando di non aver più nulla da perdere) vi si rinchiudono per dare sfogo a perversioni allucinanti.
MEMORABILE: La scena di coprofagia.

Smoker85 3/03/12 11:54 - 487 commenti

I gusti di Smoker85

Pasolini inscena una brutale apoteosi dell'eccesso, della più bieca perversione, della sopraffazione, dell'amoralità. Una sorta di Decamerone al contrario, dove fuori la pestilenza del regime viene combattuta (anche se non è interesse del film mostrare la Resistenza) e dentro le mura della villa dilaga e straripa. Le scene di sesso non hanno nulla di erotico, sono solo una delle dimostrazioni della negazione della libertà, come la costrizione a mangiare escrementi, il divieto della preghiera... Per stomaci forti.
MEMORABILE: Dio! Perchè chi hai abbandonati?; Il giovane che muore alzando il pugno chiuso; Il finto tentativo di uccidere il vincitore della gara dei sederi.

Fauno 21/03/12 10:44 - 2208 commenti

I gusti di Fauno

Indubbio da un lato il valore dell'opera e anche troppo evidente il pensiero di Pasolini riguardo al potere e a chi lo detiene, ma l'impatto più deflagrante lo danno le narratrici con il loro atteggiarsi di parvenza angelica, che non nasconde però un sadismo infinito. Certo che la coprofagia e l'ossessione di questi escrementi in ogni forma e in ogni dove oltraggia qualsiasi stomaco... Chi interrompe la visione va solo capito, perché il classico treno di antiemetici dell'ispettore Bloch stavolta non basta...

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Mickes2 3/04/12 10:40 - 1670 commenti

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Disturbante e opprimente carro allegorico che, alternando velenose parentesi umoristiche a squarci visivi vomitevoli, si addentra nella psiche dell’essere umano sviscerandone le perversioni più agghiaccianti, i ricordi più macabri, le pulsioni più angosciose, riecheggiando vecchi ideali fascisti in cui chi è diverso deve soccombere. Opera che mette in primo piano l’alienata mentalità di un’era passata rapportandola al presente. Si rimane ipnotizzati dalla sua audacia, straniti dall'ostentata freddezza con cui si dipanano gli avvenimenti. Raccapricciante.
MEMORABILE: Il girone della merda.

Bullseye 21/02/13 11:50 - 24 commenti

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Punto di non ritorno del cinema mondiale e allegoria estremamente morale della società italiana sommersa da orrori: il consumismo sfrenato e alienante, la falsa libertà sessuale ostentata che nasconde in realtà repressione e vergogna, il fascismo che non è mai morto ma si è semplicemente dato una ripulita, l'odio e la repressione nei confronti dei diversi di ogni tipo. Salò è ambientato nel 1944, ma parla dell'Italia degli anni Settanta e di quella, ancora peggiore, che verrà. Pasolini, comunque, aveva già tristemente intuito tutto. Capolavoro.

Werebadger 11/03/13 19:49 - 270 commenti

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Pasolini termina prematuramente la sua discussa carriera e lo fa con questa ferocissima metafora sul potere e sull'oppressione del debole, mutuata da un celebre scritto di DeSade. Tanto disgusto e tanta rabbia nell'assistere a questa immotivata sequela di sevizie e perversioni (nonostante qualche sprazzo di humour nero). I quattro signori e le loro relative complici sono tutti odiosi all'inverosimile (il peggiore è probabilmente Valletti). Un'allegoria della dittatura crudele e disturbante, un cazzotto allo stomaco che non lascia indifferenti.
MEMORABILE: Il banchetto di feci; Una delle ragazze immerse nel mastello di escrementi, chiede a Dio perchè li ha abbandonati; I rivoltanti racconti delle signore.

Paulaster 22/10/13 10:23 - 4389 commenti

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Volendo escludere la componente tecnica del girare, che trovo modesta, l’interesse è per i contenuti. Film politico che tratta a grana grossa la tematica antifascista: gli abusi ideologici, la cattività, le leggi razziali, il disegno di un piano folle. Il sesso come volano per intimorire, governare e sottomettere; un’allegoria del coraggio di Pasolini di mettere in scena argomenti tabù per il periodo. Azioni disturbanti ma traboccanti profane finezze letterarie sotto il mantello della religione che benedice e protegge.
MEMORABILE: I ragazzi al guinzaglio.

Neapolis 4/04/16 22:08 - 183 commenti

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Nell'incipit dell'intervista iniziale Pasolini afferma che la vera libertà è quella che si conquista e non quella che ti viene concessa. Ma ovviamente è un falso ideologico perchè lui sa bene che la libertà è riuscito a conquistarla, l'ha espressa ed è arrivata fino ad a noi. Quindi a mio avviso il film si pone come unico scopo di rompere certi tabù rappresentando riti sessuali e torture che erano e sono fuori della morale corrente (perché per Pasolini in fondo la dissacrazione è tutto).

Schramm 25/05/16 13:10 - 3490 commenti

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Polarizzando la trilogia della vita, Pasolini trasla il sussiego antropo(a)gonico in una sindrome cinese filmica dove la cultura del negativo trova letterale traduzione trasfusione ed esaltazione nell’annichilimento cosmico che ha il suo eresiarca nel potere, vis(su)to come fase anale e caparra di presta e certa morte di tutto. Lo sguardo è artico ma salsedinoso, l’idea dominante di un senectus mundi oltre il quale c’è il nulla si coniuga con l’emiparesi filmica, dove se qualcosa si muove è per corrompersi e decedere. Un’impietosa alfa privativa sulla consumabilità seriale di arte e corpo.
MEMORABILE: Girone della merda e del sangue: tremano i polsi all’idea di cosa avrebbe tirato fuori Pasolini nel film successivo.

Lythops 13/02/17 16:48 - 1019 commenti

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Tecnicamente un capolavoro ma che, come tutti i film di Pasolini, va condiviso: bisogna amare gli attori non professionisti e soprattutto i baratri proposti. Occorre sopportare forzature e distorsioni, reggere la fisolofia dell'annientamento di cui è intriso, "recepirne" simbolismi spesso banali. Ma anche inchinarsi alla fotografia di un Delli Colli immenso e a un Ferretti minimale ma totale. Non è un film che mi ha coinvolto, anzi, ci sono voluti diversi tentativi per giungere alla fine. La volontà di stroncarlo è tanta, ma è impossibile.

Marcolino1 7/03/17 19:54 - 553 commenti

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L'"Ecole du libertinage" qui è opera di geniale sintesi filmica. Al concetto di libertinaggio totalitario fascista e non come libertà universale e democratica nella sregolatezza si aggiunge il consumismo annientatore del corpo fino al laidume dell'escremento, anch'esso riciclato. Sublimi i carnefici e le vittime, "divorate" dai libertini con la "fame di corpi senz'anima", come scrisse lo stesso regista in "supplica a mia madre" e invocanti misericordia immersi nelle loro stesse deiezioni prodotte dalla grottesca catena alimentare degli eccessi.
MEMORABILE: "Mangia"!; L'agghiacciante barzelletta di Perotto; "Vorremmo ucciderti mille volte!" (ovvero l'utopia del libertinaggio); La lezione di onanismo.

Joker1926 25/03/17 17:10 - 8 commenti

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Il Pasolini regista è stato un qualcosa di estremo. Duro e unilaterale, la chiave di lettura, con "Salò o le 120 giornate di sodoma", si schianta in un circuito chiuso, fra cose incredibili e situazioni malate. Non esiste una trama; il tutto si ferma alla stazione del simbolo. Simbolo che richiama dettami e credi politici di Pasolini, che non accettano e non tollerano sfumature tiepide. "Salò" è un festival di violenza primordiale con filosofie fin troppo esaltate e poco realistiche. Resta un'opera cristallizzata in un credo discutibile.

Bubobubo 13/08/18 14:12 - 1847 commenti

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Sul pomo della discordia per eccellenza della fiorente stagione del cinema politico italiano degli Anni Settanta si è detto tutto e il contrario di tutto, forse troppo, tanto che giudicarlo per ciò che davvero è non è semplice. Senz'altro è un lavoro tetro, disperato, punto terminale di un percorso intellettuale estremo: ma è anche, come molte altre pellicole pasoliniane, un film invecchiato male, sia nella costruzione che nella critica metaforica. Ancora oggi disturbanti le sevizie grafiche.
MEMORABILE: Neppure l'immagine votiva della Madonna può nulla contro la legge di Salò.

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Minitina80 24/08/18 17:08 - 2980 commenti

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Difficile rapportarsi con un’opera tanto particolare, concepita da un intellettuale complesso come Pasolini. Ad egli va riconosciuta un’audacia espressiva che nessuno in Italia è riuscito a raggiungere. I messaggi vengono veicolati da scene di una ferocia inaudita che spesso distolgono dal significato di cui si fanno carico. Una semplice visione non è sufficiente per carpire quel minimo corredo di nozioni necessarie per contestualizzare e decifrare la violenza estrema, senza restare solo inorriditi. Una sfida da cui è difficile uscire indenni.

Keyser3 26/11/20 22:41 - 444 commenti

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Opera ultima di uno degli intellettuali più acuti del '900, uno dei film più controversi di sempre, che ancora oggi divide e lascia aperto il dubbio: disastro o capolavoro? Il libro di Sade è ancora più spietato e feroce nel mostrare efferatezze di ogni genere, ma chissà cosa ci avrebbe riservato Pasolini nella mai vista versione originale di 145 minuti. Le parti di rilievo sono affidate ad attori improvvisati (Cataldi, Quintavalle) e così pure il doppiaggio, eppure la scelta paga alla grande e quasi non ci si fa caso. Un pugno nello stomaco, non per tutti.
MEMORABILE: I racconti perversi della Vaccari, resi magnificamente dalla voce di Laura Betti.

Noodles 8/08/21 12:06 - 2204 commenti

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Un vero e proprio pugno in pancia, con scene cariche di violenza fisica e psicologica nonché una buona dose di parti assolutamente sconsigliate ai deboli di stomaco. È la punta estrema del cinema di Pier Paolo Pasolini. Il suo ultimo film, pur possedendo anch'esso gran fascino come gli altri, ha tutta l'aria di essere un'esagerazione voluta per sfidare la censura, specie nella seconda parte, in cui le turpitudini sono mostrate con compiacimento e l'aspetto intellettuale viene sempre meno. Cast amatoriale ma efficace, specie nei volti. Da vedere dopo averci riflettuto.

Markol94 26/10/21 16:33 - 49 commenti

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Agghiacciante. Pasolini deve averne avuto di coraggio, per girare un film del genere. Dal primo all'ultimo minuto si respira una tensione che non lascia scampo. Cast adulto eccellente: un Bonacelli terrificante, un Valletti inquietante ma che ha dialoghi surreali che strappano pure un principio di risata, Cataldi e Quintavalle che ce la mettono tutta. Benino il cast dei giovani, in cui spicca una disperata Renata Moar. Tante scene davvero difficili da mandar giù. Quasi nessuno di quel cast, ad oggi, sembra aver voglia di parlare di quel film....
MEMORABILE: "Maaaaangiaaaaaaaa!"

Thedude94 20/01/22 23:17 - 1089 commenti

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E' difficile spiegare a parole le sensazioni che si provano guardando questa pietra miliare del cinema italiano, bandita e proibita. Bisogna lasciarsi andare alle emozioni, quelle più viscerali, per poter comprendere a fondo il messaggio e la poetica di Pasolini, che attingendo da un'opera altrettanto "scandalosa" realizza un film che fa la storia, che può benissimo essere odiato per il disgusto che provoca ma che di certo non lascia indifferenti. Oltre al chiaro messaggio politico, c'è anche quel coraggio di sperimentare che il regista non nega mai a sé stesso.

Gestarsh99 25/06/22 13:56 - 1395 commenti

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Non un film politico ma post-politico. Alleg(ra bald)oria sadomasochistica che preconizza e crapulosamente festeggia storture e corruttele di una società inumana oramai (diar)reificata, ridotta a sterquilinio capitalistico di mercificazione e mortificazione. Aguzzini e martiri sono qui complici specularmente attivi e passivi di un baccanale macellatorio e nichilizzante, ingredienti indistinguibili di quel blob globalizzato assuefatto e assoggettato al turboedonismo più smodatamente disinibitorio, de-eticizzato e deresponsabilizzante. La pornovetrata da cui spiare il terzo millennio.
MEMORABILE: La coprofagia coatta; L'oscena, disgustosa gangbang di torture e mutilazioni conclusiva osservata a distanza attraverso gli occhi muti di un binocolo.

Myvincent 18/12/22 14:41 - 3726 commenti

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Pasolini prova a coniugare la letteratura del marchese De Sade con la storia dell’occupazione nazi-fascista italiana e i suoi tetri periodi. La riuscita è geniale, sia per la soluzione cinematografica, sia per il messaggio socio-politico che vuole lanciare violentemente. I corpi visti e usati come oggetti di consumo sono il manifesto polemico e provocatorio contro quell’Italia che non accettava e che di lì a breve lo avrebbe condannato senza pietà. La sessualità portata allo stremo è quel meccanismo implacabile che si nutre di se stessa e delle sue stesse deiezioni.

Sonoalcine 8/08/23 00:13 - 184 commenti

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A differenza della Trilogia della vita, qui il sesso diviene strumento di tortura e di conseguenza mezzo tramite il quale stabilire la classe migliore. Del tutto rilevante l'ambientazione che fotografa l'incombente morte del regime fascista, periodo nel quale l'esercizio arbitrario del potere sui deboli ha raggiunto vette agghiaccianti, perché come dicono i signori stessi citando Klossowski, "Noi fascisti siamo gli unici veri anarchici" e "L'unica vera anarchia è l'anarchia del potere".
MEMORABILE: La polenta con i chiodi; Il banchetto con le feci; "Spara!"; Le battute di Valletti su Perotto e i bolscevichi.

Magi94 18/03/24 19:41 - 944 commenti

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Ardua la visione, arduo il giudizio. Innegabile però che si tratti di un'opera notevole: non solo per la capacità di ripugnare senza alcuna malizia, ma anche perché l'intero "palcoscenico" cinematografico è una delle creazioni più riuscite di Pasolini. Di certo si tratta del film in cui il regista è riuscito a dirigere gli attori nel modo migliore, dando vita a vere e proprie maschere dell'orrore tra cui spiccano il freak Valletti e la languida De Giorgi/Signora Maggi. Sconsigliata una seconda visione, rimane impresso per sempre per il disgusto contro ogni forma di violenza.
MEMORABILE: Il girone della merda; Le smorfie di Valletti; Le oscenità raccontate dalle suadenti signore; Il Duca, dalle fattezze di un noto politico attuale!
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  • Curiosità Buiomega71 • 13/06/18 22:38
    Consigliere - 25933 interventi
    * Secondo l'assistente alla regia Fiorella Infascelli il clima sul set era angoscioso e opprimente e fu lei ad assistere le ragazze durante le scene più "forti": essendo una donna avrebbe "attenuato" la durezza delle riprese. Sul set si respirava un'aria "malsana", che Pasolini (e Bonacelli) stemperavano con ironia e il sorriso sulle labbra (per Bonacelli, alla fine, era soltanto un gioco). La Infascelli stette male due volte durante le riprese: una nella scena delle vittime a quattro zampe che si feriscono (buttando sangue dalla bocca) con i chiodi messi nel "mangime" (dove una ragazza si ferì veramente), l'altra nella scena del reclutamento delle ragazze. Durante le scene delle torture Pasolini era agitato, quasi sofferente, non riuscendo a tranquilizzare gli attori (ma soprattutto se stesso) e finito di girare correva in bagno accusando forti mal di stomaco. Secondo la Infascelli fu durissimo girare quelle scene raccapriccianti. Anche se Pasolini cercava (come poteva) di mantenere una certa freddezza, finite le scene dava delle occhiate allegre agli attori e alla troupe, cercando di smorzare quell'atmofera pressante e cupa. Pasolini ha girato tutto il film sempre stando in macchina e le scene delle torture le girò utilizzando due macchine da presa. Nella sequenza della tortura con il ferro incandescente contro il seno di una delle vittime, l'attrice "torturata" si ustionò veramente, nonostante le protezioni. Secondo la Infascelli la scena del boogie woogie (che doveva essere uno dei finali del film) è stata effettivamente girata ma, probabilmente, contenuta nei negativi rubati (al contrario di quello che scriveva Quintavalle, a ballare il boogie woogie era tutta la troupre, carnefici e Pasolini compreso) e afferma che suddetta scena non fu mai montata.

    * Secondo una delle attrici "vittime", Antiniska Nemour, Pasolini era riservatissimo e usava questo atteggiamento soprattutto con le vittime (mentre aveva parecchi contatti coi carnefici) per mantenere un certo "distacco", comunicando con loro attraverso i suoi assistenti. Per la Nemour gli attori che impersonavano i marò collaborazionisti dei carnefici si "gasavano" nelle scene delle torture; notava un compiacimento sinistro in loro, mettevano in soggezione le vittime e tutti si erano immedesimati nei loro ruoli assistendo a atti estremi e degradanti (tranne forse Bonacelli che manteneva sempre una sua solarità anche nelle scene più efferate). Secondo la Nemour alcuni ragazzi erano minorenni, ma Bonacelli smentisce. Anche la Nemour conferma che la sequenza del boogie woogie venne girata, e fu l'unico momento di allegria che smorzava la tensione accumulata durante le riprese, dove tutti ballavano e si lasciavano andare. L'attrice (e parecchi attori sul set) furono scioccati e disgustati quando Pasolini li fece camminare a carponi come dei cani legati con un guinzaglio. La Nemour dice che le riprese durarono ben cinque mesi (Quintavalle dice due, da febbraio a aprile 1975).

    * Bonacelli gustò con prelibatezza le feci durante la scena del banchetto (in realtà era cioccolata con i canditi!), risultando ancor più disgustoso sullo schermo. Bonacelli afferma che Pasolini esigeva da tutti gli attori un atteggiamneto mentale abbastanza libero, disponibile all'improvvisazione, all'adattabilità delle situazioni. Tra lui e Pasolini si stabilì un ottimo feeling e gli chiese "aiuto" per migliorare i giovani attori "presi dalla strada" che non riuscivano nemmeno a dire determinate frasi. Bonacelli era l'unico che non si sentiva coinvolto nelle situazioni (anche le più estreme); anzi, pareva divertirsi: per lui (che veniva dal teatro e conosceva il brechtismo) era solo recitare una parte. Bonacelli conferma che nessuno era minorenne sul set (al contrario della Nemour) e che c'era un'imbarazzo generale soprattutto quando erano in scena completamente nudi: qualcuno era più sfacciato, si creavano delle tensioni, dovendo ripetere una scena tre o quattro volte. Ogni qualvolta Bonacelli rivede Salò si commuove: sapeva già dall'inizio di far parte di un progetto importante di un grande autore che sarebbe rimasto per sempre.

    Fonte: Estratto dal libro fotografico Salò: Mistero, crudeltà e follia. Pasolini - Una testimonianza fotografica di Fabian Cevallos. Edizioni "L'erma" di Bretschneider 2005.
  • Homevideo Ruber • 12/10/18 14:56
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    Conclusione la versione migliore qual’e? IlBr della bfi??
  • Homevideo Buiomega71 • 20/02/20 11:29
    Consigliere - 25933 interventi
    Annunciato il blu ray per la Cecchi Gori.
  • Homevideo Caesars • 24/02/20 11:11
    Scrivano - 16799 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Annunciato il blu ray per la Cecchi Gori.

    per dettagli sull'edizione:
    https://www.cgentertainment.it/film-dvd/salo-e-le-120-giornate-di-sodoma/f60043//
  • Discussione Buiomega71 • 17/05/21 22:55
    Consigliere - 25933 interventi
    André Pieyre de Mandiargues, nell'intro (o nelle pagine conclusive, dipende dall'edizione) del suo Il castello dell'inglese ha notato, con piacere, che Pier Paolo Pasolini lo ha tenuto in mente (oltre che a tradurre, per quanto possibile, il testo sadiano) per Salò.

    In effetti, oltre alle cene pantagrueliche (ma non a base di feci) e allo spirito sadiano dello scritto (ora feroce, ora grottesco, ora surreale, ora terrificante, che prende dentro pedofilia, zoofilia, cannibalismo, deliranti stupri omosessuali), è almeno da segnalare la disgustosa e grottesca sequenza dei polipi che si avvinghiano sul corpo e sul volto della piccola Michelina e di come "l'inglese" se ne libera per "fotterla", una scelleratezza che anticipa in un colpo solo sia Zulawski che Stuart Gordon), il rasoio che scotenna il bambino (davanti a sua madre), prima di scorticarlo vivo, nelle insostenibili ultime pagine del romanzo, ricorda parecchio il girone del sangue pasoliniano.
    Ultima modifica: 18/05/21 08:45 da Zender
  • Discussione Caesars • 15/02/22 12:10
    Scrivano - 16799 interventi
    qui si può leggere la testimonianza di Pupi Avati riguardante la sua partecipazione alla stesura della sceneggiatura del film.
    Ultima modifica: 15/02/22 15:59 da Caesars
  • Discussione Buiomega71 • 13/11/23 22:42
    Consigliere - 25933 interventi
    La frase che pronuncia il "monsignore" (Giorgio Cataldi): Tutto l'è bello quando l'è eccessivo, probabilmente Pasolini l'ha estrapolata da un'altro caposaldo sadiano Juliette ovvero le prosperità del vizio

    Il monsignore Saint Ford, dopo aver dettato regole e iniziative a dir poco scellerate e criminali a Juliette (e poco dopo un disgustoso atto di coprofilia tra i due) confessa a Juliette: "Non si parla di ripugnanza, ma di trasgressività, va bene tutto, quando è eccessivo".

    E il labirinto nel giardino che Juliette mette in scena per soddisfare la libido crudele e sadica dei due libertini, non deve essere passata indifferente al Peter Greenaway dei Misteri del giardino di Compton House
    Ultima modifica: 13/11/23 22:53 da Buiomega71
  • Discussione Apoffaldin • 23/03/24 15:56
    Galoppino - 14 interventi
    Negli anni si è diffusa un'ipotesi investigativa, per me plausibile, che collega la morte violenta di Pasolini al furto delle pizze del film e alla trattativa per la loro restituzione.
    Gli antefatti sono noti.
    Le pizze del film furono rubate dalle celle frigorifere della Technicolor a Roma nell'agosto 1975. Al produttore del film, Alberto Grimaldi, vennero chiesti 100 milioni per il riscatto. Lui rifiutò. Anche perché del film esisteva una copia di negativo a contatto, che però mancava di alcune scene, come quella del ballo di tutta la troupe, che Pasolini aveva pensato di mettere sui titoli di coda.
    Le pizze vennero poi ritrovate il 2 maggio 1976 al teatro 15 di Cinecittà.
    Qui Pasolini aveva girato la sequenza delle torture e il 9 maggio, alla fine delle riprese, convocò una conferenza stampa, che potete ascoltare qui.

    https://www.radioradicale.it/scheda/605298/teatro-15-di-cinecitta-9-maggio-1975-conferenza-stampa-di-pier-paolo-pasolini-al

    Dunque trattative per la restituzione concluse?
    Ni.
    Cioè forse soltanto ufficialmente, perché Pasolini aveva contatti nella malavita romana (uno su tutti Antonio Pinna). E quindi è possibile che se ne sia continuato a parlare in privato.
    Il giorno prima di essere ucciso, il 31 ottobre 1975, Pasolini è in Francia. Sta tornando in Italia dalla Svezia, e si ferma a Parigi per presentare "Salò". Per questo, nel pomeriggio, a poco più di trenta ore dalla morte, concede un'intervista televisiva (l'ultima) al canale Antenne 2.
    Questa:  

    https://m.youtube.com/watch?v=w9Ef1y_OY-U

    Vista a posteriori l'intervista non può non risultare macabra e inquietante.
    Macabra per il particolare della camicia: la stessa con la quale la sera dopo Pasolini tentò di tamponarsi le ferite durante l'aggressione.
    Inquietante perché il regista fa riferimento esplicito a "pericoli immediati" dai quali aveva dovuto difendere la lavorazione del film, e quando gli viene chiesto di precisare resta sibillinamente nel vago.
    La fine della storia è tristemente nota.
    La notte tra il primo e il due novembre 1975 Pasolini viene massacrato all'idroscalo di Ostia.
    Non entro nelle possibili cause dell'omicidio, perché esulano dell'argomento del forum.
    Faccio notare soltanto un'ultima cosa, della quale non ho mai sentito parlare in relazione al mistero dell'omicidio di Pasolini e del suo possibile collegamento con un appuntamento-trappola per la restituzione delle pizze di "Salò".
    A pagina 5 del giornale "L'unità" del 4 novembre 1975 c'è un articolo, a firma Augusto Pancaldi, intitolato "Anche la Francia lo ricorda per il coraggio intellettuale". Il giornalista trascrive una testimonianza dell'autore dell'intervista di Antenne 2.
    "Pasolini mi rispondeva con frasi brevi, guardando nervosamente l'orologio (...) Pronunciata l'ultima parola, Pasolini è corso a Orly e qualcuno che lo accompagnava mi disse che aveva un appuntamento importantissimo il giorno dopo in Italia".
    L'unico appuntamento ufficiale di Pasolini per il giorno dopo è un'intervista a Furio Colombo.
    Era davvero così importante e improrogabile?
    Se ne può dubitare, dal momento che l'intervista fu fatta soltanto nel pomeriggio, fu interrotta, e, per ammissione dello stesso Colombo, aggiornata ai giorni successivi.
    Qui il link per leggere l'articolo su "L'unità".

    https://archivio.unita.news/issue/1975/11/04





    Ultima modifica: 23/03/24 16:09 da B. Legnani
  • Musiche Apoffaldin • 23/03/24 16:07
    Galoppino - 14 interventi
    Franco Ansaldo. "Son tanto triste". Esegue: orchestra da ballo Alberti (1939-40).
    Una versione, presumibilmente poco più che coeva alla composizione, del brano che Pasolini (forse su suggerimento di Morricone) scelse per la colonna sonora del film.
    Ultima modifica: 26/03/24 12:33 da Zender
  • Discussione Apoffaldin • 23/03/24 17:22
    Galoppino - 14 interventi
    Un'ultima cosa, ché ho parlato già troppo.
    Si è parlato moltissimo nel corso degli anni
    della mitica partita tra le troupe di "Salò" e "Novecento".
    Si è scritto che Pasolini se la prese non poco quando si accorse che Bertolucci aveva fatto il furbo, schierando nella sua squadra giovani calciatori di squadre professioniste facendoli passare per componenti della troupe.
    C'erano articoli che si spinsero a ipotizzare addirittura la presenza di un giovanissimo Carlo Ancelotti. Personalmente ritenevo poco plausibile la cosa e morta lì.
    Ebbene, l'ipotesi mi è tornata in mente poco fa, mentre scrivevo i due post precedenti.
    Sono andato a controllare e che cosa ho scoperto?

    Intervista tutt'altro che nuova, peraltro.
    Ultima modifica: 25/03/24 12:36 da Zender