La fessura - Film (1971)

Uno pseudo-documentario sulla prostituzione molto toccante, il cui chiarissimo messaggio è che non c'è alcuna speranza se si nasce in ambienti di miseria economica e culturale. Paradossalmente, forse per l'epoca nella quale fu girato, ancora priva di effetti pulp, nello spettatore risuona più una violenza psichica che fisica, dovuta anche alle raffigurazioni quasi mostruose dei molteplici personaggi negativi e agli ambienti sporchi. Sadico, spietato, ma purtroppo attendibile...

Brutto, marcio e squallido film sulla prostituzione. Vorrebbe essere un documentario, ma la copertina del vhs (da film porno!), il titolo non proprio implicito e sopratutto la recitazione lo portano nel tunnel dei filmini di serie Z. Oltretutto scegliere un'attrice un po' più graziosa e carrozzata non avrebbe guastato. Scadente.

Truce mockumentary sulla prostituzione in Germania, offre uno spaccato tutto sommato non troppo distante dalla probabile realtà dell'epoca; visto l'anno d'uscita si dimostra piuttosto in anticipo su lavori similari degli '80s e in questo senso ottiene l'effetto sperato, riuscendo anche a non annoiare tra degrado urbano, istantanee degli hippie tedeschi, droga, alcool e violenze assortite. La povertà dell'insieme e l'improbabile taglio documentaristico aumentano paradossalmente lo squallore, rendendolo se non altro una bizzarria che intrattiene.

L'obiettivo è quello di mostrare il fenomeno della prostituzione (documentato dal fantomatico dossier Denker) attraverso la storia di una ragazza tedesca che inizia a prostituirsi, frequentando così ambienti non raccomandabili. Lo scopo di denuncia sociale è sincero e non è un paravento per il mero accostamento di scene osé, ma ciò non toglie che la regia fiacca e un montaggio approssimativo lo rendano noioso e dimenticabile. Il titolo italiano, traduzione letterale di quello originale, è tremendamente allusivo, ma nel finale la voce narrante usa la parola evitando doppi sensi.

Messa a mo' d’inchiesta, la teutonica opera di Gustav Ehmck narra la vicenda di una prostituta per necessità in una Germania squallida e quasi irriconoscibile rispetto ai canoni e soprattutto i nostri cliché. Qualche elemento d'indubbia verità c'è e in parte certi drammi ricordano il film (successivo a questo) di Lizzani, Storie di vita e malavita (chissà se davvero se ne prese spunto). La povertà di mezzi e la poca cura nei dialoghi rendono la pellicola poco convincente sotto il profilo sociologico.