Einstein - Miniserie TV (2008)

Einstein (miniserie tv)
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Durata: 2 episodi
Anno: 2008
Genere: fiction (colore)
Note: Uscito in doppia edizione: televisiva e cinematografica.

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/10/08 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO
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Puppigallo 6/10/08 11:18 - 5273 commenti

I gusti di Puppigallo

Film (sottotitolato) sul grande genio, non proprio compreso (spesso anche lui faticava a comprendere se stesso), ma che ha lasciato un segno indelebile, scientificamente parlando (con moglie e figli, invece, era un mezzo disastro). La ricostruzione della sua esistenza, dall'università in poi, è piuttosto accurata e la pellicola riesce a coinvolgere, grazie anche alla bravura del protagonista, di Maya Sansa (la moglie) e un po' di tutti gli attori di contorno. Triste e ben disegnata la figura del figlio con problemi. Qualche rallentamento e un finale fanta-onirico evitabile. Comunque, buono.
MEMORABILE: Einstein, al suo collega antisemita: "Due cose sono infinite, la stupidità umana e l'universo, ma sulla seconda ho dei dubbi".

Galbo 28/10/08 12:41 - 12392 commenti

I gusti di Galbo

Biografia del celebre scienziato, realizzata per cinema (mercato estero) e televisione italiana da Liliana Cavani. Indubbiamente una produzione molto curata sopratutto per ciò che attiene alla caratterizzazione ambientale e del contesto storico; il film presenta tuttavia il limite di concentrarsi eccessivamente sul versante umano delle vicende del protagonista relegando un po' troppo ai margini l'indubbiamente più interessante storia professionale. Di buon livello il cast.

Lucius 22/04/12 01:27 - 3015 commenti

I gusti di Lucius

Una produzione raffinata, tralasciando la fotografia che resta comunque di un livello accettabile. Una fiction realizzata con garbo, dalla quale emerge il desiderio della regista di trattare la biografia dello scienziato con veridicità, non tralasciando l'aspetto privato dell'uomo Einstein. Fedele alla storia, capace di emozionare grazie anche alla storia d'amore e soprattutto al doppio contesto politico e sociale, in cui questa nasce e si evolve. Una fiction in odore di film.

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  • Curiosità Puppigallo • 6/10/08 11:28
    Scrivano - 506 interventi
    La regista ha realizzato due versioni: una per il cinema, che dura due ore (quella che ho visionato) e che è stata distribuita anche in altre nazioni e una per la TV, che tra poco dovrebbe essere trasmessa, come sceneggiato a puntate, dalla Rai e che dura circa tre ore.
    Prima della proiezione in prima assoluta al cinema teatro Comunale di Alessandria, la regista (Liliana Cavani), presente per il dibattito pre-film, ha dichiarato: "Einstein è stato un personaggio fondamentalmente positivo in un secolo decisamente di merda".
  • Discussione Gugly • 7/10/08 19:23
    Portaborse - 4710 interventi
    io ho letto una piccola biografia di Einstein e sarò proprio curiosa di vedere trasposta la sua vita sullo schermo, soprattutto il rapporto con le donne, la sua intelligentissima moglie slava (che forse ha dato un apporto fondamentale alla teoria della relatività), e le donne che arrivarono in seguito ( addirittura madre e figlia).
  • Discussione Zender • 8/10/08 09:36
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Beh, una tripalla puppigallica dovrebbe essere una discreta garanzia, considerato che il film non credo sia molto il suo genere...
  • Curiosità Puppigallo • 27/10/08 11:17
    Scrivano - 506 interventi
    Mi dissocio dalla versione TV, alla quale ho dato ieri un'occhiata, soprattutto per il doppiaggio che, mentre in inglese era naturale e piacevole, qui risulta quasi inascoltabile (e la cosa "bella" è che temo che questa sia la voce degli attori, evidentemente poco inclini alla recitazione). Anche l'aggiunta di scene, come quella dove l'avversario nazisata di Eistein copia gli appunti come uno scolaretto, mi sembra un po' troppo infantile (poi, che sia successo, è un'altra questione).
  • Discussione Gugly • 29/10/08 10:14
    Portaborse - 4710 interventi
    Premesso che per motivi di tempo non ho avuto modo di vedere la fiction, segnalo tuttavia l'articolo di Aldo Grasso " A fil di rete" sul Corriere online che recensisce il prodotto,ed in generale mi trova d'accordo.
  • Curiosità Gugly • 29/10/08 10:44
    Portaborse - 4710 interventi
    Premesso che non ho visto la fiction, ma mi piacerebbe sapere da chi l'ha guardata se è venuta fuori la sostanziale aridità sentimentale del genio, testimoniata da fonti storiche e di studi psicologici, che culminarono nelle leggi draconiane che ad un certo punto lo scenziato impose alla prima moglie Mileva Maric prima di separarsene definitivamente.
    Buon ultimo, alcuni storici ipotizzano anche che Albert Einstein, borghese, squattrinato e timoroso che la reazione con Mileva Maric non sarebbe stata accettata dalla sua severa madre, Paoline ,abbia preferito nascondere il frutto della loro passione .Della bambina, chiamata Lieserl, mandata presso i nonni materni in Serbia, e in seguito concessa in adozione, si sono perse le tracce.
  • Discussione Zender • 29/10/08 14:04
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Ehm, se ci passi il link forse lo riusciamo a leggere... Così a trovarlo è un casino, per chi non lo bazzica come te
  • Discussione Gugly • 29/10/08 14:54
    Portaborse - 4710 interventi
    vi posto l'articolo, tanto cito la fonte:
    dal corriere.it del 29 ottobre 2008

    A fil di rete
    La fiction italiana scontata e marginale
    Spiace anche che una regista come Liliana Cavani si presti a operazioni intellettualmente anestetizzate

    Maya Sansa e Vincenzo Amato in una scena di «Einstein»
    Tutto è relativo: in mutande, anche Albert Einstein è uno come noi, ha problemi con le donne (cerca il sostituto della mamma, classica yiddishe mame), tradisce la moglie, si entusiasma quando vede il primo frigorifero e la prima lavatrice. Ma ha senso una fiction il cui merito maggiore è di essere, al più, un esercizio scolastico per esordienti e la cui sacca di scontatezze è grande come un campo unificato? Siamo alle solite, la fiction italiana non sa rappresentare altro che agiografie, sorrette dalla retorica del flashback: inutile poi lamentarsi se all'estero non ci tengono in considerazione, se siamo piombati in una sacca di arretratezza, di povertà espressiva, di analfabetismo finzionale.

    Per non cadere vittima dei pregiudizi, ho seguito con attenzione le due puntate ma, ahimè, la recensione l'avrei potuta scrivere dopo la lettura dei titoli di testa. Chiedere a due sceneggiatori come Massimo De Rita e Mario Falcone di inventare qualcosa di diverso dal canone «sacca da piedi» (il compito principale della fiction italiana è tenere al caldo i piedi dello spettatore, anzianotto anzichenò) è impresa impossibile. Spiace anche che una regista come Liliana Cavani si presti a operazioni intellettualmente anestetizzate. È tutto un susseguirsi di ricordi, come sfogliare un album di fotografie, a partire dalla sera in cui a Princeton, New Jersey, nell'autunno del 1940 il fisico Einstein (Vincenzo Amato) ormai settantenne incontra, guarda caso, Mileva Maric (Maya Sansa), la prima moglie, dalla quale ha avuto due figli, Hans Albert e Eduard. Scattano memorie e rimpianti: le prime teorie rivoluzionarie sulla luce, l'avvento del nazismo, la bomba atomica, i sensi di colpa e la depressione, l'Fbi, il pacifismo, le frasi celebri a casaccio, tipo «vinceremo la guerra ma perderemo la pace», l'invidia dei colleghi, la morte. Povera fiction italiana, saprà mai sconfiggere quell'oscura sacca di resistenza che la inchioda alla marginalità?


    Aldo Grasso
    29 ottobre 2008