Perché mai vederlo? Perché è il primo film di Liv Tyler... Tolto questo è il solito thrillerino con bambino autistico incorporato. La vicenda, già non eccezionale di suo, è appesantita da dialoghi imbarazzanti ed ingenuità da rotocalco nel trattare un tema piuttosto delicato. L'impressione è quella del tv-movie, anche se a dirigere c'è uno che qualche film giusto l'ha pure azzeccato. Mah.
Film brutto, ravvivato da sprazzi di ridicolo. Sembra che lo spunto thriller sia un pretesto per parlare delle problematiche relative all'autismo, ma l'operazione è condotta con goffaggine imbarazzante. Le indagini le conduce questo psichiatra che, inopinatamente, elegge a testimone-chiave di un delitto un bambino autistico, perciò tocca aspettare che questo bambino parli, manco fosse l'oracolo di Delfi, per rivelare una verità che, fatti due conti, è la più facilmente intuibile! Regia anonima, la Tyler molto giovane, incerta, inespressiva.
MEMORABILE: La scena finale è veramente, ma veramente, tra le più ridicole mai apparse su grandi e piccoli schermi!
Scialbo dal punto di vista thriller (la soluzione è tra le più prevedibili), ingenuo e poco verosimile dal punto di vista psicologico, con una Liv Tyler dalla recitazione imbarazzante e monoespressiva. Il classico film che si dimentica a dieci minuti dalla fine.
Regista che ha convinto raramente con i suoi film, Beresford dirige una pellicola incentrata su un omicidio che ha un bimbo autistico come testimone. Nonostante una "confezione" dignitosa, il film non decolla mai, né come thriller, la cui soluzione è intuibile senza grandi difficoltà, e ancora meno come opera di introspezione psicologica sulla problematiche dell'autismo. Quest'ultimo aspetto è anzi ancora di più fastidioso perché svolto con pochissima verosimiglianza con il reale. Attori al di sotto del loro standard, Dreyfuss in primis.
Thriller che parte in maniera abbastanza interessante e si avvale di un'ambientazione provinciale americana sempre adatta a creare la giusta atmosfera. Detto questo resta purtroppo da constatare l'estrema labilità di una trama poco convinta che procede a stento e culmina in un finale artificioso. Dreyfuss è sempre carismatico, ma può poco con una storia scritta male.
Un misterioso assassino ammazza a coltellate una coppia, risparmiando la figlia maggiore e il fratellino che è stato testimone del delitto ma, essendo autistico, non riesce a parlare... Verrebbe da liquidarlo come il solito thriller da due soldi con una trama banale, una confezione para-televisiva e prove modeste del cast pur di peso, se non risultasse anche irritante per l'approccio superficiale a un disturbo serio come l'autismo. Quanto alla soluzione del caso, del resto prevedibile, avviene nel corso di un epilogo che oltrepassa la soglia del ridicolo involontario.
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