Discreto rifacimento di un vecchio e dimenticato film degli anni '30. Buon ritmo, con un mix abile di commedia e dramma. Franchi è misurato e contenuto, rispetto al solito in un ruolo ritagliato su misura per lui. Forse uno dei suoi ruoli più belli. Di certo uno di quelli poco capiti. Ottimo anche il resto del cast, dove spicca in particolare Riccardo Garrone. Da riscoprire.
Povero impiegato del lotto, ripone molte speranze in un vecchio e danaroso zio del quale aspira a diventare erede universale. Realizzato nel periodo della separazione della coppia Franchi-Ingrassia, il film vede l'assoluto monopolio del primo sul resto del cast e ciò nuoce al film che diventa una esibizione del comico siciliano quasi parossistica, che priva di spazio il resto del cast (che annovera tra gli altri il bravo Garrone). Regia piuttosto anonima e sceneggiatura elementare.
Rifacimento della commedia teatrale "Porgi l'altra... sberla" di Russo Giusti. Franchi sembra persino a suo agio nel personaggio, anche se comunque il film è fatto solo di urla e smorfie (non solo del lotto). Comprimari mediocri. Tedioso all’inverosimile: serve molto il fast-forward, soprattutto nel finale, che ci tortura con due minuti di torte in faccia! Pregadio compone la simpatica marcia iniziale che rimane in testa (forse l'unica cosa). Qualcosa va a segno, ma la noia regna sovrana. Molte scene sono davvero inutili.
Uno dei film del Franchi solista, dopo il divorzio dalla sua fidata spalla e sicuramente uno dei peggiori. Ispirata a un testo teatrale degli anni '30, è una sguaiata farsaccia che si fatica a reggere fino alla fine, occupata manu militari da un Franchi esagitato oltre ogni limite e lasciato andare a briglia sciolta da una regia palesemente incapace di tenere sotto controllo la situazione. Immerso in un'atmosfera datata e muffosa già al tempo in cui è stato girato, il film non ispira un sorriso neanche per un attimo, ma solo noia e fastidio.
Il film non è poi così brutto, e alcune gag sono da grandi applausi. Probabilmente è uscito nell'epoca sbagliata (stiamo parlando del '75, in pieno boom di polizieschi e commedie sexy). La regia di Alfonso Brescia (che spesso si firmava con lo pseudonimo di Al Bradley) è indubbiamente poco presente, almeno in questo film, e per il resto lascia libero sfogo all'improvvisazione di Franco (e chi conosce bene Franco Franchi sa individuare questi aspetti caratteristici). Ci sono momenti divertenti e caratteristi simpatici come Enzo Andronico.
Men che mediocre rivisitazione della famosa commedia già portata sullo schermo da Palermi. Stavolta c'è poco o nulla da salvare (forse il dialogo tra Franchi e Agus e la canzone dei titoli di testa). Anche il comico siciliano appare stanco e sembra non credere al progetto. Peccato, occasione sprecata.
Remake del film omonimo del '35 con Angelo Musco. La storia è sceneggiata con molta sciatteria, con tutte le gag che, tirate allo stremo, perdono vigore e suscitano poca ilarità. Alcune situazioni slapstick (le torte in faccia) sono avulse dal contesto e lasciano il tempo che trovano. Si salva Franchi con la solita mimica e un indiscusso mestiere, coadiuvato da un cast di celebri caratteristi (Garrone, Ressel, la Gori, Monteduro) che avrebbero meritato sorte migliore. A tratti fastidiose le musiche. Superficiale la regia di Brescia. Evitabile.
Il titolo indica già il nocciolo della questione: un'eredità che porta soldi e guai, specie se la cospicua somma dev'essere spartita tra molte avide persone. Una delle pellicole con Franco Franchi unico protagonista senza Ciccio Ingrassia. Si respira un'aria da B-movie, con scenette figlie di un'impostazione teatrale (il testo è stato ripresentato a teatro più volte), che di certo non porta grossi sussulti. La limitatezza dell'opera di Alfonso Brescia è in parte salvata dalla nota verve di Franchi e, forse, dalla bellezza di Patrizia Gori.
Remake del film omonimo diretto da Amleto Palermi nel 1934, questa pellicola del 1974 vede Franco Franchi, separato da Ciccio Ingrassia, letteralmente cantare e portare la croce. Assoluto protagonista della scena, tutto il film poggia sulle sue robuste spalle di attore da commedia dell’arte. Lo spettacolo ha un ritmo svelto ed è discretamente divertente, anche se Franchi non va oltre i confini ben conosciuti e sicuri di una comicità terragna tutta ghigni, smorfie e torte in faccia. Curiosamente datata e vetusta l’atmosfera che avvolge il film.
MEMORABILE: Simpatica e orecchiabile la canzoncina che accompagna il film.
Farsa con un Franchi strabordante, è un film tecnicamente modestissimo e tutto girato in presa diretta, cosa inconsueta nel cinema italiano del periodo. Tra gag stiracchiate, umorismo datato (c'è persino una scena con le torte in faccia) e qualche raro sorriso, si arriva alla fine. Brescia, valido artigiano, non era particolarmente versato per questo tipo di film. Curiosamente il giovane Tonino Accolla, futuro doppiatore di livello, appare in numerose sequenze ma quasi senza dire una parola.
Chi si aspetta la comicità intelligente di certi famosi programmi è meglio che stia alla larga: qui si ride (tutto il tempo) soprattutto grazie alla mimica clownesca del superlativo Franchi e ai calembeur della Di Marzà (senza dimenticare l'esilarante Maria Bosco, dato che nel caso specifico sono i personaggi femminili i veri degni comprimari del protagonista). Il regista dimostra ampiamente di saperci fare anche coi film comici: persino la tanto criticata sequenza delle torte in faccia è ben contestualizzata, e il finale teatrale è un chiaro riferimento alle origini dell'opera.
MEMORABILE: La sigla; La lettura del testamento; I molteplici utilizzi delle padelle.
Franco Franchi è croce e delizia di questo mediocre film. La sua verve salva in parte una storia mortalmente noiosa, ma allo stesso tempo tale verve è senza controllo, finendo a tratti per essere fastidiosa e per coprire tutto il cast. Di risate non se ne vedono, a parte qualche rarissima battuta. È tutto sulle spalle di Franco Franchi, che ad un certo punto esaurisce il repertorio. Regia anonima, tutto statico perché ricalcato sul testo teatrale da cui deriva. C'è anche un giovane Tonino Accolla. Beffa delle beffe, non ne sentiamo la voce. Un brutto film davvero.
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DiscussioneGeppo • 14/09/09 12:26 Call center Davinotti - 4269 interventi
R.f.e. ebbe a dire: Di questo film che vidi solo molti anni fa, mi ricordo soltanto, ma guarda alle volte la memoria, la strofa della canzoncina:
"L'eredità, dello zio bonanima...
l'eredità, dello zio Calogero..."
È vero... assolutamente memorabile.
La canzone mi colpì subito anche me, bello il motivo.
HomevideoGeppo • 7/12/11 18:24 Call center Davinotti - 4269 interventi
Un'altra bella superchicca direttamente dalla Geppo Collection.
La VHS targata PCX de "L'eredità dello zio buonanima" con Franco Franchi.
CuriositàZender • 22/11/12 19:28 Capo scrivano - 47728 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
HomevideoGeppo • 14/01/13 08:44 Call center Davinotti - 4269 interventi
Ho confrontato la vecchia VHS PCX di "L'eredità dello zio buonanima" con il DVD De Agostini. Pregasi notare la differenza dei titoli di testa nella vhs...
Geppo ebbe a dire: Ho confrontato la vecchia VHS PCX di "L'eredità dello zio buonanima" con il DVD De Agostini. Pregasi notare la differenza dei titoli di testa nella vhs...
VHS PCX:
DVD De Agostini:
Non ricordavo assolutamente che fosse circolato anche col titolo "Porgi l'altra... sberla"
DiscussioneZender • 14/01/13 09:30 Capo scrivano - 47728 interventi
Beh, se non altro il dvd è un deciso passo avanti rispetto alla terrificante vhs...
HomevideoDusso • 14/01/13 09:44 Archivista in seconda - 1830 interventi
Geppo ebbe a dire: Ho confrontato la vecchia VHS PCX di "L'eredità dello zio buonanima" con il DVD De Agostini. Pregasi notare la differenza dei titoli di testa nella vhs...
VHS PCX:
DVD De Agostini:
c'è anche qualche differenza di durata?
HomevideoGeppo • 17/01/13 17:37 Call center Davinotti - 4269 interventi
Dusso ebbe a dire: Geppo ebbe a dire: Ho confrontato la vecchia VHS PCX di "L'eredità dello zio buonanima" con il DVD De Agostini. Pregasi notare la differenza dei titoli di testa nella vhs...
VHS PCX:
DVD De Agostini:
c'è anche qualche differenza di durata?
C'è da dire che il master della VHS è rovinato e nelle scene si notano degli sbalzi e dei salti durante i dialoghi. La VHS dura 1h34m43s mentre il DVD ha una durata di 1h38m25s.
Ma a parte questi difetti, sembrano identici.
Due dei gol che si vedono nel televisore che sta guardando Franco Favazza (Franco Franchi) non sono di Johan Cruijff come detto del film, ma di Gigi Riva.
La prima partita è Cagliari-Bari 2-0 del 12/04/1970, valevole per la 28° giornata Serie A '69/'70, che decreterà il primo scudetto per la squadra sarda.
Il secondo gol è quello in Germania Est - Italia 2-2 del 29/03/1969, gol molto importante ma non decisivo per la qualificazione dell'Italia. Decisiva fu la vittoria nella gara finale, a Napoli, il 22 novembre dello stesso anno.
Non sapevo che questo film fosse il remake (fonte wikipedia) dell'omonima pellicola diretta nel 1934 da Amleto Palermi (entrambi i film sono tratti da una commedia di Antonio Russo Giusti).