Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il ritrovamento sul tram, in pieno traffico, del cadavere di un uomo appena colto da infarto, porta Cesare (Randone), suo coetaneo, a riflettere sul senso ultimo della vita. Idraulico (o stagnaro, come si diceva in gergo allora) con qualche soldo da parte, si convince che alla sua età (quale? una volta dice di avere quasi cinquantatre anni, una volta cinquantatre compiuti, un'altra cinquantaquattro...) non può che avere... i giorni contati! Persa la moglie (se n'è andata in sole due settimane), poco soddisfatto della propria esistenza, ha deciso di lasciare il lavoro. Per sempre. Incrociando gli amici mentre di notte dipingono le strisce pedonali davanti al Colosseo comincia...Leggi tutto a chiarire loro il proprio pensiero, mantenendo sempre sul viso un'aria saputa e irridente che un po' li indispone. Cerca di far capire come abbia la sensazione di non aver conosciuto il mondo come merita, che loro come lui non possono pensare di vivere ancora troppo e che è arrivato il momento di non perdere più nemmeno un giorno.

Comincerà così il suo vagabondare in città alla ricerca di qualcosa che non sa nemmeno lui cosa possa essere: segue un processo al Palazzaccio, chiede quanto gli manchi a ricevere la pensione (lavora ormai da trent'anni, ma non bastano), intrattiene un rapporto amichevole con la vicina diciassettenne un po' svampita (Minervini) che vorrebbe aiutare, domanda al medico quanto gli resti da vivere (teme il cancro, considerate le trenta sigarette al giorno), si fa accompagnare su Monte Ciocci da una prostituta, va a una mostra di quadri e vi incontra un mercante d'arte (Caprioli) che qualche insegnamento glielo dà... Amplia gli orizzonti insomma, torna nel paese dov'è nato (Oriolo Romano) per ritemprare lo spirito e durante tutto il film si sente certo di aver intrapreso la strada giusta. Quando però i soldi mancheranno il rischio sarà quello di finire in brutti giri, con proposte finanziariamente allettanti ma che nascondono qualcosa di non esattamente legale...

Petri (che con Tonino Guerra ha scritto la storia, poi sceneggiata da Carlo Romano) individua una via personale e intimista che sfrutta bene le location di una Roma cui la bella fotografia in bianco e nero di Ennio Guarneri conferisce un aspetto quasi magico, muove il suo protagonista soffermandosi a coglierne i gesti quotidiani, l'assoluta normalità e una presa di coscienza progressiva che è bello leggere negli occhi di un Randone indubbiamente in parte, capace di comunicare l'improvvisa svolta nella vita, l'illusione e la disillusione, il perdersi in un mondo nuovo.

La scelta come protagonista di un uomo dalla vita semplice aiuta a non annegare il film in troppi intellettualismi, privilegiando l'indagine di un animo ricettivo che mantiene tuttavia i piedi per terra pur senza perdere il gusto per una libertà che non aveva mai provato. A che prezzo lo si vedrà... Tra i tanti incontri anche quello con una vecchia fiamma che lavora ai bagni pubblici e con il figlio (Buzzanca), meno amorevole di quanto ci si aspetterebbe: Buzzanca doppiato fa uno strano effetto e il suo intervento dura giusto un paio di minuti.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/09/08 DAL BENEMERITO HOMESICK POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/12/22
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Homesick 24/09/08 18:13 - 5737 commenti

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Dramma esistenziale diretto da Petri, utilizzando gli schemi semplici derivati dal neorealismo per introdursi in una dimensione intimista: il disorientamento dell’uomo di mezza età, minacciato dalla solitudine e dalla morte improvvisa, nella vana ricerca della giovinezza perduta e di un nuovo senso da dare alla propria vita. Implicita la responsabilità della società capitalistica. Amaro e pessimista, anche in virtù dello stile secco ed essenziale e della sobria interpretazione di Salvo Randone.
MEMORABILE: La morte sull'autobus.

Ercardo85 19/12/08 23:52 - 81 commenti

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Miglior film di Petri ed uno dei migliori italiani degli Anni Sessanta. Un idraulico di 53 anni, nel vedere un uomo morire di infarto sul tram, diviene ossessionato dall'idea della morte, smette di lavorare e si trasforma a poco a poco in un esistenzialista. Finiscono i soldi da parte, è coinvolto da un conoscente in un imbroglio ma all'ultimo momento desiste e, rassegnato, ricomincia a lavorare. Sarebbe il meno schematico dei suoi film se solo non fosse per il finale, in puro stile Petri, che rivela l'artificiosità della vicenda.

Giuliam 29/09/09 10:56 - 178 commenti

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Elio Petri utilizza una filosofia "proletaria", come lo è il nostro protagonista. Idraulico, che mentre conduce la sua vita nella normalità, una mattina assistendo al decesso di un uomo (suo coetaneo) in un tram, decide di cambiar vita radicalmente. Di conseguenza nasce anche una paranoia. Quella paranoia orribile di morire all'improvviso, senza aver goduto nemmeno un grammo della vita. Film scettico e politico. Il finale è bellissimo.

Rickblaine 29/09/09 10:51 - 635 commenti

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Uno dei primi film del genio Petri, che prendendo spunto dalla storia del padre ci racconta di un uomo che lascia il posto di lavoro a cinquanta anni per un miglioramento del proprio animo personale in seguito ad un'esperienza scioccante. Quindi l'ottimo Salvo Randone va alla ricerca di quella felicità interiore che lo possa poi portare alla morte con il sorriso. Questa favola neorealista ci pone il problema emotivo delle persone di una determinata età e periodo e forse ci convince che la vita la si apprezza anche nelle piccole cose.
MEMORABILE: Il protagonista davanti al semoforo che lo invita ad andare avanti.

Enzus79 29/09/09 12:26 - 2895 commenti

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Uno stagnaro, dopo aver visto un uomo morto sul tram, decide di lasciare il lavoro e vivere i suoi giorni con i soldi che gli sono rimasti, dando più peso al senso della vita e del vivere, dato che la morte diventa una paura, così come la solitudine. Solo dopo si accorgerà che sta sbagliando. Il lavoro è il tema principale del film (averlo o no?). Elio Petri con questo film, pur non privo di difetti, dà la sua impronta sul cinema italiano.

Sabryna 14/05/10 16:35 - 225 commenti

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Drammatico ed intimista. Visione di un uomo di mezz'età che mette in discussione se stesso dopo esssere stato scioccato dalla morte improvvisa di un altro uomo. A quel punto la vita vissuta fino a quel momento e trent'anni di duro lavoro da idraulico non contano più. Petri accompagna lo spettatore attraverso un iter di rinascita del protagonista, una sorta di sentiero a ritroso incentrato sulla vita del passato e quella del presente, entrambe tese a un sentimento di morte ineluttabile a cui Cesare (Salvo Randone) non può sottrarsi.
MEMORABILE: Le riflessioni sulla vita e sulla morte.

B. Legnani 4/05/10 23:29 - 5532 commenti

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Lugubre. Se fosse un dipinto sarebbe una "vanitas". Il film è decisamente interessante, ma un po' troppo lento, tutto teso al "ruit hora" (fino ad un finale tanto scontato quanto inevitabile). A portarlo in fondo ci sono un grande Randone (che non può evitare allo spettatore un po' di noia) e qualche figura di contorno interessante, come il curioso e truffaldino personaggio reso benissimo da Paolo Ferrari. Da non dimenticare che Randone fa lo stagnaro/idraulico, come in Indagine, dello stesso Petri.

Mdmaster 19/07/11 09:36 - 802 commenti

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Riflessione esistenzialista di Petri, fluttuante tra Godard ed esasperato realismo. Il povero stagnaro se ne va girando per una lurida Roma a cercare una risposta al suo ennui, ma troverà solo la conferma che la positività viene solo da se stessi, mai dagli altri. Bravissimo e simpatico Salvo, così così la Bianchi, adeguato il resto del cast. Arricchito da una bella fotografia, è un film che lascia l'amaro in bocca per la straniante mancanza di una risposta. Interessante anche per diversi aspetti della società italiana di allora.
MEMORABILE: La borgata Gordiani e le zecche; il mercante professa l'arte e poi invita l'idraulico per sturargli il lavandino.

Cotola 3/08/13 10:57 - 9043 commenti

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La paura di morire porta un uomo a riconsiderare il suo modo di vivere. Inizierà un girovagare in cui conoscerà una variegata umanità. Un film quasi “esistenzialista”, con diversi momenti e riflessioni riuscite e interessanti (si parla anche e molto di alienazione, ma in modo diverso dal solito), pur con qualche lentezza. Ma forse il segreto per fruirne al meglio è proprio godere di questo suo lento fluire, seguendo così le peregrinazioni del suo protagonista fino all’epilogo. Randone bravissimo nel ruolo di protagonista.
MEMORABILE: Sui quadri informali: "Non deve capire, si limiti ad osservare". Sulla presunta morte: "Niente, na fregnaccia, quello che doveva morire manco lo sapeva".

Albstef90 1/09/13 09:23 - 78 commenti

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Molto interessante. Secondo lungometraggio di Petri; vuol far riflettere lo spettatore sulla morte (che può essere lontana o addirittura prossima) e su come ingannare il tempo di attesa. Davvero in parte lo straordinario Salvo Randone che caratterizza il personaggio in maniera eccellente. Umile, semplice e mai banale, la pellicola ci racconta la vita di questo individuo e le sue esperienze di vita da "libero" senza alcun impegno. Piccola parte per Lando Buzzanca e Vittorio Caprioli. Lascia l'amaro in bocca. Ottimo!

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Schramm 16/10/15 18:46 - 3495 commenti

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La presa coscienza della caducità della vita che rende psico-becchini, il cafard un tanto a minuto e l’ipocondria un tanto a respiro, l’oziosa recherche du temp perdu che rende vieppiù infelici, il paradiso dei se e dei ma: nell’illusione del vivere solo la morte è una realtà. Barometro e oscilloscopio di santità e dannazione, Petri divarica il suo antieroe tra il PPP di Accattone e quello del Vangelo a venire, incastonando il suo errabondare pallido e assorto in un neorealismo spinto oltre i margini, che pur senza impressionare e appassionare dà respirabilità a un'opera non sempre ben arieggiata.

Minitina80 27/02/16 13:04 - 2984 commenti

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I connotati sono quelli del neorealismo, a cui la pesante crisi esistenziale del protagonista aggiunge il carico rendendo il film impegnato e profondo, ma non sempre leggero. Una Roma così spoglia e deserta, ancora lontana dalla metropoli che diventerà, aggrava l’atmosfera di inquietudine e stranezza che dilaga sin dall’inizio. Molteplici sono gli spunti di riflessione che offre e che convogliano in un triste epilogo, rinunciatario e a suo modo pessimista.

Vitgar 14/04/17 22:32 - 586 commenti

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Buon film di Petri che in un'epoca non sospetta rappresenta una tematica oggi molto diffusa: la difficoltà dell'uomo di riconoscersi nel suo ruolo. Narrazione un po' lenta anche per l'interpretazione di un ottimo Randone che dimostra ancora di più di essere attore di teatro. Buono il cast con piccole gemme di Regina Bianchi. Finale un po' kafkiano. Comunque da vedere.

Rufus68 15/10/18 00:29 - 3842 commenti

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Un'incursione nel lato oscuro dell'animo postmoderno, del tutto inaspettato. Petri maschera l'ideologia sotto il vestimento di un esistenzialismo agghiacciante: il protagonista, di fronte alla morte, prende coscienza della nullità della propria vita (il figlio, un vecchio amore), della marcescenza della società (la truffa, l'utilitarismo di Caprioli) sino a riconoscere, paradossalmente, che l'alienante tran tran quotidiano è l'unica possibilità di dimenticare lo sfacelo dell'esistenza e il fatto che si è già morti dentro. Grandioso Randone.

Lou 20/07/19 23:05 - 1121 commenti

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Il tocco d’autore di Petri e la bravura di Randone in un film che a 57 anni di distanza si rivela ancora molto interessante e moderno. Davvero apprezzabile la cura delle inquadrature e l’intensità dello sguardo sulla solitudine e sulle paure umane. Il protagonista si aggira per la città stranito e confuso, cercando di capire cosa gli succede intorno e cosa lo aspetta. Al di là degli aspetti artistici, è anche un prezioso documento sulla condizione del nostro paese a inizio degli anni Sessanta.

Noodles 24/06/20 16:39 - 2227 commenti

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Il tempo perso non lo recupereremo mai più. È questa l'amara morale del secondo lungomentraggio di Elio Petri, solo apparentemente lontano dai film politici degli anni '70. C'è moltissimo infatti della nostra società, con le sue regole non scritte tanto scomode ma a cui purtroppo spesso bisogna arrendersi. Gigantesco Salvo Randone in questo suo viaggio alla ricerca del tempo perduto. Un viaggio sempre interessante, con una bellissima fotografia, che però ha un sensibile calo di ritmo nella seconda parte del film. Finale da interpretare. Film lucido, intelligente, da vedere.

Paulaster 30/09/20 10:31 - 4417 commenti

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Idraulico smette di lavorare per recuperare il tempo perduto. Ruolo ad alto tasso di tragicità che viene smussato dallo sguardo bonario di Randone. Il suo girovagare per Roma e la serie di delusioni che ottiene avrebbero potuto portare alla rovina, invece la paura lo ferma prima. Il messaggio delle occasioni mancate si sfalda durante la visione, ma gli impicci che colpiscono i più deboli è reso da Petri senza fronzoli. Conclusione in stile Antonioni attraverso cui si condanna la velocità dei tempi moderni. Discreto apporto di Ferrari.
MEMORABILE: Al cinema con la vecchia fidanzata; Il braccio tirato via; Gli amici che lo credono morto.

Zampanò 8/12/20 17:23 - 381 commenti

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Un idraulico cinquantenne, turbato da un decesso improvviso sul tram, inizia ad ossessionarsi sulla caducità del vivere. Per Randone forse il film più significativo e comunque tra i più impegnativi. Lo stile di Petri s'impone nella scelta del sottinsù che monumentalizza i personaggi di fronte all'angoscia. Nelle larghe ambientazioni, più esistenzialiste che descrittive, il regista esaspera l'economia di scala tra i piccoli uomini spaventati e un cosmo leopardiano, ancora più insensibile giacché metropolitano. Catabasi finale indimenticabile, kubrickiana.
MEMORABILE: Cesare: "Guarda questo defunto, ha la mia data di nascita". L'amico: "E che significa?". E lui: "Eh, significa, significa...".

Myvincent 10/04/22 08:13 - 3741 commenti

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Un uomo di mezza età vede la propria morte attraverso quella di un suo coetaneo, colpito all'improvviso su un tram. Da quel momento la sua vita cambia, rincorrendo domande alle quali nessuno riesce a dare risposte esaurienti, nemmeno lui. Roma lo avvinghia con le sue dita avide, sia quella più conosciuta, sia quella abbandonata a sé. Ne consegue il ritratto di un uomo inconsapevolmente esistenzialista, a cui Petri regala pennellate vivacissime, descrivendo con amarezza le paure di un uomo qualunque di fronte al mistero della vita.

Daniela 14/08/22 23:51 - 12662 commenti

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Colpito dalla morte improvvisa di uno sconosciuto che viaggiava sul suo stesso bus, un idraulico cinquantenne smette di lavorare per godersi i pochi anni che gli restano... Film riflessivo senza una vera trama, intessuto dalle impressioni e dagli incontri del protagonista che si ritrova per la prima volta dopo l'infanzia libero dagli impegni ma senza avere i mezzi materiali per continuare a farlo come dimostra la rassegnata decisione che precede l'epilogo enigmatico. Randone offre un'altra memorabile interpretazione, circondato da validi caratteristi.
MEMORABILE: L'incontro con il "mazzolatore" organizzato dal truffatore Ferrari; La sequenza impressionista nel finale durante la corsa del bus.

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    Disponibile in dvd dal 31/08/2011
    Produttore : 01 Home Entertainment
    Distributore: Rai Cinema
    Ultima modifica: 15/02/21 08:45 da Zender
  • Curiosità Columbo • 11/08/11 17:24
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    Primo premio al Festival di Mar de Plata.
  • Curiosità Lucius • 28/12/18 12:03
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dall' archivio cartaceo Lucius, il flano originale del film:

  • Homevideo Nergal • 12/02/21 11:02
    Galoppino - 13 interventi
    Segnalo l'ottimo dvd della francese Tamasa, che presenta la versione restaurata del film realizzata dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Un netto upgrade rispetto al dvd italiano. Audio italiano e sottotitoli removibili. Tra l'altro allegato al dvd c'è anche un libretto che contiene un'intervista a Petri (in francese).

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    Ultima modifica: 15/02/21 08:44 da Zender