Gung Ho - Arrivano i giapponesi - Film (1986)

Si tratta di una commedia che fa leva sulle abitudini ed il modo di lavorare delle due super potenze mondiali (USA e Giappone) naturalmente accentuandole all'inverosimile. In un piccolo paese americano un'azienda di automobili è in svendita. In gran massa arrivano dal Sol levante per rilevare l'attività e per trasformarla secondo i canoni lavorativi e "rigidissimi" giapponesi. A tratti qualche battuta e situazione divertente c'è, però non mancano neanche i tempi morti e alla fine non è certamente di quei film che rimangono impressi a lungo.

Piccolo e misconosciuto film di Ron Howard (è una delle sue prime opere), che rimane abbastanza attuale perchè si occupa di un problema contemporaneo, quello della delocalizzazione industriale, qui declinato in chiave di commedia. Piuttosto disomogeneo e discontinuo, il film presenta qualche momento gradevole, grazie soprattutto alla bravura degli inerpreti con Keaton e Watanabe che si fronteggiano efficacemente, ognuno portatore della mentalità del paese di origine.

Forse oggi si direbbe arrivano i cinesi. Film sulla paranoia americana e occidentale sull'invasione orientale dei mercati, rivisto oggi a 30 anni di distanza ha un che di profetico. Regge comunque tutto sulle spalle di uno straordinario Michael Keaton, all'epoca in formissima, ben coadiuvato da caratteristi di fama (in particolare Wendt e Turturro). Il ritmo è indiavolato e si ride spesso. Tra i primi film del poi affermato regista Ron Howard/Ricky Cunningham. Divertente!

Tra i primi film di Howard, è una buona commedia anche interessante per come (in modo comunque ironico) affronta temi quali l'integrazione e il lavoro. Il ritmo scorre fluido, la vicenda appassiona quanto basta e Keaton offre una bella performance, carica di verve come quasi sempre. Bene anche i comprimari, guidati da una sceneggiatura prevedibile ma tutt'altro che disprezzabile.

Una fabbrica americana di automobili sta fallendo e arrivano i giapponesi a risollevarne le sorti con i loro metodi. Che sono profondamente diversi dagli americani. La differenza tra mentalità giapponese e statunitense è il centro e l'unico spunto di una commedia che parte bene grazie ad un ritmo veloce e ad un discreto spunto, ma poi naufraga nella noia. Un'autentica fiera del luogo comune, mal diretta da un regista che farà molto di meglio più in là. Il ritmo c'è ma manca il vero coinvolgimento. È tutto troppo scontato, compreso il finale. Michael Keaton bravo ma sopra le righe.