Non è peccato - La Quinceañera - Film (2006)

Strano che la Teodora, solitamente più sensibile e non ostile al lancio con titolo originale, abbia deciso di distribuire questo film con la brutta traduzione dicapriana(Peppino) Non è peccato (in napoletano è di Rossi-Casale). Per fortuna, la storia di Magdalena (peccatrice) che, portatrice di un'immacolata concezione (concepimento senza penetrazione: raro ma plausibile) e, per questo, espulsa dalla comunità, forma con un anziano zio ed un cugino gay una sorta di famiglia di paria, suscita interesse di per sé perché lo stile Sundance con cui è girato, di contro, ha stufato.

Il solito filmetto carino, su misura per il festival e (sorpresa) anche per schiere di critici nostrani. Non indugia su clichè dell'integrazione (bello ad esempio il fotogramma col cartello "lezioni d'inglese senza accento spagnolo") ma tutto sommato non propone grandi contenuti. I personaggi, zio e nipote gay a parte, risultano abbastanza superficiali (uno per tutti, il pastore). Gli attori pure, ma per un film da festival ogni tanto va bene anche così. Fa figo.

Titolo italiano a parte (quello originale si riferisce alla festa che per ogni ragazza latino-americana segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta), non è male. A interessare è soprattutto la caratterizzazione dell’ambiente ed i personaggi che si muovono al suo interno. Il regista ci illustra, infatti, la vita di una comunità di messicani in un quartiere di Los Angeles e lo fa con discreta sensibilità e sobrietà. Così gli si perdona anche il finale un po’ troppo ottimista.

Non è solo il classico affondo in una microsocietà etnica (nella fattispecie messicana) nella metropoli Usa, ma soprattutto la storia di due adolescenze ripudiate (dalla mentalità paterna) di fronte agli incidenti della vita: la sorella 14enne incinta e il fratello che si scopre gay. Più dei chiaroscuri della narrazione drammatica, i registi scelgono i pastelli di un racconto di formazione stemperato da una serenità di fondo che è poi la via maestra verso il futuro, aperto dalla fatidica e solenne festa dei 15 anni. Piacevole.

Storia di una comunità latina a ridosso ma ai margini nella società dei bianchi. A Echo Park, l'adolescente Magdalena attende con ansia la cerimonia di passaggio all'età adulta, ma è anche in dolce attesa, inconsapevole, per non aver avuto rapporti completi. Nonostante la cura realistica, il film resta fiducioso e non assume tinte drammatiche. L'umanità e l'autenticità dei personaggi prevale per un finale di speranza.

La comunità messicana di una grande città americana (Los Angeles), tra il rispetto delle tradizioni e la voglia di modernità. La protagonista alle prese con una gravidanza inizialmente incomprensibile. Il film descrive bene i contrasti facendo leva sulle differenze generazionali, ma non "affonda" più di tanto sulla critica sociale, preferendo i toni di una commedia garbata ben diretta e dalla realistica ambientazione. Fuori luogo il titolo italiano. Bravi gli attori.