Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/09/08 DAL BENEMERITO CANGACEIRO
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Cangaceiro 10/09/08 12:53 - 982 commenti

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Tratto dalla vera storia di un fotografo romano che negli Anni Venti vide la sua vita rovinata dall'ingiusto arresto per pedofilia, attuato dal bieco e populista giustizialismo fascista, e il cui sacrosanto proscioglimento passò quasi sotto silenzio per espresso volere di Mussolini. Il caro Nino si cimenta nel suo ennesimo pezzo di bravura, riuscendo a vivere veramente il suo Girolimoni con un'interpretazione intensa e toccante, pervasa da quell'ironia amara che dà una dignità speciale al personaggio.

Brainiac 31/12/08 11:28 - 1083 commenti

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Film indimenticabile. Permeato da un'atmosfera claustrofobica narra la triste (vera!) vicenda del povero Girolimoni, incastrato dai poteri forti dell'epoca fascista per una serie di delitti che non aveva commesso. Grande Nino Manfredi. Il suo personaggio resta impassibile ed ironico, convinto della propria innocenza mentre lo spettatore, grazie alla calibrata regia di Damiani percepisce subito che è in atto una macchinazione spietata ai suoi danni. Fantastiche le scene degli interrogatori, dove Manfredi esterna la sua romanità bonaria e molto, molto amara. Lavia ha la faccia da matto vero.
MEMORABILE: "Strano, i maniaci manifestano il mancato sviluppo del sesso, lei invece è più che nella norma." - "Sì, ma nun se innamori che nun c'è niente da fa'"

Undying 10/04/09 00:52 - 3807 commenti

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Ispirato dal tragico errore investigativo su Girolimoni (interpretato da un grandissimo Nino Manfredi) narra della vicenda drammatica, con tanto di risvolto esistenziale infelice, di un pedofilo (iper: se la faceva addirittura con neonate) che, nei primi decenni del '900, a Roma abusò di (ed uccise) diverse bambine. La sobria, tragica e sofferta esperienza del "mostro" innocente viene resa da un Manfredi in stato di grazia, supportato dalla possente regia di Damiani (curiosità: allo script anche Fulvio Gicca Palli!) e da Lavia, killer patetico e destinato ad una fase catatonica irreversibile.

Enricottta 14/09/09 15:20 - 506 commenti

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La storia vera carica di tanti significati un film che supportato da un grande Manfredi (è fantastico a inventarsi un personaggio tutto suo e a renderlo più credibile del vero) e da una regia senza una sbavatura. Il soggetto, che più spinoso non si può definire, per pura storiologia lascera un po' perplessi vista la non perfetta aderenza dei tristi fatti, ma va bene così. La triste storia è una ferita mai rimarginata, figlia dell'Italietta del ventennio fascista. Girolimoni ancora oggi è ancora sinonimo di pedofilo.

B. Legnani 2/03/10 23:26 - 5523 commenti

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Cose buone e meno buone. Tiene bene a lungo, ma scivola nel finale. Narrazione sicura fino al 90°, Manfredi strepitoso e recitazioni di vaglia, come nel grande cinema italiano del tempo. Lascia perplessi questo: fin dove è lecito innestare cose inventate di sana pianta in un fatto di cronaca? Qui si esagera (non è vero che Girolimoni fu liberato sic et simpliciter, perché fu ufficialmente prosciolto) e non è vero che i giornali ebbero l’ordine di tacere la notizia, perché essa, per quanto in modo non vistoso, fu pubblicata. Un conto è far morire Hitler in un cinema (tutti sappiamo che non fu così), un altro conto è travisare fatti che lo spettatore non conosce.

Gugly 4/03/10 23:06 - 1185 commenti

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Storia molto libera di una famosa vicenda giudiziaria che può trovare triste eco anche ai giorni nostri. Il film funziona per tre quarti, ma incredibilmente non riesce a concludere la vicenda: se l'inizio con Carotenuto è folgorante e Manfredi come al solito a suo agio nei panni del dimesso "buonuomo", non ho compreso l'introduzione del personaggio Lavia la cui parabola si conclude senza spiegazioni logiche. Eppure il periodo storico è ben delineato, bella la musica... Incompiuto, come il personaggio del Duce.

Tnex 19/12/10 20:29 - 62 commenti

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Damiani quasi al meglio. Atmosfere cupe pur nella solarità di una Roma estiva dove il regime fascita vuole arrestare a tutti i costi un killer pedofilo. Storia di un errore giudiziario vero reinterpretato e in parte travisato in chiave cinematografica. E Manfredi è veramente bravo, in quel misto di ironia verso se stesso e verso le assurdità della burocrazia dittatoriale. Finale non completamente convincente.

Piero68 27/10/10 12:25 - 2955 commenti

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Damiani prende spunto da uno dei più clamorosi errori giudiziari del nostro Paese, accaduto durante il ventennio fascista, per confezionare una denuncia sociale di più ampio respiro. Avidità, carrierismo, fama di notorietà e mass-media usati come gogna, alcuni dei mali che hanno afflitto ed ancora affligono l'Italia, facendo soprattutto leva sull'ignoranza e sulla povertà del popolino. Ottima la sceneggiatura e la regia, con un cast ricco ed azzeccato. Da un giovanissimo Lavia ad un grandissimo Manfredi che giganteggia. Incredibilmente attuale!

John trent 3/10/10 11:01 - 326 commenti

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La vera e triste vicenda di Girolimoni, fotografo che negli anni del fascismo subì (innocente) una persecuzione per alcuni orrendi omicidi di bambine si avvale della superba interpretazione di un Manfredi intenso, perfetto e misurato, mai sopra le righe. La regia di Damiani è sempre asciutta e solida anche se in sceneggiatura vengono introdotti elementi e personaggi nella realtà inesistenti (Lavia e famiglia), probabilmente per "romanzare" meglio la storia e regalare almeno al pubblico un colpevole. Ma in realtà non andò così. Da vedere.
MEMORABILE: "Lo riconosco, è lui!" "Ma... ha indicato l'agente!"

Tomastich 15/06/11 11:04 - 1255 commenti

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L'Italia del fascismo, l'Italia superficiale (ieri come oggi), l'Italia degli errori (e orrori) giudiziari: alla cronaca del fatto vero, Damiano Damiani ma soprattutto Nino Manfredi aggiungono quella vena grottesca che eleva la pellicola a cult-movie. Lavia è magistrale (nelle poche scene in cui si vede), ma lo è pure Catenacci nel ruolo del Duce!

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Uomomite 19/07/11 05:27 - 174 commenti

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Quella di Girolimoni è una storia (qui abilmente romanzata dallo stesso regista con Enrico Ribulsi e Fulvio Gicca Palli) che parla del cinismo del potere ma anche di quello del popolo, di isteria, giustizialismo, ignoranza, controllo dei media, insomma una storia d'eterna attualità. La regia di Damiano Damiani è solida ma, come (quasi) sempre, stilisticamente irrilevante e senza picchi. Credibile la ricostruzione d'ambiente. Ma la vera forza del film è il cast: Nino Manfredi, Gabriele Lavia, Orso Maria Guerrini, Guido Leontini. Tutti in grandissima forma.

Von Leppe 12/09/11 15:32 - 1258 commenti

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Al di là della veridicità storica, che non può essere ricostruita fedelmente, soprattutto se c'è di mezzo la politica; il film è ben fatto, soprattutto nella parte iniziale, più terribile, dove si vede la violenza cieca dei linciaggi, la falsità e sopratutto Lavia con la faccia d'angelo che nasconde un demonio. Interessante il pesonaggio della madre che per amore (?) del figlio è quella che fa il male peggiore. Bello anche il finale dopo una parte dagli ambienti più raffinati. Manfredi recita nel suo stile da commedia ma non smorsa l'indignazione.
MEMORABILE: La scena della neonata nel letto.

Caesars 2/11/11 11:11 - 3778 commenti

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Damiani racconta una triste vicenda svoltasi nella Roma dell'epoca fascista: un pedofilo violentò e uccise alcune bambine (anche neonate) e del fatto fu, ingiustamente, accusato Girolimoni. Il problema del film è nella sceneggiatura che non solo individua un colpevole certo, quando in realtà tale colpevole non fu mai ufficialemte scoperto, ma lascia molto in sospeso i conti con esso. Per il resto la pelicola è diretta con mano sicura e vede in Manfredi interprete più che idoneo. Direi **!

Gestarsh99 8/08/12 20:43 - 1395 commenti

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L'infangante complotto poliziesco che durante il Ventennio trasformò l'innocente Girolimoni in un mostro assassino di bambine. Più che la campagna denigratoria di un giornalismo servile e ricattato, Damiani mette a nudo l'imbarazzo di un regime sull'orlo del discredito reputazionale e addita il passaparola forcaiolo di una vox populi repressa e affamata di linciaggio. Commedia drammatica di sghemba irregolarità, sderenata da un saliscendi di quadri e registri spesso scollati tra loro, in cui la tensione caricaturale si riversa palliativamente in un Mussolini poco più che fantoccesco, come pure nella stridente performance demistificante del rassegnatissimo Manfredi.
MEMORABILE: Il laido e spiritato Lavia che rivolge le sue deviate attenzioni pedofile sui piedini della piccolissima figlia della serva di famiglia...

Dusso 2/10/12 08:52 - 1566 commenti

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Damiani (uno dei miei registi preferiti) dirige bene questo dramma, quasi 120 minuti che scorrono via lisci con un grande cast impreziosito dall'interpretazione di Manfredi (ma altri non sono da meno, vedi Catenacci come Mussolini). Film crudele non facile da giudicare, ottima la ricostruzione dell'epoca.

Nando 24/10/12 19:49 - 3810 commenti

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L'incredibile vicenda dell'innocente Girolimoni narrata con il solito e coerente stile cronachistico da Damiani. Le atmosfere sono torbidamente asciutte e misurate ma trasudano il dubbio. Manfredi regala un'interpretazione sofferta e intensa come pochi hanno saputo fare.

Liv 23/10/12 15:28 - 237 commenti

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Grande prova di Nino Manfredi, da mattatore; e grande anche la sceneggiatura. Dell'epoca del film si notano il voyeurismo e l'altra grande ossessione, la rivisitazione storica del fascismo. È chiaro che non è un film documentaristico: la cronaca è una cosa, la letteratura è un'altra e il cinema un'altra ancora (e la realtà è sempre un prestesto). Lasciando in pace l'anima del vero Girolimoni e la poca nostalgia che ho per gli anni '70, è un film che rivedrei fra qualche tempo.

Homesick 12/11/12 16:44 - 5737 commenti

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Un fatto di cronaca del passato (Girolimoni) si riaggancia ad uno contemporaneo (Valpreda) per un icastico spaccato sugli arbìtri delle forze dell’ordine e l’asservimento della stampa. Manfredi è straordinario nel tracollo kafkiano dell’ambiguo protagonista, a lungo tenuto in sospeso tra cinismo e persecuzione e tra innocenza e colpevolezza; non meno esemplare la resa visiva naturalistica della Roma borgatara in cui agisce il pervertito killer Gabriele Lavia. Fumettistico ma indovinato il Mussolini di un Luciano Catenacci quasi irriconoscibile.
MEMORABILE: Le ciniche risposte di Manfredi durante l’interrogatorio; il prete tedesco adescatore di bambine.

Nicola81 12/11/12 18:39 - 2840 commenti

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Fosse inventato di sana pianta sarebbe un gran bel film. Invece è ispirato a un autentico e clamoroso fatto di cronaca, dal quale si discosta troppo liberamente e gratuitamente. Regia e sceneggiatura di buon livello; Manfredi, in una delle sue migliori interpretazioni, carica di amara ironia il suo personaggio e anche il nutrito cast di contorno è indubbiamente valido (ma Catenacci è un Mussolini un pò goffo). Pur perdendo qualche colpo nel finale la visione la merita, ma non prima di essersi informati sulla vera vicenda di Girolimoni.
MEMORABILE: Le battute di Manfredi; Il personaggio di Alighiero, unico poliziotto a non sposare ciecamente la tesi della colpevolezza di Girolimoni.

Motorship 23/11/12 17:14 - 585 commenti

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Grande film dell'altrettanto grande Damiano Damiani su un personaggio realmente vissuto e un fatto di cronaca realmente accaduto. Straordinaria interpretazione di un superbo ed intenso Nino Manfredi che dà un impronta magistrale al suo personaggio, così come anche il resto del cast (Catenacci nei panni di Mussolini in primis) funziona davvero alla grande. La ricostruzione dell'epoca fascista è davvero suggestiva così come importante è la colonna sonora del film. Un film davvero molto notevole per tanti aspetti.

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Saintgifts 2/01/13 19:38 - 4098 commenti

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In questo film di mostri ce ne sono davvero tanti e così come è stata romanzata la storia vera, il peggiore dei mostri non è quello che uccide le bambine. La prima parte è senz'altro la migliore: utti i tasselli vengono messi nel giusto ordine e nei tempi giusti. Poi però c'è troppa carne al fuoco che, anche se abbastanza pertinente, risulta difficile da gestire: qualcosa va bruciacchiato. Le figure politiche e poliziesche sono un po' troppo caricaturali, ma rendono l'idea. Finale difficile, ma se ne capisce l'intenzione ed è perciò apprezzabile.

Il Dandi 5/01/13 02:38 - 1917 commenti

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Il caso Girolimoni non è quello di Jack Lo Squartatore: è troppo recente, troppo italiano (al punto di aver generato un eponimo da un accusato innocente), ancora troppo vicino a noi per non giudicare un film come questo senza soppesarlo con il fascino morboso con cui raccogliamo la sfida intellettuale di voler ricostruire la vicenda reale. Ma il film non si propone questo (al punto di omettere il commissario Dosi, personaggio-chiave in una potenziale ottica thriller-giudiziaria) per realizzare il ritratto, appassionante, di una condizione umana. Eccelso Manfredi.
MEMORABILE: Il signorile disincanto con cui Girolimoni affronta gli interrogatori, beffando il vecchio commilitone e rifiutandosi di compromettere un'ex amante.

Gabrius79 13/11/13 00:06 - 1420 commenti

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Buon film di denuncia di un fatto accaduto all'epoca del fascismo diretto con mano sicura da Damiano Damiani e interpretato magistralmente da Nino Manfredi. La parte iniziale è un po' prolissa e Manfredi arriva dopo un bel pezzo, ma poi il coinvolgimento sale grazie alla sua grande prova, arguta e ironica.

Daniela 12/11/14 10:55 - 12621 commenti

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Nella ricostruzione di questo famoso caso di cronaca nera della Roma del ventennio, Damiani non si risparmia su nessun fronte: protervia poliziesca del regime, acquiescenza complice dei giornali, isteria popolare, risvolti politici (la pena di morte da utilizzare anche contro gli oppositori politici). Molta, troppa carne al fuoco, ed anche qualche discutibile forzatura nella ricostruzione dei fatti, però anche un notevole impatto drammatico, potenziato dall'interpretazione ironica e risentita di Manfredi, che fa riflettere sui tanti "mostri" che continuano a esserci periodicamente propinati.

Rambo90 12/09/15 17:03 - 7675 commenti

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Uno splendido film su un triste fatto di cronaca italiana. Damiani riesce a rendere benissimo il personaggio Girolimoni affidandosi a un Manfredi in una delle sue prove più intense e riuscite. La ricostruzione d'epoca è accurata, la trama coinvolgente e tutto il cast offre prove convincenti (su tutti la breve apparizione iniziale di Carotenuto). Buona anche la colonna sonora. Da non perdere.

Vitgar 15/09/15 10:08 - 586 commenti

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Buon film "documento" sulla storia del "mostro Girolimoni". Girato nel 1972, con una Damiani che lancia l'ennesima provocazione al suo tempo. Riguardo la vicenda di Girolimoni c'è qualche libertà di troppo nel racconto, ma il film è ben condotto e raggiunge bene lo scopo prefisso: dimostrare quanto la stampa e l'opinione pubblica abbiano una superficialità di giudizio e una miopia preoccupanti. Buoni il cast, con Manfredi in grande forma, e la colonna sonora di Ortolani.

Rocchiola 14/06/16 11:25 - 953 commenti

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Discreta ricostruzione di un fatto di cronaca nera dell'epoca fascista, che grazie all'inserimento immaginario del vero assassino (nella realtà mai scoperto) diventa una specie di thriller realistico nello stile di Rillington Place. Certo Damiani non va tanto per il sottile e la rappresentazione del popolo romano è eccessivamente grezza e volgare, ma la denuncia della stupidità della dittatura fascista lascia il segno. Lavia assassino difeso dalla madre anticipa, ribaltandolo, il suo personaggio di Profondo rosso. Manfredi piuttosto misurato.
MEMORABILE: Il tentato linciaggio di Carotenuto; Lo sguardo di Lavia alla bambina sul letto; Manfredi mendicante nel finale; Gli interventi di Mussolini.

Rufus68 11/09/16 17:36 - 3825 commenti

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L'inizio del film è sin troppo strillato. Trova un suo equilibrio solo con l'entrata in scena di Manfredi, il cui personaggio oppone il proprio sarcasmo al vetriolo alla macchina monolitica ed eterodiretta del potere giudiziario e giornalistico. Damiani usa le armi del grottesco nel suo pamphlet anche se non riesce mai ad attingere a una drammaticità davvero espressiva (e la rappresentazione del fascismo appare di routine). È rilevante, tuttavia, il gran concerto di attori e la forza della denuncia che travalica il caso contingente.

Bubobubo 5/09/18 10:14 - 1847 commenti

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Chi dovesse pensare sia mai esistita una fantomatica "età dell'oro" in cui l'uomo smetteva per un attimo i panni dell'uomo è gentilmente rinviato alla seguente visione. Il tribunale mediatico affila le armi: il popolino crasso e ignorante beve (non solo metaforicamente) il sangue delle vittime e coltiva l'ambizione malsana dei quindici minuti di popolarità sulle proprie tragedie; il potere, grande burattinaio fantasma, nell'ombra sghignazza. Nel carnaio una sola allegoria, quella del gigantesco (e romanzato) Manfredi-Girolimoni.
MEMORABILE: La finta confessione, un monologo di assoluto virtuosismo manfrediano: Il "riconoscimento" dell'alunna bugiarda; Il finale.

Paulaster 29/12/22 18:15 - 4389 commenti

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La polizia fascista colpevolizza un innocente di essere un serial killer di bambine. Fatto realmente accaduto in cui la regia dà importanza ai connotati politici dell’epoca (con un filo di enfasi di discredito) e all’interpretazione senza sbavature di Manfredi. Quest’ultimo è agevolato anche dall’avere dialoghi arguti e di finezza ironica. Fu uno dei primi casi di fake news con conseguenze sociali al séguito. La parentesi sul vero colpevole appare fin troppo accentuata, e Lavia calca in modo teatrale. Ben argomentati il potere della stampa e la sottotraccia sulla pena di morte.
MEMORABILE: Il vetturino suicida; La bambina che indica l’impiegato al confronto; Il prete tedesco pedofilo.

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Cerveza 26/05/23 11:51 - 358 commenti

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L'incredibile storia di Girolimoni, un nome che conserva un indelebile alone d'infamia; la vittima emblematica di un'opinione pubblica forcaiola che si nutre di mostri per espiare i propri peccati. Damiani romanza, integra e politicizza, ma dipinge perfettamente certo popolo isterico, meschino e opportunista, che abboccherebbe a qualsiasi propaganda, in qualsiasi epoca. Sublime la romanità sardonica di Manfredi. Accurate ambientazioni e caratterizzazioni: il vetturino Carotenuto, il morboso Leontini, la sguaiata Pescatori; un po’ eccessivo Mussolini: pare un busto in cartapesta.
MEMORABILE: Il suicidio del vetturino; La finta confessione al brigadiere; La bambina mitomane; Gli omicidi descritti dall’infermiere; L’esame dei genitali.

Mattatore 2/07/23 16:59 - 79 commenti

I gusti di Mattatore

L'ottima e piacevolmente romanzata pellicola di Damiani ripercorre con grande efficacia narrativa - e avvalendosi di una splendida ricostruzione dell'epoca - la deplorevole vicenda di Gino Girolimoni, fotografo onesto e benestante ingiustamente accusato dello stupro e omicidio di sette bambine nel cuore degli Anni Venti. Il protagonista del doloroso caso trova in Manfredi una malleabile e vivace umanità dalle sfaccettature autoironiche e irresistibilmente sarcastiche nella prima parte e dal forte carico drammatico e rassegnato nella seconda. Perde vigore e ritmo verso il finale.
MEMORABILE: La splendida ed acuta vis comica di Manfredi; I caotici rioni romani; La madre ed il vero mostro; Le prime accuse contro Gino; Il triste finale.

Keyser3 28/12/23 22:46 - 444 commenti

I gusti di Keyser3

Buon lavoro di Damiani, che si inserisce negli anni dei grandi film politici dell'autore. Il tono è quello della tragicommedia, in cui le parti umoristiche sono ovviamente affidate a Manfredi, più in spolvero che mai. Del resto, ciò che interessa maggiormente è l'analisi della psicosi del popolo e della costruzione a tavolino del mostro, che Bellocchio nello stesso anno affrontò in modo altrettanto efficace. Lunga serie di caratteristi, con tanti nomi cari a Damiani; consistente il ruolo sostenuto dall'ineffabile Nicastro.
MEMORABILE: Il suicidio di Carotenuto; In questura: "E' qui che si fanno vedè li cazzi?".
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  • Homevideo Rocchiola • 14/06/16 11:27
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Ottima edizione adeguatamente restaurata da avere anche perché per via delle tematiche scabrose, il film è ormai sparito dai palinsesti televisivi, per cui il DVD è l'unico modo per vederlo !!!!
  • Discussione Il Dandi • 23/06/18 13:49
    Segretario - 1488 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Undying ebbe a dire:
    e l'anno seguente per Girolimoni, il Mostro di Roma (quest'ultimo diretto da Damiano Damiani ed ispirato ad un tragico errore giudiziario).


    Premesso che umanamente parlando, nel caso specifico, le cose cambino ben poco, se è vero che:
    “È errore giudiziario condannare una persona innocente.
    È errore giudiziario assolvere una persona colpevole”

    ...il caso Girolimoni fu un errore investigativo, non giudiziario, perché Girolimoni in Tribunale venne assolto.


    Posto che è questione di lana caprina ai limiti dell'off-topic, rileggendo con interesse questo antico intervento devo rilevare che:

    - "Un errore giudiziario è la sanzione, detentiva o pecuniaria, per una persona che non ha commesso il reato di cui è accusato" (dunque non necessariamente una condanna definitiva, ndr.)

    - Gino Girolimoni non venne assolto in tribunale, bensì prosciolto dalle accuse (senza clamore) dopo undici mesi di ingiusta carcerazione preventiva (ampiamente pubblicizzata).


    Se io senza sapere nulla del caso in questione leggessi "errore investigativo" penserei ad investigatori (della polizia giudiziaria appunto) che perdono il loro tempo su una falsa pista e nulla più.

    La definizione di "errore giudiziario" è senz'altro l'unica calzante al caso e difatti quella comunemente utilizzata in tutta la letteratura sull'argomento.
  • Discussione B. Legnani • 23/06/18 18:13
    Pianificazione e progetti - 14947 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:



    Se io senza sapere nulla del caso in questione leggessi "errore investigativo" penserei ad investigatori (della polizia giudiziaria appunto) che perdono il loro tempo su una falsa pista e nulla più.



    Ma è successo esattamente questo...
  • Discussione Il Dandi • 23/06/18 23:15
    Segretario - 1488 interventi
    Onestamente: un errore investigativo è un avviso di garanzia, undici mesi di carcere sono un errore giudiziario, oltre che una storica vergogna nazionale.

    Poi se vogliamo che chi legge si illuda che nel caso Girolomoni sia andato perduto solo del tempo, e solo quello degli inquirenti, fate vobis. Per fortuna tutta la letteratura esistente "sbaglia".
    Ultima modifica: 24/06/18 07:10 da Zender
  • Discussione B. Legnani • 23/06/18 23:22
    Pianificazione e progetti - 14947 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:


    Poi se vogliamo che chi legge si illuda che nel caso Girolomoni sia andato perduto solo del tempo, e solo quello degli inquirenti, fate vobis.



    Ma io non ho mai detto questo, ci mancherebbe altro.
    Ultima modifica: 23/06/18 23:22 da B. Legnani
  • Discussione Il Dandi • 24/06/18 11:23
    Segretario - 1488 interventi
    Mi scuso per l'ostinazione, veramente, ma visto che il bisogno di aprire questa querelle l'hai sentito tu devo eccepire che la sfumatura che tu prediligi (errore investigativo vs. giudiziario) pare riduttiva e rischia (involontariamente, per carità) di ridimensionare il carattere della vicenda.

    p.s. Devo comunque ammettere che dividersi sul caso Girolimoni mentre il resto del paese battibecca su Stefano Cucchi, ha del grottesco che solo sul davinotti poteva essere possibile.
    Ultima modifica: 24/06/18 12:55 da Il Dandi
  • Discussione Gugly • 24/06/18 11:55
    Portaborse - 4710 interventi
    Girolimoni è stato in prigione, quindi mandato libero senza squilli di tromba.
    Casi che si ripetono.
  • Discussione Il Dandi • 24/06/18 12:57
    Segretario - 1488 interventi
    Gugly, vorrei sapere se secondo il tuo parere di avvocato la definizione comunemente usata di "errore giudiziario" è da considerarsi erronea.
  • Discussione Gugly • 24/06/18 13:05
    Portaborse - 4710 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    Gugly, vorrei sapere se secondo il tuo parere di avvocato la definizione comunemente usata di "errore giudiziario" è da considerarsi erronea.

    Se un soggetto viene ristretto nella propria libertà e in seguito riconosciuto innocente, si parla di errore giudiziario.
  • Discussione B. Legnani • 24/06/18 19:05
    Pianificazione e progetti - 14947 interventi
    Gugly ebbe a dire:
    Il Dandi ebbe a dire:
    Gugly, vorrei sapere se secondo il tuo parere di avvocato la definizione comunemente usata di "errore giudiziario" è da considerarsi erronea.

    Se un soggetto viene ristretto nella propria libertà e in seguito riconosciuto innocente, si parla di errore giudiziario.


    Ubi major...