Hank Moody è uno scrittore di successo che, dopo aver smarrito compagna, figlia e ispirazione, si trova a vagolare di letto in letto sullo sfondo di una Los Angeles accondiscendente, tra squillo, ladre psicopatiche, minorenni e perversioni di ogni risma. Californication offre molti spunti e fila liscio perdendosi solo nel finale: dopo 11 episodi all'insegna del "politically incorrect", l'ultima mezzora di girato vira brutalmente nel peggiore degli happy endings. E, finalmente, Duchovny convince anche al di fuori del caldo guscio di X-Files.
MEMORABILE: Al confronto, Sex & The City sembra un documentario delle Orsoline!
Serie divertente e spassosa, arricchita da ottimi dialoghi e da un piacevole tocco trasgressivo. Il livello rimane costante (alto) per tutte le puntate e nonostante un finale un po' forzato non si può non rimanere soddisfatti. Geniale la scelta di David Duchovny come protagonista, assolutamente convincente anche in un ruolo per lui inedito.
Vedibile, ma nulla di che. La serie si segnala per la voglia di trasgredire parlando in modo esplicito (sia a parole sia con nudi di attori/attrici) di tematiche sessuali e non solo. David Duchonvy è convincente, anche se come già detto la serie non è troppo originale (almeno a mio avviso).
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DiscussioneZender • 30/09/09 18:11 Capo scrivano - 47802 interventi
In forma mi sembra un po' tantino: rispetto a quella di Brivido caldo ci sono mooolti chili in più...
Zender ebbe a dire: In forma mi sembra un po' tantino: rispetto a quella di Brivido caldo ci sono mooolti chili in più...
Che ti devo dire? L'atrite reumatoide può ridurre una bell'attrice così come hai visto. Kathleen Turner ha un coraggio da leoni, sfrutta la sua malattia a suo vantaggio, e lo può fare, visto che è un'attrice che sa recitare e bene!
Vista la terza stagione. Nonostante per Californication sia ancora assente la suddivisione interna per stagioni, copio qui il commento:
CALIFORNICATION STAGIONE 3
Una terza stagione con partenza all'altezza delle due precedenti, con battute strepitose, gag sessuali e risate a tutto spiano, ma che cala bruscamente a col passare degli episodi toccando il fondo con alcuni passaggi da pochade di bassa lega. Il tutto si risolleva però in un finale amaro e non scontato, che riporta la serie a livelli dignitosi. OST variegata, cui prende parte anche l'immancabile Rocket Man di Elton John. In definitiva una stagione comunque da vedere, anche solo per i meravigliosi duetti Handler-Turner (spassosissima).
voto:**!
DiscussioneZender • 26/10/12 15:27 Capo scrivano - 47802 interventi
Ok, creata la pagina e inserito tutto, grazie Deep!
Zender ebbe a dire: mai più avrei pensato che una serie costruita comunque per la massa e destinata al mercato televisivo (non dimentichiamolo) potesse spingersi così oltre!
...e non hai visto niente, credi. è prerogativa di tutte le serie spingersi laddove nemmeno le aquile del cinema osano quasi più. se vai a vedere cose della levatura di nip/tuck, hannibal o oz (e sparo solo le prime tre che mi sovvengono a caldo, ma i titoli sarebbero moltissimi) rischi di farti operare alla mascella per quanto ti si sloga e cade verso le ginocchia dallo stupore. per dire, shameless, quanto ad azzardo contenutistico e grafico si spinge a livelli da far sembrare casa vianello questa serie (che a scanso di equivoci ho trovato molto valida e non ha certo la lingua irsuta)...
Matalo! ebbe a dire: lo scrittore senza ispirazione(diciamolo,senza talento...questo luogo comune della crisi di idee non esiste se non al cinema, gli scrittori le idee se le fan venire scrivendo non viceversa)è una figura trita, specie quella accompagnata da narcisismo,sesso selvatico,whiskey,infantilismo.
al di là del fatto che quanto a iconicità credo ti sia sfuggita l'ironia referenziale del nome, se posso darti ragione sul vecchio adagio dell'appetito che vien mangiando non è comunque affatto vero che la sindrome del foglio bianco sia un cliché prettamente cinematografico che non colpisce i creativi nella vita reale (ha colpito anche king, per dirne uno che non è proprio di primo pelo), o che in questa non esistano i bohemien... ne esistono tanti col famigerato blocco, non per niente nel ramo esistono i ghostwriters e i portaborse...
Hackett ebbe a dire: Del resto, anche il mondo delle serie tv è abbastanza intasato e non prodigo di idee nuove...
gli ultimi 10 anni di serie sembrano aver dimostrato il contrario, dato che a stringere sono davvero poche quelle brutte, e comunque non è certo nel cosa che ha luogo la novità, quanto nel come.
DiscussioneMatalo! • 22/01/16 13:37 Call center Davinotti - 614 interventi
Schramm ebbe a dire: Matalo! ebbe a dire: lo scrittore senza ispirazione(diciamolo,senza talento...questo luogo comune della crisi di idee non esiste se non al cinema, gli scrittori le idee se le fan venire scrivendo non viceversa)è una figura trita, specie quella accompagnata da narcisismo,sesso selvatico,whiskey,infantilismo.
al di là del fatto che quanto a iconicità credo ti sia sfuggita l'ironia referenziale del nome, se posso darti ragione sul vecchio adagio dell'appetito che vien mangiando non è comunque affatto vero che la sindrome del foglio bianco sia un cliché prettamente cinematografico che non colpisce i creativi nella vita reale (ha colpito anche king, per dirne uno che non è proprio di primo pelo), o che in questa non esistano i bohemien... ne esistono tanti col famigerato blocco, non per niente nel ramo esistono i ghostwriters e i portaborse...
ME FIDO!
DiscussioneMatalo! • 1/02/16 14:51 Call center Davinotti - 614 interventi
al di là del fatto che quanto a iconicità credo ti sia sfuggita l'ironia referenziale del nome, se posso darti ragione sul vecchio adagio dell'appetito che vien mangiando non è comunque affatto vero che la sindrome del foglio bianco sia un cliché prettamente cinematografico che non colpisce i creativi nella vita reale (ha colpito anche king, per dirne uno che non è proprio di primo pelo), o che in questa non esistano i bohemien... ne esistono tanti col famigerato blocco, non per niente nel ramo esistono i ghostwriters e i portaborse...
No, non mi è sfuggita. Ma stiamo parlando di cliché cinematografici. Non della vita reale. E' un'illusione pensare che esista chi fa tutto da solo; ogni artista maggiore ha un mondo intorno a sè, da cui attinge e "ruba". Ci son le giornate in cui non sai cosa scrivere come quelle in cui se non prendi le prugne non vai di corpo. Ma chi è scrittore scrittore resta, blocco o non blocco. Meglio un blocco notes in tasca, non si sa mai.
Matalo! ebbe a dire: No, non mi è sfuggita. Ma stiamo parlando di cliché cinematografici. Non della vita reale.
appunto. sei tu che hai piallato sull'impossibilità che nella vita reale ci possano essere scrittori simili. mentre al cinema si spera che tutto sia ancora permesso. col tutto che, se vogliamo lavorar di sfondamento della vita reale nel cinema e viceversa, esistono eccome scrittori simili: il referente nominale di hank è difatti proprio quel bukowski che nella vita reale è stato mediamente prolifico (specie se tra i fumi dell'alcool o in hangover) ma che pure di blocchi simili ne ha conosciuti a badilate. occhio peraltro anche al cognome di hank, che contrassegna il modo in cui viene dipinto. e ad ogni buon conto lungo tutta la serie ha più volte modo di valicare il famoso blocco, non è mica vero che lo vediamo in panne creativa per tutta la serie.