Giochiamo a chi cambia più volte le carte in tavola? Benissimo, però la cosa ha poco a che fare con il cinema, se non si usano le giuste dosi. Si spezza la complicità con lo spettatore, si gioca sporco, la credibilità va a farsi benedire e non resta che un continuo ribaltamento di situazione stucchevole in cui l'unico scopo è spiazzare chi guarda, divertendosi a muovere le pedine sulla scacchiera senza il vero desiderio di disegnare una storia. E dire che McNaughton sembrava aver azzeccato finalmente un buon film, dopo il mai più replicato exploit di HENRY - PIOGGIA DI SANGUE: ben scelti i personaggi e l'ambientazione, buona la...Leggi tutto recitazione di un cast senza grossissimi nomi ma assemblato con intelligenza (fa fede l'ottimo Bill Murray come avvocato difensore, strepitoso al processo), professionale la confezione e regia gradevole, che accompagna la vicenda senza mai voler strafare ma mantenendo alta la soglia d'attenzione. Sembra che tutto si concentri sull'accusa di stupro rivolta a un insegnante piacente (Matt Dillon) da una sua studentessa ricca e a dir poco avvenente (Denise Richards), figlia di una delle persone più influenti del sud della Florida (Theresa Russell), ma presto si capisce che il processo e la soluzione sono solo l'inizio del vero intreccio, che prevede appunto ripetuti colpi di scena a lungo andare destinati a disgustare; almeno chi non accetta che tutto sia subordinato al giochino sotteso alla complessa trama, in cui lo scopo principale è ingannare lo spettatore per farlo gridare di sorpresa quante più volte possibile. C'è chi apprezza, certo, e non si può dire che non sia stato fatto uno sforzo per far collimare i dettagli, ma ciò non elimina la patina di artificiosità che inficia ogni parvenza di realismo. Più ci si avvicina al finale, più scade l'interesse verso le turbinose evoluzioni della vicenda, ché tanto il meccanismo lo si è bello che capito. Kevin Bacon poliziotto mastino sa convincere, Neve Campbell (nota "Scream" queen della saga horror craveniana) non demerita, ma a ben vedere l'idea migliore è quella che segue il "The end", in cui ci vengono mostrate molte delle scene di cui nel film si parla senza che le si sia viste (qualcosa di simile lo ritroveremo, creativamente ancor meglio realizzato, in UNA NOTTE DA LEONI).
Sembra di assistere alla versione moderna di un giallo di Lenzi degli anni Sessanta: personaggi avidi e viziosi, erotismo (anche saffico), complotti e controcomplotti, simulazioni, colpi di scena a raffica… Ci sono molte forzature ai limiti della parodia e il sesso è patinato, ma la regia è professionale e la confezione accurata con diversi scenari (metropoli, paludi, spiagge tropicali). Cast notevole con Dillon diabolico e impassibile, la Campbell tossica e Murray avvocato esagitato. Attenzione: il film continua anche durante i titoli di coda!
Il grande pregio del film è quello, piuttosto diffuso, della maggior parte della filmografia americana anni '90: intrattiene con successo e si guarda fino alla fine senza problemi e con un pizzico di curiosità. Ci riesce nonostante una trama che diventa chiara dopo mezz'ora e interpreti discutibili, forse più belli che bravi. Il sapore è quello del film per la tv (come del resto saranno i seguiti), non proprio un risultato eccellente per un prodotto cinematografico.
Denunciato per molestie sessuali da una sua ricchissima studentessa, con la complicità di un'altra adolescente sbandata, un professore di un college della Florida faticherà non poco per dimostrare la sua innocenza, anche perché un poliziotto sembra avercela proprio con lui. Ma la faccenda è molto più complicata ed i colpi di scena continuano anche nei titoli di coda. Inverosimile nello svolgimento, questo thriller patinato risulta comunque divertente, anche per la vena ironica (evidente nel personaggio dell'avvocato). Efficace tutto il cast.
MEMORABILE: I titoli di testa, con un suggestivo sottofondo musicale.
Thriller mainstream dalla luccicante confezione patinata, adatto al grande pubblico nonostante le venature erotiche e i personaggi brutti, sporchi e cattivi. Il giochino però funziona più che discretamente, grazie al bel cast in parte e ad una cervellotica ma appagante storia che non lesina ritmo, personaggi interessanti e plurimi colpi di scena/cambi di prospettive (che peraltro continuano -simpaticamente- anche nei titoli di coda). Piuttosto divertente!
Thriller di livello medio, a tratti decisamente godibile. La verosimiglianza abita altrove, ma il meccanismo funziona alla grande, con un alcuni riusciti cambi di registro (prima teen-movie, poi giudiziario, in seguito sexy-thriller) e un'ottima quantità di colpi di scena (disposti secondo un moto progressivamente accelerato), almeno in tre casi in grado di spiazzare. Complessivamente discreto il cast (i migliori la Campbell e, ovviamente, Murray, nemmeno paragonabile con gli altri). Confezione un po' troppo modaiola, ma lo spasso è garantito.
MEMORABILE: L'ultimissima sequenza del film, durante i titoli di coda.
Sono rimasta positivamente sorpresa da questo film godibile e a tratti sorprendente. Inizialmente l'intreccio sembra piuttosto chiaro, ma tutto si complica man mano. Sorpresa al finale, quando si scopre la vera mente che ha orchestrato il tutto. Cast d'eccezione con Bill Murray in testa.
Un simpatico incrocio di colpi di scena, condotto con mano leggera ma anche troppo semplicistica. È vero che calcare la mano sul noir lo avrebbe forse falsato, ma così rimane ostentativo e superficiale nei personaggi. Inoltre, il continuo rimescolare delle carte alla lunga produce scetticismo, io l'avrei fatto finire prima della barca. Le cose migliori? I titoli di testa, sontuosi, Murray come avvocato e la diva in calore interpretata dalla Russell.
Thriller concatenato che si avvale di numerosi e improvvisi colpi di scena che conducono a un finale insperato e personalmente poco soddisfacente; tuttavia l'arcano è discretamente congegnato e gli interpreti, a cominciare dai laidi Bacon e Dillon, appaiono appropriati. Qualche scena saffica di morboso impatto visivo.
Film diviso in due parti ben distinte: una prima parte didascalica e introduttiva ai personaggi, una seconda invece eccessivamente cervellotica e con un sacco di colpi di scena che cambiano lo scenario fin troppo spesso. Questo però non vuol dire che giovi appieno alla pellicola, anche perché regia e cast non sono proprio il top e per reggere certi colpi di scena ci vuole una certa perizia. Personalmente preferisco la prima parte, anche perché nella seconda la sceneggiatura forza troppo la mano e cade nel ridicolo involontario. Potabile.
Niente è come sembra. Potrebbe essere questo l'assunto di base del film, che gira molto bene fino al primo grande e inaspettato colpo di scena per poi via via perdersi in un turbinio di colpi a effetto e voltafaccia stucchevoli, oltre che improbabili. La prima parte invece era stata di mirabile veridicità. L'atmosfera calda della Florida, con tanto di paludi e coccodrilli come ne La giusta causa, si mescola al clima paranoico ed erotico che contagia i vari personaggi. Tra tutti spicca la Campbell, magnetica e tormentata bad girl con sorpresa finale.
MEMORABILE: La scena lesbo in piscina con la Campbell al massimo della sua carica erotica.
Bel colpo per McNaughton, che realizza un sexy-noir avvincente, nonostante le due ore di durata; se il primo colpo di scena è efficace, il secondo spiazza del tutto; da lì in poi l'intreccio si fa un po' troppo inverosimile e pulp, ma comunque ci si diverte. Cast eccellente, coi sempre bravi Dillon e Bacon, un Murray perfetto e le due bombe sexy Richards e Campbell, quest'ultima con un look stile bad-girl da sturbo assoluto. Molto buone location, fotografia e musiche, ben studiati i cambi di registro della vicenda; decisamente notevole!
La vicenda riserva diversi colpi di scena, quasi che lo sceneggiatore, una volta iniziato il ribaltamento di situazioni e di caratteristiche dei protagonisti, ci abbia preso gusto continuando nel gioco, peraltro divertente. Il cast, notevole per bellezza e abilità, sostiene bene i diversi risvolti; completa lo spettacolo una buona confezione e location caratteristiche. Un prodotto quindi da gustare, al di là della sua credibilità, ultima cosa a interessare una volta entrati in un vortice che contempla, come racconta il titolo, sex and crimes.
Che sotto ci sia il "trucco", e forse anche più di uno, è evidente sin dall'inizio
ma per capire di cosa si tratti bisogna attendere fino alla fine, visti i tanti colpi di scena che riserva una sceneggiatura non sempre centrata e verosimile. Però
ritmo e tensione sono discreti, un po' di erotismo c'è (sebbene patinato) ed il risultato finale è buono. Ciò rende il film consigliabile anche a chi non ami particolarmente il genere, per passare un po' di tempo gradevolmente.
Giochino a incastro che parte lento per poi inanellare una serie di colpi di scena che regalano tensione e divertimento insieme (domandandosi chissà ora che succede). Il ritmo è da giallo ma atmosfere e location sono da torbido thriller, ed è questa doppia anima a tenere incuriosito lo spettatore, con interpretazioni convincenti da parte di tutto il cast (in particolare Bacon e Murray) e un pizzico di erotismo che non guasta. Il susseguirsi di twist potrebbe stufare ma se si guarda con il giusto piglio si gusta davvero tanto.
Dopo l'inizio nei bassifondi di Henry e un paio di buoni film indipendenti, McNaughton approda al cinema mainstream realizzando un thriller erotico che ha tutti i cliché del genere ma senza svendersi totalmente alle masse. Al di là dei reiterati e comunque riusciti colpi di scena, è la sequela di personaggi avidi e amorali a colpire nel segno, specchio di una società in declino e priva di riferimenti etici. In fondo gli uomini sono come gli alligatori che si aggirano in cerca di prede nel suggestivo scenario caldo e paludoso della Florida.
MEMORABILE: La Richards che lava la jeep del professore; L'avvocato Murray che sembra l'avvocato Willie Gingrich del Wilderiano Non per soldi... ma per denaro.
Ecco l’ennesimo thriller in cui il professore buono (e bòno) viene accusato di violenza sessuale dalla ricchissima, viziosa e procace liceale di turno. Come uscirne se non grazie alla figura stereotipata dell’unico avvocato disposto a difenderti, perché sufficientemente dotato di incoscienza e follia? Verrebbe da pensare così, nella prima mezz’ora del film. E invece. La trama vira verso altre direzioni e si impenna con colpi di scena che, pur se forzati, catturano e divertono fino ai titoli di coda (compresi). Cast efficace, in cui Bacon e Dillon spiccano.
Raro esempio di thriller erotico in cui l'intrico giallo e il sex appeal delle immagini sono perfettamente bilanciati. Lo script, inverosimile ma solido, trabocca di colpi di scena sorprendenti e tiene col fiato sospeso fino all'ultimo twist. McNughton sa bene che anche l'occhio vuole la sua parte e non osa smorzare la sensualità del suo cast. Ma c'è ben poco di gratuito: l'erotismo è parte integrante della vicenda e del clima in cui essa si svolge, per cui le nudità e i dettagli maliziosi sono più accostabili a un mezzo che a un fine. Buono.
MEMORABILE: Bill Murray nel Sauleggiante ruolo di avvocato truffaldino; I conturbanti rapporti saffici fra la Campbell e la Richards; La bomba di colpi di scena.
Primi 20 minuti da commedia scollacciata, poi inizia un thriller dalle venature erotico-morbose con annessa una serie di colpi di scena che proseguono persino durante i titoli di coda e che se da un lato minano fortemente la credibilità dell'insieme, dall'altro tengono ben desti l'interesse e l'attenzione dello spettatore. Buona confezione e cast in palla in cui, oltre al sospettato Dillon e al sospettoso Bacon, spiccano una provocante Richards, la Campbell in versione bad girl e Murray istrionico avvocato dai principi non proprio saldi.
Giovane professore (Dillon) accusato di doppio stupro deve faticare sette magliette (attillate) per scagionarsi, aiutato da un azzeccagarbugli (Murray) all'apparenza fanfarone e tallonato da un poliziotto (Bacon) intenzionato a vederci chiaro. Sexy thriller usa e getta e non tanto per l'insieme, perfettamente passabile, ma per il metodo. La successione di twist a staffetta che si aprono verso il finale è davvero abusata, e l'ambizione cervellotica sfiata nell'eccesso. Puntando tutto su questo aspetto, diventa almeno lecito chiedersi perché vederlo una seconda volta.
Il film che non ti aspetti, camaleontico e dal ritmo sostenuto, parte lento e sembra la classica pellicola su amori studenteschi di bassa lega. Poi si vira bruscamente sul processuale, ti aspetti un processo con infiniti botta e risposta tra avvocati e invece altro cambio di scenario. Per farla breve, nessuno è perfetto, nessuno è pulito. Cast notevole, con Dillon in parte, Murray fantastico anche se un po' troppo marginale, Bacon poliziotto testardo, Campbell e Richards perfette come bad girls, la Russell ricca viziosa con toy boy a rimorchio. Gradevole.
MEMORABILE: La tentazione della detective Rubin-Vega, a casa di Dillon in piena notte: le due labbra si avvicinano, ma l'arrivo di un taxi rovina tutto.
Di persistente e resiliente sul piano cinematografico, dunque a posteriori vaticinatorio di certe tendenze del pubblico, c’è il gioco al massacro dissacratorio con lo spettatore, portato al parossismo e talmente esasperato nel reinventarsi colpi di scena, da diventare rivelatore di una perdita di senso del genere (il noir) ma pure della sua capacità di reinventarsi e risorgere dalle proprie ceneri. Poi il resto lo fanno ancor oggi i bollori della Campbell, ma soprattutto di una Richards da affogo e della giunonica Russell. Bacon, pure produttore, ha senso del ridicolo.
MEMORABILE: L'apparizione della Russell sul balcone in intimo e vestaglia; Dillon, Richards e Campbell con la loro "cosa a tre".
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L'ambientazione su barca a vela, con una protagonista ora vittima ed ora carnefice richiama alla mente un paio di film italiani: ovvero il lenziano Paranoia e (con ruolo ribaltato) La coda dello scorpione.
CuriositàDaniela • 3/10/09 15:49 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Il cognome dell'avvocato interpretato da Bill Murray (da non perdere il suo ruolo nei titoli di coda) è Bowden, lo stesso dell'avvocato protagonista di Cape Fear, interpretato da Gregory Peck (1962 - Il promontorio della paura) e poi da Nick Nolte nel remake di Scorsese (1991).
Quando uscirà il mio commento, Daniela, vedrai che concordo sulla bellezza, da 4 stelle direi, dei titoli di testa.
DiscussioneDaniela • 26/01/12 10:17 Gran Burattinaio - 5925 interventi
In effetti, credo che sia uno di quei film che vanno visti soprattutto per i titoli di testa (o, in altri casi, di coda): qui una lunghissima carrellata, fluida come l'ipnotica musica di George S.Clinton che la accompagna...
http://www.youtube.com/watch?v=PZlXvvCT-z8 Davvero da 4 stelle, anche a parer mio :o)
Per il sottoscritto uno dei migliori "thriller" degli anni '90, soprattutto per la regia poco convenzionale di mister Henry pioggia di sangue.
Non lo ricordo benissimo per poterlo davinottare, ma tre scene da antologia valgono l'empireo di assoluto cult movie:
La scena dell'alligatore stile Alligator
La Russell super milf ninfomane bramosa di carne giovane
Il finale beffardo
Supercult!
Peccato solo che la versione italiana (per cui anche la vhs Cecchi Gori) sia stata alleggerita nelle scene hot, tanto da beccarsi un poco entusiasmante FILM PER TUTTI !
HomevideoRocchiola • 25/09/17 12:34 Call center Davinotti - 1236 interventi
Il DVD ormai fuori catalogo della CecchiGori è l'unica edizione uscita sul territorio italico. Ancora reperibile su Internet (ma il prezzo sta salendo) oppure se si è fortunati su qualche bancarella o nei mercatini per pochi euri!!!
Qualità sufficiente e nulla più come spesso accade per i prodotti CG.
Esiste un bluray francese ma senza audio italiano.