Lucia y el sexo - Film (2001)

Sono rimasto letteralmente rapito dalla bellezza di Lucia Y El Sexo, un vero e proprio gioiello sotto tutti punti di vista. Cast azzecatissimo tra cui spicca l'ottima e generosa Paz Vega che si concede generosa al regista ed allo spettatore senza riserva alcuna come poche attrici avrebbero avuto il coraggio di fare. Da segnalare una sorprendente fotografia, forse la migliore fotografia mai realizzata sin'ora per un film girato completamente in digitale. Un piacere per gli occhi!

Nonostante la presenza fascinosa e carismatica della protagonista Paz Vega, Lucia y el sexo è sostanzialmente un film non riuscito, il cui principale limite è la pretenziosità di inserire degli intellettualismi a sfavore della spontaneità che la storia poteva garantire. Si spiegano con l'incapacità degli autori di svilupparla narrativamente gli intermezzi erotici della pellicola. Fotografia notevole; cast non all'altezza (per presenza e doti recitative) della protagonista.

Il sesso in questo film è rappresentato e anche in modo molto esplicito, ma non è fine a se stesso e serve ad enfatizzare la passione dei sentimenti e dei rapporti dei personaggi, che risultano abbastanza veri (brava Paz Vega). Le vicende sono raccontate in modo un po' contorto, ma può anche piacere. I luoghi sono Madrid e Formentera e il sole, ma anche la notte, sono importanti per il racconto.

Un gioiellino erotico spagnolo che, al di là del titolo ingannatorio (il film ruota tutto sulla bella Lucia e non solo sul sesso) si fa guardare nella sua arrendevole semplicità e nell'immediatezza di certe sequenze che riescono a stuzzicare bene l'immaginario erotico dello spettatore. Gravido di immagini conturbanti (ce n'è per tutti i gusti) si espleta nel suo semplice ma autentico erotismo.

Dato il negativismo a priori che colpisce pellicole audaci, a molti saranno bastati titolo e locandina per farsi erronee convinzioni prima di vederlo. Qui i corpi nudi e le situazioni erotiche non mancano, ma si tratta di un erotismo raffinato e di buon gusto. Chi non si ferma alle apparenze troverà inoltre una trama articolata, sequenze elaborate e le ambivalenze sogno-realtà e presente-passato condotte con un continuo mescolamento di carte che vuole richiamare l’attenzione ad una visione più concentrata. Un tipo di cinema da incoraggiare. ***!

Medem pesca a piene mani dallo stile di Almodovar e Inarritu e alla fine tira fuori un buon film che funziona bene sulla sponda erotica (grazie soprattutto alla bellezza tutta mediterranea delle attrici), un po' meno sull'intreccio psicologico-letterario, forse perché si è forzata troppo la mano in fusioni tra reale ed immaginario, il tutto condito da una serie di fortuite coincidenze di impossibile attuazione. Nota di merito per la fotografia del film.

L'invenzione letteraria è l'artificio che rende leggibile la realtà della fine di una storia d'amore, la finzione svela una verità non rintracciabile nella dimensione reale. Una strana favola, quella che la tenera e passionale Lucia si racconta, non per addormentarsi, ma per riaprire gli occhi sul mondo. Trama a doppio strato, labirinto in cui è bello smarrirsi, tanto è sorprendente per le sue zone d'ombra e i suoi improvvisi, abbaglianti chiarori. Impalpabile e materico, un film non banale sul sesso e sull'amore, con una protagonista folgorante.

L'erotismo è richiamato fin dal titolo e le aspettative non vengono deluse. In più l'intreccio è piuttosto curioso e apre spazi a situazioni sentimentali e ad altre che virano quasi verso il thriller, soprattutto nella fase in cui Lucia lascia spazio alla giovane Belen. Il risultato è un po' confusionario, in particolare verso il finale, ma quel che conta è che gli attori convincenti, le scene erotiche, le ambientazioni (riuscitissima l'isola) e la musica un po' romantica un po' insinuante, lasciano una sensazione di piacevole ricordo.

Racconto letterario ed ellissi narrative per analizzare la storia di un amore che nasce, cresce, poi muore. Attraverso il sesso: dramma, lutto e speranza. Lei, lui, l’altra tra equazioni spazio-temporali intrise di pregevole lirismo visivo che esplorano il sentimento, che aggrovigliano le sensazioni e l’erotismo esplosivo. Ma le spinte emotive sono poco partecipi, i flashback e i flashforward alla lunga perdono di mordente e si sfilacciano andando ad inficiare sul respiro narrativo. A salvarlo rimangono le prove attoriali e l’estetica ricercata.

Strano film, in crescendo, che dopo un incipit da dramma barboso piomba nel campo dell'erotico-trash (con brevi dettagli hard) con scene di sesso a ripetizione, rendendosi spassoso almeno per la bellezza delle spogliatissime attrici; poi lancia fulminanti lampi da thriller a scatole cinesi e assume infine la forma di un robusto melodrammone alla Almodovar. La bruttezza fotografica delle scene sovraesposte non sporca di pseudoarte un racconto carnale e avvincente, con meno hispanidad d'accatto di quanto titolo e locandina lascino presagire.

La relazione tra una cameriera e uno scrittore sarà influenzata dal passato di lui. Inizio brioso come un rapporto al chiaro di luna, diventa pretenzioso nei rimandi temporali e contorto negli sviluppi. Brava la Vega ma perde il confronto erotico con la Anaya. Decisamente spinto in più occasioni, sembra solo un pretesto per avvicinarsi alle provocazioni in stile Almodóvar. Buona la fotografia.