Il diritto di uccidere - Film (1950)

Il diritto di uccidere
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: In a lonely place
Anno: 1950
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Aka "Paura senza perché".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un Humphrey Bogart manesco, scorbutico e irritante è il protagonista di un classico di Nicholas Ray oggi più datato di molti altri, incensato in primis proprio per l'interpretazione “vera” di Bogey: è Dixon Steele, uno sceneggiatore cui viene affidato il compito di adattare un romanzo che non sembra aver nessuna intenzione di leggere. Per questo accetta che una guardarobiera appassionata di gialli lo accompagni a casa per fargliene un riassunto, dal quale ricaverà poi la (libera) sceneggiatura. Il punto è che la ragazza, mentre la sera torna a casa (Dixon dice di non aver pensato minimamente ad accompagnarla, dichiarando apertamente di non essere un gentiluomo) viene aggredita in auto e strangolata...Leggi tutto a morte da un killer misterioso. Naturale che i sospetti degli investigatori convergano su Dixon, ma una vicina di casa (Grahame) dell'uomo dice di averlo visto accompagnare la vittima sul pianerottolo e di averla salutata. E' lei la figura chiave, che in un impeto di sincerità ammette di trovare Dixon interessante pur non volendosi concedere subito come lui spererebbe. Il rapporto tra i due, mentre la polizia svolge le indagini, si fa via via più intimo e permette, durante le loro uscite, di capire quanto Dixon si faccia spesso intrattabile: basta poco perché alzi le mani col primo che capita; fino all'eccesso a dire il vero, col risultato di inficiare in parte la credibilità del personaggio, costruito sfruttando un facile maledettismo che denota una certa superficialità nell'approccio; non presente nei dialoghi invece, in cui in più occasioni si ravvisa una valida vena ironica e una cura che permette di tenere a galla un film registicamente non così centrato. Troppo focalizzato (come lo era stato IL SOSPETTO, che però era di nove anni precedente) sulla rivelazione finale che inevitabilmente dovrà dirci se Dixon è colpevole (come sostiene la polizia e come talvolta comincia a sospettare anche la sua donna) o innocente. Il regista, Nicholas Ray, risolverà la cosa cercando di non limitarsi a svelare quello, ma fin lì ogni scena o quasi converge nella direzione del sospetto, indulgendo in accenni romantici da noir senza trovare svolte in grado di vivacizzare la storia. Ben sfumato e azzeccato il carattere di lei (meno prevedibile di quello di lui), simpatico il timido agente che si becca pure un pugno in faccia dal suo bizzoso protetto.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/08/08 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 31/01/19
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Cotola 4/08/08 13:25 - 9043 commenti

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Melodramma a tinte noir girato dal bravo Ray, il cui merito principale (da dividere con gli sceneggiatori) è sicuramente quello di mettere al centro del film un personaggio (interpretato da un ottimo Bogart) decisamente ambiguo e a tratti sgradevole e di non concedere spazio ad inutili buonismi e romanticherie. Merita di essere visto anche se non è tra i migliori nel suo genere. Inoltre il regista ha fatto molto meglio.

Daniela 23/02/09 10:14 - 12661 commenti

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Molto interessante, soprattutto per l'interpretazione intensa di entrambi i protagonisti. Bogart disegna efficacemente il ritratto di un intellettuale dal carattere difficile, soggetto a scatti di rabbia incontrollabile. Sospettato di un delitto, viene scagionato dalla testimonianza di una vicina di casa, con la quale intreccia poi una relazione. Il bel volto inquieto di Gloria Grahame riflette i dubbi della donna circa la reale innocenza dello scrittore, che pure ama. Buono l'epilogo, non convenzionale ma realistico.
MEMORABILE: I momenti che precedono gli scatti d'ira da parte di Bogart.

Mdmaster 17/03/11 19:23 - 802 commenti

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Tetro e inquietante melodramma con Bogart che interpreta un personaggio che il film vorrebbe passare come "intellettuale disturbato", ma in realtà risulta più una specie di folle iperaggressivo, pentito ma mai domo. Eccetto per qualche momento di fiacca dopo la prima mezz'ora, poi cresce la tensione e la sceneggiatura e il cast funzionano egregiamente. Tra tutti, non mi è piaciuta particolarmente la Grahame, troppo algida e finta nell'accento. Finale realistico e dunque piuttosto triste. Pellicola dimenticata ma che merita ben una visione.
MEMORABILE: Mentre attendiamo con ansia la telefonata risolutiva, Dix scopre che la sua lei aveva prenotato un volo a New York... per scappare.

Domino86 20/04/11 16:16 - 607 commenti

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Un buon film datato 1950 che si assapora e gusta come solo con le vecchie pellicole si può fare. Un dramma o, ancor meglio, melodramma con quel tocco poliziesco il cui protagonista principale è Bogart ad interpretare un personaggio piuttosto ambiguo. Fantastico l'amico che parla sempre in rima.

Saintgifts 22/10/11 00:50 - 4098 commenti

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Film ambiguo quanto intrigante. Negativo al massimo il personaggio interpretato da Bogart, ma l'intreccio del film è congegnato in modo che ne esca vincitore. Forzato l'episodio dell'assassinio della guardarobiera, ma indispensabile nell'economia del film, altrimenti Dixon (Bogart) sarebbe stato solo un violento iracondo e manesco; soggetto da non contrariare in nessun modo. Buona la regia di Ray, Bogart e la Grahame interpreti eccellenti.

Giùan 20/09/11 12:42 - 4559 commenti

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Insieme a Bigger than life, il mio Nick's movie favorito. Sulla traccia di uno pseudo thriller che pare aver come riferimento Il sospetto hitchcockiano, Ray congegna un'opera sibillina e proteiforme sulla difficoltà dei rapporti interpersonali, senza conceder alcuno spazio a consolatori manicheismi. Bogart estremizza il cinismo eroico di tanti suoi personaggi, rendendosi acre, schizofrenico, quasi repellente. Ma davvero sorprendente è la performance di Gloria Grahame, in grado di aprir squarci di abissale fragilità nella sua singolare femminilità. Dolente.
MEMORABILE: Le caratterizzazioni dell'agente di Dixon e della star caduta in disgrazia: Art Smith e Robert Warwick. "Nacqui quando mi baciò, morì quando mi lasciò..."

Faggi 29/03/16 22:47 - 1549 commenti

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Non un noir propriamente detto ma vicino al genere. È più un dramma sentimentale con qualche accento realistico ma anche con forzature che di realistico non hanno molto. Bogart e Graham perfetti. Personaggi di contorno un po' da cliché. È un buon film ma dopo un inizio ambiguo e interessante per il resto non mi ha avvinto più di tanto. In ogni modo il finale gli dà una giusta nota amara che lo salva.

Myvincent 30/03/16 23:27 - 3741 commenti

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Un uomo viene accusato di omicidio con l'aggravante di avere una personalità doppia: da un lato gentleman, dall'altro violentemente iracondo. Ancora un Bogie nel tipico ruolo del "brutto-che-piace" a cui, negata la presenza della moglie, si affiancò una Grahame tanto fotogenica quanto accattivante. Il risultato è quello di un noir dalla solita, innegabile classe.

Rebis 21/02/17 09:25 - 2337 commenti

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Sul crinale tra thriller e melò, il film si nutre dell'archetipo di Barbablù insediando la paranoia nell'intimità di coppia, oscurando il sentimento di fiducia cha la sostiene. Dall'intuizione che ogni uomo è un potenziale assassino e quindi un mistificatore, discende l'idea conseguente che ne fa un creatore di mondi, un artista che tenta un'ardua, dolorosa sintesi tra moti pulsionali e rispettabilità sociale – in nuce, anche il tema dei reduci di guerra. Perfetta la disinvolta sfacciataggine di Gloria Grahame. Bogart a suo agio nei torbidi dell'anima. Finale in controtendenza, memorabile.

Nicola81 8/02/20 20:30 - 2857 commenti

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Più dramma sentimentale che noir, un film che si regge soprattutto sul carisma degli interpreti: Bogart è notevole nel connotare di ambiguità un personaggio iracondo e non certo simpatico, la Grahame rende al meglio i dubbi e i tormenti di una donna innamorata. Purtroppo non c'è una sceneggiatura all'altezza che li supporti, visto che in pratica tutto ruota attorno a un'unica idea. Sarebbe stato il caso di sfruttare anche i risvolti gialli per arricchire il quadro. Per nulla scontata la conclusione non consolatoria, ma resta un Ray minore.
MEMORABILE: La guardarobiera che riassume il libro a Bogart; Il finale.

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Fedeerra 24/05/21 02:06 - 770 commenti

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Ottimo cinema di pensiero e audacia, in cui la sceneggiatura è al completo servizio degli attori e gli attori della regia. Nicholas Ray ci racconta una storia di psicosi coniugale come se se fosse un thriller/noir, innescando qua e là piccole bombe a orologeria che hanno il pathos del miglior cinema di genere. Grande alchimia tra Bogart e la Grahame, che insieme regalano interpretazioni al limite della perfezione. Splendido il finale.
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  • Discussione Cotola • 7/11/09 22:01
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
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    14 novembre ore 17,30 Cinema Massimo
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    16 novembre ore 14,30 Cinema Nazionale
  • Homevideo Digital • 28/11/20 14:46
    Portaborse - 3994 interventi
    Dvd Sinister disponibile dal 20/01/2021.