Per la serie televisiva “Peep Show” il canadese David Cronenberg diresse questo THE LIE CHIAIR, interamente ambientato in una villa di campagna dove una coppia in viaggio (Susan Hogan e Richard Monette) trova rifugio in una notte di pioggia fitta in cui la loro macchina si è fermata. Accolti dalla vecchia governante (Amelia Hall) e dall’altrettanto anziana padrona di casa (Doris Petrie), i due si accorgono ben presto di aver a che fare con due donne non del tutto sane di mente. Anche volendo trascurare il fatto che si ostinano a chiamarli coi nomi dei nipoti che erano lì attesi, sono proprio i loro discorsi a preoccupare la giovane donna, condotti come se davvero alla...Leggi tutto padrona di casa mancasse qualche rotella. Un Cronenberg minore, penalizzato dalle costrizioni televisive (a cominciare dalla piatta fotografia) e imprigionato in un plot senza troppi sbocchi, con un discreto colpo di scena precedente all'epilogo (derivato da un celebre racconto di Ambrose Bierce). Personaggi (quattro in tutto, non uno di più) che tendono a non cambiare impostazione dall'inizio alla fine, riproponendosi senza variazioni e finendo inevitabilmente con lo stancare. A far montare un certo prima di suspense è chiamata soprattutto la musica, con delicati tocchi di piano che sortiscono un buon effetto ma che naturalmente non possono bastare. Una certa professionalità nella conduzione della vicenda la rende meno noiosa di quanto la sua ripetitività porti a supporre.
Girato da Cronenberg per il piccolo schermo, questo cortometraggio si segnala poiché nonostante la sua brevità (dura attorno ai 25 minuti) riesce comunque a creare un bel clima di mistero e tensione che si scioglierà solo nel bel finale a sorpresa che verrà poi ripreso da film ben più famosi. Non uno dei lavori migliori del canadese ma tutto considerato un piccolo gioiello meritevole di essere visto.
Cortometraggio riuscito, grazie ai personaggi, all'ambientazione e alla storia, strutturata per far fare varie ipotesi allo spettatore (chi è il matto? Sono tutti matti? E' un sogno?). L'anziana signora e la governante sono il pezzo forte della pellicola e l'idea stessa della sedia della menzogna è interessante. Una cosa è certa: Cronenberg ha voluto giocare col pubblico, depistandolo, per coglierlo di sorpresa col finale; e almeno con me c'è riuscito. Decisamente buono.
MEMORABILE: I due giovani iniziano a dire cose che hanno a che fare con la casa e con chi ci abita, che non potrebbero sapere, essendo degli estranei.
Bisogna partire col dire che il finale non è originale, bensì preso di peso da E se oggi... fosse già domani?, visto che ne derivano anche le voci oltre la porta! Nonostante il mezzo plagio, il film è notevole per la capacità di far scaturire da sùbito la tensione, o da una battuta, o da un'espressione del volto, o da una frase a sorpresa, non facendola calare manco per un attimo. Molto interessante.
La stora è in perfetta "salsa" alla Allan Poe: coppia in panne, sotto un fortunale, trova riparo all'interno di una casa abitata da due anziane signore (governante e padrona) che sembrerebbero un tantino fuori di testa. Riconoscono, negli sventurati protagonisti, due persone della casa, deceduti anni ed anni prima. La tensione è palpabile, mentre il sibilàre del vento prelude ad una chiosa inattesa e fantasmatica. Allora anche le chiacchiere e la "sedia bugiarda" sapranno essere digeriti, perché - tutto sommato - i venticinque minuti spesi nella visione non son stati buttati via...
David Cronenberg ci regala un film per la tv (meno di mezz'ora la sua durata) che pur non inventando nulla di nuovo (innegabile il debito verso una pellicola di Billington) riesce a mantenere costante la tensione fino alla rivelazione finale. Girando tutto in un'unica ambientazione e con solo quattro personaggi in scena, il regista resta ben lontano dalla noia; anzi, lo spettatore sta ben attento a studiare ogni singola parola o espressione facciale degli attori per cercare di capire quali siano i veri "ruoli" dei personaggi. Da vedere.
Discreto episodio tra l'horror e il metafisico firmato da Cronenberg per una celebre serie tv anni '70. Pur poggiandosi su una vicenda abbastanza tipica e scontata per il genere, il cortometraggio riesce a insinuare nello spettatore un crescente senso di disagio fino all'atteso ma efficace finale. Godibile.
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DiscussioneZender • 22/10/08 08:46 Capo scrivano - 47787 interventi
Io dico che è sempre lo stesso finale
SPOILER che viene dal ponte su Owl Creek di Ambrose Bierce, credo declinato in tv per la prima volta da Hitchcock in uno dei suoi telefilm e poi ripreso millanta volte da Hammings, Shyamalan, Lyne...
FINE SPOILER A me non è piaciuto molto, come corto. Gli preferisco senz'altro la macchina italiana, molto più cronenberghiano.
Ho il dvdrecorder in riparazione. Vabbe, rimedio col vecchio vhs. Registro e... sorpresa sorpresa non si vede niente; la cassetta era andata. Spero che prima o poi lo ridiano.
Zender ebbe a dire: Io dico che è sempre lo stesso finale
SPOILER che viene dal ponte su Owl Creek di Ambrose Bierce, credo declinato in tv per la prima volta da Hitchcock in uno dei suoi telefilm e poi ripreso millanta volte da Hammings, Shyamalan, Lyne...
FINE SPOILER A me non è piaciuto molto, come corto. Gli preferisco senz'altro la macchina italiana, molto più cronenberghiano.
Qui si parla di incidente automobilistico e di ingresso in una casa "strana", per cui (a mio parere) la primogenitura può essere attribuita a quello con Hemmings, specialmente perché è subito dopo tale film che c'è la proliferazione di questi finali.
Concordo con te che LA MACCHINA è più cronenberghiano, ma mi pare assai meno riuscito, con un finale che smorza, mentre in LA SEDIA il film nasce con una tensione che non si stacca più. Poi, per carità, tutto è opinabile. La maturità, faticosamente acquisita, mi fa sopportare le **** che persone stimate rifilano al fizzarottiano ANGELI SENZA PARADISO, per cui...
DiscussioneZender • 23/10/08 08:04 Capo scrivano - 47787 interventi
ATTENZIONE RISCHIO SPOILER Non saprei. La proliferazione io l'ho vista soprattutto dopo il sesto senso, così su ampia scala. Poi certo, nel caso specifico la fonte può sicuramente essere fatta risalire a Hammings. Però la trovata secondo me resta quella, anche se declinata in varianti differenti caso per caso.
A me questa sedia ha annoiato parecchio, non ho avvertito alcuna tensione se non al principio. Non mi son piaciuti gli attori, la fotografia televisiva smorza l'impatto e la situazione mi è parsa ripetersi sempre uguale fino al colpo di scena. Perdipiù non so quante volte mi è capitato di vedere l'arrivo di due malcapitati n case dove i padroni si comportano in modo curioso. Quanto ad Angeli senza paradiso ahinoi non posso replicare non avendolo ancora visto.