Commedia romantica che alterna allegria e malinconia. Il soggetto di Zurlini si dispiega nella descrizione del passaggio dall’adolescenza frivola e civettuola alla maturazione dei sentimenti, vista parallelamente nell’innamoramento dei giovani e nella riconciliazione dei genitori; la regia di Lattuada si fa sentire nella valorizzazione della fresca bellezza dell’irrequieta Sassard, che una scena immortala in un attillatissimo completo nero. Fuori parte, per motivi anagrafici, la Koscina (1933) nel ruolo della madre della Sassard (1940).
Commedia dolce amara di Lattuada in cui la mano del regista milanese si vede nella rappresentazione del personaggio femminile di Guendalina, adolescente un po’ viziata e capricciosa che gradualmente “maturerà” nel corso dell’estate, fino ad arrivare ad un finale che può lecitamente definirsi beffardo. Buona prova di regia, un po’ acerba ma già notevole la bellezza della Sassard.
MEMORABILE: Guendalina inguainata nel suo completo nero, attilattissimo.
Delicata e sensibile commedia sentimentale che restituisce un nostalgico affresco di un piccolo mondo di provincia e uno spaccato, tra l'ironia leggera e il brio di personaggi ben costruiti, delle trasformazioni sociali dell'Italia pre-boom, dove l'inquietudine delle dinamiche familiari (una ricca coppia che decide di divorziare) e le ambizioni delle classi meno abbienti (il giovane Oberdan orfano di padre che decide di proseguire gli studi sostenuto dalla famiglia) sono il segno discreto ma tangibile di un irreversibile mutamento dei costumi.
MEMORABILE: La madre di lui che sembra assillata dalla mancata restituzione del pastrano del marito perché "le cose buone fanno gola a tutti!"
Lattuada racconta con rara grazia la vacanza balneare di una ragazzina borghese tra malizie involontarie, straordinari entusiasmi (tipici dell'adolescenza) e primi pruriti con un poco disinvolto ragazzo locale; il tutto nella cornice di una semi-desolata Viareggio d’antan. Al di là dei tempi cinematografici dell’epoca colpisce, nel film, la freschezza dei contenuti ma soprattutto la modernità della Sassard. Un giovanilistico-sentimentale ante litteram fondamentale.
Un po’ commedia sentimentale, un po’ dramma morale, un po’ romanzo di formazione ma, soprattutto, un approfondito e palpitante studio psicologico del microcosmo dell’ancora salda famiglia borghese degli anni ’50, nonostante le prime incrinature dovute alla mutazione dei costumi sociali la comincino a minacciare. Film molto limitrofo alla realtà, favorito da una regia molto fresca e spontanea, circostanza insolita in Lattuada. Rovina parzialmente il clima artistico della pellicola la recitazione logorroica di un Guendalina troppo ciarliera e petulante.
Turba il vedere il giovane, bellissimo Raffaele Mattioli fingere di morire per un malore fulminante, sapendo che la realtà, di lì a pochi anni, sarà quella. Film altalenante di Lattuada, non tanto per i capricci di una protagonista a lungo insopportabile, ma perché passa da tocchi realistici ad altri inverosimili (l'assurdo, repentino, quasi ridicolo riavvicinamento dei genitori). Meglio la seconda parte (escludendo lo snodo appena citato) che la prima. Resta il sospetto che la trovata pacificatrice sia stata solo uno strumento per dare alla trama la svolta formativa che si voleva...
MEMORABILE: "Io sono il 31".
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HomevideoGestarsh99 • 20/06/11 10:36 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione dvd per Perseo Video:
DATI TECNICI
* Formato video 1,33:1
* Formato audio 2.0 Mono Dolby Digital: Italiano
* Sottotitoli Italiano per non udenti
* Extra Biografia del regista e degli attori principali
Una curiosità anagrafica del film di Lattuada è rappresentata dal fatto che la giovane Sassard sia stata doppiata da Adriana Asti, coetanea (entrambe classe 1933) della graziosa Sylva Koscina che nel film interpreta la 'giovanissima' madre di Guendalina.