Note: Sceneggiato in cinque puntate trasmesso dalla Rai. Trattasi del remake della serie inglese della BBC A for Andromeda (1961), considerata perduta e di cui sopravvive un solo episodio (e dalla qualeè tratto il romanzo di Fred Hoyle e John Elliot).
Profetico sceneggiato della Rai dei bei tempi andati, che introduce il tema della clonazione umana e si riaggancia al conflitto tra progresso scientifico e ottusità dei militari riscontrato in molti film fanta-horror americani; non mancano intrighi spionistici. Vannucchi eccelle come scienziato moderno, umano, conscio della pericolosità di un progresso incontrollato; robotica la Rizzi. S'odono echi da L'esperimento del dottor K.
Serie fantascientifica trasmessa dalla Rai parecchi anni orsono. Un computer alieno ha il potere di clonare gli esseri rendendoli più forti, più intelligenti ma privi di qualsiasi sentimento. La macchina è sì evoluta ma non riesce a comprendere e a replicare l'infinita complessità del sentimento. Avveniristico per il periodo e con delle ottime intuizioni: capirono il potere dell'informatica e del progresso scientifico. Molto interessante.
Un soggetto basato sulla clonazione e sul potere affidato alla tecnologia poteva essere anche interessante considerando il periodo, ma la mancanza di un minimo di azione, di suspense e di effetti speciali riduce il tutto a un polpettone soporifero. La recitazione teatrale non aiuta, tanto meno i dialoghi, di una lentezza e lunghezza imbarazzante. Gli attori sono anche bravi; ci sono pure i caratteristi Alberti e Albertini e una piccola parte per Cassinelli, ma la durata totale di oltre cinque ore è dura da digerire.
Segnali dal cosmo inducono a costruire un computer che genererà un robot dalle fattezze femminili. Bella fiction fantascientifica prodotta dalla Rai, con buona sceneggiatura e dialoghi sottili. L'ambientazione inglese della storia tradisce l'italianità (e primitività) delle location così come della stessa presenza attorale e dei comportamenti messi in atto: ma questo, anziché disturbare, esalta il senso di inquietudine, in quanto avvicina pericolosamente i presagi paurosi della vicenda ai nostri orizzonti. La squadra degli attori è fenomenale.
Affezionato a questo sceneggiato il cui contrasto tra riprese in magnetico e rvm in pellicola ha suggestionato il mio inconscio. Cottafavi fu regista notevolissimo per la RAI; lo si evince da come supera i limiti produttivi per creare un dramma fantascientifico che non perde mai tensione, tranne in certi momenti retorici o romantici. Nicoletta Rizzi in un doppio ruolo, precedentemente proposto a Patty Pravo. Buono ma trombone Vannucchi, bella e brava Pitagora. Musiche di Migliardi, adattissime.
Parte male (davvero lento e noioso il primo episodio), per migliorare solo leggermente nel prosieguo ma senza mai riuscire a creare un vero interesse ed una tensione degna di nota. I presunti colpi di scena sono invero risibili e telefonati (almeno per chi guarda oggi). Peraltro, specie all'inizio, non si capiscono bene le ragioni e le motivazioni che fanno muovere i personaggi cosa che dovrebbe tensione e coinvolgimento ma così non è. Uno di quei casi in cui gli anni si fanno sentire tutti.
Affascinante sceneggiato Rai, che mescola abilmente fantascienza, tecnologia, intrighi spionistici e una spruzzatina di sentimento. Ritmi non frenetici, ma non si può non apprezzare la competenza con cui vengono affrontate tematiche oggi quanto mai attuali (la creazione della vita in laboratorio, la clonazione degli esseri umani). Nei panni dello scienziato coscienzioso e anticonformista, Vannucchi trova il personaggio più riuscito della sua carriera, ma tutto il cast si esprime su livelli d'eccellenza. Belle le musiche di Mario Migliardi.
MEMORABILE: "Io mi domando perché le intelligenze di Andromeda, hanno inviato un messaggio su un pianeta idiota come il nostro".
Sceneggiato fantascientifico dall'impostazione teatrale e scene esterne assai ridotte. Ottima l'interpretazione del cast in cui spiccano il compianto Vannucchi e Paola Pitagora, entrambi lontani dalle successive tragedie personali. Quello che mi ha sorpreso e non ricordavo è che, a differenza di altri sonnolenti prodotti dell’epoca, il film ha un buon ritmo e dialoghi stimolanti con riferimenti filosofici ed esistenziali, forse anche religiosi.
Fantascienza italiana primi anni 70 che impallidisce se messa in relazione a produzioni estere di quegli anni. Ma il tema toccato qui è più da fanta/spionaggio, condito con un po' di romanticismo. I mezzi a disposizione sono veramente pochi e bisogna dare atto al regista di averci messo delle belle toppe per rendere la storia appetibile. Prima parte noiosa, dialoghi estenuanti quasi fossero teatrali. In corso d'opera la trama si "infittisce" e lo spettatore è più coinvolto. Ambientazione in Inghilterra... chissà poi perché, di british non ha molto!
Poggia molto sul carisma e l'interpretazione del grande Vannucchi. Parte davvero benissimo per poi calare nelle successive puntate (dalla terza in poi), dove vengono tralasciate troppo presto la pista spionistica e altri piccoli misteri; subentrano così un ritmo un po' troppo basso e una leggera noia, anche se l'atmosfera resta affascinante. Benissimo anche la Pitagora.
Per la prima volta la fantascienza arriva in uno sceneggiato da un romanzo di Hoyle e Elliot adattato da Vittorio Cottafavi con grande successo. Memorabili interpretazioni di Luigi Vannucchi (lo scienziato Fleming), Paola Pitagora (affascinante spia) e Nicoletta Rizzi (la creatura delle stelle). Il ritmo è abbastanza lento, soprattutto nelle prime puntate, ma nel finale diventa avvincente. Musiche di Mario Migliardi, tra Pink Floyd e Bach.
MEMORABILE: "Questa storia si svolge in Inghilterra l'anno prossimo".
Serie televisiva innovatrice e con un tema di base oggi di grande attualità. Fortunatamente non viene dimenticata e di tanto in tanto viene riproposta. Indimenticabili la Rizzi e Vannucchi, che riescono a tenere incollati gli spettatori con un interpretazione ricca di suspance. Il regista passa a distanza di pochi anni dal sacro alla fantascienza con un'abilità notevole e con grande capacità televisiva. Brava la Pitagora.
Notevole il tema fantascientifico, ancora attuale, ma la doccia di preistoria tecnologica (il "calcolatore", la telescrivente…) cui si viene sottoposti è oggi molto fastidiosa. Ottima prestazione degli attori anche se l'eccessiva retorica nella recitazione del pur bravo Vannucchi poco si addice allo scienziato “ribelle”. Inoltre risultano ingiustificabili, anche durante la guerra fredda, le pesanti ingerenze militari di fronte a una scoperta scientifica epocale. Il finale è buono ma non dà il giusto sostegno a una storia lunga ben 5 puntate.
Non è possibile confrontarlo con l'originale inglese "A for Andromeda" (andato perduto dalla Bbc) ma è lecito immaginare che non si tratti solo di un adattamento pedestre, perché fra i due intercorre ormai un decennio e per lo stile impresso da regìa e squadra di attori. Apocalittico e profetico (nonostante non vengano mai nominate le parole "computer" e "clonazione" i temi sono questi) riesce a rendere credibile le ingenue scenografie d'epoca grazie ai tormenti etico-scientifici della trama e a un cast di prim'ordine. Peccato per un avvio lento, ma necessario.
Script di livello ma una realizzazione lenta ed estenuante, che comporta in più di un momento il calo di interesse verso la vicenda. E' infatti tra i più lenti, quanto a narrazione, sceneggiati dell'epoca. Inoltre sfrutta poco gli ambienti esterni (anche se quando lo fa, lo fa bene) a discapito della claustrofobica e prolissa narrazione. Il messaggio proveniente dalla nebulosa di Andromeda è l'incipit di una sceneggiatura che meriterebbe assolutamente un remake all'altezza. Lodevole e antesignano prodotto che sdoganò il tema della clonazione sulle reti Rai.
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Io non ne sapevo nulla... e pare che anche chia ha riscontrato questi tagli ne sia rimasto stupito. In effetti che anche gli sceneggiati RAI non siano integrali è proprio grossa.
CuriositàMatalo! • 16/09/09 09:45 Call center Davinotti - 614 interventi
Il ruolo di Nicoletta Rizzi venne in un primo tempo proposto a Patty Pravo
L'attrice Nicoletta Rizzi sostituì, a riprese già iniziate da quasi un mese, Patty Pravo, che era stata scelta inizialmente per il ruolo di Andromeda ma aveva poi abbandonato il set per motivi mai chiariti. Le scene già girate in cui compariva Patty Pravo dovettero essere quindi girate nuovamente
(fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/A_come_Andromeda_(sceneggiato_televisivo)
Per il momento ho visto il primo episodio: terribile. Di una lentezza esasperante. Voglio
sperare che in seguito le cose migliorino.
DiscussioneFauno • 30/09/11 12:04 Contratto a progetto - 2743 interventi
Per una volta posso proprio dire che hai ragione...quando son passati in tv alle cinque del mattino ancora in pieni anni'90 li ho registrati quasi tutti, ma questo proprio per il motivo da te citato non l'ho digerito, quindi l'ho visto ma non l'ho tenuto. E due anni fa quando è uscita una lunga rassegna di sceneggiati in edicola, l'ho lasciato perdere, per quanto a me piaccian molto Vannucchi e Nicoletta Rizzi, mitica dottoressa Mayeur in Gamma, che veniva in clinica con una moto grossa...Ciao Cotola. FAUNO.
DiscussioneZender • 30/09/11 16:13 Capo scrivano - 47787 interventi
E dire che ebbe anche un certo successo...
DiscussioneFauno • 30/09/11 23:05 Contratto a progetto - 2743 interventi
Ma l'argomento era più che valido e innovativo. Io che non l'avevo seguito da piccolo credevo di arraffare qualcosa di buono, ma paragonato a tanti altri è davvero di una lentezza esasperante. Questo non toglie che possa piacere.FAUNO.
Per le note: trattasi del remake della serie inglese della BBC A for Andromeda (1961), considerata perduta e di cui sopravvive un solo episodio.
È quindi errato indicarla come tratta dall'omonimo romanzo, che è una novellizzazione uscita nel 1962 ad opera degli stessi autori della serie originale.
Per le note: trattasi del remake della serie inglese della BBC A for Andromeda (1961), considerata perduta e di cui sopravvive un solo episodio.
È quindi errato indicarla come tratta dall'omonimo romanzo, che è una novellizzazione uscita nel 1962 ad opera degli stessi autori della serie originale.
Interessante. Non sapevo proprio che esistesse una serie targata BBC.