[1.2] Masters of Science Fiction: Il risveglio - Corto (2007)

Un incipit intrigante,un paradosso interessante (un alieno che porta l'umanità al disarmo con le cattive) che vira esponenzialmente nella più bieca e vieta new age da insulina con uno stucchevole incontro ravvicinato finale da immediata carie plurima. Dato lo specifico è andato da sé ricamare l'episodio su Terry"John Locke"O' Quinn, che dalle memorabili vampate di follia di The stepfather (film che andrebbe vendicato) è ora conclamato paladino della speranza e della saggezza con la sua aria a cavallo tra Indiana Jones e Mastro Lindo

Parte piuttosto bene con i bozzoli che cadono dal cielo, ricorda Ultimatum alla Terra nella parte centrale ma frana rovinosamente nella fine mistica alla "volemose tutti bene", toccando forse il punto più basso di una serie purtroppo mediocre. Modesta anche la prestazione del protagonista, mentre la sua partner, una bionda da paginone centrale di Playboy, non risulta molto credibile come astrofisica.

Se non fosse per il finale dal retrogusto "new age", si potrebbe parlare di un piccolo gioiello, che ribadisce un concetto che nel cinema di genere si era precocemente smarrito: un film di fantascienza può far leva su una sceneggiatura "politica", o quantomeno ancorata all'attualità. Piacevole la citazione Kinghiana degli alieni che dettano messaggi. Teso dall'inizio a tre quarti, perde mordente nella parte conclusiva, troppo didascalica e priva di quella sferzata maligna che avrebbe reso memorabile questo prodotto televisivo.

Parte bene, con il giusto livello di mistero che circonda il ritrovamento di una sorta di biosarcofago. Presto però si capisce che i personaggi sono sempre gli stessi (lo scettico ferito dalla vita, la donna piena di speranze, il Presidente voglioso di lanciare missili e, naturalmente, tutte le nazioni contro l'America). In più, il finale alla Cocoon fa cascare un po' le braccia. Peccato, perchè la confezione non era male, ma il contenuto è davvero poca cosa, tolte un paio di discrete idee (il coma vigile; la comunicazione). Vedibile, ma deludente.

Insopportabile pastrocchio new age, inutile e mieloso, almeno quanto i commenti moralistici di Hawking (perché diavolo ha accettato questa sbobba?). L'ultimatum alla Terra è appesantito dai soliti rimpianti personali (la moglie morte del protagonista) e vanta lo spessore simbolico della carta velina. Caratteristi sprecati. Se questi sono i maestri del genere non si osa immaginarne i garzoni.