Le calde labbra del carnefice - Film (1974)

Le calde labbra del carnefice
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: La Muerte llama a las 10
Anno: 1974
Genere: giallo (colore)
Regia: Juan Bosch
Note: Aka "The killer wore gloves".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Coproduzione italo-spagnola ambientata a Londra che vede protagonista la bella inglesina Gillian Hills nei panni di una disegnatrice il cui fidanzato Michael, giornalista d'assalto, dovrebbe essere in Vietnam per un reportage. Com'è che allora lei è certa di averlo visto a Londra? E chi è l'uomo che nel palazzo dove la giovane abita si è buttato in vestaglia giù da un balcone? Sarà forse lo strano tipo (Corazzari) con cui pareva dovesse dividere l'appartamento e che non si trova più? A metà tra Argento e Polanski (ma lontano anni luce da entrambi), Bosch dirige un confuso giallo in cui le cose che non tornano non si contano e penalizzato in aggiunta dalla modesta recitazione della protagonista,...Leggi tutto bambolina inespressiva priva del carisma necessario. Ce lo dovrebbe mettere Corazzari, che forse per quello gira senza togliersi gli occhiali da sole nemmeno in casa? O il vicino contrabassista fanatico di gatti caratterizzato in modo da apparire più squilibrato possibile? E cosa dire quando si vede una falce che avanza con minacciosi intenti in soggettiva in un appartamento e subito dopo ci vien mostrato che era del portinaio, in giro per le case a potare le piante (coi guanti neri, al buio)? I due ispettori incaricati delle indagini si fermano a un paio di interrogatori, durante il primo dei quali uno dei due pensa bene di soffermarsi a chiedere a un geologo cosa avverrà sulla Terra fra 8000 anni, giustamente ripreso dal collega che gli fa notare come fra 8000 anni loro non ci saranno decisamente più... Eppure le ambientazioni, in questo caseggiato abitato da personaggi ambigui, non sarebbero nemmeno così male; il fatto è che la regia non riesce mai a instillare un briciolo di suspense, quando passa in modalità thriller, per cui si rifugia nei dialoghi cercando di gettare un po' di fumo negli occhi con quelli, infilando nella storia un buon numero di indiziati su cui dirigere i sospetti. Qualche simpatico interludio con il portiere succube della moglie, poi la ripetizione di un unico interrogativo che si prolunga per l'intera durata o quasi (dov'è Michael?). Visto senza voler scendere troppo sotto la superficie sembrerebbe un giallo all'italiana in piena regola; purtroppo, spogliato delle apparenze, mostra impietosamente tutti i limiti della sceneggiatura e di una regia blanda che nel finale tirato via si fa insopportabilmente trascurata.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/05/08 DAL BENEMERITO DUSSO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 26/05/17
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Ronax 22/08/21 00:31 - 1253 commenti

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Una ragazza intravede il proprio fidanzato aggirarsi per Londra mentre dovrebbe trovarsi in Vietnam. Da lì inizia una sarabanda di cadaveri, di valigette piene di dollari e di ambigui personaggi il cui ruolo appare più che mai oscuro. La povera non ci capisce più nulla, e men che mai lo spettatore, fino a un finale che chiarisce le cose solo in parte e che giunge quando l'interesse per la vicenda è ampiamente scemato. Finalmente visibile in edizione integrale, il filmetto denuncia tutti i limiti di una sceneggiatura abborracciata e di un ritmo altalenante. Bellissima Gillian Hills.
MEMORABILE: Il delitto iniziale nel bagno dell'aeroporto.

Dusso 17/05/08 08:47 - 1566 commenti

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Modesto giallo di produzione italo-spagnola con qualche lieve momento di tensione, girato da un regista (Juan Bosch) specializzato in western. Ambientato a Londra ma girato in interni a Roma e Barcellona. C'è pure Orchidea de Santis ma si vede veramente poco.

Fauno 26/01/11 15:42 - 2212 commenti

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Probabilmente nel passaggio tv c'è qualche taglio di troppo, e un genere come il thriller ne risente. Altrimenti devo dire che, anche senza emergere, la storia è interessante e la si vede volentieri. Certo, mai una volta che Candelli non sia laido seppur atletico... almeno Corazzari un ruolo da buono gliel'ho visto fare. Qui è senza dubbio lui, anche se recita poco, a dare l'impatto migliore al film, con un bellissimo paio di Ray-ban. Stratosferici il gatto siamese Bonzo e i discorsi dei portinai marito e moglie (specie quello del cornuto in freezer...).
MEMORABILE: Il discorso sulla solitudine degli artisti per cercare raccoglimento.

Digital 23/12/11 19:55 - 1257 commenti

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Devo dire che sono un accanito fruitore di film gialli e spesso, anche quelli più modesti, riesco a farmeli piacere; questo proprio no. La confezione è equiparabile ad un qualunque episodio di Centovetrine e la tensione è del tutto assente (gli omicidi sono estremamente fugaci e non fanno vedere una goccia di sangue). Anche il cast, tolta Gillian Hills (ma si salva solo per l'estetica) è da dimenticare. Bruttine le musiche elettroniche di Giombini. Passare oltre.

Daidae 1/04/12 01:51 - 3179 commenti

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Sarei tentato di stroncarlo del tutto, ma vista l'ambientazione e la bellezza della protagonista mi fermo al mediocre. Risibile e a tratti noioso giallo di un regista non proprio eccezionale come Bosch, famoso per le sue "perle" con la Villani protagonista. Ha qualche bel momento, ma è troppo insipido, troppo semplice, troppo prevedibile.

Corinne 24/08/12 22:41 - 420 commenti

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Modesto, prevedibile gialletto che sa di già visto in più di un'occasione, con tanto di assassino neroguantato (anche se la vicenda non ha nulla di argentiano), che si lascia vedere più per le ambientazioni (buona parte a Londra) che per effettivi meriti registici. Qualche momento di tensione c'è, ma non si salva dalla mediocrità.

Deepred89 3/08/17 13:44 - 3706 commenti

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Gialletto dalla trama particolarmente anonima, di cui salviamo le belle ambientazioni londinesi (discretamente fotografate) e, con un po' di bontà, la protagonista, qui al suo ultimo film. Una spruzzata di sesso e un paio di omicidi argentiani (tanto blandi ed esangui che quasi li preferiamo nella versione cut) stentano a vivacizzare la stagnante narrazione. Qualche volto noto della serie B italica si affaccia in tristi apparizioni; non esaltanti le musiche di Giombini. Dulcis in fundo: imbarazzante pure la scelta del colpevole. *! con clemenza.

Lucius 14/05/20 20:43 - 3015 commenti

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Una sequenza, quella del treno, molto simile a quella vista ne Il gatto a nove code (ma Argento l'ha saputa realizzare tecnicamente meglio, facendo vedere anche la testa frantumata dal colpo). Sarà un caso? Di certo è un thriller con qualche richiamo argentiano e un'interprete di rara bellezza, che sa come attirare l'attenzione degli spettatori. Il personaggio gay, immancabile e stereotipato per i tempi, dove si era già visto? Ah, sì in 4 mosche... I guanti neri? Indovinata l'ambientazione londinese, meno l'intreccio. Derivativo.

Myvincent 5/02/21 16:59 - 3741 commenti

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Sulla scia del Gatto a nove code di Argento (ma con tutt'altri effetti), ancora un film che segue le sue tracce, specie in alcune scene di particolare efferatezza. Tutto ha inizio a Londra, dove la nostra eroina è convinta di aver visto il proprio fidanzato che invece dovrebbe essere in Vietnam. La trama va avanti insanguinandosi di alcuni delitti dal movente enigmatico, ma in una confusione a dir poco paradigmatica. Per gli amanti del giallo anni '70, ancora qualche minima emozione da collezionare.

Keyser3 27/09/21 23:21 - 444 commenti

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Giallo italo-spagnolo piuttosto modesto di Bosch, specialista in spaghetti western a basso costo, che attinge a piene mani elementi dalla tradizione argentiano-lenziana di quegli anni. La trama è fin troppo arzigogolata e gli unici veri motivi di interesse sono le buone atmosfere interne, soprattutto notturne, e le grazie della bella Gillian Hills, che ci regala anche un generoso nudo. Fuori luogo i siparietti umoristici del portiere con la moglie, musiche dal gusto elettronico di Giombini; finale a dir poco tagliato con l'accetta.
MEMORABILE: L'entrata in scena di Bruno Corazzari, che qui recita sempre con un paio di Ray-Ban.

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Nick franc 6/01/22 16:39 - 515 commenti

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Il bellissimo titolo mal si addice a un gialletto piuttosto anonimo, che non si mette in luce particolarmente né per inventiva né per una messa in scena brillante.  Bosch cerca di dare un po' di verve cercando di inserire qualche alleggerimento ironico (i duetti tra il portiere e sua moglie, il violoncellista gattofilo) ma non ha il talento di Argento e la suspense latita. Si salva in parte per le belle facce del cast (la Hills è stupenda, Corazzari e Del Pozo sono due presenze che si ricordano) e per le belle musiche di Giombini con spunti prog-rock.
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