L'amore molesto - Film (1995)

L'amore molesto

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/05/08 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 1/06/08 00:18 - 5533 commenti

I gusti di B. Legnani

Arduo (anche per via del dialetto stretto), ma fascinoso. Recitato splendidamente da tutti (davvero grande la Bonaiuto), con trama non gialla, ma basata su un’indagine, non permette di essere inquadrato in breve tempo, ma poi prende bene, sebbene non tutto sia chiarissimo. Avrei potuto dirlo in tante altre occasioni, ma la faccio solo ora: i funerali (sia quelli –ini, sia quelli –oni) sono quasi un genere cinematografico.
MEMORABILE: Caserta alla cabina delle fotografie.

Cotola 7/03/09 21:35 - 9052 commenti

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Ottimo dramma, velato di mistero, di ambientazione partenopea in cui il regista Martone mostra finalmente appieno le sue potenzialità, firmando una pellicola decisamente riuscita, girata con grande stile e con un taglio decisamente personale e privo di ogni banalità e commercialità d’accatto. Bravi gli attori e semplicemente splendida la fotografia del bravissimo Luca Bigazzi. Da riscoprire.

Galbo 10/03/09 05:54 - 12399 commenti

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Tratto dal romanzo omonimo di Elena Ferrante, è il secondo film del regista Mario Martone ed è una sorta di indagine sull'ultima parte della vita di una donna, compiuta dalla madre della stessa, che compie anche una sorta di autoanalisi sulla propria persona. Girato senza alcuna concessione al lato spettacolare e commerciale di una storia che è una sorta di noir contemporeneo, il film ha come protagonista non secondaria la città di Napoli, benissimo rappresentata dal regista.

Enricottta 24/08/09 19:43 - 506 commenti

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Martone incontra Ferrante. Il risultato è ambiguo, sfuggente, indolente. Esponenti degni di quella intellighenzia tutta partenopea, ci conducono sin dall'inizio in un mondo fatto di misteri, allusioni, omissioni che via via diventeranno il vero tema conduttore del film. La problematica della figlia brutta, gelosa della madre desiderata da tutti, è un po' la chiave di volta della storia, in cui i caratteri dei protagonisti, tutti ben delineati, sono "giocati" dai ricordi della bambina nella sua scacchiera mentale. Tra gli altri ricordo Angela Luce.

Stefania 30/07/10 06:05 - 1599 commenti

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Martone valorizza ogni dettaglio: le immagini e i suoni lo comunicano immediatamente, il disagio di Delia, il disagio fisico, concreto, dell'impatto con una città rumorosa, invadente, promiscua; il fastidio del contatto forzato con altri corpi, con gli oggetti di Amalia, con i ricordi intorbiditi, mistificati dalla rimozione. Un viaggio nel ventre di Napoli, nel ventre materno, una regressione e una rinascita, storia di femminilità negata e riscoperta, storia d'amore molesto e generoso: quello di una madre, quello di una figlia.
MEMORABILE: La simbologia, discreta ma potente, legata all'acqua, elemento femmineo, uterino: la pioggia, il mare, i rubinetti sempre aperti, la vasca termale.

Pinhead80 14/02/11 13:57 - 4765 commenti

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Questo di Mario Martone è un film che mostra il percorso di profonda introspezione della protagonista che cerca di elaborare il lutto della madre, ricostruendo i passaggi del loro tormentato rapporto. Girato nella bellissima Napoli, il film affronta in maniera a volte anche decisa la maturazione affettiva della protagonista che si mette in gioco, pronta ad abbandonare, i serragli che per troppo tempo le hanno impedito di vivere l'amore senza pervertirlo.

Neapolis 16/05/11 16:30 - 184 commenti

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Secondo e a mio avviso miglior film di Martone, che nei successivi non confermerà le iniziali promesse. Bellissima fotografia, specialmente nella parte finale del film dove viene inquadrata la periferia degradata di Napoli. C'è un viaggio a ritroso nella memoria della protagonista (una grande Bonaiuti) e un viaggio nei luoghi dei ricordi rimossi. Entrambi alla fine risultano per la protagonista, fastidiosi e difficili da affrontare.

Beffardo57 19/08/13 23:25 - 262 commenti

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Il ritorno nella città natale (Napoli, caotica, rumorosa, affollata, sordida) come occasione per un lungo e doloroso viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca del proprio passato e della ridefinizione dei rapporti (assai problematici) con le figure parentali. La scommessa di Martone è largamente vinta: il film convince, anche grazie alla notevole prova degli interpreti (Anna Buonaiuto in primis), alla sobria eleganza della messa in scena e malgrado la difficoltà di comprensione dei dialoghi, spesso parlati in un napoletano molto stretto.

Paulaster 15/01/14 10:09 - 4425 commenti

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Martone riesce a rappresentare un giallo senza l’enfasi thiller, dove si riscava nel passato solo per chiarire il quadro. Bonaiuto brava nel rendere fisica e sofferta la sua gracilità e comprimari tutti all’altezza. Napoli come una culla a cui viene tolto il calore e il frastuono umano e del territorio produce scorza senza allegria. Preclude grandi vette il dover seguire faticosamente la vicenda (specie nei salti temporali) e l’uso stretto della parlata (anche se ci può stare).
MEMORABILE: L’approccio nella sauna e in piscina; Le ciliegie sulle orecchie.

Kinodrop 18/12/19 17:38 - 2956 commenti

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La morte inaspettata della madre induce la figlia Delia a intraprendere un'indagine sulle cause che coinvolgerà un passato tutto da riconsiderare, fatto di molte ombre e traumi nascosti. Martone sceglie una narrazione volutamente "aperta" in cui eventi e personaggi assumono risvolti mai definiti, lasciando in perenne sospensione lo spettatore, affidandosi anche ai mille volti di una Napoli caotica e popolare con il suo irruente dialetto. Eccellente la scelta del cast, dalla protagonista ai comprimari. Un plauso particolare alle musiche scelte.
MEMORABILE: Lo zio di Delia; La madre irrefrenabile; Delia riscopre un ricordo sepolto; Il finale.

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  • Discussione Neapolis • 5/10/16 09:12
    Call center Davinotti - 3086 interventi
    Finalmente svelato il mistero dell'identità della famosa scrittrice autrice del libro da cui è tratto questo film: Anita Raja conferma su Twitter di essere Elena Ferrante.
  • Discussione Galbo • 5/10/16 09:21
    Consigliere massimo - 3991 interventi
    Neapolis ebbe a dire:
    Finalmente svelato il mistero dell'identità della famosa scrittrice autrice del libro da cui è tratto questo film: Anita Raja conferma su Twitter di essere Elena Ferrante.

    Ammesso che a qualcuno interessasse la notizia (bisognerebbe rispettare la privacy di chi chiede di lavorare in anonimato) si tratta di un fare come chiarito dalla casa editrice.
  • Discussione Cotola • 5/10/16 11:45
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    E' una bufala:

    http://www.lastampa.it/2016/10/05/cultura/anita-raja-su-twitter-elena-ferrante-sono-io-finito-il-mistero-sulla-scrittrice-US5tTGSvXcz92G2k3UoETL/pagina.html

    Premesso che probabilmente la Raja è davvero Elena Ferrante, come si vocifera da anni (molti sono gli indizi che vanno verso quella direzione, ma non si sa mai) non capisco davvero
    tutta questa morbosa attenzione verso la sua vera identità. Quand'anche si sapesse chi è, cosa ne guadagnerebbero o perderebbero le sue opere? Mah...davvero non capisco.

    E soprattutto, come già detto da Galbo, non sarebbe il caso di rispettare la privacy di chi ha scelto di scrivere sotto falso nome?
    E' normale che un giornalista si informi addirittura sui presunti guadagni di una persona? Per me è davvero intollerabile.
  • Discussione Neapolis • 5/10/16 12:18
    Call center Davinotti - 3086 interventi
    Ho solo riportato una notizia del Mattino nessuna violazione di privacy anzi nell'articolo era l'autrice a rivelare la sua identità. Poi che sia una bufala o meno non è colpa mia

    http://www.ilmattino.it/cultura/libri/raja_ammette_elena_ferrante-2006858.html
    Ultima modifica: 5/10/16 12:31 da Neapolis
  • Discussione Cotola • 5/10/16 12:28
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Neapolis ma figurati, non mi riferivo mica a te né per quanto riguarda l'attenzione morbosa circa l'identità della Ferrante, né tanto meno per la violazione della privacy che riguarda invece l'articolo del sole 24 ore in cui si fanno i conti in tasca alla raja. Il mio era una discorso generale che ovviamente non riguarda e non può riguardare alcun davinottiano.
    spero di aver chiarito il malinteso.

    P.s.

    È ovvio che non sei responsabile nemmeno della presunta bufala, visto che la notizia è stata riportata sulle principali testate italiane e non solo.
  • Discussione Galbo • 5/10/16 12:35
    Consigliere massimo - 3991 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    E' una bufala:

    http://www.lastampa.it/2016/10/05/cultura/anita-raja-su-twitter-elena-ferrante-sono-io-finito-il-mistero-sulla-scrittrice-US5tTGSvXcz92G2k3UoETL/pagina.html

    Premesso che probabilmente la Raja è davvero Elena Ferrante, come si vocifera da anni (molti sono gli indizi che vanno verso quella direzione, ma non si sa mai) non capisco davvero
    tutta questa morbosa attenzione verso la sua vera identità. Quand'anche si sapesse chi è, cosa ne guadagnerebbero o perderebbero le sue opere? Mah...davvero non capisco.

    E soprattutto, come già detto da Galbo, non sarebbe il caso di rispettare la privacy di chi ha scelto di scrivere sotto falso nome?
    E' normale che un giornalista si informi addirittura sui presunti guadagni di una persona? Per me è davvero intollerabile.


    Condivido tutto, il mancato rispetto per il semplice desiderio di discrezione ci rende un paese un po' peggiore di quello che potremmo essere.....
    Ultima modifica: 5/10/16 12:36 da Galbo
  • Discussione Il Dandi • 5/10/16 12:41
    Segretario - 1488 interventi
    Scusate, ma non stiamo mica parlando di un fenomeno come i Daft Punk o artisti simili che si esibiscono mascherati per scelta estetica (ma si sa chi sono), e nemmeno di letteratura scandalistica come fu quella di Emanuelle Arsan.

    La Ferrante è annoverata da Time "tra le 100 persone più influenti al mondo", il mistero della sua identità è alla base del suo successo editoriale e come tale è sempre stato trattato dai suoi editori. Non riesco proprio a vedere lo scandalo.

    Se uno scrittore vuole mantenere la propria privacy può farlo anche con il suo vero nome, come insegna Salinger. E in Italia di scrittori veramente perseguitati ne abbiamo avuti, senza che si indignasse nessuno.
  • Discussione Cotola • 5/10/16 13:02
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Ma certo Dandi, nessuno scandalo: ci mancherebbe. E nemmeno mi sognerei mai di parlare di persecuzione nei confronti di chi si cela dietro Elena Ferrante.
    Come fai giustamente notare sono ben altri gli scrittori italiani che sono stati maltrattati.

    Come te credo pure che buona parte del successo editoriale derivi anche dal suo anonimato, anche se non credo che venda così tanto solo per quello.
    Trovo però difficile credere che una persona spenda tempo
    e denaro per leggere un autore solo perché può favoleggiare sulla sua identità. Se così fosse allora davvero si confermerebbe ciò che io credo e cioè che ci sia un'attenzione un po' eccessiva, che si potrebbe definire morbosa, verso un aspetto assolutamente secondario poiché ciò che importa in un libro è la qualità e non chi lo ha scritto (anche se, ovviamente, le due cose spesso vanno di pari passo. Ma non è che se Elena Ferrante iniziasse a firmarsi col suo vero nome scriverebbe meglio o peggio e non certo per il motivo del cambio anagrafico).

    Concludo dicendo che ciò che non ho apprezzato particolarmente in tutta la vicenda è l'ultimo articolo a firma di Gatti apparso su Il Sole 24 ore poiché troppo invasivo nei confronti della vita privata della Raja cui, mi ripeto, si fanno addirittura i conti in tasca sulla base, ovviamente, di fonti anonime. Tutto qui.

    Temo anche che presto verrò colpito dalle frustate di Zender poiché siamo Ot visto che non stiamo parlando del film da di altro. :)
    Ultima modifica: 5/10/16 13:05 da Cotola
  • Discussione Raremirko • 7/12/21 23:30
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Un discreto Martone, in un film qui un pò sopravvalutato (il bistrattato L'odore del sangue non è che sia molto meglio di questo, per dire); molto bene la Bonaiuto che è qui assoluta protagonista.
    Bene anche De Caro e Paolantoni in ruoli seriosi; la vicenda di questo dramma/thriller però non sempre regge e non sempre ho capito alcuni passaggi.
    Buona comunque l'atmosfera e la fotografia, in una Napoli sudata ed un pò lugubre.
  • Discussione Raremirko • 8/12/21 00:08
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Negli extra del dvd, relativamente all'intervista alla Bonaiuto, mi ha colpito in particolare una frase su Napoli che più o meno dice così: in questa città non c'è una delimitazione netta tra verità e rappresentazione, una si confonde nell'altra, e forse neanche i cittadini stessi sono coscienti della differenza.