Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova (si sospettano moventi politici) - Film (1978)

Nei primi Anni Venti dello scorso secolo, una giovane vedova napoletana si innamora contemporaneamente di due uomini: un socialista e un gangster. Film tipicamente wertmülleriano, ricco di personaggi, fatti e situazioni, con una scenografia e un'ambientazione efficacissime, ha il suo limite in una sceneggiatura non ben calibrata, in cui gli avvenimenti vengono confusamente affastellati senza rigore logico. Buone le intepretazioni del cast, molto assortito.

Stonato. Quando di un film con la Loren, Mastroianni, Giannini e Turi Ferro si dice che la cosa migliore sono i panorami siciliani (siamo nei pressi di Segesta), si dice che il film non va: “la Wertmüller non lascia mai: raddoppia e s’ingolfa” (Morandini). Mastroianni con barba da profeta fa ridere, Giannini perennemente impegnato a muovere il sigaro coi denti fa prestare attenzione al sigaro e non a ciò che dice o fa. Non riuscita neppure la rappresentazione sociale e storica (siamo nel 1922). Da evitare.

Wertmüller aggiunge al suo attore feticcio Giannini due pezzi da novanta come la Loren e Mastroianni (ai quali si può aggiungere un Turi Ferro, unico vero siciliano in tutta la vicenda). Risultato: una lunga serie di primissimi piani (specie sugli occhi nerocerchiati della bella vedova, la Loren) eseguiti alla perfezione da Tonino Delli Colli. I moventi politici ci sono, ma sono più le passioni a dominare, anche troppo. A differenza dei suoi precedenti lavori, la regista è alle prese con una vicenda cui manca l'ironia necessaria ad alleggerire.

Fosse stato il suo primo film di "coppie" l'avrebbe trattato meglio. Qui la regista smàrgina con la disinvoltura di chi crede di dominare la materia, strafacendo. La verbosità si divora il triangolo siculo, troppo farsesco per essere tragico e troppo cupo per farsi grottesco. Mastroianni, più dosato, meglio di Giannini, di riciclata guapperia. Pochi appunti si possono muovere a Sophia, magistralmente livida di occhiaie e miseria: sulla carta vedova contesa, nei fatti simbolo terragno. Il milieu politico è sbrigativo ancorché puntuale nell'eternare le giravolte dei gattopardi.