Film denso, introspettivo. Le atmosfere si dipanano tra l'incedere poetico dei campi e della giovinezza contadina e i segmenti quotidiani dei protagonisti che balenano con flashback ad alto contenuto sociale e politico. Un bilancio dell'Italia che usciva dal decennio di piombo degli Anni Settanta. Questa riflessione di Rosi si adagia sul paesaggio meridionale con destrezza e sincerità. I suoi personaggi sono autentici, mai banali, perché avvolti da quel senso di appartenenza che è fatto di inconfessata poesia.
Descrizione dell'Italia dell'epoca, talora un po' didattica, ma in una pellicola i cui pregi sono superiori alle cose non riuscitissime (***). Rosi, come sempre, mette la macchina da presa nel posto migliore e sa descrivere tutto con una verosimiglianza che tocca persino i piccolissimi gesti (come il taglio del formaggio). Cast strepitoso, con un Vanel incredibilmente verosimile. Di culto il risveglio di Mezzogiorno: scena di lacrime, senza che una lacrima si veda.
Un bel film drammatico, intimista, molto italiano (per quanto si avvalga di due attori francesi bravissimi, tra cui un commovente Vanel), presenta uno spaccato del Belpaese appena uscito dal caso Moro, nel pieno del periodo di piombo. Accompagnato da una fotografia ricercata e affascinante, le scene si snodano lente tra passato, presente e immagini oniriche, incubi e aspettative deluse. Rimorsi per quello che poteva essere e non è; unica speranza la bimba, spensierata nell'agreste contesto.
MEMORABILE: Sanguinaria, violenta, feroce... altro che Italia pacioccona!
Film intimista di Rosi, racchiude in sé una storia semplice ma ricca di poesia: tre fratelli molto diversi (ma Mezzogiorno è più efficace quando impersona suo padre da giovane) si ritrovano dopo che il loro padre ha comunicato loro della morte della madre. Molto bravo Noiret, Placido se la cava discretamente, ma chi giganteggia è Charles Vanel nel ruolo dell'anziano genitore. Poetico e commovente, inquadra anche la situazione dell'Italia anni '80. Da vedere.
MEMORABILE: I dialoghi tra nonno e nipote; L'incontro onirico tra i due anziani, ricco di significati.
La morte della propria madre fa ricongiungere i tre fratelli del titolo nel proprio paese d'origine, dove ad attenderli ci sarà l'anziano padre. Francesco Rosi, dopo Cadaveri eccellenti, torna ad analizzare il fenomeno degli anni di piombo, senza, ahimè, evitare una certa retorica di fondo. E' allo stesso tempo un film sul passato e su quanto il presente sia difficile da affrontare, per i protagonisti e per l'intera società. Ottimo il cast.
MEMORABILE: Il cameo "sognato" di un giovane Sergio Castellitto nei panni di un terrorista.
Eccellente opera sugli stadi finali della più grande transizione di società nel nostro paese: la fine definitiva del microcosmo rurale contadino, che passivamente cede la mano a una borghesia con più difetti che pregi ma che rappresenta l'unica vera ragione di vita dei protagonisti. Fa da contraltare la bambina Marta, la cui fanciullezza le permette di assaporare le meraviglie di quel mondo innocente e che costituiscono i momenti più poetici del film. Sfiorato l'Oscar come miglior film straniero.
MEMORABILE: La ramanzina Del Giudice Raffaele al fratello "testacalda" Nicola: un eccellente esempio di anti-retorica sempre attuale.
Tre fratelli si ricongiungono alla morte della madre. La mesta questione familiare viene inserita per sottolineare il clima di sconfitta alla fine degli anni di piombo, con la tensione e la delinquenza impregnati nel tessuto sociale. Rosi è meglio quando usa le immagini (con relativi silenzi), anche perché qualche dialogo iniziale è didascalico. Migliore la seconda parte, in cui le spiegazioni si esauriscono e rimane solo il cordoglio per chi non c’è più. Vanel giganteggia e Noiret sembra l’alter ego del giudice Falcone; a Placido toccano i discorsi più politici.
MEMORABILE: I bambini che spazzano; Le due fedi.
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HomevideoZender • 21/10/08 10:12 Capo scrivano - 47787 interventi
Per gli amanti del cinema di Rosi il 22 ottobre 2008 ri-esce per la Cecchi Gori TRE FRATELLI
Audio: Ita.mono
Video: 16:9/Ws + trailer/note)
Film d'esordio per Sergio Castellitto che appare (non accreditato) nel ruolo di un terrorista.
DiscussioneRaremirko • 9/10/18 21:55 Call center Davinotti - 3862 interventi
Notevolissima prova per Rosi, secondo me tra i suoi migliori film in assoluto, con un dramma intimo a tesi, che non risparmia giudizi acidi su temi, stati, persone (Italia violenta, Italia di soprusi).
Attori uno più bravo dell'altro (poi Placido l'ho sempre adorato) in un'opera secca, priva di sbrodolate e difetti.