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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Per raccontare “la vita spettacolare di Giulio Andreotti” (come recita il sottotitolo) Paolo Sorrentino ha pensato che anche il film avrebbe dovuto esserlo. E difatti i primi minuti sembrano girati da Sergio Leone, con quei ralenti, i silenzi, le inquadrature virtuosistiche, la lettere che scorrono sulle immagini in modo mai banale... Un’impressione che non scema nemmeno procedendo, e anzi più volte sembra a tratti che IL DIVO voglia essere quello che CASINO fu per Scorsese: un apprezzabilissimo esercizio di stile nel quale comunque la parte narrativa non può e non deve essere tralasciata. Sono gli ultimi anni di Andreotti, dal 1990 in poi,...Leggi tutto quando ormai il carisma del divo Giulio sta inevitabilmente declinando colpito di riflesso dal ciclone Tangentopoli (pur se fu uno dei pochi “big” non toccati dall’inchiesta). La personalità politica emerge dal film non meno del carattere, contraddistinto da quell’ironia pungente che ne ha reso celebri alcune massime, dosate con parsimonia e calibrate alla perfezione (una costante del film insieme alle aspirine, assunte in quantità per combattere un’emicrania che non dà tregua). Sorrentino non prende dichiaratamente posizione, ma certo non arretra di fronte ai racconti dei pentiti di mafia, non manca di suggerire che qualcosa di altamente compromettente, dietro quel volto di pietra (che le fattezze di Servillo non possono avvicinare più di tanto), si nasconde. Sfilano Cirino Pomicino (un eccellente Buccirosso) e tutti i componenti della corrente andreottiana (chiamata "Primavera"), si affacciano costanti i ricordi di Moro, mentre la seconda parte si concentra sui controversi rapporti con la mafia creando una bella alternanza. Il film ha insomma molte frecce al suo arco, che la regia scocca con precisione centrando i bersagli giusti e avvalendosi di un cast ben diretto. Toni Servillo s’immedesima quanto può nel personaggio e si conferma uno dei migliori attori italiani del momento (pur limitato da un volto molto diverso da quello del modello), si prende la scena e la ruba a tutti. Forse il film potrà apparire un po’ frivolo, ma in fondo il titolo ben sintetizza le intenzioni: non è un processo all’uomo e, se è vero che non vuole tacere sulle circostanze politiche che ne ambientarono la carriera, non pretende affatto di appartenere al filone “di denuncia”. Andreotti è un pezzo della storia d’Italia, e raccontarla attraverso un percorso non facilmente inquadrabile è una scelta che ha prodotto un’opera a suo modo insolita e stimolante, diretta magnificamente da un regista la cui padronanza tecnica è qui impressionante. Eccellente l’utilizzo delle musiche che si affianca a un grande lavoro di montaggio. Utile anche come veloce ripasso di educazione civica, di sicuro non toglie una sola delle nubi che offuscano da sempre l’immagine del divo Giulio: più che un uomo, un enigma irrisolvibile (almeno fino a quando, come dice Grillo in una delle sue battute più felici, “non morirà e gli estrarranno dalla gobba la scatola nera”).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/05/08 DAL BENEMERITO SCHRAMM POI DAVINOTTATO IL GIORNO 28/05/08
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Ira72 13/02/17 13:47 - 1305 commenti

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Partiamo da Servillo, per cui mi viene in mente un'unica parola: eccezionale. Perché Giulio Andreotti non viene imitato, bensì caricaturizzato in modo ironico e grottesco. Pur ispirandosi a un personaggio reale, Servillo lo fa suo, quasi facendoci dimenticare l'originale. E poi c'è Sorrentino, che sa raccontare una penosa storia italiana in modo autenticamente crudele, pur strappandoci qualche amara risata. Non manca nulla in questo film: coinvolgimento, ritmo frizzante, intensità dei dialoghi, riprese e inquadrature personalissime.
MEMORABILE: Dottore: "Per stare meglio dovrebbe fare sport!" Andreotti: "Tutti i miei amici che facevano sport sono morti."

Schramm 29/05/08 14:05 - 3490 commenti

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Infischiandosene bellamente della denuncia e di prestare al cinema la coscienza civile e sociale, il prode Sorrentino, che qui rasenta l'estro e la maestria di altri cineasti d'oltralpe, scaraventa la dimensione politica nell'orbita quasi meramente estetica (il contrario di quanto fa Garrone in Gomorra), sottraendola a un peso specifico altrimenti micidiale, e sfornando cinema con la c retoricamente maiuscola. Da mazzi di rose blu la mimesi di Servillo, baricentro del film, che si destreggia via via con birignao timbrici alla Carmelo Bene.
MEMORABILE: "La sua ironia è atroce"; "L'ironia è l'unico rimedio che abbiamo contro la morte, e tutti i rimedi contro la morte sono atroci".

Marco79 30/05/08 16:04 - 12 commenti

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Sorrentino confeziona per tecnica e stile forse il più bel film italiano degli ultimi anni. Servillo interpreta magistralmente l'Andreotti degli anni 90, quello che vede lentamente affievolirsi, senza però mai spegnersi, la luce della sua stella. Non c'è giudizio politico su quest'uomo ma anche nulla che elimini dubbi sulla sua moralità. Il film è bello, sfacciato, ironico e la colonna sonora, come sempre per Sorrentino, è coinvolgente e divertente. Cast ricchissimo e di alto livello.

Rebis 31/05/08 18:05 - 2331 commenti

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Stilisticamente sontuoso, con soluzioni sopraffine e saturazioni nel barocco puro, il film non sa offrire reali opportunità ad un racconto asservito dalla fascinazione personale. Sorrentino, attratto e repulso, dialoga con l'ossessione travalicando il personaggio storico e fomentandone solo la mitopoiesi; detta regole intestine per cui batte i pugni, punta i piedi, accusa il padre per estorcergli una fittizia e consolatoria confessione. L'umanità che si eclissa sullo sfondo lascia spazio a visioni mefistofeliche e forattiniane. Niente di nuovo e sostanziale dietro le volute di rabbia e fumo.
MEMORABILE: Ogni singola parola del Divino.

Puppigallo 31/05/08 13:24 - 5250 commenti

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Il film è notevole, grazie soprattutto alla sapiente regia e agli attori (il protagonista e la sua cricca). Solo Cirino Pomicino appare un po' macchietta, ma ahimè, magari era così. Il protagonista ha una tale staticità che risulta quasi ipnotica. Solo quando apre bocca ti accorgi che è vivo; e ciò che dice, ovviamente, non è mai banale. Le sue frasi vanno studiate e commisurate agli eventi di quel tempo neanche troppo lontano, traendone le proprie conclusioni. Il regista comunque, ce l'ha presentato in modo che, pur Mefistofelicamente, finisse per piacerci, o almeno, per ispirarci simpatia.
MEMORABILE: La moglie:" Presidente stai dritto con la schiena". E Lui: "Sto tanto comodo così".

Gugly 1/06/08 17:11 - 1184 commenti

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Vita spettacolare di Andreotti (è il sottotitolo). Appunto. È questo il senso di una pellicola impressionante per abilità tecnica a livello creativo ed autoriale. L'Andreotti di Servillo è colui al quale sono state appioppate tutte le malefatte di 40 anni di storia, che sopporta stoicamente in un corpo deformato. Unica angoscia la morte di Moro. Eccellenti i comprimari a partire dalla moglie, angolo di vita normale. Impressionante, ma non è la storia reale; è come ce la immaginiamo ad ogni delitto eccellente a cui corrisponde una freddura.
MEMORABILE: L'arrivo della "corrente" andreottiana.

Flazich 1/06/08 23:24 - 667 commenti

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"Il divo" e Gomorra: quanto ben di Dio. Il cinema italiano sta risorgendo? Il divo è sicuramente tra i più bei film degli ultimi vent'anni. Regia sublime quella di Sorrentino che più di una volta fa sobbalzare dalla poltrona. Quello che viene messo in scena è più del balletto della nostra politica: il regista riesce a immortalare gesti e consuetudini dei politici e personaggi dell'Ialia degli ultimi 50 anni molto più eloquenti di molte parole. Al limite del geniale.

Grada 4/06/08 01:32 - 26 commenti

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Tecnica narrativa, montaggio, colonna sonora, sceneggiatura di grande maestria, anzi genialità. Lascia perplessi però la scelta di rappresentare Andreotti come un essere quasi imbalsamato che comunica solo con le sue battute pungenti (mentre Servillo avrebbe potuto prestargli una mimica eccezionalmente espressiva!) Si è voluta forse codificare l'impenetrabilità dell'uomo che non tradisce emozioni e soprattutto non svela segreti, di fronte ai j'accuse dei pentiti di mafia e delle lettere di Moro.

Galbo 8/06/08 20:41 - 12372 commenti

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Libera (ma verosimilmente abbastanza veritiera) interpretazione della "spericolata" (come la definisce il sottotitolo) carriera politica e vicenda umana di Giulio Andreotti ma anche delle (spesso torbide) vicende italiane degli ultimi anni. Film di grande potenza narrativa in cui il regista usa la chiave del grottesco più che del realismo riuscendo a realizzare una pagina di raro spessore cinematografico anche aiutato dalla straordinaria intepretazione di Servillo e del resto del cast.

Diduz 10/06/08 16:43 - 5 commenti

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Sorrentino si conferma un fiore all'occhiello del cinema nazionale, ma la ciambella non gli riesce col buco. Abituato a dialoghi e narrazioni rarefatti, offre uno spettacolo indimenticabile finché non è civicamente obbligato ad articolare fatti e perorazioni in modo preciso e giustamente divulgativo. A quel punto il surrealismo formale s'inchina alle vicende storiche e il margine di manovra della visionarietà si restringe, mentre il film comincia di conseguenza ad arrancare. Comunque imperdibile per principio, perché originale e personale.
MEMORABILE: La scena in cui Andreotti e sua moglie si consolano guardando Renato Zero che canta "I migliori anni della nostra vita". Folle.

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Deepred89 12/06/08 19:15 - 3701 commenti

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Sorrentino si conferma un grandissimo regista. Il registro passa subito da quello del film di denuncia al grottesco e il tutto diventa un susseguirsi di scene geniali, accompagnate da musiche tanto stranianti quanto azzeccate. Alcuni passaggi potranno risultare un po' prolissi, vista l'inevitabilità di soffermarsi anche sulle varie vicende storiche, ma la sceneggiatura riesce a trasformare Andreotti in un personaggio memorabile. Grande l'interpretazione di Toni Servillo e ottime le prove di tutto il resto del cast. Notevole.

Manulele81 3/07/08 18:28 - 83 commenti

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Possente e rutilante rilettura biografica della vita del più potente politico italiano, rivista in un chiave grottesca, surreale, ironicamente poetica. Un film sull'incongruità, sullo straniamento come chiave di lettura filmica e politica, in cui la decriptazione di un enigma umano passa per il suo ritratto freddo e funebre, eppure significativo. Grande regia di Sorrentino, che supplisce al rischio di spettacolarizzazione con umoristico sdegno. Grandissimo Servillo.

Matalo! 7/07/08 17:09 - 1378 commenti

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Film straordinario, che sa andare oltre gli schemi usandoli tutti; ben al di là del neo neo neo realismo dei vari Base-Placido-Risi ma anche oltre Giordana e Garrone. Il ritratto non di Andreotti ma delle mille maschere del potere in tempo di democrazia. Incredibile Servillo, sul modello di Bene; fantastici gli altri, su tutti Buccirosso e la Bonaiuto. Una volta tanto il cinema italiano pensa in grande e guarda allo spettacolo. Già questo vale il voto pieno.

Ghostship 10/07/08 16:24 - 394 commenti

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Grande affresco della prima repubblica e di tutti i suoi interpreti primo fra tutti ovviamente Andreotti. Sorrentino si conferma il più bravo regista italiano, dirigendo sorprendentemente una serie di scene d'azione girate e montate da far paura ad Hollywood proposte in rapida successione prima di incentrare l'attenzione sul magnifico Giulio servilliano. da vedere e rivedere. Il cinema italiano riparte da qui.

Straffuori 22/07/08 13:18 - 338 commenti

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Molto ben realizzato, il film affronta una tematica che definire enigmatica e misteriosa è dire poco. L'inizio con la presentazione dei "fedelissimi" è davvero incisivo e di fortissimo impatto. Bravissimo ancora una volta Servillo, perfettamente nella parte. Nel cast buone prove di Gianfelice Imparato, Massimo Popolizio, Aldo Ralli, Giovanni Vettorazzo e ottimi caratteristi. Nella parte finale il film si affloscia non poco ma rimane comunque un lavoro più che buono.

Venticello 11/08/08 15:54 - 63 commenti

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Sorrentino si conferma il miglior regista italiano del momento con questa mirabile messa in scena del personaggio (ma anche dell'uomo) Andreotti. Nessun giudizio grossolano, ma un'articolata ed esauriente esposizione dei fatti effettuata con un'apprezzabile tecnica registica coadiuvata da una serie di personaggi di "contorno" interpretati in maniera egregia da un cast "teatrale" di tutto rispetto. Ottime le musiche, spettacolari piani sequenza, cibo per gli occhi e per la mente.
MEMORABILE: La presentazione iniziale della "corrente".

TomasMilia 23/08/08 15:11 - 157 commenti

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Troppo esaltato dalla critica saccente che ha provocato più danni che altro. Il film è stato visto per lo più come un atto d’accusa verso Andreotti e ha fatto la fortuna di coloro che vogliono vedere il complotto ovunque. Per me, non fa che rendere più accattivante la sua figura. Sorrentino rimane fedele alla sua poetica degli uomini soli ma cade nell’errore (ma forse ho interpretato male il suo messaggio) di renderlo simpatico, riducendolo a macchietta sullo stile del Bagaglino.
MEMORABILE: Presentazione della "corrente" e le battute di Andreotti.

Mascherato 19/10/08 14:52 - 583 commenti

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Il modello, irraggiungibile ed irraggiunto, è il Todo Modo di Petri. Sorrentino sceneggiatore, però, non è Sciascia, sicché il suo ultimo lavoro consiste nel ricucire, con i ghirigori profilmici di cui è capace, gli aforismi di Andreotti nella prima parte e gli atti dei processi contro di lui nella seconda. Gli attori si adeguano alla clownerie ed il più convincente, alla fine, risulta Buccirosso nei panni di Cirino Pomicino. Non si prende posizione, ma non è detto che l'imparzialità sia sempre una virtù. A volte è codardia e cerchiobottismo.
MEMORABILE: Pomicino: "Viva il dilettantismo! Pensi che io sono medico chirurgo e ministro del bilancio. E' il professionismo che ci sta rovinando!"

Stefania 30/10/08 03:23 - 1599 commenti

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Luci e penombre caravaggesche, tendaggi, cortili chiusi, lunghi corridoi, saloni ovattati: certamente Sorrentino è riuscito ad illustrare in maniera visivamente suggestiva l'alone di mistero che circonda il personaggio di Andreotti e la distanza tra chi esercita il potere e il "mondo ordinario". Ma oltre le immagini c'è troppo poco: una trama didascalica, un Andreotti avviluppato in risaputi aforismi... E quel fantasmino di Moro che appare nello specchio del bagno, non è una caduta di gusto?

Brainiac 1/11/08 14:11 - 1083 commenti

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Eh no, è troppo facile il dire/ non dire di Sorrentino, che nella descrizione di una vicenda così torbida come quella di Andreotti (e delle ripercussioni dei suoi infiniti mandati sulla vita italiana) resta ambiguo e non prende nessuna direzione (o meglio, le imbarca tutte). Tecnicamente il film è valido per e alcuni strali lo script li scaglia pure, salvo poi ritirare la mano nei monologhi sul male necessario. Necessario per chi? Strepitoso Buccirosso e sufficiente financo Servillo (l'attore-che-nessuno-critica-mai). Troppe le "massime" andreottiane. Ce lo meritiamo, Sorrentino.
MEMORABILE: Andreotti distribuisce regali e promesse ad un gruppo di elettori, com'è ancora in voga fare in Italia.

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Supercruel 19/11/08 01:50 - 498 commenti

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Magistrale pellicola dell'ottimo Sorrentino, in grado di mettere in luce tutti i lati oscuri e sordidi della carriera politica di Andreotti senza mai fare del moralismo spicciolo o spingere il film verso lidi "di denuncia". Il regista - piuttosto - si affida a una regia grottesca e surreale, in grado di dipengere l'uomo e il politico utilizzando come chiave interpretativa l'estetica, piuttosto che l'etica. Questa soluzione riesce a far convivere un gusto raffinato ed eccezionale assieme a una gran mole di potenti affondi riguardanti la cronaca.

Cotola 4/01/09 13:47 - 8998 commenti

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A prescindere dal grado di veridicità della pellicola (su cui si è a lungo dibattuto e che francamente importa fino ad un certo punto) quel che è certo e che colpisce nell'ultimo film di Sorrentino è sicuramente lo stile sontuoso e barocco che lo conferma come uno dei cineasti più dotati ed interessanti del nostro paese. Coniugando "impegno" e spettacolo riesce a confezionare un film straordinario che si avvale di una cornice perfetta a partire dall'eccellente fotografia, passando per il caotico montaggio per concludere con la prova del cast.

Renato 21/11/08 15:57 - 1648 commenti

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Era senz'altro un film difficile da fare, e quindi l'opera di Sorrentino è da apprezzare ancora di più. Evita di scadere dell'agiografia così come di dipingere il ritratto di un mostro luciferino nascosto dietro la rassicurante maschera dell'intellettuale; descrive con attenzione il lato privato di Andreotti e si concede alcune libertà espressive (lo skateboard) che nel contesto funzionano perfettamente. Insomma, un film emozionante, tecnicamente di prim'ordine con solo qualche verbosità evitabile. Spero che Sorrentino continui così.
MEMORABILE: Aldo Ralli nei panni di Ciarrapico!

MAOraNza 3/12/08 10:41 - 243 commenti

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Un film spettacolare sulla spettacolare vita del senatore Giulio Andreotti, un uomo che nel bene e nel male ha attraversato la storia del nostro Paese, dalle macerie del dopoguerra a Tangentopoli. Eppure, lui ne è sempre uscito vivo. E su questa sopravvivenza, Sorrentino taglia e cuce un personaggio, talmente fedele da sembrare caricaturale, sulla pelle di un incredibile Toni Servillo. Tuttavia, Il Divo è un film strano e godibile al 100% solo da chi ha una certa "memoria storica". La confezione però è favolosa sotto tutti i punti di vista.
MEMORABILE: "I preti votano, Dio no".

Ercardo85 22/12/08 23:56 - 81 commenti

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Tutto è eccessivo in questa specie di videoclip di due ore, ma di certo l'intento di Sorrentino non era quello di realizzare un film agiografico; il problema è che lo stile qui diventa troppo spesso stilizzazione e a colpire è più che altro la straordinaria opera di mimesi messa in atto da Servillo. Il piglio visionario e manierista di Sorrentino mal si adatta ad un soggetto del genere; resta comunque un film dignitoso. Tre pallini.

Ammiraglio 12/01/09 13:08 - 150 commenti

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È innegabile la bellezza estetica di questo film. Come da molti fatto notare sembra un vero e proprio escercizio di stile da parte del regista. Condito amabilmente da una sceneggiatura ottima e da una recitazione esemplare da parte di tutti gli attori chiamati (poveri loro) ad interpretare i "grandi" personaggi politici della prima repubblica italiana. Il dialogo sulla necessità di nascondere la verità alla gente fa impressione per quanto è vero.

Undying 22/02/09 22:17 - 3807 commenti

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Interessante esempio di cinema riflessivo e allo stesso tempo spettacolare. Grazie alla meticolosa regia, all'uso di un buon repertorio musicale e alle interpretazioni sentite. Oltre al sovrappiù, garantito da qualche trovata (geniali i titoli a scomparsa) resta però impresso l'utilizzo di frammenti reali, urla, pensieri, scritti (le voci strazianti dei parenti delle vittime di mafia, le memorie di Moro). Difficile riassumere in un film la vita di un uomo politico così importante, emblema delle istituzioni di un'epoca (ma anche delle attuali): ottima quindi l'idea di focalizzarne il declino.

Pigro 10/02/09 09:19 - 9623 commenti

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Splendido (e unico) esempio di cinema politico-satirico, dal polso grottesco, dal volto caricaturale e dall'andatura cabarettistica (nel senso alto e originario del termine). Sorrentino trasfigura Andreotti nella sua parabola discendente e più nera, disegnandone un profilo simbolico di incarnazione del Potere, ma ancorato alla realtà, e profondamente ambiguo: il Divo brilla di luce sinistra, ma pur sempre in un empireo irraggiungibile di intelligenza ironica. Straordinaria l'interpretazione di Servillo, fulminante la cura visiva dell'immagine.

B. Legnani 1/03/09 01:23 - 5519 commenti

I gusti di B. Legnani

Fare un film "politico" credibile sulla politica recente è impresa più ardua che risanare le Ferrovie dello Stato. Sorrentino ha saggiamente scelto un'altra via, cosicché non fa un film "politico", ma un film che alterna con grande sagacia fatti certi, ricostruzioni attendibili, ipotesi non documentate (qui sta forse l'unico difetto: chi non ha memoria storica può confondere i vari piani). Il tutto condito dalle battute di Andreotti, molte delle quali francamente memorabili. Enorme Servillo, ma grandi pure la Bonaiuto e Buccirosso. Ottimo film.
MEMORABILE: Andreotti: "La vedi l'opposizione? Gli andreottiani sono ovunque, insospettabili (...). Io sono trasversale".

Capannelle 7/05/09 15:38 - 4394 commenti

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L'affresco dipinto da Sorrentino è di quelli che funzionano: fotografia, sonoro e montaggio sono di ottima fattura. Prende per il verso giusto la vicenda Andreotti, senza diventare ultrà o saccente ma non dimenticando quei mille dubbi legati alla figura del senatore. Una figura che comunque emerge ("se mi guardo intorno non è che veda molti giganti"). Il tutto condito da un'ironia e un gusto del grottesco che ne fanno uno dei film italiani di maggiore personalità degli ultimi tempi. Strepitoso Buccirosso, bravi Servillo e la Bonaiuto.
MEMORABILE: L'arrivo degli "amici" ('Entra una brutta corrente', dice la segretaria): un tipico bestiario italiano. Castelli che si dà la lacca. Riina ossequioso.

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Barbapapà 18/05/09 19:57 - 33 commenti

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Indubbiamente un film che colpisce l'occhio dello spettatore per la forza delle immagini. Ma resta ambiguo l'intento di Sorrentino: è un film su Andreotti o sui potenti di cui il divo Giulio è solo un veicolo? Io credo che Sorrentino abbia principalmente voluto accanirsi col politico, nello specifico. Scelta discutibile anche se il film ha una forza spettacolare, bisogna ammetterlo, rara nel nostro cinema attuale. I caratteri di Servillo e dei comprimari sono felicemente eccessivi ma a volte ciò serve a coprire dei vuoti.
MEMORABILE: La visione del concerto di Zero alla tv; Pomicino si lancia nelle danze a Montecitorio, divenuto temporaneamente una discoteca.

Fabbiu 6/06/09 14:07 - 2133 commenti

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Sorrentino ha la giusta idea: quella di non mostrare mai troppa faziosità, quella di raccontare Andreotti mai da dietro le quinte e così il film ha il gusto di non essere politico, ma un film sulla politica. Sceneggiato ottimamente, con idee azzeccatissime. Tutto è curato nel dettaglio, dalle inquadrature alle musiche, ai colori e all'ottima fotografia; le interpretazioni sono strepitose e persino le didascalie sono godibili; per non parlare di un pungente umorismo cinico che avvolge le scene e anche i dialoghi. Sembra quasi non essere un film italiano.

Enzus79 17/06/09 10:34 - 2864 commenti

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Credevo di assistere un film sulla falsa riga di Todo modo o de Il caso Mattei (anche se verso la fine qualcosa c'è), ma sono rimasto parzialmente deluso. Non si capisce se Sorrentino critichi o no Andreotti: sembra che tenga delle distanze, elencando solo quello che è successo (Petri è un'altra cosa). Gli attori superano la mediocrità (Buccirosso è al limite del patetico). Comunque, per chi si vuole documentare sul divin Giulio, è da vedere.

Rickblaine 17/06/09 11:03 - 635 commenti

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All'occhio dello spettatore quest'opera può rendere il personaggio innocente o colpevole, o tutt'e due le cose. Il silenzio di quella voce pro e contro "il Divo" si sente in molte scene che denotano la direzione che vuole intraprendere il (sempre più promettente) regista Sorrentino, che però non rischia di profanare l'area di un mito che dietro tanta ambiguità si è fatto inspiegabilmente apprezzare. Buona l'iniziativa che si percorre, tanto da mostrare gli attributi di fronte ad uno stato di solito molto attento a parlar male di Giulio. Servillo ancora ottimo.
MEMORABILE: Ogni volta che si evidenzia Moro sulla coscienza di Andreotti.

Homesick 5/07/09 08:29 - 5737 commenti

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Oltre all’ardimentoso attacco alla classe politica italiana attraverso vicende, testimonianze, ricostruzioni e ipotesi riguardanti la figura del suo esponente più significativo e longevo (Andreotti), il film di Sorrentino colpisce per uno stile moderno ma al contempo molto anni Settanta, candidato a raccogliere la cospicua eredità di Petri e Rosi: virtuosisimi fotografici, recitazione eccellente, volti caricaturali e grotteschi, musiche eclettiche spazianti da Vivaldi ai Trio. Superlativo Servillo nella sua quasi sacerdotale atarassia.

Greylines 19/09/09 14:02 - 4 commenti

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Più che l'interpretazione di Servillo, ottima benchè molto caricaturale, a colpire sono la regia, il montaggio e la colonna sonora, moderni senza mai essere fuori luogo, ora drammatici, ora ironici. Sorrentino racconta la storia d'Italia con un linguaggio diverso dal solito e fa centro in pieno. Il suo ritratto del divo Giulio è a tutto tondo, ne evidenzia la freddezza, la lucidità, la determinazione, il cinismo ma anche la solitudine, il tormento, l'ironia e l'umanità, senza per questo voler essere giustificatorio.
MEMORABILE: La presentazione iniziale della corrente andreottiana, il monologo-confessione autoassolutorio.

Piero68 20/05/10 12:41 - 2955 commenti

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Onestamente io trovo questo film davvero di scarsa fattura. In molte scene mi è sembrato di vedere più uno sketch del Bagaglino che un film serio (soprattutto Buccirosso/Pomicino). Per me scelta del cast sbagliata. Anche per quel che riguarda Servillo, fisicamente agli antipodi. Trucco a parte, trovo la regia buona ma la sceneggiatura troppo vaga e dispersiva. Se non si conosce una certa "storia" del nostro Paese, alcuni passaggi sono davvero incomprensibili. Risultato lontano anni luce dagli obiettivi.

Pinhead80 22/02/10 11:36 - 4715 commenti

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Film basato completamente sulla figura del senatore a vita Giulio Andreotti. Il ritratto che ne esce è quello di un uomo cinico e spietato, che ha sempre navigato nei confini tra legalità e illegalità. Dai suoi presunti rapporti con la mafia e con le varie stragi/delitti, alla sua vita di tutti i giorni ritirata e asettica. Stupenda l'interpretazione di Toni Servillo.

Luchi78 27/04/10 11:28 - 1521 commenti

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La rappresentazione della parabola politica andreottiana ne "Il Divo" è doppia: da un parte le pesanti e compromettenti accuse note ai più, dall'altra la strenua difesa con cui lo stesso Andreotti giustifica se stesso. Ed in questo si denota già un certo "schierarsi" da parte di Sorrentino. Al di là di questo, eccellente regia e fotografia sublime: le passeggiate notturne andreottiane nel cuore di Roma sono un dipinto. Da conservare nella propria videoteca.
MEMORABILE: Il festino di palazzo per l'inizio del settimo governo Andreotti, con Cirino Pomicino che balla scatenato.

Giacomovie 7/05/10 11:04 - 1397 commenti

I gusti di Giacomovie

L’ironia caricaturale è centrata, l’organizzazione del materiale accurata, il montaggio veloce, la mimica e la postura di Servillo perfetti, tutti gli altri politici sembrano verosimili. Non è un film di denuncia, che avrebbe richiesto tutt’altra impostazione, ma una quasi benevola parodia che non si risparmia frecciate su ferite sociali ancora aperte. E la gobba del novantenne Giulio, che ha giustamente o ingiustamente ammortizzato ben altre accuse e situazioni, nel vederlo si sarà fatto quattro sane risate che gli hanno allungato la vita. ***
MEMORABILE: “L’ironia è la migliore cura per non morire”.

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Greymouser 9/05/10 12:15 - 1458 commenti

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Non amo i film a tema , anzi a teorema, che si fondano su semplificazioni pregiudiziali. E non è compito del cinema proporre/imporre al pubblico valutazioni precostituite di tipo politico e morale. Mi è sembrata una compilazione ben fatta di luoghi comuni risaputi sulla figura controversa di Andreotti. Fatte queste riserve, riconosco che Sorrentino è un buon regista, il film si lascia seguire, e lo aspetto con curiosità ad una prova più matura.

Sammo 25/06/10 11:22 - 3 commenti

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Grande Film. Profondo, riflessivo, inquietante. Sorrentino riesce a descrivere il personaggio in maniera egregia rasentando il grottesco. Geniale nelle scelte fin dall'inizio, con la prima scena in stile Hellraiser. Toni Servillo interpreta Andreotti in maniera magistrale. Molto bravi anche gli altri con un sorprendente Buccirosso e un Popolizio che assomiglia tanto al "Terribile" di Romanzo Criminale. Giusta la scelta delle musiche.
MEMORABILE: Il momento del bacio tra Riina e Andreotti.

Nando 12/07/10 20:36 - 3806 commenti

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Il potere impersonificato dalla figura di Giulio Andreotti, autentico mattatore della vita politica italiano dal secondo dopoguerra ad oggi. Uno straordinario Servillo interpreta la figura del senatore a vita ove si narrano vicende più o meno scabrose che hanno colpito l'Italia. Un'analisi lucida ed attenta corredata da cinica ironia.

Mtine 13/07/10 11:33 - 224 commenti

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Andreotti come emblema del potere. Così probabilmente Paolo Sorrentino, promessa del nuovo cinema italiano, vuole far interpretare l'ambigua figura del politico italiano, "divo" della politica italiana, e ci riesce. Purtroppo la pellicola nella seconda parte prende (quasi) la via del film di denuncia (tipo i corti di Annozero) e la pellicola scade nel già visto. Almeno un'ora di sballottamenti temporali e narrativi, fra confessioni di pentiti mafiosi e processi che rendono il film piuttosto tortuoso, anche per chi conosce bene la "storia".
MEMORABILE: Il dialogo sul potere di Andreotti/Servillo.

Harrys 28/12/10 15:38 - 687 commenti

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Ambiguo, ammiccante, tacito, probabilmente l'unica via per poter rappresentare degnamente quello che rimane ancor'oggi un oggetto misterioso. Di contro, emerge sibillino il sospetto della convenienza, dell'insufficiente dose di dovuta baldanzosità... ma ci si dissuade ben presto causa ostentazione tecnica magistrale, a partire da quel quarto d'ora iniziale (paradossalmente l'apogeo), pressappoco portavoce, senza bestemmia, del concetto di perfezione. Poco male la graduale picchiata nel bieco didascalismo. E c'è chi impazzisce per Romanzo Criminale... ****1/2

Guru 27/12/10 11:52 - 348 commenti

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Buon film e grande sceneggiatura che si attiene ai fatti senza innescare inutili polemiche sui forse e sul "caso" tanto aleggiato nella vita di Andreotti. La linearità e la compostezza nel trattare e fotografare gli anni "novanta" fanno di questo film un piccolo capolavoro del suo genere! Il make-up esagerato "alla Lionello" del protagonista tutto sommato è ben gestito e rende un po' surreale la storia stessa. Ottima interpretazione di Carlo Buccirosso (Cirino Pomicino) e di Flavio Bucci (Franco Evangelisti). Piera Degli Esposti bravissima!

Daniela 3/02/11 09:43 - 12606 commenti

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Sfida difficile, quella del ritratto del più enigmatico e sfuggente dei potenti della Prima Repubblica, che Sorrentino affronta con le armi dello stile, delle geometrie metafisiche degli ambienti, della stilizzazione anti-naturalistica. Alla fine del film, sappiamo qualcosa in più su Andreotti, che appare all'inizio come un suppliziante, sopravvissuto a tutti, compreso se stesso, costretto a convivere con la consapevolezza del male? Probabilmente no, ma lo spettacolo è di alto livello, l'interpretazione creativa di Servillo da applauso.
MEMORABILE: La sequenza degli omicidi in apertura - Il dialogo con Scalfari - Con la moglie davanti alla Tv ad ascoltare Zero

Tarabas 8/02/11 10:55 - 1878 commenti

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Vita, morti (eccellenti) e miracoli del simbolo del potere DC, un Macbeth perseguitato dallo spettro di Moro e dalle sue parole. Il film cerca una via iperbolica e grottesca per raccontare una storia di cui si sa moltissimo tranne il poco o tanto che forse sarebbe cruciale sapere. Andreotti è una maschera dai movimenti innaturali, inflessibile, circondato solo da avversari e servitori, l'unico essere umano è la moglie. Bello l'amalgama tra il cinema virtuosistico di Sorrentino e la teatralità immobile di Servillo.

Jandileida 14/02/11 20:27 - 1558 commenti

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Un uomo divorato dalla fame di potere, sempre in bilico tra vero e falso ed autocondannatosi (e con lui un paese intero) a vivere ed operare in un mondo lattiginoso che confonde i contorni e la realtà: questo (e molto altro) è stato Andreotti. Sorrentino a me ha sempre ricordato Scorsese per il modo in cui usa con la MDP, per i piani sequenza, per il gusto per la musica e questa volta tali caratteristiche sono accentuate nel disegnare la figura del divo Giulio scegliendo un registro da commedia di Monicelli, grottesco e dissacrante ma molto incisivo.

Caesars 1/03/11 09:57 - 3773 commenti

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Buono, anche se personalmente non l'ho trovato quel capolavoro che critica e buona parte del pubblico ha acclamato. Sorrentino dirige con stile personalissimo la storia di uno dei contemporanei più noti in Italia, ben interpretato da Servillo, cercando di evitare le trappole che un film del genere può tendere. Il risultato è convincente, portando sullo schermo un'immagine credibile (benchè grottesca) del famoso uomo politico. Film che va visto assolutamente perché descrive una fetta importante della nostra storia.

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Didda23 19/02/11 15:28 - 2424 commenti

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Questo è il cinema italiano che voglio vedere. Mi basterebbe solo un film italiano all'anno ma di questo calibro. Sorrentino si conferma un abilissimo regista e un valido sceneggiatore. Il film ti entra nell'anima, sconvolge e soprattutto sprona alla riflessione. Servillo è un gigante e il resto del cast è pazzesco. Per non parlare dell'affascinante fotografia. Ironico, intelligente il Divo è un film imperdibile, è una perla rarissima nella pochezza della cinematografia italiana recente.

Ishiwara 20/06/11 22:06 - 214 commenti

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L'ironia domina su tutto il film. Sagace, amara, surreale, grottesca, velenosa. Non è né solo spettacolo, né denuncia politica, né ricostruzione storica e neanche un compendio dei migliori aforsmi o un ritratto del Papa Nero che rappresentò e "fu" l'Italia. Il film è tutto questo, ma anche qualcosa di più. Affascinante (bellissima la fotografia), inquietante e divertente. Fa pensare e fa sorridere, come la migliore satira. Un'opera complessa per un soggetto complesso, che scorre benissimo con un ritmo incalzante. Perfetti gli attori. Capolavoro.
MEMORABILE: L'apertura della seduta parlamentare; l'intervista di Scalfari; il monologo sulla necessità del male; la battuta di caccia e il bacio con Riina.

Uomomite 1/08/11 04:55 - 174 commenti

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Il più grande film horror italiano dai tempi di Demoni. Andreotti non è semplicemente, banalmente Andreotti. È l'incarnazione del male assoluto, ambiguo e seducente. Andreotti è Nosferatu, è lo sporchissimo inconscio collettivo. Andreotti è un, apparentemente irreprensibile, impiegato che si lascia corrompere, una casalinga che cova pulsioni di morte. Andreotti ci disprezza. Andreotti si disprezza. Andreotti si guarda allo specchio e si trova bellissimo. Andreotti è una simpatica canaglia. Andreotti è la dimostrazione che il paradiso è un ospizio per sempliciotti.

T.garufi 29/09/11 11:14 - 17 commenti

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Sorrentino non delude, diverte a tratti e impaurisce inconsciamente. Quest'ultima sensazione non è dovuta al lungometraggio (che esplica un volto del politico) ma alla rappresentazione filmica dell'esistenza del divo Giulio e dei suoi molteplici nomignoli a lui affidatigli. Scorte di polizia e politici, omicidi e assassini, gli anni '90 e il turbinio della corruzione e delle associazioni mafiose tutte avvolte da misteri e "segreti di stato" che trapelano nel volto enigmatico ed oscuro del politico democristiano.
MEMORABILE: Sacerdote: «[... ]De Gasperi parlava con Dio, Andreotti con il prete». Andreotti: «I preti votano, Dio no».

Saintgifts 5/10/11 12:36 - 4098 commenti

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Prima della politica, per l'on. Andreotti viene la sopravvivenza. Ciò che più lascia il segno, nel film, prima di tutte le altre cose che, più o meno, si sanno, è proprio questo: l'esser sopravvissuto. Tutti quelli che hanno fatto o detto cose diverse dalle sue sono morti, perciò lui è convinto di agire "bene". Toni Servillo è fin troppo calato nella parte fisica, se la cava comunque bene, specie nelle rare sparate del presidente; buone le figure della moglie e di Cirino Pomicino (nel film).

.luke. 27/01/12 19:24 - 89 commenti

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Originale film biografico, allo stesso tempo inquietante e ironico, che può contare su una regia di alto livello, un'ottima sceneggiatura e un eccellente cast, con Toni Servillo che riesce a lasciare il segno pur in un ruolo molto "statico". Il film non cade nella faziosità, errore facile da commettere in pellicole di questo tipo, ma riesce a raccontare egregiamente la storia dell'uomo politico più importante della Prima Repubblica.
MEMORABILE: Guerre puniche a parte, mi hanno accusato di tutto quello che è successo in Italia.

Gaussiana 21/04/12 01:17 - 121 commenti

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Che ritmo ha, questo film di Sorrentino! Capace di dire finalmente qualcosa nella scena italiana affrontando in maniera dissacrante l'uscita di scena dalla politica del nostro divo Andreotti, con tutto il suo passato. Il montaggio fastoso e movimentato ricorda le esagerazioni videoclippare di certo cinema anglosassone contemporaneo, ma è finalizzato a mitizzare il cattivo protagonista, inamovibile e mai sopra le righe. Tutto gli scivola addosso (tranne Moro) e mentre la politica va in malora (il periodo è quello di Tangentopoli), lui resiste.

Mickes2 2/05/12 16:10 - 1670 commenti

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Virtuoso, grottescamente ironico, cinico, silenzioso, arguto, finanche vagamente surreale film di Sorrentino, che prende in carico anni e personaggi fondamentali (Giulio Andreotti su tutti) della nostra storia politico-amministrativa per stendere un tappeto satirico che guarda più alla superficie che al nucleo vero e proprio. Ma tra licenze barocche e sopraffini movimenti di macchina, vi è un duro atto di denuncia-allerta nei confronti dello Stato e delle persone che hanno contribuito a infangarne il nome. Servillo granitica maschera inespugnabile.
MEMORABILE: L'incipit; "È un caso che..."

Nancy 15/03/13 14:53 - 774 commenti

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Uno dei (pochi) capolavori che il nostro cinema abbia sfornato da anni a questa parte, o almeno negli anni zero: Sorrentino mischia consapevolmente cultura popolare e cultura d'élite, velocità e lentezza, comprensione e accusa e vi focalizza al centro questo personaggio, il Divo, impersonato da un Servillo in stato di grazia, alla perfetta incomprensibile metà tra le parti, in un equilibrio talmente precario da risultare ovvio. Una colonna sonora visionaria con tanto di Renato Zero porta a livelli storici la bellezza dell'assurdo che il film racconta.
MEMORABILE: Il monologo di Andreotti.

Mutaforme 8/05/13 18:28 - 415 commenti

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Troppo complicato giudicare una figura come quella di Andreotti e quindi stabilire se questo è un film valido e completo dal punto di vista dei fatti storici. Quello che si può dire è che risulta gradevole, dotato di buon ritmo e abbastanza ricco di spunti e citazioni. Il limite principale è dato dal fatto che lo spettatore deve conoscere almeno sommariamente le situazioni e i personaggi di cui si parla. Probabilmente un ragazzino non riuscirebbe a capirlo fino in fondo.

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Xamini 6/07/13 14:25 - 1244 commenti

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Non è un film di denuncia, non è un documentario, non è neppure una biografia. È un'opera sul potere e sul declino dello stesso. Un Riccardo III che ha come protagonista Andreotti e che vive su un montaggio, una fotografia, più in generale un mestiere cinematografico di alto livello. Molto incisivo quando scade sul grottesco e trascende l'intento comunicativo sul piano emozionale (il monopattino, Pomicino che urla e corre, il Divo che si sfoga).
MEMORABILE: Renato Zero, dalla tv, canta "I migliori anni della nostra vita" mentre Andreotti e moglie assistono silenti. Si muovono solo gli sguardi.

Vito 2/08/13 18:59 - 695 commenti

I gusti di Vito

Violenta accusa a una delle figure più inquietanti della politica italiana: Giulio Andreotti. Il film di Sorrentino è un capolavoro grottesco e surreale che non risparmia niente e nessuno. Monumentale l'interpretazione di Toni Servillo nei panni del Divo Giulio.
MEMORABILE: La lunga carrellata iniziale di omicidi collegati a Andreotti con in sottofondo la musica dei Cassius.

Ramino 11/09/13 13:09 - 127 commenti

I gusti di Ramino

La vita di Andreotti magistralmente rappresentata in maniera ironica e grottesca come il carattere del suo protagonista. Sorrentino mostra una tecnica registica impressionante con un buon uso del ralenti. Servillo e Buccirosso grandissimi. Film inquietante come pochi.
MEMORABILE: La confessione di Andreotti e Pomicino "ballerino".

Delpiero89 5/10/14 00:16 - 263 commenti

I gusti di Delpiero89

Pirotecnico film di Sorrentino sulla dibattuta figura di Giulio Andreotti. Tralasciando alcuni particolari biografici e il giudizio (non troppo celato) del regista nei confronti del personaggio, il valore del film dal punto di vista tecnico è molto importante. Musiche invadenti e sorprendenti, ottimo montaggio e quindi grande spettacolo. Servillo giganteggia ma, va detto, la somiglianza non è delle più evidenti.

Paulaster 8/05/15 17:17 - 4375 commenti

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Primo riconoscimento è per aver raccontato una parte della vita andreottiana come una spettacolarizzazione e non come un tributo, attorniandolo da una fauna di ottimi comprimari. Girato con senso del ritmo e idee a grappoli stimola l'attenzione come un videoclip ma calando nella fase giudiziaria. I dialoghi (nota per Bonaiuto e Bosetti) rispecchiano il personaggio criptico. Meno orecchio (nel senso di cartilagine) avrebbe giovato alla vista.
MEMORABILE: Il ballo alla festa; Scambio di battute con Scalfari; Renato Zero alla tv; La voce di Moro.

Jdelarge 3/06/15 18:38 - 1000 commenti

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Straordinario film biografico diretto sapientemente da Sorrentino, il quale si impegna nel ricreare il ritratto di una delle persone più influenti e indecifrabili della storia politica italiana: Giulio Andreotti. Sorrentino gira con ritmo sostenuto e condisce il tutto con inquadrature studiate nel minimo dettaglio e musiche sempre adatte al tipo di situazione. Sceneggiatura curatissima, forse a volte un po' eccessiva: Servillo fornisce una prova magistrale.

Lythops 12/05/16 15:32 - 1019 commenti

I gusti di Lythops

Complesso, splendido nel ritrarre i personaggi e nel renderli il più somigliante possibile ai veri "onorevoli" e magistrati, il film è una denuncia rassegnata più che accorata, asettica più che contaminata, di un sistema e di un modo di essere e vivere. Poche le interpretazioni, molti i fatti e le connessioni presentati con la naturalezza dell'inevitabile. Sceneggiatura potente.
MEMORABILE: Piera Degli Esposti; "So bene che nella vita ci sono cose che non bisogna vedere"; "Noi non possiamo consentire la fine del mondo".

Il ferrini 16/12/16 01:11 - 2337 commenti

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Un film sicuramente ben diretto e ottimamente recitato, che talora forse pecca di eccessiva epicità ma così è Sorrentino e qui è perfino più misurato del solito nei suoi "fellinismi". Nel cast si eleva senza dubbio Carlo Buccirosso, quasi un sosia di Cirino Pomicino e ovviamente un Servillo in grande spolvero che ci restituisce tutta l'ambiguità e il mistero del personaggio che interpreta. La seconda parte della pellicola è quella più scottante (maxiprocesso/tangentopoli) ed è un ottimo esercizio per la memoria.
MEMORABILE: In chiesa De Gasperi parlava con Dio, Andreotti invece con il prete; perché i preti votano, Dio no.

Thedude94 1/01/17 19:02 - 1084 commenti

I gusti di Thedude94

Ritratto enigmatico, come lo è del resto la vita del protagonista, splendidamente interpretato da Servillo. Sorrentino offre una buona regia e ci pone dinanzi a un uomo alle prese con il potere, che lo logora ma lo rende allo stesso tempo forte e deciso nelle sue azioni. Ad una prima parte altamente biografica e incentrata nel periodo della sua settima legislatura, si oppone una seconda più fiacca dedicata completamente ai processi subiti. Le lettere di Moro, da sottofondo, svolgono il ruolo di coscienza per tutto il film.

Ultimo 5/01/17 18:46 - 1652 commenti

I gusti di Ultimo

Notevole pellicola firmata Sorrentino, con un bravissimo Toni Servillo nei panni del "Divo" Andreotti. Il film ripercorre gli ultimi anni di carriera politica, analizzando con maestria la personalità del protagonista e i molti lati oscuri. Una regia sapiente quella di Sorrentino, bravo a gestire le inquadrature, la fotografia e a inserirvi una sceneggiatura densa di dialoghi quasi mai banali. Si sarebbe potuto dire di più, a mio parere, ma in ogni caso è un ottimo film.
MEMORABILE: Le sequenze iniziali.

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Alex1988 11/02/17 18:20 - 728 commenti

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Uno dei migliori film degli ultimi dieci anni, non c'è dubbio! Sorrentino non si è preoccupato di portare sullo schermo una mera ricostruzione documentaristica del "Divo" Andreotti ma ha dato come sempre una dimensione metafisica alla storia, adottando movimenti di macchina virtuosistici e rendendo i personaggi "vicini" a Andreotti grotteschi, quasi "macchiettistici". Ottimo.

Gabrius79 18/02/17 01:34 - 1420 commenti

I gusti di Gabrius79

Dissacrante e a tratti grottesco film dove si parla in modo piuttosto verosimile della vita di Giulio Andreotti, strepitosamente interpretato da un ottimo Toni Servillo. Anche il resto del cast si comporta egregiamente. La storia però funziona a fasi alterne, con momenti coinvolgenti e altri più noiosi. Resta comunque un ritratto piuttosto appassionato di un certo periodo della nostra Repubblica.

Magi94 22/08/17 21:08 - 944 commenti

I gusti di Magi94

Certo non si può pensare di approcciarsi a Il Divo come a un film politico d'inchiesta. Sorrentino non è certo il successore di Rosi e lo dimostra regalandoci un'opera meravigliosa che punta su tutt'altro: non ricostruzione storica (verità accertata o solo supposta si intrecciano senza soluzione di continuità), ma stato d'animo di un paese intero all'ombra dei misteri della DC, biografia iperbolica e quasi grottesca di uno dei personaggi più controversi della nostra politica, che da questo balletto macabro non ne esce poi neanche troppo male.
MEMORABILE: Ogni volta che Andreotti parla.

Il Dandi 6/04/18 22:57 - 1917 commenti

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Definito "una mascalzonata" dal diretto interessato il visionario biopic di Sorrentino tratta la parabola discendente di Andreotti (all'epoca vivente appunto) prendendolo a paradigma universale dell'Uomo di potere e attribuendogli una consapevolezza tragica che lascia dubbiosi. Il mix di veemenze tarantiniane (l'omicidio Pecorelli), party felliniani e grottesche à la Petri è potente e scampa miracolosamente all'effetto-Bagaglino che minaccia il trucco di Servillo. Menzione d'onore per il Cirino Pomicino di Bucciroso.
MEMORABILE: Confidenze all'amico Cossiga: ci si aspetta un mistero di stato, ma il segreto di Andreotti è la sua passione impossibile per la sorella di Gassman.

Pesten 13/05/18 09:27 - 785 commenti

I gusti di Pesten

Bravo Sorrentino, che con un uso sapiente delle metafore e di una tecnica dal gusto tutto speciale, riesce a dare vita a un'opera di sicuro livello e indubbio valore. L'argomento è sicuramente spinoso e difficile da trattare, ma senza scendere nei particolari o senza cercare di dare una interpretazione troppo diretta agli eventi, il regista riesce a cesellare una cronistoria agghiacciante di un certo periodo della nostra Italia usando la figura di Servillo/Andreotti, che in una sorta di assolo teatrale lascia senza fiato lo spettatore.

Bubobubo 8/01/19 11:41 - 1847 commenti

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A forza di caricare sul grottesco si fa un giro completo e si torna al punto di partenza: ecco che la maschera Andreotti si fa carne, pensiero, espressività. Molte delle intuizioni migliori di Sorrentino sono qui dentro: dalla carrellata iniziale di omicidi ironicamente sonorizzata da Toop Toop dei Cassius all'intensa e drammatica confessione teatrale in camera obscura, dall'elezione di Scalfaro accolta con gelo imperturbabile alle passeggiate con graffiti per Roma. A tratti già opulento, ma di un virtuosismo affilato, mordace, mai banale.
MEMORABILE: La confessione.

Rocchiola 2/03/20 08:54 - 952 commenti

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Gli ultimi giorni del Governo Andreotti, l’inchiesta Mani pulite, la fine della Prima Repubblica. Non un biopic sull’uomo politico più celebre d’Italia, piuttosto un resoconto grottesco sulla gestione del potere nel triennio 1991-93. Sorrentino firma con grande inventiva un memorabile crescendo di immagini, musiche e dialoghi e tra realtà e fantasia riesce a dire l’unica verità tangibile sul potere politico sublimata nella frase “Perpetuare il male per garantire il bene”. Ad oggi resta il suo capolavoro. Grandi Servillo e Buccirosso-Pomicino.
MEMORABILE: I coniugi Andreotti si danno la mano davanti alla Tv con Zero che canta “I migliori anni della nostra vita”; L'iniziale sequela di morti.

Keyser3 25/08/20 22:25 - 444 commenti

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Grande affresco di Sorrentino sull'uomo probabilmente più controverso della storia d'Italia, fra i migliori titoli ascrivibili al filone politico. Lavoro mostruoso di Servillo, che rende pienamente l'ineffabilità e la spregiudicatezza del personaggio Andreotti (tante le battute irresistibili), ma anche il resto del cast se la cava egregiamente. Lo script è solidissimo e lambisce tutti gli omicidi eccellenti dell'epoca, da Moro a Pecorelli a Dalla Chiesa fino a Lima e Falcone. Uso puntuale ed efficace delle musiche, come sempre nei film di Sorrentino.
MEMORABILE: "Presidente, sta arrivando una brutta corrente...".

Teopanda 25/09/21 07:12 - 102 commenti

I gusti di Teopanda

Rappresentazione grottesca ed estremamente caricaturale del politico più enigmatico della Prima Repubblica. La vicenda è volutamente distorta secondo la lente di Sorrentino che non propone un documentario, ma un geniale film biografico in cui i tratti principali di Andreotti vengono molto enfatizzati (l’ironia pungente, il modo di camminare, il fisico accartocciato…). Colonna sonora molto d’impatto (come nella maggioranza dei film di Sorrentino) e un Servillo sugli scudi (grazie anche all’ottimo trucco che lo fa apparire molto simile al personaggio da lui interpretato).
MEMORABILE: La scena iniziale; L’arrivo della brutta corrente; Il colloquio con Scalfari.

Noodles 24/03/23 16:25 - 2196 commenti

I gusti di Noodles

Sorrentino avverte lo spettatore dall'inizio che quella girata da lui sarà una biografia spettacolare di Andreotti. Non si capisce il perché di questa scelta, sia perché mettere spettacolo in questa biografia non aveva senso, sia perché a tratti tale spettacolo resta sulla carta, vista la grande noia di alcune parti del film. Un Sorrentino sopravvalutato, anche se è innegabile qualche buona idea e qualche discreta trovata registica. Toni Servillo sembra più imitare Andreotti che interpretarlo. Sufficiente, ma cosa ci sia di tanto speciale in questo film resta un mistero.

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Minitina80 21/12/23 18:31 - 2976 commenti

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Non ha la stessa cattiveria di altre pellicole simili e sfiora solamente il grottesco, ma riesce nell’impresa di scrivere una sinossi interessante su un politico del calibro di Giulio Andreotti. Gli spunti per informarsi non mancano e nemmeno quelli per riflettere e tentare di avere una minima idea di cosa fosse la politica di quel tempo. L’interpretazione di Servillo è strabiliante e anche gli altri non sono da meno, riuscendo a impersonare ottimamente le figure politiche che gli furono vicino.
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  • Discussione Motorship • 6/05/13 17:45
    Fotocopista - 269 interventi
    Gugly ebbe a dire:
    Zender ebbe a dire:
    Non è il caso di insistere. Ritiro quanto scritto.

    va bene, va bene, chiudiamola qui, ah ah ah!!
    Tanto in questi giorni usciranno centinaia di articoli a tema!


    Eh ma chissà quanti segreti ci saranno in quella scatola nera...
  • Discussione Capannelle • 6/05/13 19:01
    Scrivano - 3471 interventi
    Anch'io appena saputa la notizia ho canticchiato "scatola nera, scatola nera.."
  • Discussione Gugly • 6/05/13 19:09
    Portaborse - 4711 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    Anch'io appena saputa la notizia ho canticchiato "scatola nera, scatola nera.."

    Credo che il pensiero sia comune, ma non confido molto nell'apertura de "La Camera dei Segreti", tanto per fare un altro rimando cinematografico.

    Andreotti è stato un politico di lungo corso, ma è stato un simbolo che ha accentrato su di sè molte malefatte, mentre credo che le responsabilità di molti eventi siano da attribuirsi a più soggetti che furono cointerpreti insieme al Divo.
  • Musiche Samuel1979 • 2/08/13 05:14
    Addetto riparazione hardware - 4153 interventi
    Durante la scena del "Bacio" fra Andreotti e Riina, viene trasmesso il brano "Conceived" di Beth Orton
  • Discussione B. Legnani • 6/03/16 19:16
    Pianificazione e progetti - 14939 interventi
    E' mancato Aldo Ralli.

    http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/addio-ad-aldo-ralli-il-videotributo/227643/226934
    Ultima modifica: 6/03/16 19:18 da B. Legnani
  • Discussione Graf • 8/03/16 22:47
    Fotocopista - 908 interventi
    Aldo Ralli aveva 80 anni.
    Una prece.
    Ultima modifica: 8/03/16 22:48 da Graf
  • Discussione Ruber • 13/03/16 03:16
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    L'ho saputo solo oggi, un vero peccato, mi è sempre piaciuto, lo trovavo geniale in diversi film anni'80 della comemdia italiana, lo ricordo con Villaggio ma anche nel cinico dottore omicida con Milian in "Delitto a Porta Romana".
  • Discussione Piero68 • 19/05/17 12:35
    Contratto a progetto - 241 interventi
    Rivisto ieri dopo circa 8 anni dalla prima ed unica volta, il mio giudizio non è cambiato con lo scorrere degli anni. Anzi. Non ho potuto fare a meno, col senno di poi, di notare dei parallelismi forzati con "La grande bellezza". O meglio, alcune scene de "La grande bellezza", possono quasi sembrare uno spin-off de "Il divo".
    La scena della festa a casa di Jep richiama molto da vicino quella a casa di Cirino Pomicino. Ma anche molte tecniche usate in questo film, le ritroviamo pari pari nel film vincitore dell'Oscar.
    Da sempre trovo Sorrentino un regista estremamente sopravvalutato. Non perchè non sia tecnicamente bravo ma semplicemente perchè è assolutamente incapace di evolversi e poi perchè alla bellezza delle immagini non riesce quasi mai ad associare un contenuto solido. Sempre e solo suggestioni. Che sia Il Divo, La grande bellezza, The Young Pope o This must be the place, gli spaccati quasi onirici rimangono sempre e solo fini a loro stessi. Mai che riescano a veicolare un messaggio attinente alla sceneggiatura. Diversamente da registi come Terrence Malick, che alla bellezza ed alla potenza delle immagini riescono anche a veicolare un messaggio forte.
  • Homevideo Rocchiola • 2/03/20 08:56
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Il bluray Lucky Red è ottimo. Video panoramico 2.35 pulito e ben dettagliato. Ineccepibile il reparto audio disponibile Dolby digital 5.1 o in DTS HD.
  • Discussione Reeves • 28/03/23 13:35
    Segretario - 688 interventi
    Nella seqiuenza ambientata nella buvette di Montecitorio e realizzata al Circolo dei Lettori di Torino è riconoscibile, nel ruolo del deputato liberale Renato Altissimo, l'ìmprenditore torinese Renzo Ventavoli, già presidente del Museo del Cinema