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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/05/08 DAL BENEMERITO MASCHERATO
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Mascherato 3/05/08 23:56 - 583 commenti

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Tanto di cappello a Steven Soderbergh. Non per Bubble, intendiamoci, ma perché ancora una volta è riuscito ad infinocchiare la critica creando un caso intorno al nulla. Bubble è un non film (che scimmiotta il dreiseriano Una tragedia americana e la sua versione cinematografica, Un posto al sole) interpretato da non attori, con una non regia. Però, Bubble fu distribuito (negli USA) contemporaneamente in sala, in home video e sui satellitari. E questo ha fatto notizia. Buon per lui, ché se avesse aspettato che la facesse l'opera, stava fresco.

Maineng 30/07/08 01:52 - 100 commenti

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Soderbergh ha diretto un film davvero interessante per la sua particolarità. La storia non é forse delle più sensazionali ma la fluidità delle situazioni presentate e la caratterizzazione atipica dei personaggi rendono questa pellicola ricca di fascino e veramente piacevole da guardare. Certo la recitazione di attori non professionisti gioca un ruolo fondamentale nell'anima di questo film che vuole comunicare stati d'animo, situazioni psicologiche particolari che possono portare a reazioni"estreme". A me é piaciuto!
MEMORABILE: Quando al padre della protagonista viene comunicato che sua figlia é accusata d'omicidio.

Brainiac 17/11/09 10:56 - 1083 commenti

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Mostrami la tua filmografia e ti dirò chi sei. Se applicassimo questo paradigma a Soderbergh, temo si evincerebbe di una personalità schizofrenica o quantomeno irrisolta. Fra i suoi, Bubble è forse il film che mi è piaciuto di più, perché adotta uno stile piano, lontano dalla fastidiosa spensieratezza di Ocean's eleven. Meglio di quel Sesso bugie e videotape che risulta ammantato da melmosa patina Anni Ottanta. Preferisco cento volte questo piccolo dramma neorelista, recitato senza enfasi e dall'epilogo depresso, al mainstream di Out of sight.

Stefania 26/01/10 22:48 - 1599 commenti

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All'inizio, un certo fascino lo si avverte: il piatto e anonimo Midwest, la "bolla" di noia e di frustrazione nella quale boccheggiano Martha e Kyle, gonfi di fast food, intorpiditi dal tran tran. L'arrivo di Rose è una (sciagurata) soluzione di continuità per le loro vite, sconvolge il loro equilibrio di anime rassegnate e di corpi disabituati al desiderio. La trama si svolge prevedibile, lo stile documentaristico e minimalista diviene presto stucchevole, un "dimesso autoriale". Esperimento commerciale, senza molto seguito.

Giacomovie 7/07/10 13:00 - 1397 commenti

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Film striminzito nella durata e nei contenuti. Il nocciolo è un delitto commesso da una donna dalle apparenze totalmente inoffensive, solo perché ad una sua domanda si è vista rispondere “fatti i fatti tuoi”. I lati positivi vanno cercati in un’asettica apatia che riesce a non annoiare ed in un’assenza di tensione che rende il problema della noia di vivere più evidente. Nel trattare dei fantasmi che covano nelle persone più miti, diventa esso stesso un fantasma, un incompiuto film-antipasto per una serata da dedicare al cinema di qualità. **!

Enzus79 7/12/10 17:25 - 2874 commenti

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Oltre alla bella trovata di far uscire contemporaneamente il film in sala, home video e pay tv, Bubble mi è parso alquanto interessante. Non per la storia in se stessa, ma per come procedono gli sviluppi, anche se il finale è un po' telefonato. Bello l'accompagnamento musicale della chitarra acustica.

Mickes2 23/05/11 19:12 - 1670 commenti

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L'asfissiante routine è il modo per passare la giornata nella totale desolazione di una cittadina operaia negli USA. L'arrivo di Rose visto con gli occhi dei due protagonisti: da una parte un modo per staccare, evadere mentalmente; dall'altra un'incognita, un pericolo che potrebbe stravolgere l'incedere quotidiano. Intimista, minimalista, votato al realismo; recitato giustamente nel modo più veritiero possibile, senza enfasi, a favorire quella depressione di fondo, che si fa sempre più palpabile minuto dopo minuto.

Giùan 1/06/11 15:58 - 4539 commenti

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Lontano dai fasti "commerciali" dei vari Oceans, così come dei vezzi autoriali dei remake di Tarkovsky ma dagli stessi esordi finto trasgressivi di Sex lies and videotape, Soderbergh trova in questo Bubble una particolare ed originale misura stilistica. Con un approccio minimalista, racconta una storia disturbante su una realtà provinciale nella quale a farla da padrone sono alienazione, anomia e un affettività disturbata: il concime più florido per la follia e quelli che atrocemente e giornalisticamente si definiscono "gesti inconsulti".

Lythops 27/08/12 16:48 - 1019 commenti

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Un film che mette in crisi: scorre lento, con dialoghi benali e una recitazione non professionistica che però incuriosisce. Trovo molto bella l'idea del titolo che allude alla rapidità con la quale la protagonista si rende conto del rimosso; solo allora, altrettanto rapidamente, lo spettatore si sveglia e conserva lo stesso stupore del personaggio sullo schermo. Bella trovata, un film sicuramente diverso dai soliti ma che gioca forse troppo e tutto sul finale. E chi vuole commentare non sa che pesci prendere.

Pinhead80 22/01/16 17:32 - 4719 commenti

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Attori assolutamente non professionisti raccontano una storia pazzesca di solitudine e grigiore esistenziale. La cosa più sconcertante è il ritmo del film, accompagnato da dialoghi asciutti e privi di ogni tipo di emozione. La novità, inserita in una vita piattissima, è qualcosa che incuriosisce ma che si teme. Tutto deve rimanere esattamente com'è. Indubbiamente un buon film, ma la vera sfida è provare empatia per i protagonisti. Incredibile.

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Vice 30/12/19 17:07 - 33 commenti

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Quando Soderbergh gioca con il suo lato più autoriale i risultati sono in alcuni casi negativi (Schizopolis, Full frontal), in altri più che positivi (Sesso, bugie e videotape). In questo caso la riuscita è ottima: la regia asciutta, come lo stesso plot del film, è assolutamente congeniale a delineare la spossatezza e la noia del midwest americano, la bolla in cui la working class americana si ritrova incastrata creando mostri anche nelle persone più nobili. L'andamento narrativo tiene incollato lo spettatore, nonostante la semplicità della storia.
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