Il calamaro e la balena - Film (2005)

Una coppia formata da due scrittori si separa ed ottiene l'affidamento congiunto dei figli che iniziano a fare la spola tra le abitazioni dei due genitori. Film che esamina le conseguenze sugli adolescenti della frantumazione dei legami famigliari. Sceneggiatura particolarmente introspettiva che fa un buon uso di dialoghi non banali.Il ritmo non è elevato ma è molto funzionale alle atmosfere del film ottimamente interpretato da Jeff Daniels (forse al suo ruolo migliore) e da Laura Linney.

Noah Baumbach ha scritto, insieme con Wes Anderson, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, ed il secondo ha ricambiato producendogli questo Il calamaro e la balena. Il film di Baumbach è, curiosamente, un film di Wes Anderson senza le bizzarrìe postmoderne dell'autore de I Tenenbaum(bach?). Quindi: padre dall'ego smisurato, ma decisamente assente; milieu intellettuale e radical chic visto come ostacolo più che come risorsa. Il film funziona in forza, probabilmente, di una sincerità assente nel programmatico Anderson e di un autobiografismo toccante e mai artato.

Coppia di intellettuali in disaccordo, anche per questioni di rivalità professionale (entrambi scrittori, lui non trova un editore, mentre lei ottiene un crescente successo), dopo la separazione ottiene l'affidamento congiunto dei figli... E' attraverso la loro pelle che viviamo la crisi di questa famiglia di borghesi snob, in cui la cultura, più che linfa vitale, fornisce i mattoni per erigere una barriera verso l'esterno (il disprezzo verso i "filistei"). Tematiche non originali, ma film ben scritto dal regista anche autore della sceneggiatura, interpretato con convinzione e sensibilità.

Una coppia di intellettuali in crisi decide di separarsi optando per l'affidamento congiunto dei due figli. Storia di crisi e anche di formazione adolescenziale tra turbe sentimentali, erotiche, volontà di autonomia e dipendenza affettiva dai genitori. Cast ben diretto (specie Daniels) e sceneggiatura ricca e scorrevole che ben disegna il permanere della condizione infantile anche negli adulti, che non riescono a uscire dal loro ego a tutto danno dei figli e oltre. Colonna sonora dal taglio folk Usa e con inserto Brahmsiano. Finale un po' forzato.

Coppia di scrittori si separa e scombussola la vita ai due figli. Dialoghi che esprimono la complessità dei rapporti a New York facendo uso anche di dotte citazioni: grande maturità da parte di tutti, anche se alla fine si ricade sempre nelle logiche legate al sesso. In sintesi una gran fuffa che esprime qualche momento di sincerità (specie nei comportamenti dei due ragazzi) e in cui la solitudine è il peso maggiore. La casa coi muri scrostati non si può vedere, ma probabilmente fa tanto cinema alternativo.

Se c'è un regista che oggi riesce a rappresentare bene la classe sociale borghese americana, ad analizzare i suoi difetti e comprenderne le situazioni familiari, è sicuramente Baumbach, il quale, mettendo un po' di sé, scrive una storia piacevole e gustosa. Tocca vari punti, tra i quali il divorzio e il rapporto genitori/figli adolescenti conflittuale, in maniera delicata, con una certa classe e anche un pizzico di commedia. Ottimo il cast, ben coeso; davvero ottima la fotografia e le scenografie di una New York anni '80 ormai passata.

Il divorzio di una coppia di scrittori sconvolge la vita dei loro due figli. Storia abbastanza realistica, che nonostante ci sia poco di originale si lascia guardare volentieri grazie a una sceneggiatura che evidenzia bene il tormento di ogni componente familiare in modo alquanto introspettivo. Da ricordare le ottime interpretazioni di Jeff Daniels e (soprattutto) di Laura Linney.

Piccolo ma centrato saggio di anatomia familiare che si sviluppa intorno al divorzio di una coppia di intellettuali (lui scrittore inacidito dai propri insuccessi, lei all'alba di una promettente carriera letteraria e sentimentalmente frustrata), passando attraverso la lente d'ingrandimento emotiva dei due figli, fra le turbe da neo-pubescente del più piccolo e l'inasprimento affettivo del maggiore. In pochi sapienti tocchi, Baumbach tratteggia i protagonisti con precisione e un pizzico di ironia, talvolta peccando di presunzione autoriale, ma senza uscire dalle righe. Ottimo cast.