La notte dei mille gatti - Film (1972)

Incredibile pellicola spacciata per thriller che non coinvolge minimamente e che quasi porta all'effetto cloroformio. Regia terribile, sceneggiatura ridicola, attori su cui è meglio tacere fanno del tutto un polpettone indigesto. L’unica cosa che abbondano sono i gatti, le corse in elicottero e l’assoluta inconsistenza della storia e dei personaggi. Bisogna vederlo per crederci!!!

Sarà che l'ho atteso per anni, ma non riesco a parlare in modo negativo di questo film. Infatti, anche se si tratta della solita riduzione del serial-killer di belle ragazze (in questo caso per una particolare collezione), gli attori convincono: ci sono Stiglitz, la Comer (che i fan colombici conosceranno molto bene) e sono belle le scenografie del castello in cui abita il playboy omicida.

Confuso thriller di Cardona figlio, diluito in interminabili ed inutili sequenze che ammazzano ogni minimo guizzo d'interesse nello spettatore. Qualche elemento accenna al primissimo Argento, altri addirittura al pioniere Franco (il maggiordomo Dorgo mi suggerisce una vaga assonanza con il Morpho di Gritos en la noche). Cardona riuscirà a fare molto meglio con Il triangolo delle Bermude, quindi potete ampiamente risparmiarvi la visione di questo passo falso. Pessimo.

Neanch'io riesco a parlare male di questo film, nonostante le lungaggini dello stesso, perché la sceneggiatura e la messa in scena mi affascinano. Avrebbe bisogno di un nuovo montaggio, più incisivo, che lo trasformasse in un mediometraggio (taglierei tutte quelle lunghe sequenze sull'elicottero...).

L'idea della gattara famelica non è male; peccato che a metterla in pratica ci fosse un incapace e non uno dei nostri registi di genere. Tolti un paio di ambienti interni al castello e la simpatia di Dorgo, cosa rimane? Un montaggio da oratorio, poco sex appeal e molteplici spunti per creare tensione che non vengono colti. Gli attori sono decenti e la trama non brilla per credibilità ma quello è anche il suo bello. Mezza palla ai micetti, il resto è troppo portato per le lunghe.

Buona la fotografia, la bellezza delle vittime, la parziale conservazione delle medesime, i gatti, tutt'altro che pulciosi o rognosi, l'elicottero, le danze e le vedute aeree di Città del Messico. Se questi sono bei dettagli, dove sono l'intelaiatura e la sostanza del film o, in altri termini più consoni, dove sono l'ossatura e la polpa del film? Se le è pappate un altro animale di passaggio?

Avete presente l'inizio di Fiore di carne, con Hauer che seduce ogni ragazza che incontra per strada? L'Hugo de La notte dei mille gatti ha ambizioni ancor più spropositate: le fanciulle le pesca direttamente a domicilio, facendo loro visita nientemeno che col proprio Jet privato. E poi le uccide pure, dandole in pasto ai mille gatti del titolo, supportato dal classico maggiordomo tonto. Detto così sembra un capolavoro trash, ma in realtà un minimo di tecnica c'è e il mix di viaggi in elicottero, seduzioni e balletti alla fine sfianca. Peccato.

Una noia mortale. Sembra un episodio spropositatamente lungo di qualche serie TV horror, dilatato da lunghe, estenuanti riprese dell'elicottero in volo sulla città. Tensione assolutamente nulla, trama esilissima, nessuna spiegazione, dialoghi ridotti all'osso, praticamente superflui. Si salvano solo la magione del killer e la sua collezione, il resto è davvero terribile.

A Cardona deve essersi insediato nella corteccia il canto della Folgore Gira gira l’elica, e ha ben pensato di sceneggiarne il loop contornandolo di snervanti numeri di varietà: per 2/3 la platea la paga cara in escursioni elicotterine meno interessanti del fissare un monoscopio. Molestato nella stesura dalla continua gnaula di gatti in calore ha trovato lo spunto per implementare con qualcosa di somigliante all’horror. Il qualcosa narra alla meno meglio di un Barbablù volante che colleziona teste e il resto è macinata mancia per gatti. E pensare che allora la pellicola costava molle d’oro.

Non riesco a volergli male. La parte razionale mi dice di imprimere il solitario pallino eppure un recondito moto dell'animo mi dissuade: perché? Tensione, ritmo, trama, attori... non funziona un tubo, ma la nostalgia canaglia agisce: quando mai oggi qualcuno troverebbe il coraggio di filmare una cavea di gatti cannibali? O un gatto che svolacchia? Nessuno. Occorre premiare tale delirante ardire. E allora mezza palla in più sia.

In pratica un cortometraggio horror con psicopatico collezionista di teste e di gatti antropofagi allungato con riprese interminabili dello stesso uomo a bordo di un elicottero mentre adesca le sue future vittime. Se le sequenze ambientate nella lugubre dimora del killer hanno un discreto e squallido fascino, è altrettanto vero che l'insieme è troppo noioso e povero per lasciare un buon ricordo. Peccato, perché gli ingredienti per un buon film d'exploitation c'erano tutti. Manca anche un po' di gore, che avrebbe di sicuro aiutato. Da evitare.