La notte dei fiori - Film (1972)

Due hippies vagano sull'Appia Antica: lei è incinta e stremata, e lui per confortarla le racconta una storia che si svolge in una vicina villa, dove abitano quattro persone, e c'è forse un cadavere... Oggetto misterioso e curiosissimo, ambizioso e irrisolto, un thriller con venature parapsicologiche narrato però come storia nella storia, in una cornice bucolico-contestataria, fra sperimentalismi visivi e sonori da cinema underground, e criptiche didascalie. Non senza sbadigli, ma merita una visione.

Per sceneggiatura, trucchi, decorazione e recitazione meriterebbe davvero un voto altissimo. Il peccato non indifferente è che la favola, se non per lo stato interessante di Dominique Sanda, c'entra davvero come i cavoli a merenda con la trama, oltre ad essere inconcludente, non chiara e men che meno esauriente. Peccato davvero perché fino ad allora era stato un capolavoro... Un dubbio: è cercata questa rassomiglianza fra Jurgen Drews e Hiram Keller?

L'inizio era promettente, poi il tutto diventa un film molto noioso, claustrofobico (tutto in una casa chiusa), con personaggi come quello della Sanda insopportabili. La sequenza finale con Macha Meril poi è difficile da vedere senza chiudere gli occhi... Interessanti alcuni particolari che avvolgono il film, ma certamente non si può dire che sia un'opera riuscita.

Quando il cinema italiano aveva voglia di sperimentare... La vena più eclettica e fascinosa di Baldi è quella che anima la cornice agreste e metafisica, ricca di suggestioni oniriche e surreali del primo Avati, e l'inopinata cesura che scopre il lato orrorifico dell'anatomia. Il gioco al massacro centrale è molto più debole e non porta a compimento i suoi spunti antiborghesi, gialli e occultistici: ma può ragionevolmente avvalersi dell'attenuante che si tratta solo di una fiaba nel film. La colonna sonora di De Luca è una straniante mistura di tintinnii, sussurri e voci accavallate.

La borghesia ricca e viziata rinchiusa in una villa sontuosa rimanda immediatamente agli Indifferenti ma anche a Porcile. Baldi decide inoltre di contrapporla ai giovani che vivono in mezzo alla natura della cornice del racconto. Lo sviluppo della trama è lento, si prende i suoi tempi, anche perché siamo in quel filone di pellicole che non badavano più di tendo al ritmo, sperimentando molto dal punto di vista visivo, sfidando quasi lo spettatore. Se si ha la pazienza di seguirlo, può stupire in alcune sequenze. Colonna sonora particolare.