Prima di BORIS c'era già chi ironizzava sul mondo delle fiction televisive (più dichiaratamente delle soap, in questo caso). "Gli occhi del cuore 2" si chiama qui "Anche il sole tramonta" e la protagonista, Celeste (Field), è una diva in età amatissima dal pubblico. C'è però chi sogna di farle le scarpe: è tale Montana (Moriarty), esuberante attricetta stanca di ruoli minori che ha agganciato il produttore esecutivo della serie (Downey jr.) e, promettendogli in cambio bollenti favori sessuali, spinge per sostituire Celeste...Leggi tutto e guadagnarsi la ribalta. L'uomo è un debole, anche un po' fesso, e accetta così di architettare ogni possibile colpo basso per liberarsi della protagonista: dapprima pensa di renderle la vita impossibile facendo in modo che nella soap finisca sotto processo per aver ucciso una senzatetto (Shue, che nel film si fa assumere come comparsa ma è in realtà la nipote di Celeste), quindi richiama dopo vent'anni in scena Jeffrey (Kline), che se n'era andato dalla serie proprio per attriti con la primadonna. "Ma se era morto decapitato sotto un camion?" protesta la sceneggiatrice (Goldberg), che non capisce come sia plausibilmente giustificabile il rientro di un personaggio finito in quel modo. Ma le soap, si sa, non si fanno certo problemi nell'inventare le soluzioni più improbabili... Quel che conta è che ora Celeste si ritrova sul set sia la nipote che la sua vecchia fiamma in un crescendo di imprevisti che sembrano portarla diretta al manicomio. Tutto come previsto, pensa la perfida Montana strizzando l'occhio al produttore. E il film continua così, divertendosi a immaginare situazioni improbabili ancor più che nella stessa finzione televisiva, mescolando il piano della realtà (virtuale, ovviamente) con quello artefatto e zuccheroso della serie. Attraverso una regia brillante che lascia eccessivamente a briglia sciolta Sally Field utilizzando Elizabeth Shue e soprattutto uno spumeggiante Kevin Kline come spalle, SOAPDISH prosegue ironizzando su un mondo che il pubblico ben conosce andando a individuare i personaggi da muovere attorno ai protagonisti: funziona ad esempio il rapporto conflittuale tra il produttore - che cambia copione in continuazione per mettere i bastoni tra le ruote a Celeste - e la sceneggiatrice, che non capisce perché si debba massacrare senza sosta il suo lavoro. Niente di nuovo nelle dinamiche tipicamente da commedia che si diverte a predere in giro per l'ennesima volta il sottobosco televisivo; ma se la coppia Downey jr. (poco presente e fin troppo caricaturale, esageratamente sopra le righe)/Moriarty (stereotipata nella figura della panterona invadente ed esigente) dice poco, è invece alla comparsa di Kevin Kline che il film ha una decisa impennata, destinata a concretizzarsi nello spassoso finale con scena da recitarsi "col gobbo". L'impressione però è quella di una sceneggiatura fin troppo costruita e nel complesso meno divertente di quanto vorrebbe essere, che elabora più di una buona idea nel tentativo di costruire una vicenda - degna d'una soap - che vada a sovrapporsi bizzarramente a quella della soap che si sta girando agli studios. Interessante sulla carta, meno nel risultato, per quanto la confezione sia di qualità e gli attori validi (c'è anche Carrie Fisher al casting). Funziona a tratti.
Un'attrice quarantenne, Celeste Talbert, star della soap opera Anche il sole tramonta, è in crisi professionale e teme l'avvento di attrici più giovani. Commedia che prende pesantemente di mira il mondo patinato delle telenovelas televisive nel quale la vita degli attori si intreccia con le improbabili vicende della soap opera. La sceneggiatura del film estremizza i personaggi, rendendoli delle caricature e colpisce nel segno. Il film risulta parecchio divertente con un retrogusto amaro riflettendo sulla moralità dell'ambiente televisivo.
Satira sul mondo della tv, in cui le vicende della soap ultraventennale "Anche il sole tramonta" (titolo programmatico) si intrecciano con le storie private di attori e troupe. Grazie al cast brillante (in particolare Moriarty strega e Downey jr.frustrato), le occasioni di sorriso non mancano, però manca quel "quid" in grado di rendere la commedia veramente riuscita. Forse quello delle soap è un bersaglio troppo facile da colpire, e avrebbe dovuto essere affrontato con maggior leggerezza: qui si spara col cannone, quando bastavano le freccette
Soap opera o vita reale? Hoffman s'inventa una ibridazione estrema per la sua satira sul microcosmo televisivo, né troppo ricercata né troppo scontata, aiutata da un notevole brio nei dialoghi e nella regia. Il cast è ben scelto, capace di trasformare i personaggi in caricature scattanti e funzionali al compito: soprattutto Kline (in un grande periodo di forma) e la Moriarty appaiono perfetti per i loro ruoli, con Downey jr e la Field che seguono a ruota.
Satira sul mondo della tv e soprattutto sulle soap opera statunitensi, è un film godibile soprattutto per la verve del cast, davvero di tutto rispetto. Su tutti spicca Kevin Kline, ma anche gli altri non sono da meno. La Field, notoriamente non proprio simpaticissima, parte in maniera incerta ma poi cresce con l'andare del film. Brillante.
MEMORABILE: Kevin Kline non riesce a leggere il gobbo; La Field che rimane appesa vicino al cornicione per pedinare la figlia.
Arguta e divertentissima satira del mondo delle soap opera (precorre in larga parte ciò che sarà Boris), dal ritmo e vivace e con una sceneggiatura raffinata che alterna colpi di scena improbabili e complotti imitando la stessa materia sulla quale fa ironia. Il cast è amabile, tutti perfettamente al loro posto, con una istrionica Field, un simpatico Kline e il viscido Downey Jr. in una delle migliori performance pre-Marvel. Si ride spesso e tutta la parte della puntata in diretta è davvero riuscita.
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Sally Field è doppiata (bisogna ammetterlo, con un risultato molto simpatico e ben riuscito) da Serena Verdirosi, Kevin Kline dal compianto Cesare Barbetti.