Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il Medioevo di Pupi Avati (era già successo con MAGNIFICAT) continua a rivelarsi cinematograficamente controverso: viene ricreato - in un clima che subito ci avvicina a quei tempi remoti - con la semplicità unica propria dello stile del regista, puntando molto sulle location (sempre azzeccatissime), sulla felice resa dei costumi e la vivacità dei personaggi di contorno attraverso una rilettura molto personale e visivamente ricca. Poi però fallisce quando è il momento di raccontare, impelagandosi in avventure pompose e tronfie prive della grinta che potrebbe renderle accattivanti sposandosi al bel disegno del contesto....Leggi tutto E se in MAGNIFICAT le ambizioni erano altissime giustificando in qualche modo un approccio comprensibilmente ostico ma filosoficamente interessante, qui il tentativo di sposare l'oscuro Medioevo con quattro (poi cinque) giovani cavalieri alla conquista della Terra Santa mescola l'attenta ricerca storiografica a una superficialità quasi avvilente nel tratteggio dei protagonisti, i cui caratteri non emergono mai con decisione se non forse nella figura del fabbro di Raoul Bova, appena più complessa e stratificata. Impossibile poi non menzionare gli insistiti effetti splatter che condiscono soprattutto la prima parte di inattesi bagni di sangue: braccia tranciate, nasi staccati, esorcismi, cadaveri bolliti in pentola, poveracci messi al rogo nel forno e riestratti bruciacchiati come neanche in pizzeria, budella che fuoriescono dalle ferite e finiscono divorate dai cani... Una scelta insolita per un film del genere e che sicuramente mira a sottolineare la ferocia di un'epoca in cui la morte era vista come evento ben più naturale e frequente di oggi, ma anche una resa a certa spettacolarizzazione dell'orrore che pare più che altro un vezzo slegato dal tipo di narrazione adottata, un contrasto artificioso che sa di stratagemma per colpire non potendolo fare altrimenti. Perché le avventure dei cinque sono scariche di passione, procedono da una tappa all'altra senza che riescano a coinvolgere, lunghe cavalcate tra i boschi intervallate da una serie di eventi che di rado riescono a integrarsi davvero alla storia. Storia peraltro descritta confusamente, fumosa nei suoi passaggi e nell'eccesso di nomi da memorizzare fin dalla presentazione dell'immancabile Carlo Delle Piane, che avvolto in un saio si aggira tra i cupi ambienti d'un monastero a presentarci le tombe di quelli che saranno i nostri eroi. Siamo nel 1272 e il momento storico politico non è di immediato inquadramento, né si viene granché aiutati dal sovrapporsi d'un gran numero di luoghi e nomi. Basti sapere che i cinque cavalieri, incontratisi lungo la via dopo varie peripezie, partiranno con la missione di riportare in Occidente il sudario di Cristo (la Sindone, insomma). L'impianto visivo e la colonna sonora del solito Riz Ortolani non deludono, ma il cast - per quanto ben diretto come sempre - non sembra granché calato nel tempo, con l'ex ragazzino di TERMINATOR 2 Edward Furlong poco inserito in un gruppo variegato di giovani che la statura dei cavalieri sprezzanti del pericolo in grado di portare a termine una missione tanto impegnativa non paion proprio averla.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/03/08 DAL BENEMERITO B. LEGNANI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/11/20
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B. Legnani 22/03/08 22:51 - 5534 commenti

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Indigeribile miscela fra Indiana Jones e Il nome della rosa. Alterna ridondanze ad ellissi, non riuscendo, alla fine dei conti, a conquistare. Cerca di creare momenti magici ma (ad esclusione del bellissimo congedo da Luigi IX) essi cadono nel vacuo o nel grottesco. Mediocri le interpretazioni dei cinque Cavalieri. Immagini curatissime, ma non basta.
MEMORABILE: Il citato congedo dal re morente.

Hackett 24/03/08 15:34 - 1867 commenti

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Film abbastanza deludente di Pupi Avati che con il precedente Magnificat aveva invece stupito per bravura e competenza in campo storico-medievale. Questa volta, con un grosso budget, il regista ha l'occasione di fare il film sognato da una vita, ma la spreca un po'. Manca una solida sceneggiatura e il tutto ha un sapore di incompleto. Inoltre la scelta degli attori principali sembra più imposta dalla produzione che dal buon senso. Strano, visto che Pupi di solito riesce a far recitare anche i sassi. Una grossa occasione mancata.

Galbo 24/03/08 12:59 - 12399 commenti

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Con questo film Pupi Avati tenta la carta della rappresentazione di ampio respiro, ambientanto nel medioevo una storia di cavalieri che ruota intorno ad uno dei grandi misteri dell'umanità, quello della Sacra Sindone. Il film però non appare del tutto riuscito, perché la sceneggiatura tende a divagare sulle storie personali dei protagonisti. Il cast, inoltre, non è sufficientemente carismatico, a parte la bella presenza di F. Murray Abraham.

Ciavazzaro 5/11/08 14:53 - 4770 commenti

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Pupi Avati ha fatto decisamente di meglio. Film mediamente insufficiente, con un cast insopportabile (su tutti l'odioso attor-cane Raoul Bova), ci sono giusto Abhram e Edmund Purdom, tra i pochi veri attori dell'orrido cast. Pollice verso. Mi spiace Pupi, ma così non va proprio.

Capannelle 22/12/09 16:46 - 4412 commenti

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Molta curiosità quando lo guardai ma anche poca soddisfazione. Una buona ricostruzione storica (il budget produttivo lo permetteva) ma nel complesso un lavoro che non rende sia a livello di prestazioni degli attori che di coinvolgimento nelle gesta dei protagonisti. Inoltre, non poche volte tenta di stupire con passaggi che si rivelano poco coerenti col senso del racconto.

Daniela 21/10/10 15:02 - 12671 commenti

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Opera sbagliata, fin dal titolo, dato che l'accoppiata cavaliere/impresa suscita associazioni d'idee moleste. Vorrebbe essere una storia d'ampio respiro, ma manca del senso del tempo e dello spazio, tutto sembra avvenire nel cortile di casa e dintorni, traversata verso la Terra Santa compresa. Quanto al cast, pare assemblato a caso, scegliendo attori giovani e possibilmente bellini. Si salva qualche sequenza (come l'atroce "infornata"), che richiama Magnificat, altro (migliore) film storico del regista.

Pigro 16/12/10 09:37 - 9672 commenti

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Il viaggio dei cavalieri alla conquista della Sindone, in un film prolisso con ritmo da prolasso (che in quasi 2 ore e mezzo è pesante). La colpa maggiore è della sceneggiatura dispersiva, a cui segue la regia poco tonica (pur con qualche bello spunto e immagine): al posto dell'epica c'è l'aneddotica; al posto della spettacolarità lo splatter; al posto della mistica l'enunciazione religiosa; al posto del fascino medievale la ricostruzione, magari corretta ma ben poco suggestiva. Infine, casting infelice, più brancaleonesco che cavalleresco.

Buiomega71 11/05/11 10:51 - 2913 commenti

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Il ritorno di un Avati arcano e viscerale, con schegge del suo miglior cinema (quello in "nero") e improvvise esplosioni splatter. 140 minuti di emozioni e meraviglie avatiane: il monastero delle monache rimanda all'Arcano incantatore, l'eterea fanciulla incontrata da Furlong nel bosco a Le strelle nel fosso, la resurrezione di Furlong a Zeder, la principessa zoppa e monca viene dritta dalla Casa dalle finestre che ridono e Il nascondiglio. Il finale, poi, omaggia Il mucchio selvaggio. Un medioevo tra i più terrifici mai visti sullo schermo.
MEMORABILE: Il corpo del re disciolto nell'acido, per preservarne le ossa; Il soldato sviscerato e il cane che le divora le interiora; L'esorcismo a Raoul Bova.

Rigoletto 8/07/14 11:29 - 1787 commenti

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Personalmente mi è piaciuto, ma credo che il più grande errore di Pupi in questo film sia stato dargli una veste da kolossal; non si discute la bravura di Avati, ma la sua vera anima si esprime meglio con mezzi più discreti, più intimi. La ricostruzione storica è azzeccata, non così il cast (Murray escluso), che difetta di personalità e carisma. L'eccessiva lunghezza espone il film a tutti gli incovenienti ingrandendone i difetti. Eppure lo promuoverò perché Avati ha sempre il coraggio di muoversi fuori dai cliché usati dai registi italiani.
MEMORABILE: L'esorcismo (che non ha giovato all'attore).

Rufus68 14/07/19 19:52 - 3845 commenti

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Deludente nella costruzione, troppo rapsodica e sconnessa e nelle interpretazioni, mediocri e mai caratterizzanti. L'idea di partenza rimane affascinante, così come le location: il respiro epico, tuttavia, a causa dei precedenti difetti, mai si concede nelle oltre due ore. Avati ha sempre un bel mestiere, l'afflato storico e mistico del cavalierato medioevale non è però nelle sue corde: troppe ingenuità e facilonerie nei dialoghi. Discreti alcuni caratteristi a latere come Delle Piane.

Pupi Avati HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina La mazurka del barone, della santa e del fico fioroneSpazio vuotoLocandina BordellaSpazio vuotoLocandina La casa dalle finestre che ridonoSpazio vuotoLocandina Tutti defunti... tranne i morti

Rambo90 18/03/20 16:40 - 7702 commenti

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Passo falso di Avati. Il film ha una sua dignità dal punto di vista della confezione (bei costumi, belle location) ma non coinvolge mai e la trama è troppo semplice per coprire oltre due ore di durata. I cinque cavalieri del titolo sono mal assemblati (il migliore forse è Furlong) e l'impresa poco entusiasmante, così alla fine non resta che godersi qualche improvviso squarcio splatter degli effetti e alcune gustose caratterizzazioni di contorno (Abraham, Delle Piane). Mediocre.

Noodles 14/06/23 15:01 - 2233 commenti

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Una grande delusione. È un film che mette in luce forse più di altri l'atavico difetto di molti film di Avati, cioè la mancanza di un sceneggiatura convincente, anche quando il film in questione è riuscito. Qui,  oltre appunto a una sceneggiatura confusa e piena di salti incomprensibili, abbiamo anche una recitazione pessima fatta o dei soliti sospiri o di toni piatti e una ricostruzione del Medioevo che non funziona per nulla. Potabili le ambientazioni. Molto meglio il Pupi Avati low budget, se questi sono i risultati di un capitale economico più ampio.
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