In un paese latinoamericano, un ingegnere viene sequestrato da un gruppo di guerriglieri. La moglie si rivolge per liberarlo ad un negoziatore professionista del quale finisce per innamorarsi. Molto strombazzato dalla pubblicità per la presunta love story tra i suoi intepreti, Rapimento e riscatto è un action movie piuttosto anonimo il cui unico elemento d'originalità è l'ambientazione andina. La storia procede per stereotipi (parte sentimentale inclusa) e gli attori fanno il minimo indispensabile. Regia piuttosto piatta.
Esempio di film hollywoodiano fatto su misura per le star di turno: Russell Crowe e Meg Ryan. Il primo offre il minimo sindacale, la seconda ricicla mossette e faccette che l'hanno resa famosa aggiungendo null'altro, riuscendo persino a irretire il sottoscritto e andando ben sotto il minimo sindacale di cui sopra. Per il resto si possono sottolineare solo una confezione decente e un minimo di suspense (ma molto "minimo"). Classico caso di film "riempitivo" per serate in cui non si può proprio vedere altro.
Film discreto: una visione è sufficiente ma può soddisfare lo spettatore. Non brilla per originalità e fa ricorso ad elementi narrativi classici (il dramma iniziale in terra straniera, le trame occulte tra finti buoni e finti cattivi, il legame tra i personaggi con interessi apparentemente diversi) ma è girato con mestiere e incuriosisce la figura professionale impersonata da Crowe (almeno all'inizio).
Solito film d'azione con qualche star il cui nome in cartellone dovrebbe giustificare la visione da parte del pubblico. Il film invece risulta piatto e noioso e soprattutto mai originale (stereotipi a go go). Mamma mia, meglio evitare la visione per non addormentarsi.
Tipico polpettone hollywoodiano con storia d'amore impossibile d'ordinanza e un po' d'azione verso la fine. La Ryan ce la mette tutta e convince sicuramente più di un annoiato Crow, in generale le loro scene non sono per nulla appassionanti; molto meglio il bravo Morse che sopravvive e cerca di sfuggire ai rapitori. In generale comunque un film noioso e troppo lungo. Mediocre.
Action abbastanza piatto che segue tutti i cliché di genere. Hackford fa quel che può e il suo tocco si vede. Tuttavia la pellicola acquista valore grazie alla magnifica interpretazione di Morse (ottimo caratterista inspiegabilmente usato troppo poco) nei panni del prigioniero. Resto del cast di spessore ma che si limita a svolgere il solito compitino. Crowe compreso. Non male la fotografia, merito dello scafato Idziak, quello di Black Hawk Down.
Vorrei partire da un particolare che si può definire insignificante, se non fosse sinonimo di un modo molto professionale di fare cinema, che resta molto visivo a discapito della profondità: si osservi cioè quanto è stata curata la mimetizzazione sulle facce degli incursori: una maschera degna del carnevale di Venezia. Fatta questa inutile osservazione, devo dire che però il cinema è anche questo e comunque la visione di una certa realtà, stilizzata finché si vuole, ce la dà. Di cattivo c'è la violenza dei buoni, che tiene poco conto delle realtà locali.
C'è da dire che Hackford qualcosina di buono in carriera l'ha anche fatto, ma qui, complice uno script inutilmente farraginoso, il risultato è men che mediocre. Crowe e la Ryan dovrebbero far scintille tra sguardi e attrazioni sopite, ma risultano piatti e per nulla coinvolgenti; la svolta action della vicenda prende solo gli ultimi 20 minuti, sembra uscita da un episodio dell'A-Team e la solutio è al solito blockbusterizzata e da latte alle ginocchia. Inutilmente esagerata la durata.
Cinema mainstream nella sua forma più sfiancante: personaggi stereotipati, cast di prim'ordine e fuori forma (per una volta il doppiaggio italiano viene in soccorso delle performance), tensione stantia e un plot scontatissimo quanto verboso (dalla love-story melodrammatica ai noiosi processi di negoziazione) che sembra prendersi tempi spropositati prima di entrare nel vivo. I venticinque minuti conclusivi, con gli "eroi" al salvataggio del donzello in pericolo, rimpolpano la sostanza con un paio di dignitose sequenze action, ma è naturalmente troppo poco. Si dimentica in un lampo.
MEMORABILE: L'incipit ceceno; La cattura di Morse; I negoziatori truffatori; Il "pazzo" religioso nel campo dei narcoguerriglieri; Crowe e Caruso al salvataggio.
Quando un ingegnere che sta costruendo una diga in un paese dell'America latina viene sequestrato da un gruppo di guerriglieri, un esperto in negoziazioni prende a cuore la faccenda e anche la moglie del rapito... L'interesse inizialmente suscitato dal film si disperde strada facendo: la critica all'operato delle multinazionali è inquinata da una rappresentazione stereotipata dei locali come brutti, sporchi e cattivi, la sottotrama sentimentale risulta banalissima, la conclusione butta tutto in caciara action standard. Quanto al cast, Crowe convince ma Ryan in ambasce proprio no.
Taylor Hackford HA DIRETTO ANCHE...
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