Maurice - Film (1987)

Ambientato nei primi anni del '900 a Cambridge, è la storia di un amore omosessuale tra due giovani, uno dei quali rinnegherà le proprie tendenze sessuali per un convenzionale matrimonio borghese. Tratto come Camera con vista da un romanzo di Foster, Maurice si occupa di un tema scabroso con grande sensibilità e buon gusto.Il film appare impeccabile per la ricostruzione scenica e ambientale, trovando il suo limite in una certa fredezza descrittiva che lascia poco spazio alla passionalità dei personaggi.

Nuovo incontro Ivory-Forster, peraltro da un testo meno interessante di altri trasposti. Il limite di Ivory resta quello del manierismo decorativo e in ultima analisi gelido, il che nuoce a una vicenda che, nonostante l'ambientazione britannica, mirava a evidenziare, nelle parole dello scrittore (riferite alla sua visione in generale), il contrasto fra "cervello troppo svilupato e cuore sottosviluppato". Dopodichè, la professionalità messa in campo da tutti è al solito ineccepibile.

Storia d'amore omosessuale nei primi anni del 900 in Inghilterra, dall'omonimo romanzo di Forster. Ivory costruisce, come al suo solito, un film impeccabile, di ottima fattura e cura nei dettagli, riuscendo a interpretare bene il libro e nello stesso tempo a offrire uno spaccato della società inglese di un secolo fa. Insomma, un buon film, che merita di essere visto, nonostante alla fine risulti più un ottimo esempio di calligrafia che non un'opera davvero viva.

Dal punto di vista tecnico anche a mio avviso è impeccabile. Però nella storia vi sono alcuni punti che non mi convincono e non tutto il film funziona a perfezione. Meno canino del solito Hugh Grant a inizio carriera. Almeno una volta si può vedere, ma nulla di che.

Trasposizione forse accademica ma di classe. Rispetto al romanzo di Forster, Ivory introduce un personaggio la cui vicenda adombra quella di Oscar Wilde e del suo famoso processo, ma lascia intatto il cuore "eversivo" dell'opera, che è quello di rappresentare un legame omosessuale pienamente realizzato, con un finale che contrappone l'apertura all'amore e alla vita di Maurice con la chiusura nel recinto delle convenzioni sessuali e sociali, scelta dal suo vecchio compagno di scuola. Confezione impeccabile, bella musica, interpreti adeguati.

Romanzo postumo e autoconfessionale di Edward M. Forster e coming out di James Ivory nel suo adattamento cinematografico. Audace, certo, dati i tempi e l'entità della produzione, epperò tanto è funzionale l'accademismo del regista nell'evocare il clima di repressione sessuale e culturale, quanto è inadeguato nel dare corpo agli slanci passionali. Così, quando i protagonisti decidono di emanciparsi dalle pastoie del Vittorianesimo finiscono diritti nelle maglie del calligrafismo. Irrisolto il personaggio del guardiacaccia. Convincente James Wilby. Tecnicamente ineccepibile.

Il capolavoro di Ivory è largamente apprezzabile per l'accurata ricostruzione scenica (il regista abbraccia un'epoca e un ambiente in cui le relazioni tra uomini costituivano un rischio e uno scandalo, concentrandosi sul confine tra relazione platonica e sessuale). Le immagini del film, coadiuvate da una colonna sonora intimista, ci restituiscono un affresco storico e interiore in cui vengono messi in scena, con grande verismo, pulsioni, desideri e paure dei protagonisti, impegnati in una storia d'amore tra tra desideri e rinunce. Emozionante.

Dramma in puro stile british, ambientato nelle lussuose e splendide campagne inglesi, ove si strugge un amore piuttosto scomodo per i tempi. Il film è ben realizzato grazie all'ottima fotografia, alle ambientazioni ricercate, alla raffinatezza che permea l'intera pellicola. Interessanti anche diversi dialoghi, talvolta cinici, in puro stile Wilde. Anche il ritmo risulta scorrevole, nonostante una durata non contenuta. Convincenti anche i protagonisti che ben interpretano. Certamente - a volte - less is more: non ci sono chissà quali guizzi o drammi e, per questo, l'insieme è credibile.