Il paese del sesso selvaggio - Film (1972)

Il paese del sesso selvaggio

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il produttore Ovidio Assonitis, quando convoca lo sceneggiatore Francesco Barilli, gli chiede di scrivere un film che si possa inserire nella scia di UN UOMO CHIAMATO CAVALLO. Barilli inventa "l’uomo pesce", chiamato così dai selvaggi per via forse della muta con cui viene ritrovato nell'acqua e invitato in seguito a diventare "uno di loro". Rifiutandosi però di occuparsi della regia, Barilli lascia il campo libero a Umberto Lenzi, che prende in mano una sceneggiatura non completissima e la farcisce di crudeltà assortite dando il via a quello che in Italia sarebbe diventato un genere di grande successo: il cannibal. In realtà...Leggi tutto nel film la scena di antropofagia è una sola (peraltro riciclata da Lenzi in MANGIATI VIVI!), ma basta già, nella sua ferocia, a caratterizzare il prodotto e a stabilire assieme al resto le coordinate del genere, in cui vi è sempre l'uomo civilizzato (in questo caso Ivan Rassimov) che per varie vicissitudini incontra la tribù di selvaggi in un crescendo di violenza grafica con pochi precedenti. E non si pensi che questo "prototipo" non contenga già quelle scene di sevizie animali al centro delle pesanti accuse mosse al genere: qui si sventrano coccodrilli vivi, capre, scimmiette, serpenti... La differenza è che non sono scene centrali come diverranno in seguito ma semplicemente parte di riti indigeni (siamo in Thailandia) o momenti in cui viene descritto il pranzo di uomini poco avvezzi ai cibi "comuni". La vera storia è quella di Rassimov, finito casualmente in una tribù dove si integrerà a fatica fino a sposarne lo stile di vita e a innamorarsi della bella Me Me Lai (futura icona del genere). Begli scenari naturali, un discreto ritmo e un minuto di follia, in cui una donna viene stuprata più volte e mangiata.

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Deepred89 21/06/07 13:19 - 3701 commenti

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Il primo cannibal movie del cinema italiano: molto più vicino al film d'avventura che all'horror. Anche se non manca qualche scena splatter o qualche animale ucciso, l'atmosfera angosciosa e malata (se così la vogliamo chiamare) dei successiivi cannibal di Lenzi è lontanissima. Questo però non vuol dire che sia un brutto film: la regia è veloce ed efficiente, la fotografia ottima, le musiche discrete e Rassimov perfetto nel ruolo del protagonista. Non manca qualche banalità, ma il film resta sicuramente godibile.

Trivex 5/01/09 12:25 - 1738 commenti

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Terror o film d'avventura, quella di Lenzi è la pellicola che avvierà il molto discusso filone cannibal, in particolare per "l'esigenza" (secondo alcuni registi, in particolare per i mercati orientali) di uccidere gli animali in scena (che personalmente ritengo invece una schifezza da evitare). L'ambientazione, come per molti prodotti del genere, è suggestiva e la storia può anche piacere, con il poliedrico Rassimov perfettamente a suo agio tra le foreste tailandesi. Lontanissimo da Cannibal holocaust, ma forse superiore a Cannibal ferox (relativamente!).

Herrkinski 9/07/09 21:09 - 8052 commenti

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Primo film ad introdurre tutti gli elementi che daranno vita al filone, tutto italiano, dei cannibal-movies. Seppur le parti prettamente antropofaghe siano poche, i dettagli cruenti sono già presenti, così come la triste tradizione di sacrificare alla pellicola svariati animali. Il film è un vero e proprio mix di cinema avventuroso e cannibalico, con una preponderanza del primo genere. Rassimov non è molto credibile nel ruolo e Me-Me Lai è tutto tranne che un'attrice, comunque il film è scorrevole e a tratti divertente. Il titolo è fuorviante.

Mco 23/07/09 15:24 - 2323 commenti

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Memorabile film di Lenzi, non tanto per il suo valore intrinseco in tema di plot o recitazione, bensì per essere stata la scaturigine di un filone per cui il nostro cinema è stato (ed è) osannato nei cinema di tutto il mondo: il cannibalico! Poi, a ben vedere, la storia è una semplice avventura d'amore e le scene di antropofagia si raccolgono in un unico momento, laddove allo stupro segue il banchetto di carni di una povera malcapitata. Da avere.

Undying 30/12/09 04:32 - 3807 commenti

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Primo esemplare (italiano) a portare sullo schermo il poco gradevole tema a sfondo antropofago. Il film di Lenzi, moderatamente contenuto, poggia tutto sull'avventura e sull'esplorazione, facendo leva sul granitico Ivan Rassimov prima rapito e poi convinto difensore - nonché compagno di Me-Me Lai (altra attrice feticcio del genere) - di un villaggio legato a riti e tradizioni tribali. Purtroppo si potevano, al solito, evitare le inutili barbarie commesse sugli animali, anche perché, di fondo, Il paese del sesso selvaggio è un film moralista e convenzionale, più di quanto si possa immaginare.

Giùan 16/06/11 16:37 - 4528 commenti

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Film sostanzialmente inerme e con un titolo che più deviante non si può: di sesso selvaggio così se ne vedeva perfino ad Hollywood durante il codice Hays. Per il resto Lenzi pose i prodromi con questa pellicola di quello che sarebbe stato il genere "cannibal" in Italia, che però ben altre vette raggiungerà. Niente di più insomma di un fotoromanzo in terre magari brutali ma tuttavia patinate il giusto, come dimostrano anche i tetragoni alla recitazione Rassimov e Me Me Lai. Nulla di che!

Luchi78 20/10/11 09:38 - 1521 commenti

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Premetto che non sono un appassionato del genere cannibal, ma questo film di Lenzi, precursore del genere, mi ha annoiato non poco. A parte le scene di sventramenti ai danni del genere animale, tutto il resto è decisamente fiacco. Sesso e violenza sono rappresentati senza particolare verve e anche la parte più "adventure" del film non convince; si salva solo la fotografia, supportata dalle ottime location. Da vedere esclusivamente per completezza.

Fauno 28/10/12 18:39 - 2206 commenti

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Si può apprezzare la sperimentazione di Lenzi, il quale ha voluto aprirsi al pianeta esotico e affrontarlo in maniera tutt'altro che decadente come andava di moda a quel tempo; anzi, si è spinto verso un contatto occasionale, curioso, atto a studiare le usanze dei popoli primitivi senza giungere al livello delle ancora lontane opere estreme della fine di quel decennio. Ha inoltre evidenziato le doti fisiche di Rassimov; malauguratamente non ne è scaturito un bel film... Come premio alla tenacia di un regista sempre bravo una visione la consiglio.

Jdelarge 11/02/14 18:51 - 1000 commenti

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Film da ricordare solo ed esclusivamente per aver dato inizio al genere cannibalico. La trama, infatti, è decisamente irrilevante, così come i primi 5 minuti del film (completamente inutili ai fini della storia). L'unica cosa che si salva, insieme alle belle ambientazioni, è la fotografia: oltre alla famosa scena di cannibalismo il film offre davvero pochi spunti interessanti.

Redeyes 8/11/15 18:45 - 2442 commenti

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Lenzi, con un titolo piuttosto fuorviante, mette in scena il primo cannibal movie di un certo spessore del nostro cinema. Per esser onesti lo spazio lasciato all'elemento orrorifico è ben poco, così come alle pratiche antropofaghe e di conseguenza alle presunte torture. Si fa largo, di contro, una lettura drammatica che vedrà un Rassimov giornalista dapprima progioniero poi parte integrante della tribù. Buona sceneggiatura e recitazione tutto sommato godibile. Più di quarant'anni e non sentirli!

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Rufus68 9/08/16 10:16 - 3819 commenti

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Direttamente dalle lande ideologiche di Mondo cane, il primo cannibal italico non è certo memorabile. Ogni sequenza sembra studiata per scioccare l'(ex) spettatore piccolo borghese, voglioso di torbido esotismo e tette (esotiche) al vento: lo stesso fruitore di Iacula e Corna vissute, insomma. Alla fine il risultato è una mediocre miscela fra L'uomo chiamato cavallo (col suo carico di paternalismo bianco) e Laguna blu. Di rilievo, invece, le musiche di Patucchi.

Maik271 9/11/17 16:04 - 436 commenti

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Film cannibalico che purtroppo ha ben poco da spartire con l'immenso Cannibal holocaust. Qui la vicenda che vede protagonista William Berger è a tutti gli effetti una love story ambientata in un villaggio nella giungla amazzonica intervallata da episodi di cannibalismo e di violenza gratuita sugli animali. Anche il sesso del titolo serve più che altro da specchietto per le allodole. Poco da segnalare oltre alla graziosa attrice esotica e ai soliti stereotipi del genere.

Bubobubo 5/10/18 12:38 - 1847 commenti

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Ben poco sesso selvaggio e ancor meno cannibalismo (ridotto a una sola scena, peraltro di raccordo) in questa precoce incursione tematica di Lenzi, che negli anni a venire tornerà sull'argomento con ben altre intenzioni. Love story dal canovaccio frusto (incontro-scontro fra civiltà occidentale e selvaggi primitivi, paura dell'uomo bianco etc.) che acquista interesse solo per le ambientazioni e per i peculiarissimi, dolcissimi tratti di Me-Me Lay. Danno molto fastidio, perché più insensate del solito, le scene di combattimento fra animali.

Schramm 21/11/18 18:16 - 3490 commenti

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Lenzi non teme l’avventura e sfida il mondo a singolar tenzone: scimmie scalottate, caimani sventrati, capre sgozzate, torture e stupri di gruppo tribali propiziatori e non, e per la prima volta sullo schermo arti sgranocchiati come pannocchie: Lenzi però incornicia di rosa pesca il pestar duro, e nonostante le tonalità cavalline ritmo e storia restano barzotti senza sbobinarsi mai, e ciò spiace un botto. Il resto è noto: provvederà Deodato a colmare ogni lacuna e ogni misura (buscandosi anche la bua giudiziaria schivata da Umberto), facendo passare in un amen Lenzi da prodromico a epigonale.
MEMORABILE: Il "trip"; San Sebastiano rotante...
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  • Curiosità Undying • 10/02/10 18:46
    Risorse umane - 7574 interventi
    Il Paese del Sesso Selvaggio ed Il Profumo della Signora in Nero.

    Che hanno in comune questi due titoli?
    A parte, come ovvio, il fatto che entrambi sono incentrati sul cannibalismo (anche se Il Profumo ... vanta un’atmosfera gotica e rarefatta di unica efficacia, derivata in parte dal polanskiano Rosemary’s Baby)...
    Il vero collante tra i due film è dato dalla firma alla regia di Il Profumo della Signora in Nero: quella di Francesco Barilli (autore poi di un solo altro horror Pensione Paura).
    Il regista, prima di dirigere il film con la Farmer, pone mano alla sceneggiatura del cannibalico di Lenzi.

    In seguito Barilli visita il Congo, vivendo per ben sei mesi nella giungla e studiando i primitivi e i loro riti tribali. E' in questo contesto che scaturisce l’idea di portare sullo schermo una storia incentrata su irreprensibili uomini di affari... antropofagi...
    Progetto che però non incontra alcun riscontro d’interesse da parte dei produttori.
    Ecco allora modificato il soggetto: non più uomini d’affari, ma una donna nevrotica, al centro dell’attenzione di una setta di cannibali...
    Nasce così la nuova sceneggiatura di quello che sarebbe passato alla storia come Il Profumo della Signora in Nero: un film di rara notorietà (destinata ad accrescere -però- con il passare degli anni) particolarmente efficace e memorabile.

    Fonte: booklet allegato all'uscita (da edicola) del DVD Il Profumo della Signora in Nero (De Agostini - i Maestri della Paura).
  • Curiosità Undying • 10/02/10 18:55
    Risorse umane - 7574 interventi
    Il paese del sesso selvaggio, pure mondo di cannibali: fiat creatore del genere "cannibal"
    Dichiarazioni di Umberto Lenzi

    "Il film mi è stato proposto... anzi mi avevano proposto una sceneggiatura.
    E' nato come una serie di riti inventati da Emmanuelle Arsan che era stata sposata con un diplomatico di stanza in Thailandia, e da questa idea Francesco Barilli scrisse la sceneggiatura.
    Io ho cambiato poche cose, il film a me piaceva e mi piace tuttora.
    (...)
    Anche in questo caso i produttori dettero al film un titolo cervellotico, perché in origine si chiamava L'uomo dal fiume profondo, cioè quello che è anche rimasto nelle versioni per i mercati anglosassoni, dove ebbe successo.
    Invece in alcuni paesi fu chiamato Mondo cannibale.
    Il produttore guadagnò così tanti miliardi che mi fu proposto di girare il seguito; ero impegnato a fare uno dei film polizieschi e non potei farlo.
    Lo fece Deodato con il titolo di Ultimo mondo cannibale, ma il titolo era già stato venduto con il mio nome e gli stessi attori del precedente, Ivan Rassimov e Me Me Lai."

    Fonte: Amarcord n.4, pag. 66
  • Curiosità Lucius • 14/11/10 19:54
    Scrivano - 9063 interventi
    La frase cult: "Le piace?" "Mmm, buono, che pesce è?" "Siamo stati proprio fortunati, era incinta, aveva le uova!" "Sì ma, ma che roba è?" "Serpe di palude".
  • Homevideo Xtron • 11/04/12 17:08
    Servizio caffè - 2147 interventi
    Il dvd Rarovideo ha una durata di 1h29m26s

    Come extra c'è il trailer
    Immagine a 42:12

    Ultima modifica: 22/02/17 14:46 da Zender
  • Homevideo Zender • 22/02/17 14:47
    Capo scrivano - 47700 interventi
    Il bluray della 88films dovrebbe avere, per la traccia italiana, i sottotitoli removibili (così comunica la casa):

    https://88-films.myshopify.com/products/the-man-from-deep-river-blu-ray-the-italian-collection-12
  • Curiosità Alexpi94 • 27/03/18 16:28
    Galoppino - 177 interventi
    Dalla collezione Alexpi94 il flano del film: