Tempo: inizio del XX secolo; luogo: un castello abitato da due splendide donne, Eva (Brigitte Lahaie) ed Elizabeth (Franca Mai); fatti: le ragazze appartengono ad una antica setta cultuale, che celebra riti ed iniziazioni a base di sangue umano; circostanza: tocca ad un ladro in fuga, ospitato dalle "fascinose" presenze femminili, cercare di portare in salvo "la pelle". Rollin ha acquisito maturità artistica, riesce a sfruttare al meglio la bellezza della graziosa Lahaie (pornostar e attrice feticcio del regista) ed il film ipnotizza...
MEMORABILE: Eva semi-vestita con una enorme falce...
Insomma... Nonostante alcune ammalianti calligrafie, non si possono tacere le cose che proprio non funzionano, come l’abuso di immagini frontali (giudicando da questo film – suo primo che vedo – Rollin pare un fotografo, più che un regista) o come la mediocre recitazione, con punte verso il basso. Sorprendenti sbavature resistono, benché eliminabili facilmente al montaggio: più volte un attore viene inquadrato come se fosse lì per caso e solo in seguito assume l’espressione richiesta! La splendida Lahaie, all’epoca ormonalmente assai d’impatto per il vostro umile scriba, parla (se non è doppiata) un francese dolcissimo.
MEMORABILE: Musetto delizioso, tette a coppa di champagne e culetto tornito di Brigitte.
Tralasciando come al solito le interpretazioni degli attori può piacere. L'immagine di Brigitte Lahaie (la musa di Rollin) mezza nuda con la falce in mano è entrata negli annali. Rollin sfrutta bene le scenografie del castello, c'e qualche goccia di sangue, atmosfera. Da citare la scena d'apertura nel mattatoio e il rapporto saffico tra la Lahaie e la Mai.
Pregevole, conturbante ballata macabra di Rollin, con uso sapiente dei suoi ambienti prediletti, e indovinate atmosfere decadenti; traballa infatti solo nella parte "realistica" del conflitto fra Lemaire e i quattro (pessimi) banditucoli, pur determinante per dare avvio alla vicenda. Davvero notevole la Lahaie. Rollin fa effettivamente storia a sé, inevitabile schierarsi, noi stiamo dalla sua parte.
Forse tra le migliori "rollinade" di sempre. Il regista confeziona un film che racchiude in sè tutti i tratti caratteristici della sua poetica: le donne vampiro (anche se in questo caso non si tratta di vere e proprie vampire), il tema saffico e in generale il culto del corpo femminile, il surrealismo, le inquadrature studiate come fossero fotografie d'autore, le atmosfere morbose e sospese in un limbo di malinconia e lascivia. Chi non ama Rollin non apprezzerà neanche questo; gli altri invece si troveranno di fronte a un suo classico.
MEMORABILE: La scena iniziale al macello; La Lahaie nuda con mantello e falce.
Pseudo-vampiresco con trama stile Il delitto del diavolo, con regia che propone 1/10 di inquadrature, diciamo, artistiche (il piano fisso nel mattatoio, la Lahaie con la falce) scordandosi però di scrollare dal senso di casareccio e poveristico le scene rimanenti. Non troppo movimentato ma nemmeno noioso, sorretto da due protagoniste magari non brave ma sicuramente d'effetto, anche se la lunga scena saffica fallisce miseramente il bersaglio e nel complesso non si riesce mai ad andare oltre il deja vu. Si può perdere.
Rollin appronta uno scheletro di trama (solo qualche osso, per carità...) su cui appoggiare le proprie fissazioni e il film trova sprazzi di bel cinema (la scena iniziale al mattatoio, il rito di sangue, l'indimenticabile Brigitte Lahaie come angelo sterminatore). Azzeccate al solito le location (un bellissimo castelletto sull'acqua) e perfette le protagoniste, naturalmente bellissime, di un erotismo dolcemente stillante. L'insieme, a ben guardare, è a tratti gratuito, ma ciò è riscattato da una segreta, indubbia "fascinazione".
Favoletta orrorifica (a sfondo erotico) molto modesta e ricca di difetti (recitazione, regia, sceneggiatura ecc), ma bisogna ammettere che nonostante la sua mediocrità si lascia seguire discretamente. Da apprezzare anche l'atmosfera macabra che pervade il film (per l'intera durata) e la bellissima location principale (il castello). La Lahaie è splendida, i nudi non mancano e in alcuni istanti si percepisce persino un pizzico di suspense. Mediocre, ma c'è anche di peggio!
MEMORABILE: La sequenza con Lahaie seminuda che impugna una grossa falce; La scena iniziale al mattatoio; La festa al castello.
Ladruncolo inseguito dai suoi complici trova rifugio in un tenebroso castello abitato dalle splendide Brigitte Lahaye e Franca May. Mal gliene incoglie, perché le due fanciulle appartengono a una setta di folli bevitrici di sangue che si sono date convegno proprio quella notte. Inconfondibile trama rolliniana con i suoi marchi di fabbrica: location sospese fra sogno e realtà, squisitezze formali e sangue, intermezzi lesbici ed esasperanti lentezze. Tutto già visto e prevedibile ma che chi apprezza Rollin è disposto a rivedere volentieri.
MEMORABILE: Il full frontal della Lahaie che avanza brandendo la falce.
Jean Rollin HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneZender • 17/12/10 09:20 Capo scrivano - 47786 interventi
Ops, che botta! Era ancora giovane (72 anni) e in attività! Una colonna di certo cinema!
Un colpo durissimo.
Uno dei più interessanti registi oserei dire del secolo,particolarissimo.
O lo si ama o lo si odia,e io lo amavo profondamente.
Almeno ha avuto il piacere di essere riscoperto ed omaggiato da vivo..
Ciavazzaro ebbe a dire: Un colpo durissimo.
Uno dei più interessanti registi oserei dire del secolo,particolarissimo.
O lo si ama o lo si odia,e io lo amavo profondamente.
Almeno ha avuto il piacere di essere riscoperto ed omaggiato da vivo..
Mai capito (come per Polselli e per Franco) il perché di tanto interesse, ma uno che girava con la Lahaie ha, automaticamente, il mio ringraziamento.
Vedi quando io guardo film di Rollin ci trovo pura poesia,poi il tutto è soggettivo ovviamente.
Sono registi che o si amano o si odiano,non ci sono davvero vie di mezzo..
Pubblicato recentemente in blu-ray dalla Redemption, con abbastanza spuntinature da far dubitare che si tratti di un'effettiva rimasterizzazione in hd del negativo, ma comunque con ottima resa per i non-maniaci e non-dotati di impianti spaziali. Audio franzoso con sottotitoli inglesi.
DiscussioneRufus68 • 29/01/17 11:30 Contatti col mondo - 220 interventi
Tanto per capire come opera Jean Rollin.
La bella scena iniziale al mattatoio è tratta, liberamente, da un racconto dello scrittore decadente Jean Lorrain, "Le verre de sang" (1893), in cui, fra lesbismo e gusto per il sangue, si delinea il rapporto fra una matura attrice e la giovane figlia di un diplomatico.
Nelle prime inquadrature si vedono, inoltre, due mani femminili sfogliare una Bibbia (la bella edizione è del 1729).
La Bibbia non giocherà nessun ruolo nell'economia del film, così come il tema del racconto di Lorrain verrà lasciato cadere dopo quella scena.
A conferma che Rollin agisce sulla base di suggestioni personali che vengono accatastate una dopo l'altra, in un flusso soggettivo e anarchico. A volte affascinante; spesso gratuito.
Copertina di Oltretomba n. 227 (1980), La prostituta delle tombe: come è evidente si tratta di un omaggio (o citazione che sia) a questo film di Jean Rollin.