Vigilia di Natale. Un gruppo di amici, dopo un litigio in discoteca, si ritrova senza meta: Eve (Roxane Mesquida) li invita a trascorrere alcuni giorni in un casolare isolato, di sua proprietà e gestito da Joseph (Vincent Cassel), uno stravagante guardiano amante degli animali. Fortemente voluto da Vincent Cassel, che pure ha contribuito alla realizzazione come produttore, il film - segna l'esordio in regia per Kim Chapiron - si attesta sulla tipologia francese partorita da Haute Tension: la paura generata dagli ambienti rurali ed isolati.
Incipit interlocutorio, parte centrale interlocutoria, finale interlocutorio. Cosa chiedere di meno a un horror giostrato su colpi a salve, tensioni implosive e scariche di violenza che si bruciano entropicamente solo negli ultimi 15 minuti? Se aggiungiamo una trama tutta crepe e voragini in mano a una regia penelopica e situazioni che sfidano il credibile, il filmaccio del Cassel è servito. Tolte sporadiche eleganze di mise en scene, ha un suo perché: ma è tutto interrogativo.
...Alta tensione, Frontiers, Sheitan... una cosa è certa: mi è passata la voglia di visitare la Francia rurale. Immaginate un presepe popolato dai deformi nativi di Un tranquillo weekend di paura, imbottito con le allucinazioni di Du Welz e con un finale mediamente splatter. Ecco le coordinate di questo eccentrico film, che non raggiunge i livelli di turbamento delle opere di riferimento, ma si fa stimare per una location realmente spettrale. Luciferina l'interpretazione di Cassel, spassosa maschera dal ghigno retrivo. Interessante, tutto sommato.
MEMORABILE: "Non mi sta bene 'sta cosa, mi sento un coglione...". "Ma sei un coglione!".
La vigilia di Natale, una ragazza invita alcuni coetani (antipatici e/o odiosi) incontrati in discoteca a passare una notte nella sua villa sperduta in mezzo alla campagna, di cui è custode Joseph, tipo inquietante. Sappiamo, per esperienza cinematografica, che nell'horror la provincia è abitata da mostri, ritardati, folli. Anche qui troviamo una bella galleria, che evoca ricordi di altri film più o meno recenti. Opera prima non molto originale, ma il ghigno di Cassel è diabolico, la tensione discreta, l'epilogo raccapricciante.
MEMORABILE: L'immagine finale con la "sacra" famiglia sul divano
Un horror che non ha sostanzialmente nulla di originale nel soggetto, ma l'articolazione della sceneggiatura, la regia discreta, e soprattutto il carisma istrionico di Cassel, qui speso in un personaggio di delirante e luciferina caratura, fanno sì che il film di Chapiron galleggi su livelli sempre accettabili. Qualche sequenza è decisamente rimarchevole, "sporca" e disturbante al punto giusto. Non male.
Tipico horror "a canovaccio" volto a inanellare stereotipi e più interessato al come che al cosa sta raccontando. Succedaneo a Calvaire – quindi meno interessante – è ben piantato nel solco della contemporanea rilettura del capostipite hooperiano, godibile soprattutto per un pubblico di aficionados, ma refrattario ad una seconda visione. Chapiron monta l'onda di orrori insistendo sui dettagli aberranti offerti dalla provincia rurale; cerca soluzioni autoriali in una encomiabile assenza di emoglobina funzionale al prorompere finale della violenza – perlopiù sottesa. Gustoso l'overacting di Cassel.
Un horror per modo di dire, perché siamo più dalle parti del grottesco. Cassel è solo uno dei tanti strampalati che albergano in questa pellicola, ricca di eccessi ma povera di contenuti. Sembra un film irrisolto in ogni parte e pure le dosi di sesso/sangue che sembravano doverci essere, alla fine vengono meno. Se ci si lascia trascinare nella follia di Chapiron, comunque, può anche piacere (non al sottoscritto però).
All'apparenza pensavo di trovarmi di fronte all'ennesimo clone di Non aprite quella porta, poi invece son rimasto piacevolmente sorpreso. Nonostante non sia un film dalle trovate originali, riesce a trasmettere una dose enorme di imbarazzo, disagio, racapriccio e turbamento. Vincent Cassel, dalla bravura mostruosa, è sublime nella sua parte del cattivo. Gli ambienti riescono a contagiare un inquietudine malsana e la regia, a tratti molto Lynchana, indugia piacevolmente sugli elementi strambi, di cui il film é ricco.
MEMORABILE: Il parto; Le visioni di Bart, dopo che viene colpito verso il finale e il suo risveglio...
Natale, alcuni teenager dal livello di imbecillità più elevato della media teen horror, cacciati dalla discoteca, vanno a trascorrere la vigilia nella casa in campagna di una tizia rimorchiata. Cura per immagine/colori negli standard, ma si poteva far meglio per l'inquietante ambientazione rurale azzeccata, ricca di particolari e popolata da bizzarri individui su cui capeggia il fattore Joseph. Scene di marcata sensualità si mescolano a deviati modi di festeggiare (da entrambe le parti). Sceneggiatura interessante che riserva il macabro gore nel finale dopo 5' di vorticoso twistare.
MEMORABILE: Il personaggio Joseph in tutte le sue sfaccettature grottesche (ed inquietanti) e l'interpretazione di Cassel (anche nei panni di moglie di Joseph).
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Inserito nel catalogo della Millennium Storm, casa che non ha avuto opportunità di promuovere un'edizione di fatto brillante per qualità e contenuti.
Ad iniziare dall'ottimo riversamento in formato 1.85:1 anamorfico ed audio in 5.1 DTS, per proseguire con un secondo disco ricolmo di extra.
Contenuti disco extra:
- making of - Sheitan by bus - Sheitan Soundtrack - gli animali di Sheitan - stuntman - trucco sfx - galleria fotografica
La durata del film si attesta, titoli di coda compresi, sugli 85 minuti.
Allegato, ai due dischetti, anche un pregevole booklet.
SPOILER La sorella di Joseph (Vincent Cassel), ingravidata - a seguito di un patto demoniaco - dal fratello, è in realtà interpretata dallo stesso Vincent Cassel, reso irriconoscibile per via del trucco.
La scena conclusiva, nella quale appaiono assieme, è stata realizzata mediante l'utilizzo di effetti realizzati in CG.
FINE SPOILER