Alessandro Bergonzoni: Nel - Spettacolo teatrale (2007)

Alessandro Bergonzoni: Nel
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2007
Genere: teatro (colore)
Note: 15 febbraio 2008, Teatro Puccini, Firenze. Regia teatrale di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ciò che riesce a fare Bergonzoni in due ore di spettacolo non ha termini di paragone, in Italia. Non lo ha mai avuto e continua a non averne. Lo studio maniacale di ogni modo di dire, la decostruzione di frasi e parole composte continuano ad essere oltre che un grande spettacolo comico una riflessione sulla varietà e ricchezza della nostra lingua. Cambiano i titoli dello show, negli anni, ma la sostanza (lontana da ogni aggancio all’attualità) è sempre la stessa. Chi va a vedere Bergonzoni sa già ampiamente cosa attendersi, eppure ogni volta si finisce col restare stupefatti di fronte alla quantità di equilibrismi verbali messi in scena, mirabilmente legati tra loro da un canovaccio studiato...Leggi tutto apposta per permettere una certa interazione tra le tante trovate linguistiche escogitate. Cosa non facile, ovviamente, e che spesso Bergonzoni risolve passando di palo in frasca senza dare troppo nell’occhio grazie ad agganci a dir poco pretestuosi. Ancora si ha la sensazione che il comico, quando legge o può coumnque dare uno sguardo a ciò che ha scritto, sia maggiormente efficace rispetto ai momenti in cui divaga clamorosamente partendo da un paio di spunti (vedi la lunga parentesi tra frazioni e grafici a torta), anche se il pubblico pare stupirsi sempre di fronte alla sua capacità di debordare a grande velocità vomitando frasi solo apparentemente sconnesse alla velocità della luce. Impagabile l’idea dell’enciclopedia che spiega tutto, zeppa di foto inutili e attenta a quello che tu fai mentre la leggi, spassoso l’elenco delle virtù di Tantalo, Dio del tanto (la cui offesa maggiore potrebbe essere “Dio poco”!) così come il lungo monologo sulla personalità il cui nome nessuno ricorda. Stratagemmi non tanto nuovi affrontati però da Bergonzoni con la consueta verve e l’inesausta genialità che gli è propria da sempre. Non va dimenticato poi che la forza di alcune battute viene moltiplicata dalla sua interpretazione, a dimostrazione di una completa e perfetta comunione tra ciò che si dice e come lo si dice. Un paio di bis forse meno esplosivi del consueto (seppur graditissimi e comunque molto divertenti), un annuncio delirante via radio che parodia a modo suo quelli che si sentono una volta finiti gli spettacoli, quando normalmente vengono specificate le date degli appuntamenti successivi. Uno spettacolo magnifico, una delle vette di un’artista che pare non esaurire mai la sua vena creativa (e già ti viene da pensare a cosa potrebbe inventare lui, sull’associazione tra vena e creatività, visto cosa ha potuto trarre dalla semplice frase “il cuore non ha retto”, frase anatomicamente corretta, ma...)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/02/08 DAL BENEMERITO REDEYES POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/04/08
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Redeyes 16/02/08 11:31 - 2443 commenti

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È l'apoteosi, la vittoria, l'egemonia, il dominio, la dittatura della parola. È la risata che imPelle, ma pure inFaccia, esce, fugge e finisce per specchiarsi in chi ti siede accanto. La cultura, la ricerca, il gioco raffinato ma non snob. È Bergonzoni e questo ormai basta. Punto. Da vedere. Nel bis ci regala altre perle da Predisporsi al micidiale".
MEMORABILE: "...Soldato semplice sì, ma ho anche un bel carattere!"

Schramm 21/03/08 00:54 - 3490 commenti

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Lavoro ancipite, aporeticamente scisso tra tensione comica e sua complicazione (a volte soddisfatta da boutades di grana poco fina e calembour appoggiati e prevedibili), e suo repentino spegnersi a favore di un'involuzione e di un mostra dimostra e poi commenta wittgensteiniano del "tutto quel che si pensa c'è". E' il metodo AFAI, che fa lambire al prode Al Bergo derive algide e lambiccate mai toccate prima, che la sala accoglie con perplessità e disagio, come ai tempi dei suoi primissimi exploits. Si ride molto con la testa, e perciò si esce frastornati il doppio. Dopo un simile eccedimento è sempre più arduo pensare a Bergonzoni solo come a un comico.

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