Pornocrazia - Film (2003)

Pornocrazia

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/01/08 DAL BENEMERITO REDEYES
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Redeyes 25/01/08 14:38 - 2449 commenti

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La Breillat, presunta filosofa francese, ci dona quest'opera. Una telecamera che attraverso gli occhi di un Rocco (l'ho visto meglio altrove, tuttavia) ci mostra ciò che non si dovrebbe/vorrebbe vedere. Probabilmente l'intento era quello di crear disgusto o forse, chissà donarci una donna senza segreti e non tutta phard e ceretta. Io l'ho trovato pesante e fastidioso, alla lunga. Ampiamente evitabile!
MEMORABILE: Una sorta di "thè" fatto con un assorbente usato.

Lucius 8/10/09 01:00 - 3015 commenti

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Scabroso erotico della Breillat che indaga nelli oscuri meandri della sessualità frmminile. Sono compiaciuto dei dialoghi che ho trovato geniali e irriverenti, comunque inusuali, coraggiosi e forti. La location principale ha quel quid di fascinoso che costituisce il giusto valore aggiunto alla storia. Rocco Siffredi tutto è tranne che un attore, ma qui interpreta bene la sua parte in un ruolo ovviamente soprattutto fisico. I risvolti filosofici danno all'opera una valenza fastidiosa. Ti hanno mai pagato per guardare?

Deepred89 19/05/11 00:38 - 3706 commenti

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Tanto pretenzioso quanto difficile da prendere sul serio, un Ultimo tango femminista con dialoghi incredibili e farneticanti (polselliani, per rendere l'idea), scene shock gratuitissime ed involontariamente spassose (anche se si presuppone in minimo di stomaco), una decina di frammenti hard tanto per giustificare la presenza del buon Rocco Siffredi (vero emblema del film: inespressivo, elegante, risibile), una protagonista bellissima e nudissima. Se non fosse per la lentezza del ritmo ci si divertirebbe un mondo. Trash d'autore.
MEMORABILE: Preparazione e consumazione del tè: scena stracult!

Ryo 21/08/11 03:38 - 2169 commenti

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Discutibile pellicola dal ritmo eccessivamente lento e dal sottile confine fra erotismo e pornografia. Finissimi risvolti filosofici accompagnano il film in un crescendo di situazioni di dubbio gusto e alquanto forti che rappresentano un confronto di sessualità fra rapporti etero e rapporti gay. Siffredi, pur venendo da un ambiente hard, se la cava abbastanza con la recitazione, forse meglio della protagonista (che talvolta non risulta credibile).
MEMORABILE: Lei a lui, porgendogli un tampax usato all'interno di un bicchiere d'acqua: "Forse l'uomo non beve il sangue dei propri nemici? Tieni, bevi".

Buiomega71 29/06/12 00:42 - 2910 commenti

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La Breillat ha coraggio da vendere: con un occhio a Pasolini e l'altro a Cronenberg, non ha peli sullo stomaco: umori femminili, sangue che imbratta sessi e lenzuola, espulsioni vaginali che sembrano parti osceni, saliva, brindisi al Tampax imbevuti di plasma mestruale, penetrazioni, uccellini spiaccicati, bambine oscenamente esposte dalla vita in giù, attrezzi da giardino usati come dildi, rasoi che tagliano gole e polsi. La carne, il sangue e il sesso, filmati con freddo distacco chirurgico. Finale surreale, quasi jeanrolliniano. Cronenberghiano.
MEMORABILE: L'uccellino crudelmente spiaccicato; La bambina e "il gioco del dottore"; La penetrazione "splatter" con sangue mestruale; L'uso del rossetto.

Cotola 5/08/12 10:35 - 9043 commenti

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La Breillat costruisce il film perfetto (almeno nelle intenzioni) per creare scandalo. E invece i giornali all'epoca ne parlarono appena, il pubblico non abboccò e le allodole vissero felici e contente. A infastidire non sono tanto le gratuite scene simil-hard che non conducono da nessuna parte, ma soprattutto dialoghi che vorrebbero esprimere profondi significati ma che si rivelano, a mio avviso, vuoti e involontariamente ridicoli e farneticanti. Una prece: non scomodiamo la filosofia. A film del genere continuo a preferire i porno: più genuini e perseguenti in modo sincero il loro "perché".

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  • Discussione Zender • 29/03/08 00:24
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Effettivamente si dev'essere sentito un po' in imbarazzo il nostro Rocco, a recitare di fianco a qualcuno che gli usurpava l'esclusiva... Chi di nome, chi di fatto, avrà pensato tra sè e sè...
  • Curiosità Lucius • 11/03/10 20:31
    Scrivano - 9051 interventi
    Un articolo sul film:

    Pornocrazia
    di Catherine Breillat
    Approfondire l’intimità e l’essenza di una donna può condurre duramente un uomo a materializzare e idealizzare i segni fisici della sessualità. Il film della Breillat, tratto da un romanzo da lei scritto. è spesso fastidioso, forte nelle immagini e nella lenta ed essenziale sceneggiatura e descrive le sensazioni di un omosessuale che ama gli uomini, dai quali è attratto, e rifugge le donne che lo ripugnano fino al piacere di essere pagato per guardare. Di fronte a lui una donna dalle mille domande su se stessa, insoddisfatta dagli uomini fino all’incomprensione, che vorrebbe prendere
    atto del suo essere, della sua sostanza, oggettivata agli occhi di chi presumibilmente non la desidera.
    L’uomo, interpretato dal “performer” Rocco Siffredi che continua ad avere velleità d’attore, trascorre quattro notti a osservare la donna, che si spoglia, lo guarda, dorme e lo provoca. Lui, impassibile seduto su una poltrona vicino al letto, in giacca, sorseggia un Whisky (per superare lo stress a cui è sottoposto?) e distilla poche parole in risposta alle domande di lei. Il tempo passa e il legame si stringe, sebbene il tatto, uno dei sensi dell’amore, è ancora lontano. La vista, l’olfatto, il gusto, sono stimolati dalle scoperte del corpo e dai suoi lati nascosti. Solo se si prova un’esperienza se ne possono cogliere i lati più nascosti e profondi.
    Le interpretazioni, distaccate e volutamente monocorde, hanno lo scopo di lasciare lo spazio ai dettagli fisici dei personaggi (senza stare a descrivere quali…), che acquisiscono il loro ruolo, funzionale allo scorrere della trama.
    Lento, cerebrale, e in alcune sequenze un pugno allo stomaco, il film della Breillat è un continuo scambio di liquidi corporei, mezzi che veicolano i messaggi e le sensazioni per comprendere le diversità. Come se la semplicità nascosta dai “tabù” della nostra cultura fossero le chiavi di lettura uniche dell’unione fra un uomo e una donna.
    Il titolo originale francese, “Anatomie de l’enfer”, vi avverte.
    Mattia Nicoletti
  • Curiosità Lucius • 17/03/10 02:37
    Scrivano - 9051 interventi
    Altro articolo antecedente l'uscita del film:

    NELLE SALE DAL 2 LUGLIO

    Il 'pornocrate' Rocco Siffredi

    Non è ancora uscito 'Pornocrazia', il film di Catherine Breillat con il celebre pornostar, e già fa scandalo. La Eagle Pictures, che avrebbe dovuto curarne la distribuzione home video e dvd, parla di scene al limite della «pornografia infantile». La regista ribatte citando Pasolini ed altri autori del cinema d'autore. E Rocco? Per ora tace



    22/6/2004

    URL: http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001025312

    Sangue mestruale, tampax, manici di rastrello, primi piani, filosofia e pornografia e un protagonista che fa sempre discutere, il porno divo Rocco Siffredi. E' 'Pornocrazia', l'ultimo film di Catherine Breillat che arriva nelle sale il 2 luglio distribuito da Sharada con un inevitabile divieto ai 18 anni e in cui la regista si spinge oltre (forse troppo) sulla strada della provocazione.

    L'ACCUSA: PORNOGRAFIA
    Non solo. La Eagle Pictures, che avrebbe dovuto curarne la distribuzione home video e dvd, si rifiuta di farlo perché, in una lettera inviata ad Andrea De Liberato della Sharada, spiega che in questo film ci vede anche pornografia.

    LA TRAMA DEL FILM
    Protagonisti del film Siffredi (di recente ha annunciato che smetterà fra due anni) e l'attrice Mira Casar, che ha prestato generosamente il suo corpo nudo anche se nelle scene più calde si è avvalsa di una controfigura. Tutto inizia in un locale gay con una prestazione omosessuale, in un luogo dove gli uomini non amano le donne, ma, come spiega la regista, in realtà «nessun uomo ama le donne perché ne ha paura». Qui Siffredi incontra la Casar e con lei stringe un patto: in cambio di soldi dovrà passare quattro notti con lei per guardarla «dove sono inguardabile».

    PRIMA NOTTE
    Lei si stende sul letto nuda e inizia a conversare con lui. Tema della conversazione: l'oscenità del sesso femminile e la paura che suscita nell'uomo. Siffredi dice: «Il sesso femminile ha una pelle infetta come quella della rana che però almeno ha il buon gusto di essere verde». La donna replica: «E' solo la collera degli uomini contro l'invisibile». Si passa all'azione. Siffredi mette del rossetto sul sesso della donna e poi la prende. Subito dopo piange e la Casar dice premurosa: «E' solo la prima notte».

    SECONDA NOTTE
    La donna ha le mestruazioni e lui pensa bene di utilizzare un manico di rastrello per fare sesso con lei. Alla catenina del pornodivo compare un crocefisso d'oro («Nessun simbolo, è solo la catenina di Siffredi» spiega la regista), ma a seguire la regia propone un primo piano di un Crocefisso sulla parete della stanza («L'ho scelto perché è insanguinato e ha il volto che assomiglia a quello della protagonista»).

    TERZA NOTTE
    E' di scena il tampax. Lei se lo leva e lo mette in un bicchiere pieno d'acqua: ne bevono entrambi.

    QUARTA NOTTE
    Siffredi fa l'amore con la donna che poi torna, didascalica, sul tema del ciclo mensile: «Questa emorragia viene dal sangue fertile della donna». Siffredi ascolta attento. Segue un dialogo maschilista tra il porno divo e un suo amico.

    AUTODIFESA: UN LAVORO FILOSOFICO
    La Breillat oggi in conferenza stampa ha ovviamente difeso il suo film che è stato tratto da un suo romanzo 'Anatomie de L'Enfer': «E' un lavoro iniziatico e filosofico contro un mondo oscurantista che mi porta proprio per questo a fare cinema». Per la regista, che confessa di essersi ispirata a Petrolio di Pasolini e a Georges Bataille e vorrebbe fare un nuovo film dal romanzo 'La vecchia amante' dell'Abate Barthelemy, «il sesso resta una questione di potere e non c'è moralità in tutto questo: dovunque c'à la moralita', viene meno la donna. Io sono per l'oscenità».

    CENSURA E RISPOSTA
    Infine la scena citata dal distributore Eagle: si tratta di una sequenza con tre adolescenti che giocano al dottore con una bambina. Lei si toglie le mutandine dietro un cespuglio e loro ridono per l'imbarazzo guardandola.

    «Sapevo di distribuire un film che rappresenta un erotismo oltre ogni limite, estremo, molto più forte di tutto quello che c'è in giro... - ha cercato di difendersi il distributore per le sale, Andrea Deliberato, di Sharada - ma non mi sarei mai aspettato di trovarmi di fronte a una censura così forte da parte della Eagle Pictures che, alla vigilia dell'inizio delle vendite del Dvd, si è rifiutata di distribuire il film in home video ritenendolo 'scandaloso e contrario alla morale pubblica».

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  • Curiosità Lucius • 30/09/10 23:03
    Scrivano - 9051 interventi
    La regista ha definito il suo film, durante la conferenza stampa, come "una fiaba iniziatica sull’oscenità".
  • Curiosità Lucius • 18/06/11 22:04
    Scrivano - 9051 interventi
    Breve intervista dell'epoca, a Siffredi, (che pretese di scegliere l'attore da baciare.)

    Rocco Siffredi: angosciante «Pornocrazia» della Breillat, ho esitato prima di girarlo

    Quando ha saputo come avevano tradotto in italiano il titolo del film francese di cui è protagonista, gli è venuto un colpo. Pornocrazia è il terzo lavoro cinematografico «impegnato» di Rocco Siffredi, regia di di Catherine Breillat. È sconsolato il principe dei pornodivi: «Il titolo originale è Anatomia dell'inferno : un misto di filosofia, religione, sangue, sesso». SPOILER In una discoteca per omosessuali, lui (Rocco) è un gigolo gay, lei (Amira Casar) una ragazza bella e disperata. Lui non ama le donne. Lei lo paga per fare sesso estremo. Seguono quattro notti di oscenità. Un rapporto tanto esasperato da finire con il suicidio di lei. Il film sarà nelle sale il 2 luglio, distribuito da Sharada, vietatissimo ai 18 anni.
    Un film angosciante.
    «Il sesso è angosciante».
    Lo dice proprio lei che ne ha fatto la sua carriera?
    «Io mi sono sempre divertito, ma per la maggior parte della gente fare l’amore è un problema. Tuttavia, quando ho letto la sceneggiatura ero perplesso».
    Perché?
    «Era scritta in un francese letterario. Poi era prevista una scena in cui avevo un rapporto orale con un uomo».
    Ha rifiutato?
    «Sì: l'ho fatta cambiare in un bacio, non meno imbarazzante».
    Lei è un'icona del porno eterosessuale. Non le è seccato impersonare un gay?
    «Sì, ma costretto a calarmi in una psicologia gay, mi sono sentito un vero attore».
    Cerca il riscatto artistico?
    «Dopo 1300 film porno, ho voluto provare il cinema tradizionale: è più professionale.
  • Curiosità Zender • 19/06/11 09:59
    Capo scrivano - 47786 interventi
    La fonte, Lucius, la fonte.
  • Curiosità Lucius • 19/06/11 10:49
    Scrivano - 9051 interventi
    Fonte 23/06/2004 - Corriere della sera - Emilia Costantini.Del fatto che pretese di scegliere personalmente l'attore da baciare (un effeminato) lo lessi su Ciak.
  • Curiosità Lucius • 19/06/11 10:51
    Scrivano - 9051 interventi
    Bollino rosso con divieto ai minori di diciotto anni. Non è ancora uscito, ma Pornocrazia, il film di Catherine Breillat con Rocco Siffredi, stella del cinema porno, fa già scandalo. Per il suo contenuto. Il film, presentato con successo al festival di Berlino, uscirà il 2 luglio ma non sarà distribuito in dvd e in videocassetta dalla Eagle. Le scene di sesso forte con penetrazioni multiple non mancano.
    "Sapevo di distribuire un film che rappresenta un erotismo oltre ogni limite, estremo, molto più forte di tutto quello che c'è in giro" ha detto il distributore per le sale, Andrea Deliberato, di Sharada. "Ma non mi sarei mai aspettato di trovarmi di fronte a una censura così forte da parte della Eagle Pictures che, alla vigilia dell'inizio delle vendite del dvd, si è rifiutata di distribuire il film in home video ritenendolo scandaloso e contrario alla morale pubblica". "Persino un laboratorio di authoring di Milano" aggiunge Deliberato "si è rifiutato di eseguire le lavorazioni sul film giudicandolo pornografico".
    Per Deliberato si tratta invece "di un film straordinario, che contiene scene insolite e fortissime, a volte scioccanti. Sono da sempre un sostenitore della libertà, soprattutto di quella artistica ed espressiva. Compiango chi, per evidenti limiti culturali, non comprende la differenza fra arte e pornografia".
    E' stata proprio la Breillat a proporre a Siffredi - re incontrastato del cinema porno - il suo primo ruolo drammatico. L'attore abruzzese infatti è protagonista di "Romance", uno degli ultimi lavori della regista francese. Il film nelle sale uscirà col divieto ai minori di 18 anni.
    In Pornocrazia - uscito sugli schermi francesi lo scorso gennaio con il titolo "Anatomie de l'enfer" - Rocco abbandona il filone porno-commerciale per tornare al cinema d'autore. Questa volta Siffredi è sulla scena dall'inizio alla fine: nella parte di un omosessuale pagato da una donna (l'attrice Amira Casar) per osservarla nella sua più estrema intimità, "là dove non è osservabile...". Il film è tratto dal romanzo che la Breillat stessa ha pubblicato due anni fa.
    Per la prima volta nei panni di un gay, Siffredi ha dichiarato in un'intervista: "Il copione richiedeva che baciassi un uomo. Non è stato facile, ma l'ho fatto. Sono un attore". E non a caso, proprio in occasione della presentazione del film in Francia, la star dell'hardcore, sulla soglia dei 40 anni, ha annunciato: "Credo che lavorerò ancora un anno, e poi chiuderò con il porno. Voglio voltare pagina".

    Fonte TGCOM.IT 21.06.2004
  • Curiosità Buiomega71 • 29/06/12 10:11
    Consigliere - 25998 interventi
    *Definito dalla stessa regista "il teorema di Pitagora sull'oscenità", scritto per la pornostar Rocco Siffredi e tratto da un libro della stessa Breillat, è un film sulla conoscenza tra tabù iniziatici e tabù religiosi, tra sacro e profano. E chiude un ciclo di pellicole dell'autrice che affrontano questa tematica. Girato in Portogallo.

    Fonte: Scheda di Ciak del film
  • Discussione Buiomega71 • 29/06/12 10:46
    Consigliere - 25998 interventi
    La Breillat ha coraggio da vendere, su questo non si discute, ti sbatte in faccia umori femminili colanti, sangue mestruale che schizza e imbratta corpi, sessi, letti, in penetrazioni quasi splatter (da antologia il fiotto di sangue che sprizza a penetrazione ultimata), dita che profanano e penetrano l'interno femminile con fuoriuscita di ogni liquido cronenberghianamente possibile e immaginabile, la lametta del rasoio che squarcia carni bianche e candide, non si tira indietro mostrando una bambina con la vagina esposta al ludibrio innocente di alcuni bambini (che le estraggono gli umori con la stanghetta degli occhiali), colpisce duro facendo schiacciare e calpestare violentemente un piccolo passerotto con furia e crudeltà da un bambino.

    Il suo è un cinema di corpi, di infezioni, di secrezioni, di sangue, di umori, di anatemi sulla carne, di liquidi corporei che lo apparenta strettamente al cinema di David Cronenberg (di cui mi veniva alla mente durante la visione), e non per nulla la Breillat ebbe a dire :" David Cronenberg è un autore che ha il medesimo approccio con la sessualità dei miei film", e non posso che essere d'accordo.

    Ma anche certo cinema pasoliniano (Salò, guarda caso un altro film che mi veniva a mente, e un personal cult breilletiano), qualcosa di Ferreri, e un finale surreale e sospeso, trasognato e onirico, come se fosse un film di Jean Rollin.

    Al di là dei dettagli anatomici (ma la vagina che in primo piano espelle a piacimento il "pene di pietra", ha un che di chirurgico, quasi da parto osceno, come fosse una creatura aliena e non poteva venirmi alla mente l'occhio vaginale di Spell), del pene eretto e possente del Rocco nazionale, c'è qualcosa che và al di là , e il tutto e funereo, mortifero, olezzante di morte e sangue rappreso, per nulla erotico o eccitante. Basti per tutte l'orgasmo a occhi sbarrati e quasi allucinati di lei.

    Vero che alcuni dialoghi filosofici e piuttosto ridicoli rasentano il weird, ma la cruda nudità viscerale della Breillat va oltre le parole pretenziose, e esplora la vera "anatomia dell'inferno" (titolo azzeccatismo e consono, tradotto da noi malamente e sciaguratamente) e non ha paura di mostrare un cristo in croce, quasi un alter ego del corpo offerto e aperto della Casar.

    La scena del tampax imbevuto di sangue mestruale e bevuto come una tisana da entrambi e l'apoteosi del non ritorno, bevetene e assaggiatene tutti, come i discorsi di sbudellamento, di urina e feci, di vagine sfondate e "inutilizzabili" che fà Siffredi ad un amico al bar, puro Salò!

    La concezione di vittima/carnefice, isolamento, sangue mestruale, rapporto malato ha più di un punto in comune con Il miele del diavolo fulciano, ma dove in Fulci era lo scatenarsi di una vendetta, nella Breillat e l'esplorazione delle intimità più recondite che aprono ferite sanguinanti.

    Grande inizio al locale gay stile Irreversible, e la Breillat apre il film su una fellatio omo esplicità, al pari di quella che Verhoeven filmò in Spetters

    Anche qui siamo dalle parti di un autrice che divide, che non fà sconti, che picchia duro, che ami o odi senza riserve, libera da ogni pregiudizio e moralità.

    Film che spacca, chi lo trova noioso, inutile, fine a sè stesso e ridicolo, ma che non lascia certo indifferenti.

    Per il sottoscritto un esperienza carnale e marciscente nei meandri della sessualità, ma quella oscura e sanguignia, con un fortissimo odore di morte che rasenta il cannibalico.

    Più che il tanto strombazzato porno, una macelleria dei sensi, un vero e proprio horror sull'incomunicabilità tra i sessi.
    Ultima modifica: 29/06/12 22:42 da Buiomega71