Lilith, la dea dell'amore - Film (1964)

Lilith, la dea dell'amore

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/01/08 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 24/01/08 18:08 - 5737 commenti

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Follia, passione ed ombre del passato si incontrano in questo solido e intenso dramma tratto da un romanzo di Salamanca ed ambientato in una clinica psichiatrica. Beatty eccelle nel ruolo dell’infermiere inizialmente misurato, introverso e riflessivo che finisce pericolosamente travolto dall’irresistibile bellezza malata della Seberg, ninfomane che non può fare a meno di lasciare con il suo corpo il “segno del suo desiderio su ogni essere vivente”. Piccolo ruolo per Gene Hackman.

Deepred89 1/07/15 13:40 - 3706 commenti

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Melodramma manicomiale più interessante che riuscito, la cui possibile carica perturbante si limita a pochi sprazzi (la sorprendente seduzione pedofila alla festa paesana, i risvolti finali del soggetto) senza assurgere a elemento dominante del film, che scorre corretto ma senza conquistare particolarmente. Beatty forse non all'altezza del ruolo; ottimi invece la Seberg ninfomane e Peter Fonda giovanotto un po' tardo. Una mezza occasione sprecata.

Cotola 30/07/15 10:51 - 9043 commenti

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Probabilmente devono essere gli oltre cinquant'anni a farsi sentire sul risultato finale un po' deludente rispetto alle attese, o forse no. Perché il film è comunque di buon livello e si capisce che per l'epoca doveva anche essere abbastanza coraggioso per i temi trattati. La regia di Rossen è solida ed è coadiuvata da una bellissima fotografia. Cast di attori in palla: su tutti la Seaberg in uno dei migliori ruoli della sua vita. Beatty tormentato ed in preda ad una spaventosa metamorfosi è bravo. Piccole parti anche per Peter Fonda e per Gene Hackman. Eppure è "solo" un buon film.

Buiomega71 6/08/19 01:05 - 2910 commenti

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Dramma nerissimo sulla pazzia diretto da un Rossen in stato di grazia che guarda a certo cinema europeo. Spietato, crudele, allucinato, ma pervaso da una fioca luce di poesia (le acque e le cascate del fiume), con effetti quasi psicotronici sulle scene d'amore tra Beatty e la Seberg. Rossen azzarda coraggiose stoccate lesbo (la Seberg e la Meacham nel fienile) e inquietanti derive pedofile (la Seberg e il ragazzino alla fiera) anticipando il cuculo formaniano (il picnic, la "lobotomizzazione" finale) in atmosfere plumbee. Notevoli i titoli di testa con le farfalle alla Il collezionista.
MEMORABILE: La ragnatela del ragno schizofrenico; La bamboletta nell'acquario; La Seberg che sputa dentro al fiume; La scritta sul muro alla Klaatu barada nikto.

Urraghe 16/04/20 21:48 - 78 commenti

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Il titolo della pellicola è estremamente fuorviante: il soggetto sono la psiche, l’angoscia e i sentimenti immorali che si intrecciano nella trama. Un buon film con regia e argomenti non banali, soprattutto considerando la data della sua uscita. Un bianco e nero molto efficace e un interpretazione della Seberg indimenticabile, straordinaria e coinvolgente. Al livello di La fossa dei serpenti, seppur meno drammatico, più curato nella forma e quindi digeribile. Il regista, Rossen, da rivalutare. Molto bello.
MEMORABILE: La scena iniziale e quella finale.

Daniela 24/12/20 01:28 - 12662 commenti

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Trovato lavoro come inserviente in una clinica psichiatrica privata, un reduce di guerra intrattiene con una seducente schizofrenica una relazione clandestina destinata ad avere sviluppi tragici... Confezione curata con uno splendido bn, cast di pregio a partire da Beatty e Seberg al culmine della bravura e della bellezza, storia interessante con alcune sequenze allusivamente erotiche coraggiose per l'epoca: nel complesso un buon film, anche se compromesso dalla solita faciloneria con cui il cinema americano quasi sempre affronta malattie mentali e disturbi psichici.
MEMORABILE: La gita al fiume; L'incontro della ragazza con i due bambini alla fiera.

Kinodrop 24/11/22 19:29 - 2950 commenti

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Un reduce di guerra (Beatty) un po' turbato dai ricordi trova lavoro come assistente in una lussuosa casa di cura psichiatrica, dove gli è affidata la bella e ammaliante Lilith (Seberg), anch'essa afflitta da un insoluto pregresso affettivo. Un dramma che tocca qualche nervo sensibile dell'America di allora, ma in cui prevalgono l'aspetto estetico (notevole il b/n) e la vena di strisciante erotismo che sfiora appena la tragedia della follia e dell'apartheid clinico. Ciò che accade tra i due protagonisti non si differenzia molto dalla routine semiclandestina di una qualsiasi coppia.

Cerveza 25/03/23 18:28 - 366 commenti

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Un reduce viene assunto senza alcuna competenza in materia come assistente di terapia in una clinica psichiatrica un po' sui generis dove uomini e donne vivono in promiscuità e gli operatori possono uscire soli con pazienti ninfomani. Confezione esteticamente molto curata e certamente ambiziosa come intenti, ma, a parte un paio di spunti scabrosi per l'epoca come pedofilia e lesbismo, scorre via dominata da lentezza e pretenziosità intellettualoidi. Bellissimo ma inespressivo Beatty, mentre, quella che dovrebbe essere la lussuriosa Lilith, è più cerebralmente jazz che carnale.
MEMORABILE: Il paziente che rischia di morire sospeso sulla cascata accompagnato dalla musica jazz.

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  • Curiosità Ciavazzaro • 23/10/09 12:07
    Scrivano - 5591 interventi
    Per il ruolo della protagonista vennero considerate anche Romy Schneider e Samantha Eggar.

    Fonte:Imdb
  • Curiosità Gugly • 23/10/09 16:13
    Portaborse - 4710 interventi
    Lilith: nome di un'entità malefica nella Bibbia.
    Avrebbe sedotto Adamo.
  • Discussione Buiomega71 • 6/08/19 10:33
    Consigliere - 25998 interventi
    Rassegna estiva: Melò d'agosto-Un'estate melodrammaticamente melodrammatica

    Cupo e disperato trattato sulla pazzia e i suoi oscuri percorsi , diretto da un Rossen in stato di grazia che sapeva di non avere molto da vivere, con un occhio a certo cinema europeo.

    Melodramma crudele, feroce, angoscioso, immerso in un'atmosfera plumbea valorizzata dalla magnifica fotografia in b/n del mago della luce di Metropolis (che Rossen si tenne stretto già nello Spaccone).

    Anticipando per certi versi il cuculo formaniano (i matti al picnic, la "lobotomizzazione" finale, i pazzi ritratti nella maniera meno convenzionale possibile, le terapie di gruppo) e con dei magnifici titoli di testa saulbassiani, sottolineati dal bellissimo commento musicale di Kenyon Hopkins, che ritraggono farfalle che ricordano Il collezionista wyleriano, Rossen dipinge un'intensa storia di amour fou, tra una ninfomane inguaribile che vive nel suo mondo fantastico (poetici alcuni barlumi "magici", come i racconti della ragazza, le acque e le cascate del fiume, la frase incomprensibile sulla parete della sua stanza , "hiara pirlu resh kavawn", che risuona un pò come il "Klaatu barada nikto" di Ultimatum alla terra-per sapere il significato della parola nella lingua fantasiosa della Seberg leggere le curiosità su IMDB-, la Seberg che suona il flauto davanti alla finestrella della sua stanzetta, il romantico sognatore nel personaggio di Peter Fonda, tra prove di coraggio e astucci amorevolmente fatti in casa.

    Rossen non rinuncia a effetti quasi psicotronici nelle scene d'amore tra Beatty (bravissimo nel suo ruolo mesto e sofferto) e la Seberg (una delle pazze più radiose e inquiete che il cinema abbia donato, di una bellezza sfuggente che buca lo schermo), contorniandole di flash ottici e lucette quasi favolistiche, spezza il narrato con elissi delicatissime e stop frame inusuali, e azzarda rapporti lesbici arditi per l'epoca (la Seberg e la Meacham nel fienile, beccate da Beatty prima della sfuriata) nonchè subdole derive pedofile che presumo siano state un colpo apoplettico per censori e critici bacchettoni dell'epoca (la Seberg e il ragazzino alla fiera, che con la scusa del pezzo di ghiaccio si fa mettere le dita in bocca e sbaciucchia il minorenne non proprio innocentemente) tanto da far detestare l'opera rosseniana in terra patria e farlo adorare nella più liberale nazione del "Cahiers du cinéma".

    La ragnatela del ragno schizofrenico, la Seberg che sputa nel fiume, la bamboletta messa nell'acquario, i filmati di guerra con i soldati giapponesi, scene da un matrimonio fallito con un Gene Hackman cafonissimo, il momento clou dove la Seberg, in un impeto di schizofrenia, sporca la faccia di Beatty con il proprio sangue-dopo la caduta rovinosa in bicicletta-e lo prende a schiaffi, Beatty che dà gratuitamente della puttana ad una ragazza succinta al bancone del bar, la passione che lo lega ad una ragazza che sprofonda sempre più nella follia (e sospetta anche di avere avuto un rapporto incestuoso con il fratello morto), il palio medievale, la foto della madre sul comodino e accanto quella della Seberg, la Seberg chiusa nella sua cameretta, che si ammanta di chiaroscuri quasi horror sul quel visino così espressivo e al contempo inquietante.

    Un finale che più tragico e doloroso non si può

    SPOILER


    La totale perdita della ragione della Seberg, che sprofonda in stato vegetativo, l'aiuto che chiede Beatty ai suoi colleghi per liberarsi-forse-da un amore malato che lo ha portato a compiere un gesto insano e criminoso.

    FINE SPOILER


    Per un opera ancor oggi attuale, potentissima e parecchio avanti per i suoi tempi.

    Qualche lentezza di troppo in alcuni passaggi, ma resta una delle storie d'amore più sofferte e angoscianti mai girate.

    Non per infierire sull'Ovomaltin (ormai preso di mira), ma nella sua recensioncina scrive che Beatty sarebbe uno psichiatra, in realtà è solo un semplice assistente. Il buon criticatutto non nè imbrocca una nemmeno per sbaglio.

    Rossen dona anche un gustoso momento "noir" degno del miglior Tourneur, l'ombra di Beatty che si staglia sulla parete della camera della Seberg dormiente, entrato nella stanzetta per prendere la bambolina vestita da reginetta del ballo.

    Menzione speciale per la Meacham, con uno sguardo fulminate nel ruolo della paranoica zitella lesbica amante della lettura e del gioco alle carte.

    Curioso come l'internato fanatico di Dostoevskij assomigli a Jess Franco.

    Quando l'amore e la pazzia bruciano l'anima.
    Ultima modifica: 6/08/19 21:48 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 6/08/19 10:55
    Consigliere - 25998 interventi
    Ottimo il dvd della Sony (collana Columbia Classics) nella confezione in super jewel box, ormai fuori catalogo anche se, a breve, la A & R ne curerà una riedizione.

    Curioso il visto censura PER TUTTI nel retro cover, con il nulla osta dell'epoca (44355 del 30/12/1964), quando, in realtà, ottene un divieto ai 18, poi abbassato ai 14 negli anni 90 in una seconda revisione per la programmazione televisiva.

    Formato: 1.85:1

    Audio: italiano, inglese, spagnolo

    Sottotitoli: italiano, inglese, arabo, greco, hindi, olandese, portoghese, romeno, spagnolo, ungherese.

    Nessun extra se non la selezione dei capitoli.

    Durata effettiva: 1h, 49m e 19s

    Immagine al minuto 00.23.52. Al picnic tutti insieme, appassionatamente.

    Ultima modifica: 6/08/19 18:37 da Buiomega71