Viva la sposa - Film (2015)

Celestini al secondo film conferma la sua affettuosa vicinanza agli emarginati, agli esclusi, ai derelitti che lottano per sopravvivere nei bassifondi urbani. La sceneggiatura propone in modo disordinato storie di solidarietà tra perdenti che non trovano la forza per affrontare le prove della vita, fino a un tragico evento di sopraffazione da parte delle forze dell'ordine che si ispira a un caso di cronaca.

Ci muoviamo nella periferia romana, che non è una gran novità, e il regista ci offre una galleria di personaggi che si incrociano in modo spesso casuale e tutti accomunati da un destino, da una condizione non felice che però è dovuta anche alla loro incapacità di aggrapparsi alle poche ancora di salvezza disponibili. Celestini riesce a narrare in modo abbastanza genuino, a volte militante ma senza ricorrere a fasi melodrammatiche e incanalando il tema della sopraffazione senza andare su quell'esplicito che strappa il plauso con facilità.