Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il primo e ancor oggi più celebre adattamento dalle storie di Guareschi. Il film di Julien Duvivier è una co-produzione italo-francese che si rispecchia nei volti dei due protagonisti: l'italianissimo Gino Cervi, con baffi da Stalin e fazzoletto al collo, e il francese Fernandel, caratterizzato dalla tonaca nera e l'inconfondibile cappellino in tinta. Due icone della nostra cultura, simbolo della contrapposizione tra comunisti e democristiani, le due fazioni politiche che per anni si contesero l'elettorato in Italia. Da una parte l'intransigenza populista del fresco sindaco Peppone (Cervi), dall'altra la bonarietà e la forza del parroco don Camillo (Fernandel)....Leggi tutto E' sulle loro differenze culturali e ideologiche che si fonda il film, per il resto niente più di una serie di episodi legati a problemi da piccolo paese (siamo a Brescello, nella campagna reggiana): gli scioperi per l'aumento dei salari, la giovane coppia che vorrebbe sposarsi nonostante l'appartenenza stretta alle due opposte fazioni, la lotta per erigere da una parte la Casa del Popolo e dall'altra la piccola Città Giardino per i fanciulli... Pretesti per far scontrare le due forti personalità: Peppone che ha come interlocuutori i suoi elettori poveri, Don Camillo che spesso solo in chiesa trascorre il tempo parlando col grande crocefisso dell'altar maggiore. Una commedia d'altri tempi, datata negli intenti e meno divertente di quanto si pensi nella realizzazione. Don Camillo e Peppone si limitano in fondo a scaramucce da poco, restando amici nell'intimo. Un clima da tarallucci e vino insomma, con i buoni sentimenti pronti a prevalere su tutto. Servivano gag più saporite, non solo la simpatia dei due.

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Puppigallo 2/11/07 10:44 - 5273 commenti

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Due attori qui strepitosi (di solito già bravi), danno vita a una delle migliori coppie comiche degli ultimi decenni. Ancora oggi, rivedendoli, non si può che apprezzare la loro spontaneità e la simpatia che, a volte, scaturisce solo da una semplice espressione, da un gesto. Il film non dà loro sempre gli spunti giusti, ma i due sono così affiatati, come cane e gatto (ma amici), che la sceneggiatura passa quasi in secondo piano. Brava anche l’anziana maestra “Peppone è un asino” e il vescovo (fa lanciare un tavolo). Notevole e imperituro.
MEMORABILE: Uno sgherro di Peppone: "Don Camillo venga all'inaugurazione; e porti gli attrezzi". "Quali attrezzi?". "Ma sì, secchiello e pennello, per benedire".

Lovejoy 21/07/08 14:30 - 1823 commenti

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Divertente trasposizione su grande schermo dei racconti di Guareschi. All'inizio, però, a interpretare il ruolo di Don Camillo avrebbe dovuto esserci Spencer Tracy. A parte ciò, la regia di Duvivier riesce a rendere alla perfezione l'evolversi della vicenda, grazie ad un ritmo brioso e, sopratutto, a due attori in grandissima forma. Fernandel e Cervi si rendono protagonisti di scene memorabili.
MEMORABILE: Gli innumerevoli scontri Don Camillo/Peppone; don Camillo e il crocefisso.

Galbo 23/07/08 05:54 - 12392 commenti

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Primo film della celeberrima serie dedicata alle vicende del parroco emiliano, rappresenta la migliore trasposizione cinematografica possibile delle storie di Giovannino Guareschi, perfette per dipingere il "mondo piccolo" (come venne chiamato con una fortunata definizione) della provincia italiana del Dopoguerra. Il film trova ragione di essere grazie ai suoi perfetti protagonisti (Fernandel e Gino Cervi) che indossano al meglio i panni dei loro personaggi e decretarono il grande (ancora oggi) successo commerciale della serie.

Ciavazzaro 16/09/08 14:14 - 4770 commenti

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Buon primo capitolo della oramai mitica saga di Don Camillo e Peppone eterni rivali (anche se in realtà amici) che accompagnarono il cinema italiano negli Anni Cinquanta. I due protagonisti (Cervi e Fernandel) sono straordinari e il film si fa ricordare molto volentieri.

Pigro 20/10/08 10:09 - 9665 commenti

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Un sindaco comunista e un prete peperino in un paesino emiliano nel dopoguerra. Primo episodio della saga inventata da Guareschi che mette in lizza due amici-nemici, ironizzando con bonomia sul tipico conflitto politico italiano. Il film è molto piacevole e divertente, grazie alle vicende raccontate, ma soprattutto all'effetto nitroglicerina prodotto dalla coppia Fernandel-Gino Cervi. Imperdibile.

B. Legnani 30/10/08 22:36 - 5530 commenti

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Colpo di genio fu dare a un attore francese il ruolo del pretone e al grande Cervi la parte del sindaco. Non c'è scena, in questo primo (e buon) film della saga, in cui i due non dispensino un'espressione perfetta (si pensi al sorriso, corretto in cipiglio, di Peppone al momento della benedizione delle acque del Po). Il tutto, va rammentato, costruito sul genio inventivo di Guareschi (lo scrittore italiano più diffuso nel mondo insieme a Eco) che aveva un vocabolario di cento parole, ma le usava così bene da saper divertire e commuovere. C'è Albertazzi! Evitare l'osceno remake di trent'anni dopo.
MEMORABILE: La benedizione alla posa della prima pietra della Casa del Popolo.

Soga 4/01/09 01:11 - 125 commenti

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Gli uomini restano sempre uomini, nonostante le grandi differenze di visione del mondo che la vita può portarci. Così Don Camillo e Peppone, eterni nemici/amici politicamente in contrapposizione ma umanamente fatti della stessa pasta, figli di quel lembo di Pianura Padana a ridosso del Po la cui realtà diviene in questo film il filtro per raccontare la provincia italiana del dopoguerra, teatro di enormi divisioni ma mossa dal comune desiderio di rinascita. Fernandel e Gino Cervi eccezionali per un film che ha avuto un meritato, enorme successo.

Ale nkf 5/05/09 20:47 - 802 commenti

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Primo film dei sei interpretati da Fernandel e Gino Cervi. Fernandel interpreta magnificamente il ruolo del prete rompiscatole che mette i bastoni fra le ruote al sindaco, animando una lotta all'ultimo sangue. Nonostante ciò i due si trovano molto bene insieme e quando Camillo ritorna da un viaggio Peppone è ben felice di rivederlo. Sicuramente un film da consigliare a quelli a cui piace divertirsi.

R.f.e. 11/08/09 17:42 - 816 commenti

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Primo film della celebre serie, un'opera che sa d'"antico" (sembra addirittura girato prima degli anni '50, magari nei '40, o addirittura nei '30), di valori ormai fuorimoda, ma che fece (e fa ancora) sorridere di tenerezza spettatori di tutte le età e idee politiche o religiose. Un classico assoluto del cinema italiano di tutti i tempi. Personalmente preferisco Il ritorno di don Camillo, ma come buon secondo metto questo primo capitolo (per coloro ai quali interessasse, come terzo pongo il quarto, poi il terzo e infine il quinto, che detesto).

Disorder 3/09/09 11:31 - 1416 commenti

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Un cult assoluto, una commedia che strappa il sorriso anche alla decimillesima visione. Merito della storia di Guareschi, certo, ma anche di due protagonisti scatenati e simpatici come nessun altro. Nonostante risalga al dopoguerra, è destinato a restare sempre attuale: gli scontri politici, le ripicche tra fazioni, la Parrocchia come punto di riferimento del mondo provinciale, sono gli stessi di oggi (specie al Nord). Intenerisce però l'innocenza, la semplicità di fondo di tutti i personaggi: quella è andata perduta. Bene anche i sequel.
MEMORABILE: Lo scontro di "boxe" tra Don Camillo e Peppone nella cella campanaria.

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Vanadio 2/05/10 14:41 - 105 commenti

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Storico: sia perché ambientato in un momento critico per l'Italia (l'immediato dopoguerra), sia perché effettivamente ha segnato la storia della commedia (e Brescello è ormai - cinematograficamente parlando - un vero luogo di culto). Gino Cervi e Fernandel realizzano probabilmente le loro interpretazioni migliori, dando spessore quasi tangibile ai due rispettivi personaggi. Ogni volta che lo si guarda sembra di tornare a vivere nell'amato paesello, anche per chi è nato e cresciuto in città.

Belfagor 3/09/10 22:55 - 2690 commenti

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Pensato come un film di satira scudocrociata, si è invece rivelato un divertissement politico, improntato su una sorta di compromesso storico (più umano che istituzionale). Si prendono in giro le esagerazioni e i difetti dei due maggiori partiti del dopoguerra, impersonati nel loro lato più umano da due straordinari attori quali Gino Cervi e Fernandel. Il paese di Brescello, con le sue baruffe e le sue ripicche, è diventato lo specchio di un'Italia intera. Incredibile come si riuscisse ad ironizzare in tempi così difficili.

Il Dandi 29/10/12 22:44 - 1917 commenti

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Epocale spaccato di storia italiana che sancì stereotipi destinati a sopravvivere ben oltre loro stessi: quello dei comunisti che fanno battezzare i figli e dei preti che sanno menare le mani e sottrarre fucili mitragliatori alle riserve del rivale. Strano poi (o forse ovvio) che il creatore del "Mondo piccolo" fosse un autore (Guareschi) di tendenze monarchiche avverso ad entrambe le parti politiche. Non il migliore della saga (che nel corso degli anni infilerà gag più gustose) ma un illuminante primo capitolo di una storia che nessuno vuole che finisca.
MEMORABILE: Il battesimo del nuovo figlio di Peppone: "Libero Antonio Lenin", cui viene poi aggiunto un amichevole e riappacificante "Camillo".

Rigoletto 26/09/12 11:27 - 1786 commenti

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Ottimo film che denuncerà pure tutti i suoi anni ma è ancora capace di emozionare nel racconto delle vicende del "prete d'assalto" per eccellenza, scaturite dalla penna graffiante del grande Guareschi. "Piccolo mondo antico" che viene narrato con gusto, facendo sentire allo spettatore profumi e sensazioni della "Bassa" post-bellica. Grandioso il Duo Fernandel (che trova qui la sua America)/Gino Cervi (attore straordinario, capacissimo di indossare, nella sua carriera, i panni rossi e neri in modo convincente). Belle musiche di Cicognini. ***!
MEMORABILE: La Sig. ra Cristina, "monumento nazionale" del paese; Il vecchio vescovo, in piedi per miracolo, si assume la responsabilità del "volo" del tavolo.

Homesick 29/09/12 09:19 - 5737 commenti

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Don Camillo e il sindaco comunista Peppone: i due nemici-amici per eccellenza, sempre pronti a sacrificare le loro divergenze ideologiche in nome del bene comune, a testimonianza di quell’Italia umile e generosa descritta da Guareschi che oggi è solo un lontano ricordo. In questo primo capitolo della lunga serie si impongono subito i magistrali Fernandel e Gino Cervi tra baruffe, allegre emulazioni e scaramucce reciproche, così come Ruggeri, la voce di Gesù Crocifisso, Sylvie, vecchia maestra burbera dal cuore tenero, e Vissière, bonario vescovo.
MEMORABILE: I colloqui con il Crocifisso; lo sciopero; il brindisi con i secchi pieni di latte appena munto; Fernandel sulla bici da corsa; la partenza.

Yoghi 17/10/12 21:10 - 6 commenti

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Uno spaccato di vita della nostra cara Italia del secondo dopo guerra. Cervi e Fernandel sono fantastici, ogni volta che rivedo questo film mi commuovo per l'umanità che esprimono questi due grandi attori. Trovo geniale la trovata di far dialogare Don Camillo con Gesù che, secondo il mio modesto parere, altro non è che la sua coscienza.

Zio bacco 30/01/16 15:00 - 240 commenti

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Commedia ormai leggendaria, che trasferisce dalla penna di Guareschi due personaggi che hanno segnato il nostro cinema. Cervi e Fernandel sono perfetti nei ruoli e non a caso coltiveranno un'amicizia duratura anche al di fuori del set. Del film si apprezza tutto, dal rapporto di rivalità fra i protagonisti alle simpatiche scene di vita quotidiana di uno spaccato d'Italia che ormai non c'è più. Ma non tutto è andato perduto e molta della semplicità di quei personaggi è rimasta. Molto valide le musiche, ottima la sceneggiatura. Immortale.

Alex75 18/11/16 09:10 - 880 commenti

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Debutto sullo schermo dei due più celebri personaggi di Guareschi, specchio ironico delle divisioni (non del tutto inconciliabili) tra gli italiani nel dopoguerra. Cervi e Fernandel danno genuina vitalità a Peppone e Don Camillo e dimostrano un affiatamento che non sarebbe mai venuto meno. Questo capostipite è forse il migliore della serie, per la sua freschezza e per il continuo susseguirsi di episodi gustosi: tra i numerosi racconti del "Mondo piccolo", si è scelto bene.
MEMORABILE: La maestra di Peppone; Il battesimo del figlio di Peppone; I dialoghi col crocefisso; Lo sciopero; La scazzottata alla base del campanile.

Ultimo 7/01/17 18:02 - 1655 commenti

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Un vero e proprio cult della commedia italiana grazie a due interpreti straordinari: Fernandel (il parroco Don Camillo) e Gino Cervi (Peppone, uomo di sinistra fino al midollo). Per me che sono giovane appare come un ottimo ritratto dell'italia dell'immediato dopoguerra, della vita di campagna e dei rapporti politici dell'epoca. Con una sceneggiatura più articolata forse avrebbe avuto un punteggio più alto, comunque buono.
MEMORABILE: La partita di calcio; Don Camillo sulla scrivania con un mitra tra le mani.

Pessoa 17/05/17 11:54 - 2476 commenti

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Da Guareschi lo spunto per il primo capitolo di una delle più fortunate saghe del cinema. Un Gino Cervi dalla facciata truce si conferma partner ideale per il gigione Fernandel e la penna del grande scrittore emiliano fa il resto. Certo, la produzione spinge verso il buonismo situazioni che sul libro prendono pieghe più polemiche, ma anche così la critica sociale non manca e per i tempi non è neanche poca cosa. Buon montaggio e regia impeccabile, mentre qualche attore secondario è insufficiente. Rimane in ogni caso un grande esempio di cinema!
MEMORABILE: Il discorso di don Camillo ai ricchi proprietari; Peppone e il vescovo a piedi; I saluti alle stazioni.

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Minitina80 6/11/17 15:47 - 2984 commenti

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Una discreta commedia il cui valore assoluto si spinge ben oltre quello artistico. Le ragioni sono da spartire tra il soggetto di Guareschi e il carisma di Fernandel e Cervi, che si muovono sullo schermo come una coppia affiatata da sempre. Il tema di fondo è la rivalità tra determinate correnti politiche e la religione, secondo modi e maniere che ormai non esistono più, se non in lontani ricordi. Non mancano buoni momenti comunque apprezzabili, malgrado una regia non incisiva e i due personaggi debbano ancora esprimere il loro potenziale.

Giacomovie 23/09/18 16:38 - 1398 commenti

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Il neo eletto sindaco Peppone deve tenere conto delle aspre critiche del parroco del paese. Con personaggi che attirano simpatia, un andamento vivace e una voce narrante non invasiva, emerge una velata analisi sociale del malcostume politico che dopo quasi 70 anni appare profetica. Il contrasto Cervi-Fernandel è divertente e si presta a diverse letture.

Fiezul 24/12/18 16:40 - 25 commenti

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Don Camillo e Peppone si prendono a sberle semi politiche nell'Italietta rustica post bellica. Si tratta di una successione di gag, non sempre ben riuscite e oggi chiaramente datate, testimoni però di un paese "multietnico" e accogliente, ferrigno e bonario. Regia di mestiere (con qualche bella scena, a esempio la benedizione del fiume). Fra gli attori, poetico e delicato Gino Cervi.

Paulaster 17/06/19 11:46 - 4415 commenti

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In un paesino emiliano verrà eletto un sindaco comunista. Spaccato dell'Italia del dopoguerra che contrappone il sacro (anche se manesco) al profano. Il clima politico, a sprazzi acceso, propone anche situazioni serie come lo sciopero con relativa morìa del bestiame. Gli scontri tra le parti sono perlopiù rissosi e diverte la figura del vescovo protettore di tutti. La storiella d'amore serve come riempitivo.
MEMORABILE: Le campane durante il comizio; Il figlio con nome Lenin; La mungitura notturna.

Hearty76 4/09/19 14:55 - 258 commenti

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Bellissima e curata trasposizione dell'opera di Guareschi, con due interpreti perfetti per i ruoli del prete e del militante comunista sempre sul filo tra antagonismo e affezione amicale. Al di là di ogni possibile speculazione o dietrologia politica, resta un affresco pittoresco e neorealista (nonché tremendamente tenero) dell'Italia rurale del dopoguerra. Le loro vicende al limite del surreale conquistano subito e chiunque può immaginarsi per un attimo lì per le vie del paesino, tra le pianure emiliane a ridere e commuoversi con loro. Epico.
MEMORABILE: I "dialoghi" tra Don Camillo e Gesù; Il fiume menzionato dal narratore, come chiave metaforica di ciò che lega e separa vicende e personaggi.

124c 19/09/19 18:29 - 2918 commenti

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Fin dalle prime scene si entra perfettamente in quell'atmosfera anni '50/60 del Don Camillo di Guareschi, con due attori/mattatori, Fernadel e Gino Cervi, così perfetti da essere insostituibili nei panni di don Camillo e del sindaco comunista Peppone. Battesimi "cristiani" che finiscono a botte (e all'ombra del campanile), partite di calcio truccate, storie d'amore alla Giulietta e Romeo, tragedie che il paese riesce a risolvere mettendo da parte le diverse idee politiche... Julien Duvivier mette in scena un bel primo capitolo agrodolce.
MEMORABILE: Le discussioni fra don Camillo e il Cristo, con il Gesù di legno crocifisso che gli risponde; La vecchia maestra che dà del bolscevico a Camillo.

Noodles 6/02/20 21:52 - 2227 commenti

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Film che inizia brillante con scene molto spassose, soprattutto i discorsi tra Don Camillo e il crocifisso della sua chiesa. I conflitti nel paese tra cattolici e comunisti (c'è anche una sorta di storia di Romeo e Giulietta in salsa politica) sono mostrati in maniera leggera e divertente. Poi di colpo, verso la metà, il ritmo precipita, il film diventa noioso e l'umorismo leggero sparisce per far spazio a momenti seriosi che si potevano evitare. Finale in cui si avverte quanto il film sia datato.

Giùan 22/03/21 18:56 - 4559 commenti

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Ineccepibile trasposizione del mondo piccolo guareschiano, il film di Duvivier ha anzi avuto il merito di esaltare e "glorificare" iconograficamente le due polarità dell'Italia di quegli anni, trovando in Fernandel/Don Camillo e in Peppone/Cervi maschere opposte ma congruenti nelle quali specchiarsi e riconoscersi. Il procedere per quadri della narrazione, pur alla lunga ripetitivo e un filo letterario, è propedeutico alla costruzione di una autentica affezione per i personaggi, che oggi lascia il posto alla nostalgia di una realtà gretta ma sincera, di un identità ormai perduta.

Smoker85 24/04/21 12:38 - 487 commenti

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Un classico del cinema italo-francese, forse un po' invecchiato, ma che rende efficacemente l'idea di un'Italia ancora frastornata dal dopoguerra, povera, ignorante, ma con tanto cuore e voglia di riscatto. La trama viene messa in scene bene, senza eccessi di comicità e con qualche venatura drammatica, in un sapiente connubio. Cast praticamente perfetto, con due protagonisti che sembrano nati per recitare dei rispettivi ruoli. Inossidabile.
MEMORABILE: La processione; La richiesta in punto di morte della maestra; L'inaugurazione della Casa del popolo battezzata dal vescovo; Il finale.

Daniela 4/11/21 15:08 - 12660 commenti

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Trasposizione cinematografica dei personaggi creati dalla penna di Guareschi, deve la sua fortuna alla scelta degli due protagonisti. La cornice del "piccolo mondo" che li circonda è infatti convenzionale ed edulcorata, le gag divertenti sono poche e tutt'altro che irresistibili, certe soluzioni come il Cristo grillo parlante risultano stucchevoli, però ci sono Fernandel e Cervi con la loro carica di umanità e simpatia, per cui quando appaiono sullo schermo all'ennesimo passaggio in tv si ci sofferma volentieri a guardare ancora una volta le bonarie baruffe di questi nemici/amici. 

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Superding 29/03/22 23:58 - 24 commenti

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Difficile essere oggettivi con questo e con i seguenti della serie, per chi vive proprio in quella fettaccia di terra tra il Po e l'Appennino. Uno dei non frequenti e scontati casi in cui il film non perde nulla del libro originale. I personaggi di don Camillo e Peppone sembrano cuciti addosso a Fernandel e Gino Cervi, ma anche tutte le altre figure sono caratterizzate molto bene. Ottimo Franco Interlenghi - Mariolino, iconico Marco Tulli - Smilzo (ben prima di vestire i panni del Nasone di Squadra antitruffa). La poesia della Bassa e della sua gente, offerta a ogni spettatore.
MEMORABILE: Il battesimo del figlio di Peppone; "Mo i piedi...!"; Il commiato della maestra Cristina; "Quel pretino"; Le facce del vescovo; La partita di calcio.

Pinhead80 27/10/23 11:09 - 4758 commenti

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A Brescello, un piccolo paesino emiliano, viene eletto un sindaco comunista. Il parroco locale cercherà di mettergli il bastone tra le ruote. Tratto dall'opera di Giovannino Guareschi, il film è un bellissimo spaccato di un'Italia che ormai non esiste più, fatta di poveri lavoratori e ferventi cristiani. Il vero punto di forza dell'opera è costituito dal binomio Cervi/Fernandel che da nemici/amici vivono insieme innumerevoli avventure, sempre pronti a battagliare tra di loro ma con con un immenso rispetto reciproco. Un film che ancora oggi appassiona e riempie il cuore di tutti.
MEMORABILE: La partita a calcio truccata; La mungitura delle mucche e il relativo brindisi.

Aco 10/04/24 16:49 - 215 commenti

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Una coppia perfetta nel libro come sul set, ben interpretata da Fernandel e Cervi affiatati alla perfezione, una regia di qualità (Duvivier), una colonna sonora adatta all'opera, una scenografia grandiosa, la Bassa con i suoi abitanti che escono dal fondale per diventare parte attiva della storia stessa. Romanzo e film corali su un'epoca del Bel Paese carica di tensioni sociali, eppure non si rinunciava a sperare in un futuro migliore. Da vedere anche solo per il perfetto ritmo narrativo.
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  • Discussione Homesick • 29/09/12 09:24
    Scrivano - 1363 interventi
    Per Zender. Mi permetto di segnalare una piccola svista nella scheda del Gran Maestro: il paese di Brescello non è nel parmense, ma nel reggiano.
  • Discussione Zender • 29/09/12 09:41
    Capo scrivano - 47770 interventi
    Hai fatto benissimo Homesick: gli ho ammazzato il papiro come meritava!
  • Homevideo R.f.e. • 2/10/12 11:27
    Fotocopista - 826 interventi
    Si veda qui:

    http://www.youtube.com/watch?v=J52xdXAgKzE
  • Curiosità Mauro • 31/10/12 16:25
    Disoccupato - 11979 interventi
    Ecco le sequenze inedite e "tagliate" di Don Camillo, visibili solo nella versione francese

    https://www.youtube.com/watch?v=J52xdXAgKzE&feature=fvwrel

    A quest'altro link ecco il racconto di tutta la storia

    http://andreaciaffa.blogspot.it/2012/09/don-camillo-sconosciuto.html
  • Curiosità B. Legnani • 31/10/12 23:08
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    Talora la versione italiana è più aderente al testo scritto della francese (Gesù che dà lo stop prima dell'esplosione), talora è il contrario (la Madonna che risponde a Don Camillo).
  • Homevideo Mco • 19/09/13 19:23
    Risorse umane - 9970 interventi
    In (2) DVD per Mustang Entertainment dal 23 Settembre 2013.
  • Discussione Mauro • 29/02/16 11:00
    Disoccupato - 11979 interventi
    Nella versione statunitense la voce narrante è quella di Orson Welles
  • Discussione Mauro • 29/02/16 11:03
    Disoccupato - 11979 interventi
    Il film avrebbe dovuto vincere il premio Oscar come miglior film straniero nel 1953. Tutti i giurati erano d'accordo ma poi ci mise lo zampino la CIA, che invitò una lettera all'organizzazione del premio nella quale si evidenziava come quel film avrebbe dato una visione troppo buonista del comunismo. E così il premio fu assegnato a Giochi proibiti di René Clément

    http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/oscar-peppone-don-camillo-cia-1.1687668
    Ultima modifica: 29/02/16 13:59 da Mauro
  • Discussione B. Legnani • 29/02/16 13:55
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    Mauro ebbe a dire:
    Il film avrebbe dovuto vincere il premio Oscar come miglior film straniero nel 1953. Tutti i giurati erano d'accordo ma poi ci mise lo zampino la CIA, che invitò una lettera all'organizzazione del premio nella quale si evidenziava come quel film avrebbe dato una versione troppo buonista del comunismo. E così il premio fu assegnato a Giochi proibiti di René Clément

    http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/oscar-peppone-don-camillo-cia-1.1687668


    Mmmmhhh. A parte il fatto che all'epoca non c'era l'Oscar per i film stranieri ma l'Oscar onorario, l'articolo non dice che i giurati fossero d'accordo, ma che ci si mosse in anticipo.
  • Discussione Mauro • 29/02/16 13:59
    Disoccupato - 11979 interventi
    A dire il vero quello è l'articolo che ho selezionato, ma ne avevo letto un'altro su una rivista dove si diceva che l'assegnazione era quasi certa.